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Giovedì 20/03/2014
Dare certezza di diritto e garantire il regolare svolgimento della stagione venatoria sono le motivazioni che hanno spinto il sen. Aldo Di Biagio, vice presidente del Gruppo per l’Italia, a presentare una articolata interrogazione parlamentare ai ministri delle politiche agricole e dell’ambiente. In particolare il sen. Di Biagio ha argomentato la sua interrogazione facendo leva sulla sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato un ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste dichiarando legittimo il calendario venatorio ma che al tempo stesso in virtù di una sospensiva concessa durante il periodo di caccia ha determinato un restringimento (poi considerato illegittimo dallo stesso Tar) dei tempi di caccia per alcune specie previste dalla legge nazionale.
Il sen. Di Biagio sottolinea come “appare evidente che per ragioni che afferiscono agli interessi, per quanto talvolta legittimi, di alcune realtà associative spesso si creano, come nel caso delineato, le condizioni per limitare e condizionare il corretto prosieguo di alcune attività, come quelle venatorie, che per quanto possano essere condivisibili o meno, se esercitate in maniera armonica e coerente con i dettami di legge meriterebbero di essere sempre tutelate e garantite segnatamente quando in capo all’operatore di settore sussiste uno specifico diritto legittimato e rafforzato dal pagamento di una tassa regionale specifica per l’attività venatoria; nel caso di specie, le obiezioni, oggetto di ricorso al Tar, delle associazioni ambientaliste non tengono ulteriormente conto del margine discrezionale afferente alle singole Regioni, in virtù di quella peculiarità territoriale ed ambientale che dovrebbe sottendere la normativa regionale pur nel pieno rispetto delle disposizioni della legge quadro e dei dettami europei”.
Il sen. Di Biagio ha chiesto di sapere dai ministri competenti quali “iniziative intendano intraprendere al fine di intervenire sulle criticità che ancora condizionano la disciplina relativa all’esercizio delle attività venatoria, segnatamente per quanto attiene al raccordo tra la normativa nazionale e quella regionale, la cui sussistenza legittima il definirsi di condizioni di impasse operativa come quella descritta, al fine di tutelare il corretto svolgimento dell’attività venatoria qualora questa venga esercitata nel pieno rispetto della legge e dunque nella piena tutela dell’ambiente e della fauna, e al fine di garantire l’adeguamento della normativa alle peculiarità territoriale ed ambientale delle singole regioni”.
fonte:arcicaccia.it
Dare certezza di diritto e garantire il regolare svolgimento della stagione venatoria sono le motivazioni che hanno spinto il sen. Aldo Di Biagio, vice presidente del Gruppo per l’Italia, a presentare una articolata interrogazione parlamentare ai ministri delle politiche agricole e dell’ambiente. In particolare il sen. Di Biagio ha argomentato la sua interrogazione facendo leva sulla sentenza del Tar del Lazio che ha bocciato un ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste dichiarando legittimo il calendario venatorio ma che al tempo stesso in virtù di una sospensiva concessa durante il periodo di caccia ha determinato un restringimento (poi considerato illegittimo dallo stesso Tar) dei tempi di caccia per alcune specie previste dalla legge nazionale.
Il sen. Di Biagio sottolinea come “appare evidente che per ragioni che afferiscono agli interessi, per quanto talvolta legittimi, di alcune realtà associative spesso si creano, come nel caso delineato, le condizioni per limitare e condizionare il corretto prosieguo di alcune attività, come quelle venatorie, che per quanto possano essere condivisibili o meno, se esercitate in maniera armonica e coerente con i dettami di legge meriterebbero di essere sempre tutelate e garantite segnatamente quando in capo all’operatore di settore sussiste uno specifico diritto legittimato e rafforzato dal pagamento di una tassa regionale specifica per l’attività venatoria; nel caso di specie, le obiezioni, oggetto di ricorso al Tar, delle associazioni ambientaliste non tengono ulteriormente conto del margine discrezionale afferente alle singole Regioni, in virtù di quella peculiarità territoriale ed ambientale che dovrebbe sottendere la normativa regionale pur nel pieno rispetto delle disposizioni della legge quadro e dei dettami europei”.
Il sen. Di Biagio ha chiesto di sapere dai ministri competenti quali “iniziative intendano intraprendere al fine di intervenire sulle criticità che ancora condizionano la disciplina relativa all’esercizio delle attività venatoria, segnatamente per quanto attiene al raccordo tra la normativa nazionale e quella regionale, la cui sussistenza legittima il definirsi di condizioni di impasse operativa come quella descritta, al fine di tutelare il corretto svolgimento dell’attività venatoria qualora questa venga esercitata nel pieno rispetto della legge e dunque nella piena tutela dell’ambiente e della fauna, e al fine di garantire l’adeguamento della normativa alle peculiarità territoriale ed ambientale delle singole regioni”.
fonte:arcicaccia.it