«Sì alla caccia controllata dei cervi in Cansiglio»

Alberto 69

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13/09/2013

La Commissione agricoltura della Regione smentisce il governatore Luca Zaia «La selezione è l’unico strumento per ridurre la popolazione degli ungulati»

TAMBRE. Tutti d’accordo: in Cansiglio si caccia. Rispettando le regole (quindi con le guardie venatorie), ma i cervi si possono abbattere anche dentro la foresta. Checché ne dicano il presidente Luca Zaia, gli ambientalisti e gli animalisti. Questo, in sostanza, il voto politico della Commissione Agricoltura del consiglio regionale, riunitasi ieri sulla Piana del Cansiglio, ascoltando non solo i sindaci, ma anche gli esperti di quel “Veneto Agricoltura” al quale si era appellato Zaia, convinto che gli potessero trovare una soluzione indolore.
La Commissione non dice esplicitamente che la caccia in foresta dovrebbe essere consentita, ma lo fa intendere, sparando di fatto contro il governatore, per le sue ultime esternazioni, ma anche per il comportamento tenuto negli ultimi anni. Si ricordi, infatti, che fu Zaia a far sospendere, ancora l’anno scorso, il piano di abbattimento che era già stato deciso: 1200 ungulati in tre anni, di cui 120 proprio dentro il demanio.
«La selezione controllata, ovviamente effettuata rispettando regole chiare, viene ritenuta lo strumento più idoneo per riportare nel Cansiglio la popolazione dei cervi a dimensioni compatibili con l’ambiente e le attività della zona», si legge testualmente nell’atto di indirizzo inviato a Zaia. «Altre misure, come l’introduzione del lupo e dell’orso, la sterilizzazione delle femmine o il trasferimento degli animali in altre zone paiono infatti o impercorribili o di difficile applicazione e comunque non sufficienti per il raggiungimento degli obiettivi che il Piano della Regione dovrà porsi: la conservazione di una delle più interessanti e storiche foreste del paese; la protezione dell’agricoltura (obiettivo sottolineato con forza dai sindaci dei tre comuni che insistono sulla Piana del Cansiglio, quello di Fregona Giacomo De Luca, quello di Tambre Oscar Facchin e quello di Farra d’Alpago Floriano De Pra); la difesa del turismo; la salvaguardia dello stesso patrimonio animale che una situazione di sovrannumero di capi sicuramente comprometterebbe».
Più che un atto d’indirizzo, è un atto d’accusa, seppur indiretta, contro Zaia. Anche in quest’altro passaggio: «Unanime l’auspicio che il nuovo piano per il prelievo controllato e la protezione del territorio del Cansiglio, sul quale per incarico del presidente della giunta Luca Zaia sta lavorando Veneto Agricoltura, non rimanga lettera morta, come in gran parte successo con quello precedente, approvato nel 2010 e in scadenza proprio in questi giorni. Ma perché questo avvenga», è stato da più parti ribadito, «sarà necessario evitare gli errori e le contraddizioni del passato: a cominciare dalla sottovalutazione del coinvolgimento delle tre Province, alle quali il piano del 2010 aveva affidatole selezione di 400 capi all’anno nelle rispettive riserve, compito portato a compimento solo dalla provincia friulana e andato a vuoto nelle altre due».
A dire l’ultima parola, tuttavia, sarà Zaia. Lo sa bene il partito trasversale che s’è incontrato ieri all’ombra dei faggi. E che era composto dal presidente della Commissione Davide Bendinelli e dai consiglieri Possamai, Azzalin, Reolon, Bond, Bortoli, Bottacin, Corazzari, Franchetto, Furlanetto, Marotta, Peraro, Pettenò, con l’aggiunta del presidente del consiglio Clodovaldo Ruffato, del vicepresidente Matteo Toscani e dell’assessore alla caccia Daniele Stival.

fonte:corrierealpi.gelocal.it
 
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