Bosio torna su collari a impulsi per addestramento: ''l'uso corretto e' lecito''

Utilizzava collari elettrici durante l'attività venatoria finisce nei guai

Utilizzava collari elettrici durante l'attività venatoria finisce nei guai

DENUNCIATO DALLA FORESTALE DI CASCIA UN CACCIATORE REATINO PER MALTRATTAMENTO ANIMALE, SEQUESTRATI COLLARI E TRASMITTENTE

PERUGIA, 26 novembre 2014 - Personale del Comando Stazione di Cascia del Corpo Forestale dello Stato nei giorni scorsi, durante un servizio di repressione dell'attività venatoria illecita, in località Civita del Comune di Cascia ha sorpreso un cacciatore della Provincia di Rieti intento ad utilizzare sui propri cani due collari comandati a distanza con una trasmittente, provvisti di lunghi elettrodi capaci di trasmettere all'animale scosse elettriche.
Tale condotta concretizza una forma di addestramento fondata sulla produzione di scosse elettriche o altri impulsi elettrici che si trasmettono, tramite un comando a distanza, sull'animale per ottenerne obbedienza e che produce effetti collaterali quali paura, dolore, ed anche aggressività.
L'uso dei collari elettrici sui cani si ritiene da alcuni una pratica consentita, in quanto questi dispositivi si trovano in commercio, in realtà tale condotta può dar luogo a serie conseguenze penali per coloro che la praticano.
Sempre più numerose sono in tutta Italia le sentenze emesse dall'Autorità Giudiziaria che condannano per maltrattamento animale coloro che fanno uso di tale metodo per l'addestramento dei cani , che può incidere sensibilmente sull'integrità psicofisica dell'animale.
Come prevede la legge il personale forestale ha provveduto ad effettuare il sequestro penale dei collari e della trasmittente ed a deferire alla competente Procura della Repubblica di Spoleto il proprietario dei cani , ai sensi dell'articolo 727 del codice penale, per detenzione di animali in condizioni incompatibili con la propria natura e produttive di gravi sofferenze. La pena prevista è l'arresto fino ad un anno o l'ammenda da mille a diecimila euro.
Nell'attività di controllo e prevenzione delle illecite pratiche in materia venatoria e del maltrattamento animale essenziale è la collaborazione dei cittadini che possono rivolgersi per qualsiasi segnalazione al numero gratuito di emergenza ambientale 1515 del Corpo forestale dello Stato, attivo h24.



fonte:corpoforestale:it
 

Alberto 69

Capo Redattore Rassegna stampa
Membro dello Staff
Supermoderatore
Utente Premium
Messaggi
21,273
Punteggio reazioni
8,088
Punti
650
Giovedì 20 Novembre 2014

Anche a fronte dei recenti fatti di cronaca della appena trascorsa settimana, che hanno visto coinvolto un cacciatore per aver fatto uso del collare di addestramento ad impulsi elettronici per addestrare il proprio cane nel corso dell’attività venatoria, si ritiene quantomeno necessaria una serena, e quanto mai intellettualmente onesta, valutazione su questo assai delicato tema.

Nella società contemporanea nulla è divenuto oggetto di attenzione psico-sociale come la questione del benessere animale e, per contrapposizione, sono grandemente irritanti per la sensibilità collettiva, i casi di maltrattamento degli animali, che dal 2004 sono appunto sanzionati come reato.

Con la presente si vuole evidenziare che il maltrattamento degli animali è un fatto riprovevole, ma la sua sussistenza non può esclusivamente fondarsi sulla sensibilità delle persone: percettibilità emotiva che per sua natura è contestualizzata, e come tutti sappiamo, mutevole alle condizioni temporali ed economiche, ad esempio, basti semplicemente pensare al rapporto uomo-animale agli inizi del ‘900.

Per contro, dare una definizione indiscutibile ai concetti medico veterinari, tra cui quelli di benessere e maltrattamento, strettamente legati alla salute degli animali, è un’impresa davvero ardua, se non addirittura impossibile.

Infatti, questi aspetti clinici devono essere provati sulla base di una perizia scientifica prodotta da professionisti nel campo della scienza veterinaria.

