Il ministero forza la mano?


A poche ore dalla nomina del governo e del ministro dell’Interno, l’ufficio per l’amministrazione generale del dipartimento della pubblica sicurezza ha convocato per oggi una riunione con i portatori d’interesse sulla questione del regolamento poligoni. Non sappiamo quasi nulla, ma sappiamo per certo che per la seconda volta le associazioni saranno costrette e prendere in esame un documento che di fatto è stato secretato.
Non sappiamo quanto i funzionari ministeriali abbiano percepito della protesta montata nei giorni che hanno seguito la riunione-scandalo del 18 aprile, nel corso della quale nemmeno era stato redatto un verbale che ci pare il minimo sindacale per discutere di decisioni che determinano la sopravvivenza della normale attività sportiva agonistica e amatoriale, nel nostro Paese (con riflessi sull’attività agonistica internazionale), ma anche posti di lavoro, affari e indotto collegato.
Ci auguriamo che almeno percepiscano e recepiscano le obiezioni tecnico-giuridiche sollevate da più federazioni e associazioni. E che quanto meno avvertano nell’aria che il nuovo ministro, molto probabilmente non contrario alle attività sportive con le armi, vorrà vedere chiaro nella vicenda e nelle azioni. Non crediamo possibile che i funzionari vogliano forzare la mano e pretendere di far firmare un regolamento penalizzante che ha ricevuto l’avallo, a quanto ci consta, della sola federazione italiana Tiro a volo tra tutti i numerosi e a vario titolo portatori d’interesse. Né crediamo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si sogni di firmare un decreto in queste condizioni. Decreto che, comunque, avrebbe una "natura amministrativa" e dunque deve soggiacere ontologicamente alla legge.
Staremo a vedere e non appena avremo informazioni certe – nonostante la consegna del silenzio pretesa da un ministero che ha evidentemente in spregio la trasparenza – provvederemo a informare.

Fonte by armi e tiro
 
POLIGONI PRIVATI Domani l' incontro

Ecco il perché dell’accelerazione di cui abbiamo scritto. Domani 18 aprile si discute al ministero dell’Interno la bozza di regolamento sui poligoni privati. Sappiamo che tale bozza risulta assai dannosa e che per analizzarla erano state convocate inizialmente le sole associazioni di categoria Anpam, Assoarmieri e Conarmi, che avevano poi preteso che l’invito fosse rivolto anche agli interessati veri, cioè le federazioni di tiro e anche all’Associazione nazionale poligoni privati, sulla rappresentatività della quale, però, ci permettiamo di nutrire qualche dubbio. Domani, dunque, speriamo finalmente di capire cosa c’è nella testa dei dirigenti del ministero: se cioè intendano portare avanti il regolamento di cui eravamo riusciti a entrare in possesso nel marzo del 2017 e che conteneva prescrizioni talmente irrealizzabili da decretare la fine dei poligoni privati e anche di quelli temporanei, sui quali per esempio, si svolge buona parte del nostro Circuito di gare per cacciatori.
Siamo molto preoccupati e non siamo gli unici se la Lega ha pensato di presentare un’interrogazione parlamentare sull’argomento al senato, paventando proprio il rischio di chiusura di attività imprenditoriali e di blocco dell’attività sportiva. Confidiamo che tale interrogazione abbia almeno messo sul chi va là il ministro e così i suoi dirigenti sentano finalmente l’esigenza di tornare sulle posizioni indicate a suo tempo dal parlamento e agiscano anche con la trasparenza che finora non hanno minimamente manifestato e che invece l’argomento richiederebbe.
Come riporta l’interrogazione parlamentare: “nel tempo, su iniziativa di privati e di associazioni sportive, sono nati numerosi campi di tiro e poligoni dove vengono praticate discipline del tiro di livello olimpico, come il tiro a volo, e di rilevanza sportiva internazionale. In tali strutture, sovente, svolgono attività addestrative anche reparti delle forze armate e di corpi di polizia, anche locale; la gestione delle attività in queste strutture ha generato un’occupazione diretta di centinaia di lavoratori e un’economia indotta che occupa decine di migliaia di lavoratori; in relazione alle attività svolte da migliaia di tiratori in questi campi di tiro e poligoni, in tanti anni di esercizio, sono avvenuti rarissimi incidenti con danni alle persone e nessuno di questi ha riguardato persone esterne alle strutture, a dimostrazione che le precauzioni, di tipo infrastrutturale e organizzativo, sino a ora spontaneamente adottate dai soggetti gestori, si sono dimostrate efficaci”.

