Grazie mille per le risposte!
No non sarà lo stesso luogo del rilascio perché ho cambiato residenza.

Dato che mi scade a Febbraio, nei primi giorni di Gennaio consegnerò tutto in modo da guadagnare tempo (ovviamente fotocopiando il pda :) )
 
Non è chiaro il P.A. lo deve rinnovare lui o te?

Non importa che lo deve ottenere. Se i due sono conviventi, basta che uno dei due abbia dei precedenti. Speriamo che in questura non abbiano avuto segnalazioni. Inoltre, bisogna ricordare che il PdA, non si ottiene per un diritto (come è la patente), ma è una concessione. Questo significa che la discrezionalità nel concederlo, è praticamente assoluta. Comunque, un augurio e speriamo bene.
 
Si, lo so infatti devo fare il bravo.
Ma la macchina con cui ho preso le multe, per qualche mese ha avuto il contachilometri guasto, perciò non riuscivo a capire effettivamente a quanto stavo andando. Ora però ho cambiato macchina :D
 
Salve a tutti, apro questa discussione perché sono veramente preoccupato. Ho ricevuto una segnalazione per Art.75 per possesso di sostanze stupefacenti, 1anno e 10 mesi fa, conclusasi poi senza alcuna conseguenza nemmeno il sequestro della patente di guida. Fortunatamente sono riuscito a tenerlo nascosto ai miei genitori, ma ora mio padre deve rinnovare il porto d'armi e ho veramente paura che glielo possano rifiutare. Cercando su internet non sono riuscito a risolvere le mie paranoie, c'è per caso qualcuno che può darmi notizie a riguardo? Vi ringrazio in anticipo
Non glielo daranno, quella segnalazione anche se non risulterà al casello giudiziario , verrà fuori dal sistema centrale dove vengono registrati anche i verbali di polizia stradale, che lo possano fare o meno questo controllo è un’altra storia anche lunga da discutere, sappi comunque che glielo rifiuteranno . Cosa succederà dopo? Che il tuo genitore vorrà lo stesso ottenerlo perché, nei fatti, lui non ha su di sè un ragionevole impedimento ma per far questo deve seguire la trafila legale che si traduce in termini di tempo ( 1 anno come minimo) ed economici ( tra i 3/4mila €] , quindi che fare? L’unica cosa possibile: devi cambiare residenza PRIMA che lui presenti la domanda di rinnovo, così non risulterai convivente e verrà meno l’impedimento , chiaro?😉
 
Mi è stato detto che è possibile consegnare la fotocopia del PDA, l'originale viene ritirato in fase di rilascio del nuovo. Sbaglio?
 
Oltre al "mi piace" mi sento in dovere di ringraziare Alberto per il contributo fornito al Forum e agli utenti del Forum, soprattutto il suo contributo servirà Dani a farlo dormire più tranquillo.

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Mi sento anch'io di scrivere qualcosa,oltre a ringraziare Alberto per il suo ottimo intervento, mi sento di dire sia a Nicola che a tutti, che questa sentenza, sembrerebbe una vittoria, ma in fondo non lo è.
Non lo è in quanto un libero cittadino onesto e senza macchia, debba ricorrere a terze parti, per far valere i suoi diritti e verità, quando invece, gli organi preposti prima delle Toghe, dovrebbero già fare.

Nella sentenza si legge che c'è stato un abuso di potere, prima del Prefetto e poi l'accodamento del Questore, oltre ad altre illegalità e leggerezza nello stabilire gli eventi. Visto che le forze di pubblica sicurezza hanno un GRANDE potere di discrezionalità, sarebbe opportuno ridurre questo potere se non motivato in tal modo da non poter avere dubbi.

Visto che questi "abusi" sono annoverati nel C.P.P. come reati; perché non sono stati puniti i colpevoli????

Dani, non può e non deve avere sonni tranquilli, deve solo sperare che il Questore, (se si tratta di porto fucile) e il Prefetto, (se si tratta di porto di pistola o licenza di collezione armi), siano persone corrette e attente al loro operato. Altrimenti il padre per far valere le sue ragioni, dovrà ricorrere ad un legale e sborsare fior di quattrini, senza contare le lungaggini dei tribunali e della burocrazia.

Inoltre, come si evince dalla sentenza, (e non mi capacito come sia possibile), anche se il ricorrente ne è uscito ampiamente vincitore, debba pagare le spese del proprio legale e quelle della giustizia........se questa si chiama giustizia!!!!

