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Lunedì 03 Agosto 2015

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La giunta regionale lascia ai comuni la possibilità di far pagare o meno la raccolta col rischio per i cercatori di essere sanzionati se “sconfinano”. Comunità montana: «Situazione confusa».

Esci a funghi in un comune dove la raccolta è gratis, poi ti sposti senza accorgertene nel bosco del paese vicino e ti viene data la multa perché non hai pagato il bollettino postale.
E’ un esempio, perché per ora in tutto il territorio regionale la raccolta è gratuita, ma con l’ultima decisione della giunta si dà la possibilità “ai comuni di montagna e gli enti parco regionali non ubicati in territorio di montagna di chiedere il pagamento di una quota per la raccolta funghi che deve essere destinata a opere di miglioramento ambientale”, cita testualmente la nota inviata dal Pirellone.

La delibera approvata oggi dalla Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura Gianni Fava, stabilisce la procedura che regola questi adempimenti tra cittadino, comuni comunità montane e parchi di pianura, qualora questi enti lo decidano, e stabilisce le quote massime, fissate in 5 euro (raccolta giornaliera), 10 (settimanale), 20 (mensile) e 30 (annuale).

“Da oggi, quindi – spiega l’assessore regionale Fava – i comuni possono convenzionarsi con le comunità montane per esigere questi contributi facoltativi per interventi di miglioramento ambientale, attività di informazione concernente aspetti della conservazione e tutela ambientale, nonché attività didattiche in materia ambientale e micologica; interventi di trattamento e governo del bosco volti al miglioramento della produzione dei funghi; ripristino e miglioramento di strade esistenti, nonché sistemazione e manutenzione dei sentieri”.
Quindi, sebbene nessuna variazione sia stata apportata su modalità e quantitativi di raccolta dei funghi (tre chili al giorno, dice la legge), il ‘titolo’ per la raccolta potrà corrispondere alla ricevuta di versamento dell’importo dovuto, da esibire unitamente ad un documento di identità in caso di controllo.
Questo in teoria. Ma nella pratica la decisione potrebbe diventare piuttosto macchinosa per diversi motivi: ad esempio l’utente dovrà essere debitamente informato in quali comuni sarà necessario pagare, e, soprattutto, sarà difficile definire con precisione i confini amministrativi dei boschi sottoposti a pagamento, da quelli “liberi”.
«Una situazione di confusione totale – spiega l’assessore della comunità montana valli del Verbano Carlo Molinari – perché di fatto questa decisione parcellizza potenzialmente il territorio, trasformandolo in un’area difficile da controllare per le Guardie ecologiche volontarie. Comunità montana non è certamente un ente sanzionatorio, la volontà è quella di fare da catalizzatore per questo ambito, e di informare. A fronte di quanto deciso dalla giunta regionale ci muoveremo in due direzioni. In primo luogo contatteremo i sindaci dei comuni che fanno parte del nostro ente (che gestisce la materia) per informarli di questa facoltà e di capire le loro intenzioni. Poi con mezzi della comunità montana cercheremo di raggiungere “fisicamente” quanti più utenti possibile: l’obiettivo non è, ripeto, quello di dare multe ma di spiegare ai cittadini come fare per mettere in pratica l’hobby preferito».
Il periodo dei funghi si apre di fatto ad agosto e prosegue fino a ottobre inoltrato, Molinari pensa a delle sorte di “info point” a disposizione dei cercatori di funghi nelle strade per raggiunger ele zone più battute, così da informare i cercatori delle nuove regole. «Certo, l’ipotesi è che tutti i comuni appartenenti al nostro ente si muovano nella stessa direzione: fa pagare o lasciare le cose come stanno».
Una scelta che fa una certa differenza per gli appassionati: ad oggi la raccolta dei funghi è gratuita, come previsto dall’articolo 97 (comma 1) della legge regionale 31 del 2008. Il comma successivo dà la facoltà ai Comuni e ai parchi regionali di subordinare la raccolta ad un contributo finalizzato alla tutela del patrimonio boschivo e delle risorse naturali.
L’articolo 111 della medesima legge stabilisce che Regione Lombardia regoli questo eventuale pagamento con provvedimenti attuativi specifici assunti dalla Giunta regionale, previo parere della Commissione consigliare Agricoltura. Questi provvedimenti sono stati assunti con delibera di giunta il 24 luglio scorso. Il 29 luglio la Commissione Consigliare Agricoltura ha approvato con voto favorevole unanime i suddetti provvedimenti. Oggi, dunque, l’approvazione da parte della Giunta regionale, a seguito del parere della Commissione.


fonte:varesenews.it
 
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