Fonte by armi e tiro
 
E una trafila da non poco , ci sono parecchi vincoli da superare per aprire un tiro a piattello , sia con il comune e cittadini , oltre alle autorità locali, se hai tutto in ordine in 3 anni ce la fai....e con forti conoscenze anche prima ... !!!
 
Mi piacerebbe tanto che l'Italia fosse l' America. E non solo in fatto di armi. Spero tu abbia ragione perché sono stufo di questa burocrazia insensata, demagocica e chi più ne ha più ne metta.
Setterman1
 
A rischio l'attività sportiva

Sulla questione del regolamento per i poligoni presentato lo scorso 18 aprile ai cosiddetti “portatori d’interesse”, abbiamo raccolto le posizioni – per ora – dei presidenti delle federazioni che sembrano maggiormente toccate. Dobbiamo rilevare un grave problema di trasparenza e anche di democraticità del Viminale, che contrasta non solo con le indicazioni parlamentari, ma anche, in qualche modo, con l'atteggiamento tenuto dal ministero fino a qualche mese fa. Attendiamo naturalmente altri pareri, mentre i portatori d'interesse hanno poche ore per presentare le proprie deduzioni.
Antonio Perrone (a destra nella foto), presidente Fitds, è davvero arrabbiato: «La soddisfazione espressa da Luciano Rossi, presidente della Fitav, ci autorizza a discutere sul regolamento dei poligoni, si badi bene che sono contento che sia lui sia il Biathlon abbiano incartato tutti i loro desideri. Noi della Fitds siamo gli unici fregati, però».
Cos’è successo al Viminale lo scorso mercoledì?
«Sono molto deluso dalla presa di posizione del prefetto Gambacurta: non c’è stata condivisione e concertazione che doveva esserci. Non c’è stata possibilità di discutere la nuova bozza, nemmeno di leggerla. Si è subito scombinato l’accordo iniziale che prevedeva di essere coesi e compatti. Tutti i rilievi della Fitds non sono stati recepiti, a differenza di quanto accaduto per il Biathlon, perché a quanto è stato affermato e scritto nei nostri campi si esercita anche la disciplina rifle e si usa il calibro .308, ma per la verità soprattutto il .223, è necessario ci siano i diaframmi in tutti gli stage e c’è il problema della gittata. Non riesco a trovare parola per contestare la questione tecnica, pare che neppure interessi: il tavolo che si è formato al ministero sembra un avallo alla bozza che non è stata volutamente data ai partecipanti appellandosi alla segretezza degli atti».
Voi avevate eccepito, molti mesi fa, che il Tiro dinamico federale, a differenza delle altre forme di tiro esercitate nei poligoni privati, fa particolare affidamento alla sicurezza attiva dei tesserati…
«È evidente che qui si tratta di una questione più politica perché non si è recepito che esiste una differenza sostanziale dai poligoni privati dove si fa qualsiasi cosa, rispetto alle strutture sportive che soggiacciono alle norme del Coni e quelle delle autorità di polizia, come le nostre. È un’assurdità grande, non c’è nulla di razionale, allora anche il .22 del Biathlon a 50 metri è letale, ma per quello sport nessuna regolamentazione. Non è stato identificato bene qual è il settore di sicurezza, quindi permarrebbe la prescrizione sulla gittata e mezza, se parliamo di .308 parliamo di chilometri: in pratica significa la chiusura di tutti i campi di tiro…».
Il rischio è molto alto. Cosa pensate di fare?
«Il ministero ha cavalcato l’onda emotiva di un unico incidente mortale. Ma quel povero tiratore non stava facendo Tiro dinamico e si trovava in una struttura non omologata da noi. Il prefetto vi ha anche accennato. Per adesso renderò pubblico un comunicato ai miei. Noi perdiamo tanto, altri non hanno guadagnato né perso nulla. Ma sono certo che anche il mercato ne risentirà».
Anche Marco Alberini, presidente Aitld, contesta il metodo adottato dal ministero, in particolare dal prefetto Gambacurta: «Non conosciamo la forma del regolamento per poligoni e campi privati proposto dal ministero dell’Interno: a differenza di quanto accaduto in questi anni, semplicemente non ci ha fatto visionare la bozza integrale, ma solo alcune modifiche agli articoli effettuate in queste ultime settimane e le definizioni. In pratica conosciamo l’origine, ovvero la bozza presentata nel marzo 2017, conosciamo le ultime modifiche, ma non ci è dato sapere tutto ciò che sta in mezzo».
Mi pare che anche i campi di in cui si esercita il tiro a lunga distanza siano stati notevolmente colpiti.
«Anche da quel poco che conosciamo, posso affermare che ci sono punti del regolamento che decreterebbero la fine di tutte le nostre attività sportive in Italia. E non parlo solo di tiro lunga distanza ma di tutte le discipline che comportano l’utilizzo di carabine a canna rigata. Questo vale sia per i campi di tiro che possiedano una licenza sia per le attività sportive effettuate su campi con permessi temporanei».
Anche voi avevate presentato richieste di modifica, attraverso Anpam, che non sono state accettate o solo in parte.
«Durante le passate riunioni collegiali effettuate con il ministero, per ovviare ad alcuni punti critici, o “letali”, avevamo proposto soluzioni tecnologicamente avanzate ed efficienti, come l’utilizzo di telecamere a circuito chiuso, che al tavolo erano state positivamente giudicate sia dai rappresentanti del ministero che dal direttore del Banco nazionale di prova. Invece ora si è preferito, evidentemente, adottare le misure tecniche più penalizzanti per le attività sportive».


