Dal tg5 di oggi:
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CRONACA
Sbranato dai cani, emergenza randagismo
Le ferite del corpo si rimargineranno in venti giorni: è questa la prognosi dei medici di pediatria dell'ospedale Maggiore di Modica dove è ricoverato da ieri pomeriggio. Per le altre ci vorrà molto più tempo. Non parla, non riesce a raccontare nulla, forse per lo choc nemmeno ricorda, il bimbo di nove anni sopravvissuto ieri all'assalto di un branco di cani sul litorale ragusano. Lui ce l'ha fatta a sopravvivere alla ferocia di quegli animali, scatenati da chissà cosa. Lo ha salvato l'intervento di un uomo. Non ce l'ha fatta invece un altro bambino, 10 anni, aggredito dopo di lui e a poca distanza dagli stessi animali. Era in bici, era venuto al mare. È morto per le ferite e forse anche per il terrore, prima ancora di arrivare all'ospedale. Per lui non c'è stato nulla da fare. I carabinieri, che erano già da quelle parti quando è toccato a lui, hanno subito individuato una ventina di cani, semirandagi, perché in realtà erano in custodia a un uomo, sessantaquattro anni, che è stato arrestato con l'accusa di concorso in omicidio colposo, malversazione di animali, omessa custodia e resistenza a pubblico ufficiale. La caccia agli animali, che nel frattempo avevano ferito in modo non grave anche un quarantenne è proseguita. In custodia all'arrestato erano stati lasciati oltre cinquanta cani, ne hanno catturati una trentina ed è probabile che vista la loro aggressività e pericolosità la magistratura ne decida l'abbattimento.
Una strage annunciata, con un capro espiatorio, denunciano le associazioni che operano sul territorio: a Modica, come a Scicli e in quasi tutta la Sicilia i comuni sono inadempienti: non microchippano i cani randagi, non li sterilizzano, non offrono il minimo riparo per queste mute sempre più inselvatichite e pericolose. Una situazione gravissima che investe soprattutto le regioni del sud, è qui infatti che si trova la maggior parte dei 1.600 comuni fuorilegge per la mancata applicazione della legge 281 sui cani randagi. L'Italia, unico paese in Europa, non prevede la soppressione dei randagi e tutto viene delegato ai comuni, spesso inadempienti. "È un'emergenza lo spreco e la distorsione di fondi nei mille rivoli delle singole amministrazioni" denuncia l'associazione dei medici veterinari che punta il dito contro i comuni. Ma all'origine di tutto c'è l'abominevole pratica dell'abbandono degli animali da compagnia che trasforma il più docile e addomesticato dei cani in un impaurito e affamato killer.
Come spesso accade in campagna, dove i segugi utilizzati durante la stagione di caccia poi vengono lasciati allo stato brado per non doverli sfamare quando la caccia è chiusa.
di maria luisa cocozza.
be qui e' ora di smetterla di sparare cazzate nei vari tg....querelare!!!!!