Tar Sicilia. I legami di parentela con i mafiosi non impediscono il rilascio del pda

Alberto 69

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Lo ha stabilito il Tar Sicilia decidendo sul ricorso di un uomo di 49 anni che aveva chiesto il rinnovo del porto di fucile per uso caccia essendone prossima la scadenza.
L’stanza era stata rigettata sulla base della circostanza che il richiedente era nipote di soggetti condannati per associazione mafiosa. L’uomo, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Daniele Piazza, ha proposto un ricorso davanti al Tar Sicilia contro il Ministero dell’Interno, per l’annullamento, previa sospensione, del provvedimento di rigetto dell’istanza di rinnovo della licenza di porto di fucile.

Nel ricorso si lamentava una grave forma di eccesso di potere per contraddittorietà manifesta tra atti successivi della pubblica amministrazione, visto che il Ministero, a fronte degli stessi presupposti, ha ritenuto in precedenza di potere rinnovare al ricorrente il porto di fucile. Si è costituito in giudizio il Ministero dell’Interno, rappresentato e difeso dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo, per chiedere il rigetto del ricorso. Il Tar ritenendo fondate le censure formulate dagli avvocati ha accolto il ricorso, confermando l’orientamento giurisprudenziale secondo cui la sola sussistenza di un rapporto di parentela con un soggetto pregiudicato non è, di per sé e in assenza di ulteriori elementi, indice di una capacità di abuso delle armi.

Fonte:http:livesicilia.it
 

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