Fonte by armi e tiro
 
Il ministero tira diritto

Il ministero dell’Interno tira diritto. Anzi, pigia sull’acceleratore per arrivare a una definizione dell’ormai famigerato regolamento per le autorizzazioni ai poligoni e campi di tiro privati entro i primi di maggio, cioè prima che si insedi un eventuale nuovo ministro. Su un argomento tanto delicato e decisivo per tutto il settore, tocca ancora una volta ad Armi e Tiro rompere il muro di silenzio e rilanciare l’allarme che da due anni abbiamo segnalato all’attenzione degli appassionati e del settore. Alla riunione di mercoledì scorso, alla presenza delle associazioni di produzione e commercio e delle federazioni sportive interessate, il ministero dell’Interno ha presentato un aggiornamento delle bozze che risultavano in discussione in questi mesi (derivate dal documento che avevamo pubblicato nel marzo 2017). A quanto sembra, la modalità del ministero è sempre all’insegna del “prendere o lasciare”: qualche ulteriore concessione è stata riconosciuta innanzi tutto ai campi di Tiro a volo, tanto è vero che la Fitav parla senza mezzi termini di soddisfazione, come si evince dal loro comunicato; anche il Biathlon porta a casa un riconoscimento di particolarità, grazie all’interessamento della Federazione sport invernali (Fisi) che ha coinvolto il Coni e il suo presidente Giovanni Malagò. A quanto pare, a restare con il cerino in mano e a dover “pagare” il conto più salato sarebbero tutte le attività collegate al Tiro action: su tutte, il Tiro dinamico sportivo che, nonostante la Fitds sia disciplina associata del Coni, si è vista rifiutare in tronco la proposta di adottare una disciplina speciale come è stato invece concesso al Biathlon. [h=2]Tiro dinamico in estinzione?[/h]
Se dovessero confermarsi queste indicazioni preliminari, lo scenario delle prossime settimane potrebbe essere a dir poco preoccupante, di fronte alla prospettiva per i campi di tiro di dover scegliere tra effettuare adeguamenti strutturali economicamente e logisticamente insostenibili o, brutalmente, chiudere baracca. In questa eventualità, le ripercussioni sarebbero pesantissime per tutto il settore della produzione, importazione e vendita di armi, componenti per la ricarica, munizioni, equipaggiamenti e così via. Potrebbe rappresentare il fatidico colpo di grazia per molte armerie, che negli ultimi anni hanno visto inesorabilmente ridimensionarsi il fatturato legato alla caccia.
[h=2]L'interrogazione parlamentare[/h]


Sorprende un po’ come il mondo della produzione stia assecondando nella consegna del silenzio il lavoro del nuovo dirigente addetto alla definizione di questo documento, il prefetto Stefano Gambacurta. Sarebbe auspicabile che sia possibile coinvolgere una base quanto più ampia possibile di appassionati, al fine di far recepire alle parti in trattativa le reali e concrete necessità ed esigenze di questo settore.
Non va dimenticato, inoltre, che al di là della volontà di accelerazione impressa, il ministero dell’Interno non tenga in apparente minima considerazione l’interrogazione parlamentare presentata pochi giorni fa in senato e firmata da tutto il gruppo della Lega (58 senatori), con la quale si evidenziano numerose criticità sia nel merito, sia nel metodo di costruzione di questo fatidico regolamento.