Ritornando alla sentenza di cui sopra.Fossi il ricorrente, darei mandato al mio legale affinché chieda i danni morali e materiali.... (oggi si chiamano biologici), nelle sedi competenti, per me e per il resto della mia famiglia.
 
Siete degli illusi se pensate che basti quella sentenza del TAR a scongiurare il diniego del pda, e sapete perché? Perché se quella sentenza avesse fatto giurisprudenza il sottoscritto non si sarebbe “giocato” 3500€ per riottenerlo avendo subito il diniego 11 anni dopo per le stesse identiche situazioni. Quindi caro Dani se vuoi evitare danni al tuo genitore cambia residenza, veloce! non stare lì a perdere tempo.

p.s.: Nicola purtroppo non è come sostieni, non rinnovano il titolo e. sequestrano le armi, ci sono passato e so di che parlo, e ci potete mettere tutte le norme e leggi che vi pare ... non ci sono santi quando tutto dipende da quello stramaledetto articolo del regio decreto del TULPS che ancora é li dal 1933/4 a dire che il rilascio del pda e possesso di armi é a “ discrezione dell autorità competente”, punto.
 
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Ritornando alla sentenza di cui sopra.Fossi il ricorrente, darei mandato al mio legale affinché chieda i danni morali e materiali.... (oggi si chiamano biologici), nelle sedi competenti, per me e per il resto della mia famiglia.

Stai fresco! A me sembra una pia illusione.
 
LA SEGNALAZIONE DEL FIGLIO PER LA DETENZIONE DI SOSTANZE AI SENSI DELL'ART. 75 NON PUO' LEGITTIMARE LA PREFETTURA A DISPORRE LA REVOCA DELLA LICENZA DI PORTO D'ARMI ED AD ORDINARE LA CESSIONE DELLE ARMI DETENUTE, NEI CONFRONTI DEL PADRE.