Ed ormai, senza troppo sarcasmo, dovremmo esserci abituati ai risultati a cui pervengono le innumerevoli consulenze tecniche richieste dalla Magistratura per giungere ad un giudizio: non di rado le perizie su di uno stesso caso pervengono a conclusioni tutt’altro che univoche…

Dopo questa doverosa premessa, si può facilmente comprendere come anche la questione relativa alle possibili ripercussioni sulla salute del cane derivanti dall’utilizzo del collare ad impulsi elettronici a fini di addestramento non è di facile lettura, anzi ci si ritrova a percorrere un sentiero, scientificamente poco conosciuto, e dunque, molto scivoloso giurisprudenzialmente.

Sui diversi siti web e su altrettante testate giornaliste compaiono spesso articoli che riportano condanne per maltrattamento degli animali a carico dei proprietari che hanno fatto uso del collare elettrico, ma è bene inquadrare alcuni punti fermi della vicenda.

Nel 2006, a Roma, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha annullato per mancanza di idonee valutazioni tecniche, un’ordinanza con la quale il Ministero della Salute intendeva proibire dell’uso del collare elettrico nell’addestramento dei cani: da qui il collare elettronico può essere venduto ed utilizzato su tutto il territorio italiano.

Nel dicembre scorso, la Corte di Cassazione ha punito colui che faceva uso del collare elettronico a fini di addestramento, non per il più grave reato di maltrattamento degli animali, ma per il più lieve delitto – dal punto di vista della punizione – di “abbandono degli animali”, non ravvisando l’elemento del dolo nella condotta dell’addestratore che utilizzava questo strumento.

Sempre sull’argomento, alcune pronunce di quest’anno emesse dal Tribunale penale di Bologna hanno visto assolvere con formula piena, per insussistenza del fatto, degli addestratori che avevano correttamente impiegato il collare elettronico.

Non è per nulla fuori luogo, con una buona dose di pragmatismo, fare queste due semplici riflessioni interrogative: come è possibile dimostrare la volontà di voler procurare un danno ad un cane nel corso dell’attività di addestramento, se l’addestratore utilizza lo strumento così come fabbricato e secondo le istruzioni della casa produttrice?

Ed ancora, non è accettabile che uno Stato, da un lato consenta la produzione, la vendita, la detenzione e l’utilizzo dei collari elettrici, e dall’altro ne sanzioni penalmente l’uso.

Quesiti questi quasi paradossali ma, nel contempo, purtroppo, quanto mai reali.

Ma le invocate risposte sono da ritenersi necessarie – come polemicamente potrebbe osservare qualcuno – non solo per gli amanti della cinofilia, o per i cacciatori, o per gli Organi addetti alla Vigilanza, oppure per i Veterinari, ma unicamente e soprattutto per salvaguardare il benessere dei nostri ausiliari canini nel corso delle attività di addestramento.

Domande che, se come già detto in questi ultimi anni si sono acuite con il crescente sentimento della società nei confronti degli animali, in particolare quelli d’affezione, a cui appartengono a pieno titolo anche i cani da caccia, per trovare una risposta devono necessariamente continuare a confrontarsi con l’evoluzione tecnica dei collari elettronici, con la scienza medico veterinaria, e per connessione, con le pronunce intervenute in diversi gradi di giudizio sulla materia.

In conclusione, stante i punti cardinali fino a qui richiamati sulla questione, ancora oggi tutta’altro che scevra da pregiudizi, il corretto uso del collare ad impulsi elettronici per finalità di addestramento è da ritenersi lecito.

Autore: Giancarlo Bosio, Medico Veterinario e Presidente Pro Segugio Lombardia
 
Questo è uno degli argomenti su cui secondo me non riusciremo mai a fare veramente chiarezza: come per altri prodotti anche il collare "da addestramento" è stato messo in commercio per poi dichiarare che non si può usare, intanto però continuano a produrlo e venderlo, anzi no, si può usare ma in modo "corretto", e chi stabilisce qual'è il modo corretto?
E' inutile cercare di "correre ai ripari" dopo che si sono scatenate polemiche, bisognava mettere delle regole precise e chiare molto tempo fa, prima di metterli in commercio, o costruirli in modo che potessero essere usati da chiunque senza problemi, tanto di questi collari e delle polemiche che li accompagnano non ci libereremo ancora per tantissimo tempo....
 
Il collare elettrico è un business commerciale ... quindi per parare gli interessi di taluni si è arrivati a fare la solita norma " ad interpretationem " ... tanto per continuare ad ingrassare avvocati e sigle animaliste che con la scusa del benessere animale .... vivono da parassiti a spese della comunità.
 
Armeria online - MYGRASHOP
Sponsor 2024
Indietro
Alto