(omissis) Sono anni che l'essere anticaccia è simbolo di snobbismo. Sembra una moda che non vuole passare e difficilmente si fermerà.
Hai colpito in pieno il problema. La mia, di moda, e' snobbare gli snobs che snobbano la caccia. Non li frequento, non gli parlo, e li evito quanto possibile. Tanto a cercare di convincerli e' fiato sprecato. Tutte le posizioni a partito preso, non fondate sulla logica ma sull'irrazionalita', sono immovibili, resistenti a qualsiasi argomento. Affankulo tutti gli anticaccia! Quando qualcuno mi dice di essere anticaccia con me ha chiuso. Meno male che non sono in Italia, o mi dovrei isolare praticamente da tutti, perche' da cio' che leggo la stragrande maggioranza degli italiani sono contro la caccia--anche se mangiano allegramente manzo, maiale, polli e agnelli. Perche' probabilmente credono che la carne sia un prodotto di sostanze inerti creato nel retrobottega dei supermercati e impacchettato in vassoietti di polistirolo e coperto di plastica trasparente e non proveniente da un animale condannato a morire scannato dolorosamente dal momento che e' nato, e dopo essere stato allevato in un recinto pieno di feci o in una gabbia angusta ed ugualmente sporca senza mai conoscere la liberta'.
Io posso capire l'opposizione alla caccia di un Vegano puro, ma non degli sci-sci che si riempiono la bocca di parole del tutto distaccate da qualsiasi processo cognitivo ma messe li' dai media, accettate come Vangelo, e ripetute come farebbe un pappagallo.
E' l'urbanizzazione che ha creato questo mostro. La gente di una volta, ancora legata alla terra, era a continuo contatto con la natura, con la vita e la morte degli animali e degli umani. Quando venivano degli ospiti, la massaia andava nell'aia, acchiappava un pollo o due, botta d'accetta sul ceppo, tuffo in acqua quasi bollente, spennatura, pulitura e cottura, cena in allegria. L'uccisione e la macellazione del maiale erano una scusa per un incontro sociale. I lupi che sbranavano le pecore venivano presi a pallettoni, non venivano messi su un piedistallo e venerati. Animali che minacciavano di rovinare raccolti venivano uccisi senza pensarci due volte. I cacciatori erano parte di quel ciclo naturale di vita e di morte e venivano rispettati, non presi a pesci in faccia.
Ma oggi la gente che vive nelle metropoli e' distaccata dai cicli naturali della vita e della morte. Tanti non hanno neanche mai visto un pollo vivo se non in televisione. Non hanno mai visto o sentito un maiale che viene sgozzato. Non capiscono che un lupo non e' che un cane selvatico, a volte anche pericoloso, portatore di malattie fra le quali l'idrofobia perche' non e' vaccinato come Fufi, il barboncino da salotto. Anche la morte degli umani e' stata resa sterile, asettica, in un candido letto d'ospedale, circondata da macchinari splendenti e schermi lampeggianti come quelli di un "flipper" o di un videogame. Una volta quasi tutti quelli che morivano di morte naturale morivano a casa, nel letto dove forse erano nati, e la puzza del corpo morente e delle feci incontrollate riempiva la stanza. Poi la puzza della morte veniva tenuta relativamente a bada da mazzi di fiori mentre parenti ed amici venivano ad onorare lo scomparso senza che vespilloni esperti lo pulissero, truccassero, imbalsamassero, ne alterasseno i lineamenti in modo da far sparire dal suo viso l'ultima espressione di dolore o di terrore. "Che bello! Pare che dorma!"
La morte non e' piu' politically correct. Viene spazzata sotto un tappeto. E il cacciatore, percepito come un maniaco che si diverte ad infliggerla ad animali "innocenti" (perche', di che cosa sono colpevoli gli agnelli, i polli, i manzi, i maiali ed i milioni pesci che hanno arricchito la Brambilla morendo boccheggiando, soffocati dall'ossigeno che gli bruciava le branchie?) e' schifato, ostracizzato. E le colpe del cacciatore padre ricadono sui suoi figli, quando la maestrina appena diplomata si scandalizza a sentire che il papa' di Andreino va a caccia e tratta il povero Andreino come se fosse figlio di Jack lo Squartatore, mala genia di un malfattore psicopatico..
Questa e' la realta'. E' il trionfo dell'ignoranza sulla logica, del pregiudizio sul giudizio, della superficialita' sulla saggezza. Ed e' ormai un fenomeno irreversibile. Non fatevi illusioni. Cercare di fermarlo e' come Wiley Coyote che cerca di fermare la caduta di un masso sulla sua testa con un ombrellino (per chi e' giovane, Wiley Coyote e' un personaggio di uno dei tanti cartoni animati di una volta, oggi banditi perche' "violenti" e rimpiazzati da inanita' come i "Puffi"--originariamente chiamati "Smurfs"--tutti smielati e disgustevoli).
Percio', amici, godete la caccia finche' e' ancora permessa. Prima o poi non lo sara' piu', condannata a morte da quelli che credono di saperne piu' di voi e che percio' si arrogano il diritto di farvi vivere secondo i loro principi, i loro dettami, la loro cosiddetta etica dalla quale qualsiasi attivita' che si confaccia alla natura ed ai suoi cicli e' considerata un'abominazione. Oggi essere contro natura e' la moda vigente, dall'aborto, alle attivita' sessuali dei sette o otto sessi umani riconosciuti e protetti, a tutto il resto della vita dell' "homo urbanus," quell'essere piuttosto spregevole che vive in una realta' artificiale come un videogame.