Di seguito pubblico una interessante sentenza del T.A.R. del Piemonte che ha accolto il ricorso di un cittadino che si era visto negare dalla Prefettura e dalla Questura della città di residenza, il rinnovo della licenza di porto d'armi ed aveva ricevuto i decreti di revoca della licenza di collezione di armi da sparo e di porto di fucile, nonchè il divieto di detenere armi con l'obbligo di cedere la propria collezione a terzi, in quanto il proprio figliolo aveva subito un procedimento ex art. 75 dpr 309/90 conclusosi con l'invito a non fare più uso delle sostanze stesse per la modicità ed eccezionalità della vicenda.
Credo siamo inutili commenti di sorta, salvo che esistono giudici a Berlino...
Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Prima)
ha pronunciato la presente SENTENZA
Lanfranco Balucani, Presidente
Silvana Bini, Consigliere
Ariberto Sabino Limongelli, Primo Referendario, Estensore
per l'annullamento
A) quanto al ricorso n. 1098 del 2014:del provvedimento emesso
l'11 luglio 2014 ai sensi degli artt. 11, 39 e 40 T.U. n. 773/1931 e 9 L. 18 aprile 1975 n.110, notificato in data 24 agosto 2014 e consistente nel decreto di - revoca della licenza di collezione di armi comuni da sparo rilasciata in data 28/01/2011,- revoca della licenza di porto di fucile per uso caccia nr. 403592-M rilasciata in data 21/08/2008,- rigetto dell'istanza di rinnovo della licenza di porto di fucile per uso caccia avanzata il 25/7/2014
B) quanto al ricorso n. 1099 del 2014:del provvedimento emesso l'11 luglio 2014, consistente nel decreto di divieto di possesso e di detenzione di qualsiasi tipo di armi e materiale esplodente, con contestuale diffida a provvedere alla alienazione o cessione in favore di terzi idonei, nel termine di 150 giorni, ai sensi degli
artt. 11, 39 e 40 T.U. n. 773/1931 e 6 L. 22 maggio 1975 n. 152, notificato in data 22 luglio 2014.ex art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 1098 del 2014, proposto da:
-OMISSIS-, rappresentato e difeso dall'avv. Carlo Alberto Zaina, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Rossella Gallo in Torino, corso Re Umberto 42;
MINISTERO DELL'INTERNO, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura distrettuale dello Stato di Torino, domiciliata in Torino, corso Stati Uniti, 45;
Visti i ricorsi e i relativi allegati;Visti gli atti di costituzione in
entrambi i giudizi del Ministero dell'Interno;
Visti tutti gli atti della causa;
Visto l'art. 52 D. Lgs. 30.06.2003 n. 196, commi 1 e 2;
Relatore nella
camera di consiglio del giorno 6 novembre 2014 il dott. Ariberto Sabino Limongelli
Sentita le stessa parte presente in udienza ai sensi dell'art. 60 cod. proc. amm., in ordine ad una possibile definizione del giudizio con sentenza in forma semplificata, sussistendone i presupposti di legge;
Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue.
sul ricorso numero di registro generale 1099 del 2014, proposto da:
-OMISSIS-, rappresentato e difeso dall'avv. Carlo Alberto Zaina, con domicilio eletto presso lo studio dell’avv. Rossella Gallo in Torino, corso Re Umberto 42;
MINISTERO DELL'INTERNO, in persona del Ministro pro tempore, rappresentato e difeso per legge dall'Avvocatura distrettuale dello Stato di Torino, domiciliata in Torino, corso Stati Uniti, 45;
FATTO e DIRITTO
1. Con i ricorsi in esame,ritualmente proposti, il ricorrente ha impugnato i provvedimenti indicati in epigrafe con cui, rispettivamente, il Prefetto di Asti gli ha vietato di detenere armi, munizioni e materiale esplodente, e per l’effetto il Questore di
Asti ha disposto la revoca della licenza di collezione di armi comuni da sparo e della licenza di porto di fucile per uso caccia intestate al ricorrente, rigettando altresì l’istanza di rinnovo della predetta licenza di porto di fucile.
1.1. Il provvedimento prefettizio si è fondato sulle seguenti
considerazioni:
- del nucleo familiare del ricorrente fa parte anche il figlio convivente B.E., il quale, in occasione di un controllo dei carabinieri in data
18 agosto 2013, è stato trovato in possesso di 0,2 grammi di sostanza stupefacente di tipo hascish, e per tale motivo segnalato dalla Prefettura all’Ufficio N.O.T. ai sensi dell’art. 75 D.P.R. 309/90;
- alla luce di tale circostanza, il Prefetto ha ritenuto che non vi sia “sufficiente garanzia che le armi detenute dal ricorrente possano venire nella disponibilità del figlio, in forza della situazione di coabitazione, ed usate per compiere azioni illecite”.
1.2. Il provvedimento del Questore ha fatto seguito, quale atto sostanzialmente vincolato,a quello prefettizio, sul rilievo che “il provvedimento amministrativo di divieto di detenzione armi sopracitato non consente di mantenere il possesso di un autorizzazione di polizia come quella in argomento che abilita alla detenzione di armi da sparo…”.
2. Attraverso due motivi di ricorso, il ricorrente ha dedotto l’illegittimità degli atti impugnati per violazione di legge e per eccesso di potere sotto i profili sintomatici del difetto di istruttoria, difetto di motivazione, travisamento del fatto e illogicità;
ha lamentato inoltre la violazione dell’art. 7 L. 241/90 per mancata comunicazione di avvio del procedimento.
