Uccelli a fini di richiamo. Lo specchietto per le allodole della regione fvg

Alberto 69

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11/09/2013

Giovedì 4 settembre, presso la sede del palazzo della Regione di Via Sabbadini 31, ad Udine, si è svolta una riunione tra i funzionari regionali ed i referenti provinciali delle Amministrazioni di Pordenone e Udine, per fare il punto su di un progetto volto al potenziamento degli allevamenti di fauna selvatica per la produzione di soggetti da richiamo, allo scopo di rifornire poi i cacciatori, ed evitare così l’apertura degli impianti di cattura, sulla base delle indicazioni ricevute dall’ ISPRA.
Facile dunque intuire, quale sia la posizione dell’attuale maggioranza di governo, su questo particolare argomento: sembra infatti che l’Amministrazione regionale si stia attualmente aggrappando a degli appigli vanificatori, con lo scopo di non aprire gli impianti di cattura per la fornitura di richiami vivi ai cacciatori richiedenti, pur avendo a disposizione il recentissimo Regolamento del 2012, approvato nella precedente legislatura, che ha avuto il parere favorevole persino dallo stesso ISPRA!
Il surrogato da propinare ai cacciatori migratoristi friulani, anziché il diritto ricevere (ai sensi di una legge nazionale in pieno vigore) gli uccelli di cattura, da utilizzare come richiami, nella caccia da appostamento (dopo più di dieci anni di attese), è senza dubbio paradossale!
L’Amministrazione regionale, infatti, sembrerebbe preferire rincorrere le avulse chimere profetizzate dall’Istituto bolognese, cercando maldestramente di ovviare al “problema” mediante la definizione di un progetto regionale, che veda gli allevatori di uccelli come i nuovi ed unici dispensatori di richiami vivi, (che ovviamente prima dovranno essere prima riprodotti), i cui allevamenti potrebbero essere sì rimpinguati da uccelli vivi provenienti da cattura! A riproduzione avvenuta, gli uccellini novelli, dopo essere stati tracciati (ANCHE GENETICAMENTE) ed inseriti in un data-base informatico, potranno infine essere ceduti ai cacciatori…SIAMO ALL’ASSURDO!!! E poi ci lamentiamo se i nostri cacciatori continuano a fare paragoni con Regioni come la Toscana, il Veneto e la Lombardia, regioni in cui gli impianti vengono aperti di consuetudine OGNI ANNO, indipendentemente dal parere ISPRA (solo obbligatorio il parere, ai sensi di legge, così come stabilito dall’art. 44 dell’attuale L.R. 6/2008).
Se il buongiorno si vede dal mattino, questa regione, considerata fino a qualche anno fa la perla del Nord Italia per la caccia (soprattutto per il prelievo della selvaggina migratoria), sembra aver smesso definitivamente di brillare: crisi di licenze, animalisti, burocrazia imperante e norme sempre più restrittive, fanno intravedere oggi, ai migratoristi friulani in modo particolare, la malinconica luce del tramonto. (Fernando Padeletti - Presidente del consiglio provinciale di Pordenone).

fonte:ladeadellacaccia.it
 
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