Fonte by armi e tiro
 
Poligoni privati: la Fitav è soddisfatta

Dopo la riunione di mercoledì al Viminale per la definizione del regolamento ministeriale sui poligoni privati, alla quale hanno preso parte sia le federazioni sportive (Fitav, Fitld, Fitds) sia le associazioni di categoria (Anpp, Assoarmieri, Comitato direttiva 477, Conarmi), la Federazione italiana Tiro a volo è per il momento l’unica ad avere rilasciato un comunicato, nel quale esprime la soddisfazione per “l’accoglimento delle proposte avanzate dalla Fitav che sono state pressoché integralmente recepite. Il presidente Luciano Rossi (in foto), accompagnato dal coordinatore del collegio tecnico giuridico Fitav Stefano Rosi, ha sinteticamente rappresentato le varie istanze e aspettative attinenti ai temi delicati e complessi oggetto del regolamento e all’equilibrio tra loro praticabilità e le esigenze di pubblica sicurezza, ottenendo che possa essere svolto un ulteriore step di valutazione prima del licenziamento del testo finale del regolamento, finalizzato a renderlo quanto più aderente possibile alle singole esigenze dei praticanti e dei gestori delle discipline di tiro”. “I lavori e i confronti”, prosegue il comunicato, “si sono svolti in un clima di rispetto tra tutti i soggetti coinvolti e gli uffici ministeriali. Questo ha portato al riconoscimento istituzionale di nuovi ruoli e profili di responsabilità nei confronti, in particolare, del Coni e delle federazioni sportive, quali parti attive nell’organizzare e nel garantire i processi inerenti la sicurezza degli impianti sportivi e dei campi di tiro intesi come tali”.


Fonte by armi e tiro
 
POLIGONI PRIVATI: La Lega dice no

http://www.armietiro.it/articoli/allegato/9619/1

La senatrice Anna Bonfrisco (Lega) ha presentato oggi un'interrogazione parlamentare a risposta urgente, sia al ministro dell'Interno sia al ministro dei rapporti con il parlamento, sulla bozza di regolamento a suo tempo predisposta dal ministero dell'Interno per la gestione dei poligoni privati e mai resa pubblica. Ci sarebbe, presumibilmente, una terza bozza rispetto a quella del tutto strampalata del 2017 e alla precedente già presentata nel 2015. Una bozza presentata con poca trasparenza sembra alle sole associazioni di categoria e alla Associazione nazionale poligoni privati, tutte scarsamente se non affatto rappresentative dei poligoni privati e degli sport del tiro. L'interrogazione, per la quale si stanno raccogliendo le firme di tutto il gruppo parlamentare leghista, evidenzia le numerose criticità contenute nella bozza di regolamento, sottolineando come da un lato non siano state in alcun modo seguite le indicazioni di principio che avevano fornito le commissioni parlamentari e dall'altro come il regolamento in questione non solo non contribuisca in alcun modo a semplificare e razionalizzare la materia, ma anzi possa rappresentare il colpo di grazia praticamente per tutti i poligoni privati oggi esistenti. Si tratta di una brusca accelerazione che, in questo momento, fa pensare al peggio, cioè a una volontà di stringere i tempi per rendere operativo il regolamento, soprattutto dopo che la stessa senatrice Bonfrisco aveva già adombrato il pericolo. Per leggere l'interrogazione, clicca sull'allegato.

Fonte by armi e tiro
 
I poligoni chiusi non erano a norma di legge. Uno di questi poligoni a norma che io conosco per adesso è ancora aperto e funzionante, utilizzato anche per tiri di carabine di grosso calibro.
 
