Quale ufficio deve consegnare il tesserino venatorio.

Il bello è che se tu chiedessi una giustificazione a quell'impiegato che non risponde al telefono ed alle mail, rischieresti solo d'offenderlo! Tu, intanto, rimani senza tesserino e lui... lavora (lavora?) in Smart Working. Ha ragione Erchiappetta; un vero fancazzismo!
 
Non e' cambiato niente sin dai tempi di Dante, e si parla del 1300!

"Ah, serva Italia, di dolore ostello,
Nave senza nocchiero in gran tempesta,
Non donna di province, ma bordello!"

Non fu Camillo Benso, Conte di Cavour, che disse: "Adesso che e' fatta l'Italia bisogna fare gli italiani"? Purtroppo ancora non ci si e' riusciti.

Una volta io ho mandato emails a varie autorita' italiane per vedere se c'e' una possibilita' per un cittadino U.S. e percio' extracomunitario, di ottenere una licenza di caccia, magari temporanea, per cacciare in Italia. Mi sarebbe piaciuto cacciare le palombe (che io considero "anatre di bosco" per come si cacciano e come si comportano) con un amico umbro. Beh, vi pare che abbia mai ricevuto una singola risposta? Dico una, una sola? MAI! E questo era prima del COVID, molto prima. Circoscrizioni, Provincia, Questura, tesserini venatori? Che mucchio di letame bovino! La burocrazia italiana e' nata col clientelismo (che risale ai tempi di Roma Antica) per creare posti di lavoro inutili per gente incapace o pigra. E questi posti di lavoro che non generano ne' beni di consumo, ne' servizi utili o necessari vengono pero' pagati dallo Stato, a volte anche profumatamente, e l'inflazione cresce a dismisura, perche' l'unica ragione per uno stipendio e' la produzione di beni di consumo o la resa di servizi utili e necessari.

Certo che anche qui, in America, specialmente con i Democrats al potere, si sta facendo la stessa cosa. E la burocrazia (ed i regolamenti oppressivi che crea) e la necessita' per lo Stato di finanziarla e mantenerla in piedi con i soldi carpiti con tasse e gabelle a cittadini, industrie e businessmen, affossano l'economia, paralizzano l'iniziativa privata, distruggono l'economia.

Ma almeno, per ottenere la licenza di caccia, io mi metto al computer, riempio il modulo elettronico, pago con carta di credito, la licenza appare sullo schermo, la mando alla stampante, e via. E sulla licenza ci sono anche le caselle per marcare le catture delle sole due specie che devono essere registrate: cervi e tacchini selvatici. Tutto fatto in 5 minuti, e senza creare impieghi inutili per travet, cassieri, fattorini, sottodirettori, direttori, supervisori, consulenti, avvocati, sindacalisti con posto assicurato a vita senza che debbano neanche far finta di lavorare, e tutte le specie e sottospecie di succhiasangue che infestano gli uffici pubblici. E che poi, come vedo, non fanno un ca22o per meritare lo stipendio che percepiscono. In uffici pubblici, ministeri, questure, province, banche, comuni, uffici postali italiani vige una sola legge: la legge del cu10 pesante. Arriva una pratica su una scrivania (se il fattorino non e' in cassa malattia e sta a casa a scoparsi la moglie), il travet la guarda, s'accorge che dovrebbe andare alla scrivania del collega a tre metri di distanza dalla sua, ma ha il cu10 pesante e non gli va di alzarsi a metterla sulla scrivania del collega, che e' momentaneamente "fuori stanza" per la quindicesima volta nella giornata per andare a prendersi un caffe', o a comprare le sigarette, o a urinare i sette caffe' precedenti, o a chiacchierare con un'impiegata di un altro piano che a detta di altri colleghi, la da' abbastanza facilmente. E quando poi finalmente torna, l'altro impiegato sulla cui scrivania gia' c'e' una montagna di pratiche mai espletate, si dimentica di dirgli della pratica. E se se ne ricorda dopo che il collega s'e' gia' seduto, la legge del cu10 pesante impedisce anche a questi di alzarsi per andarla a prendere. Tanto gia' ne ha una montagna, di altre pratiche coperte di polvere e ragnatele sulla sua scrivania, e non gli va di aggiurgerne un'altra sul cocuzzolo.
Poi, dimenticavo, ci sono le pratiche dei raccomandati, del nipote del direttore, del figlio del prefetto, della cugina del ministro, ecc. Quelle sono espletate immediatamente, e quelle dei poveracci qualunque devono aspettare...

Poi adesso, col COVID e lo "Smart Working," te saluto! Hai voja a aspetta'! Fa' finta de esse 'n immigrato clandestino arivato cor barcone da la Tunisia, vedrai che te danno 'a licenza a gratise, er tesserino, e sarvognuno te pagheno puro la quota de 'na riserva de caccia e le cartatucce da spara' a li faggiani--tanto paga er Cittadino Pantalone co' quarche tassa nova!

I forcooooniiiiii!!!!!!
 
Giovanni, purtroppo per cacciare in Italia occorre, prima ancor della licenza, un porto d'armi per fucile rilasciato in Italia oppure da Paese membro dell'Unione Europea. Nel tuo caso, cittadino di Paese capitalista, guerrafondaio e anche extracomunitario, quella possibilità non esiste.
Forse, però, potrebbe esserci una scappatoia. SE tu riesci a dimostrare, carte alla mano, di essere in possesso del vecchio porto d'armi potresti cercare di rinnovarlo. L'esame non è necessario perché la tua idoneità "culturale" è stata dimostrata a suo tempo. Questa strada mi sembra lunga e perigliosa.
Un escamotage per accompagnare l'amico umbro ti viene offerto dai britannici. I membri della "Countryside Alliance" sono automaticamente assicurati "third party liability". e quell'assicurazione non richiede il possesso di porto d'armi o di licenza di caccia perché in britannici non sanno neppure cosa siano.
Attenzione a scegliere la forma di membership più economica!
 

ungherese

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Buona sera, scrivo per porre un problema che mi sta capitando con la consegna del tesserino venatorio,
nel mese di aprile di questo anno, ho rinnovato il porto d'armi uso caccia, sono residente in Tunisia (sul
porto d'armi è indicata la mia residenza tunisina), solamente che quando sono andato alla mia Circoscrizione
di Roma, per la precisione all'Ufficio Sport, come in passato ho sempre fatto, per il ritiro, mi sono sentito
rispondere che chi è residente in paesi extra UE il tesserino deve essere rilasciato dalla Provincia.
Allora mi sono recato alla Provincia in via del Serafico, sempre a Roma, all'Area Politiche di Prevenzione
e Conservazione della Fauna Selvatica e Gestione delle Risorse della Pesca e dell'Acquacultura, e scopro
che quell'uffico causa emergenza Covid lavora in smart working, ho allora telefonato ai numeri di telefono
indicati sul portale della Provincia, ha risposto il Dirigente responsabile il quale mi ha dato numero telefonico
ed email di chi materialmente si occupa dei tesserini venatori, ma al telefono non risponde nessuno, cosi come
alle mie e-mail. A tutt'oggi non posso esercitare attività di caccia per mancanza del tesserino.
Mi domando, perchè la Circoscrizione non può come in passato consegnarmelo lei?
 
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