3. Il Ministero dell’Interno si è costituito in entrambi i giudizi depositando documentazione e resistendo ai ricorsi con memoria dell’Avvocatura dello Stato.
4. All’udienza in camera di consiglio del 6 novembre 2014, la causa è stata trattenuta in decisione.
5. I ricorsi, che vanno riuniti per evidenti ragioni di connessione oggettiva e soggettiva, sono fondati e vanno accolti.
5.1. E’ noto che in materia di detenzione e porto d’armi l’autorità di pubblica sicurezza gode di un’amplissima discrezionalità nel valutare la sussistenza dei presupposti di affidabilità del soggetto interessato, a tutela della pubblica incolumità.E’ altrettanto noto, peraltro, che tale discrezionalità, per non trasformarsi in arbitrio, deve esercitarsi sulla scorta di un’attività istruttoria adeguata, svolta nel rispetto delle garanzie partecipative spettanti all’interessato, e deve esplicarsi attraverso provvedimenti la cui motivazione dia conto in modo congruo del giudizio conclusivo formulato dall’Autorità in ordine all’affidabilità (o alla mancanza di affidabilità) del soggetto interessato, ancorando tale giudizio in modo logico e ragionevole agli esiti dell’istruttoria procedimentale. Ritiene il collegio che nel caso di specie le censure formulate dal ricorrente con il primo motivo siano condivisibili.
5.2. Nel caso di specie il Prefetto ha ritenuto che il ricorrente non dia adeguate garanzie di affidabilità in ordine alla custodia delle armi, e tale giudizio è stato desunto unicamente dalla circostanza che
del nucleo familiare del medesimo fa parte il figlio convivente, il quale nell’anno 2013 è stato trovato in possesso di una modica quantità di stupefacente per uso personale; in tale contesto, secondo il Prefetto, non vi sarebbero sufficienti garanzie sul fatto che il figlio non possa impossessarsi delle armi “per compiere azioni illecite”.
5.3. Si tratta, secondo il collegio, di una valutazione obiettivamente non ragionevole alla luce degli esiti dell’istruttoria, oltre che contraddittoria rispetto altri provvedimenti della stessa Autorità. L’episodio in cui è rimasto coinvolto il figlio ventenne del ricorrente è rimasto, allo stato degli atti, isolato nella condotta di vita del medesimo, sicchè inferire da questa sola circostanza che il medesimo possa impossessarsi delle armi del padre “per compiere azioni illecite”, quasi si trattasse di un soggetto dedito abitualmente
al consumo di stupefacenti (circostanza che gli elementi istruttori non consentono di presumere neppure lontanamente) appare un sillogismo obiettivamente azzardato, irragionevole e non giustificato allo stato degli atti. Del resto, lo stesso episodio contestato al figlio non ha avuto alcun esito sotto il profilo penale, dal momento che, alla luce della modica quantità di stupefacente trovata in possesso del giovane, lo stesso Prefetto si è limitato ad adottare nei suoi confronti un provvedimento ai sensi dell’art. 75 comma 14 d.p.r. 309/1990 (invito a non fare più uso delle sostanze stesse), e ciò sull’espresso presupposto che la particolare tenuità del fatto consenta di presumere che l’intimato si asterrà in futuro dal commettere fatti analoghi. Ritiene il collegio che sia palesemente contraddittorio, da parte della stessa Autorità, da un lato
presumere che il figlio si asterrà in futuro dal commettere fatti analoghi, e dell’altro ritenerlo capace, sulla base di quel medesimo (ed unico) episodio, di impossessarsi indebitamente delle armi del padre al fine di commettere azioni illecite. A ciò si aggiunga che nessun riscontro istruttorio induce a ritenere che le armi in possesso del padre non siano adeguatamente custodite presso la sua abitazione e rese in ogni caso inaccessibili dal figlio convivente, a prescindere da ogni ulteriore considerazione.
5.4. Alla luce di tali rilievi, il provvedimento prefettizio impugnato dal ricorrente è viziato da eccesso di potere per difetto di istruttoria, difetto di motivazione, contraddittorietà e illogicità, mentre il
provvedimento questorile è viziato da illegittimità derivata in quanto scaturito direttamente, quale atto vincolato, dal provvedimento prefettizio.
6. I ricorsi in esame vanno quindi accolti e per l’effetto va disposto l’annullamento degli atti impugnati.
7. Le spese di lite possono essere compensate per giusti motivi, in considerazione della peculiarità della vicenda esaminata.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sui ricorsi indicati in epigrafe, previa riunione dei medesimi, li accoglie e per l’effetto annulla gli atti
impugnati.
Spese compensate.
Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa.
Ritenuto che sussistano i presupposti di cui all'art. 52, comma 1 D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196, a tutela
dei diritti o della dignità della parte interessata, per procedere all'oscuramento delle generalità degli altri dati identificativi della parte ricorrente, manda alla Segreteria di procedere all'annotazione di cui ai commi 1 e 2 della medesima disposizione, nei termini indicati.
Così deciso in Torino nella camera di consiglio del giorno 6 novembre 2014 con l'intervento dei magistrati:

IL PRESIDENTE
L'ESTENSORE Ariberto Sabino Limongelli
IL SEGRETARIO

Alberto leggi questo caso e leggi il mio , sono identici a distanza di 11 anni , e nonostante questo precedente se ne sono fottuti altamente....
 
E' più grave essere sanzionati per tasso alcolico anche solo al 0.6.Lì si che si rischia enormemente
Saluti.
 
Giovannuzzo lo volevo fare io ma l’avvocato mi disse: “hai idea di quanto duri un processo civile ? E ammesso che ti diano ragione, sei sicuro di recuperare qualcosa rispetto alle spese da sostenere?” Insomma è un situazione da “ nuttata persa e figghia femmina...”
 
Alberto leggi questo caso e leggi il mio , sono identici a distanza di 11 anni , e nonostante questo precedente se ne sono fottuti altamente....

Il brutto (ma veramente brutto) è che la cosa non mi meraviglia per nulla. Non dovrebbe essere così, ma lo sappiamo che se contesti un prefetto o un questore, qualunque cosa abbiano deciso, puoi arrivare alle calende greche senza sapere come finirà. I precedenti saranno serviti ai fortunati, ma non è detto che a te vada nello stesso modo.
 
Martino, il problema è Dani e le armi, il padre non centra niente. O cambia residenza Dani o elegge domicilio il papà di Dani, le armi le trasferisce nel nuovo domicilio. Due casi uguali a quello di Dani li hanno risolto in questo modo.
 
Si puoi, lascerai la fotocopia poichè il documento è ancora valido e non è scaduto. Attenzione che , almeno nel mio caso, forse i tempi si allungheranno per poter fare le verifiche, visto che il rilascio è stato fatto da altro commissariato. Ma questo dipende dal tuo commissariato di residenza e non è detto che avvenga.
Quindi se ci mettono tanto tempo, non ti allarmare.
 
Se glielo negano perche' ne sei convivente potresti sempre risolvere il problema andandotene da casa. Ma forse ci pensera' tuo padre a farti sloggiare se lo viene a sapere...

Scherzi a parte... per una segnalazione? ma non ci vuole un processo ed una condanna perche' si possano perdere certi diritti e farli perdere ad altri? Ammazza che leggi forti che avete--o diritti deboli...
 
SI si lo so. Da quando ho il pda, mi sono promesso che quando guido non bevo nemmeno una birra. Mai.
 
Grazie mille a tutti, ma mio padre ha già consegnato i documenti. Speriamo bene....
 
Però una cosa che non capisco é che se l'avessi avuto io il PdA l'avrebbero potuto sospendere per massimo un anno invece mio padre, che non ha fatto niente, deve essere costretto ad affrontare tutti i procedimenti legali. Speriamo nella clemenza della prefettura
 
Non è proprio tutto sbagliato, la discrezionalità andrebbe messa nelle mani di persone affidabili. Il problema non è la discrezionalità, sono gli abusi di potere, questi andrebbero puniti severamente. Non è giusto rilasciare il porto d'arma a chi ha continui contatti con i pregiudicati. Non credo che il porto d'arma venga negano a chi per strada ha acceso la sigaretta a un malavitoso che neanche conosceva. Alcune cose andrebbero riviste, è vero che la legge è uguale per tutti, ma non tutti hanno la possibilità di far valere i propri diritti. Non ho ancora capito perchè la licenza di caccia deve essere vincolata al porto d'arma. Non ho neanche capito perchè devo pagare la tassa di concessione governativa se decido di cacciare con il falco o con l'arco.
 
Non è proprio tutto sbagliato, la discrezionalità andrebbe messa nelle mani di persone affidabili. Il problema non è la discrezionalità, sono gli abusi di potere, questi andrebbero puniti severamente. Non è giusto rilasciare il porto d'arma a chi ha continui contatti con i pregiudicati. Non credo che il porto d'arma venga negano a chi per strada ha acceso la sigaretta a un malavitoso che neanche conosceva. Alcune cose andrebbero riviste, è vero che la legge è uguale per tutti, ma non tutti hanno la possibilità di far valere i propri diritti. Non ho ancora capito perchè la licenza di caccia deve essere vincolata al porto d'arma. Non ho neanche capito perchè devo pagare la tassa di concessione governativa se decido di cacciare con il falco o con l'arco.
....e invece ci devi credere. Un innocente sessantenne un giorno ha dato un passaggio a due ragazzi che facevano l’autostop, viene fermato da una pattuglia di CC e al controllo i due risultano essere pregiudicati per piccolo spaccio, l innocente era all oscuro di tutto e non ha neanche capito in quel momento in che casini si fosse cacciato. L ha scoperto tempo dopo quando ha chiesto il rinnovo perché quel famigerato verbale è venuto fuori dal cervellone centrale del ministero nel quale confluiscono tutti i verbali elevati dalle FFO , rinnovo negato.
Ne vuoi un altro ? Un cacciatore che non conosco di persona ma con amici in comune si vede negare il rinnovo senza capire il perché. Per vie traverse riesce ad incontrare il commissario responsabile il quale, bontà sua, lo mette al corrente della motivazione: la figlia aveva una relazione con un pregiudicato finito in galera e che a sua insaputa continuava a fargli visita in carcere; dopo aver “redarguito” con argomenti persuasivi di altri tempi la figliola e dopo averla spedita da una parente ha potuto riottenere la licenza.
Di questi “abusi” si potrebbe riempire il forum Nicola, dobbiamo conoscere come opera l’amministrazione per poterci difendere.
 
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