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Buonasera. Avendo disponibilità di terreno agricolo da riservare, eventualmente, ad attività extra agricola vorrei adibire tale quota di proprietà a poligono esclusivamente privato. A quale autorità dovrei rivolgermi?
setterman1
 
Un atto eccessivo e irregolare

Le associazioni e federazioni sportive del settore hanno presentato lo scorso 26 aprile al prefetto Gambacurta le osservazioni in merito all’evoluzione del regolamento sui poligoni privati che, pur in assenza di una bozza completa e definitiva, si preannuncia mortale per molte attività oggi estesamente praticate in Italia, come Tiro dinamico e Tiro a lunga distanza. Da quanto emerge finora, il documento con le osservazioni conterrebbe eccezioni sia sul contenuto del regolamento così come lo vorrebbe il ministero, sia sulla correttezza della procedura esperita per realizzarlo. Infatti, il comparto avrebbe innanzi tutto eccepito nei confronti del ministero il mancato rispetto delle indicazioni fornite dal senato (cosa per la quale è stata presentata anche un’interrogazione parlamentare), malgrado tali indicazioni rivestissero la forma dell’atto vincolante di indirizzo. Il regolamento, quindi, così come concepito dal ministero, risulterebbe illegittimo sotto questo punto di vista.
Per quanto riguarda, invece, il merito dei contenuti dello schema di regolamento, il comparto avrebbe in particolare sottolineato come manchi del tutto una concreta valutazione dei rischi effettivi dello svolgimento delle attività di tiro (rischi in verità bassissimi, più bassi di quelli di una qualsiasi altra attività sportiva malgrado l’impiego di armi) e che, di conseguenza, le norme contenute nella bozza siano del tutto sproporzionate proprio perché, invece di fornire una base minima comune volta a ridurre rischi determinati, si proponga di rendere impossibili incidenti derivanti da una generica pericolosità intrinseca delle armi, dando però, così, vita a un complesso di prescrizioni semplicemente inattuabili. Il comparto ha anche sottolineato quali sarebbero le conseguenze (drammatiche) nel caso di una approvazione del documento così come (si presume) impostato, sotto forma di perdita di posti di lavoro, perdita economica diffusa a tutto il settore (non solo, quindi, campi di tiro in senso stretto, ma anche armerie e quindi industria) e perdita di competitività sportiva nei confronti degli altri Paesi, a fronte di una pericolosità effettiva dell’attività sportiva in questione, vicina allo zero.
Il ministero dovrebbe dare riscontro al documento del comparto nella giornata di oggi, non è però sicuro che questo riscontro preveda un ulteriore incontro con i rappresentanti del settore.


fonte by armi e tiro
 
Difesa Italia e Auda chiedono di entrare


Il presidente di Difesa Italia, Andrea Gallinari, ha inviato una missiva da parte dell’associazione al ministro dell’Interno Marco Minniti e al prefetto Stefano Gambacurta per manifestare il dissenso nei confronti della bozza di regolamento per i poligoni privati e chiedere formalmente di partecipare alle prossime riunioni. Ecco il testo della missiva:

In nome e per conto dell’Associazione Difesa Italia - che riunisce appassionati ed operatori del settore del tiro a segno, tiro dinamico e collezionismo oplofilo - con specifico riferimento a quanto appreso sia dalla stampa specializzata sia dagli articoli in questi giorni pubblicati sui social media riportanti notizie di fonti ministeriali oltreché dai referenti di altre associazioni già partecipanti agli incontri consultivi tenuti presso codesto Ministero per la concertazione del ‘Regolamento Poligoni Privati’, esprimiamo con questa comunicazione il nostro vivo dissenso e la nostra formale opinione negativa per l’impostazione conferita al suddetto ‘Regolamento’.
Riteniamo, infatti, che tale ‘Regolamento’, se licenziato nelle sue attuali forme e con le sue annunciate previsioni e senza ulteriore discussione e suo opportuno adeguamento alle istanze dei legittimi interessati - fra cui la scrivente associazione - produrrebbe un diretto e gravissimo nocumento a tutti gli operatori professionali del settore ed gli appassionati e praticanti sportivi delle molteplici discipline del tiro a segno amatoriale e del tiro dinamico sportivo: ricordiamo che nel settore delle discipline del tiro sono state investite ingenti risorse economiche, sia da parte degli operatori professionali, sia da parte degli stessi tiratori dilettanti ed agonisti che nella pratica sportiva hanno riversato e riversano importanti somme di denaro ed un significativo impegno temporale al fine di ottenere / mantenere i necessari permessi e le prescritte abilitazioni, nonché per acquistare e mantenere in efficienza le attrezzature tecniche specifiche.
Sulla base delle considerazioni suesposte e nel rimarcare altresì il nostro disconoscimento della rappresentatività per nostro conto delle associazioni e dei soggetti già invitati e presenti alle riunioni consultive ad oggi tenutesi sull’argomento e partecipanti al tavolo tecnico organizzato il 18 aprile 2018 presso codesto Ministero e presieduto dal Direttore dell’Ufficio per l’Amministrazione Generale del Dipartimento Pubblica Sicurezza, avanziamo formale istanza di partecipazione alle prossime riunioni consultive e contestualmente esprimiamo formale diffida alla promulgazione del Regolamento Poligoni Privati nelle sue attuali forme previsioni, al fine di evitare gli ingentissimi danni conseguenti per a tutti gli appassionati sportivi praticanti e per gli stessi operatori professionali nel settore delle discipline del tiro sportivo.
Auspicando quindi che l’Amministrazione qui interpellata vorrà continuare a dare seguito alle indicazioni, cogenti, del Parlamento, concertando opportunamente il ‘Regolamento’ in oggetto con tutte le parti sociali interessate, così come peraltro previsto ai sensi dell’articolo 14, Legge 28 novembre 2005, n. 246, ci auguriamo la massima trasparenza nel processo di elaborazione del ‘Regolamento’ e ci riserviamo altresì di fare pervenire agli Uffici competenti le nostre osservazioni tecniche di merito.
In ordine alla istanza testè formulata, indichiamo i nostri recapiti nella persona del Dott. Andrea Gallinari, Quale presidente della Associazione Difesa Italia.


Analoga richiesta è stata avanzata dal presidente dell’Auda, Maurizio Piccolo, che con una missiva ha domandato di “essere invitato al prossimo tavolo tecnico e a ogni altra iniziativa in materia di regolamentazione dei poligoni e del possesso delle armi da fuoco, al fine di discutere costruttivamente sull’argomento che riguarda in maniera diretta e immediata i nostri associati”.

Fonte by armi e tiro
 
Questura o comando dei carabinieri in primis, poi loro ti diranno quali altri enti si devono interpellare

Lo vorresti fare coperto? tipo tiro a segno) o all'aperto? ( tiro a volo), solamente uso privato o aperto al pubblico? perchè ci saranno delle autorizzazioni diverse in base a quello che vorresti fare

Ciao,Marco
 
Questura o comando dei carabinieri in primis, poi loro ti diranno quali altri enti si devono interpellare

Lo vorresti fare coperto? tipo tiro a segno) o all'aperto? ( tiro a volo), solamente uso privato o aperto al pubblico? perchè ci saranno delle autorizzazioni diverse in base a quello che vorresti fare

Ciao,Marco

Farlo chiuso.....è un casino !! Ti fanno passare la fantasia tra impianto di condizionamento ed antincendio.....pulizia.... ecc ecc
 
Io ne ho aperto uno privatissimo nel mio pascolo. Un amico con un bulldozer ha spinto un cumulo di terra e quando devo provare un rigato o azzerarne l'ottica metto un bersaglio a meta' cumulo e un tavolo e sedia a un centinaio di yarde e via. Per il tiro a volo mi siedo sul balcone e tiro col liscio alle cornacchie che passano.
 
Salve. Scoperto ed esclusivamente privato. Se potessimo sia per il volo che per il rigato. Dovessimo scegliere: il rigato.
Grazie setterman1

Allora come scritto in precedenza, prova a sentire la questura o comando carabinieri di pertinenza, o se conosci qualcuno che già ha un impianto tipo quello che vorresti realizzare tu di cosa c'è bisogno per cominciare,

Secondo me quello per il tiro a volo è complicato da ottenere solo per il discorso della raccolta del piombo da terra, so che nei campi di tiro sono obbligati a bonificare il terreno ogni tot di anni, o altrimenti dovresti sparare con cartucce caricate con pallini no-toxic

Mentre se intendi fare solo per il rigato, il "raccogli palle" è più facile da realizzare

Ciao, Marco e un bocca al lupo!
 
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