Alberto 69

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04/09/2013

L’assessore regionale all’agricoltura scrive alla Provincia: «Il calendario è da rivedere».

CERTOSA. Prima si erano infuriate le associazioni dei cacciatori. Poi è arrivato anche il pollice verso dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava, che ha appena inviato una lettera alla Provincia di Pavia. E’ scontro sulle nuove regole della caccia introdotte da piazza Italia. Al centro delle polemiche c’è il nuovo calendario venatorio pavese, che per i primi due giorni di apertura della prossima stagione venatoria (il 29 e il 30 settembre) vieta agli appassionati non residenti in provincia di cacciare sul territorio pavese.
«Non posso condividere l’atteggiamento della Provincia di Pavia», scrive l’assessore regionale in una lettera inviata al presidente Daniele Bosone e all’assessore provinciale Alberto Lasagna. «Attraverso un proprio atto amministrativo si va a limitare diritti in capo a cacciatori regolarmente iscritti agli Atc della Provincia, introducendo arbitrariamente nuovi criteri – scrive Gianni Fava nella lettera inviata all’amministrazione provinciale –. Auspico che la questione trovi una soluzione veloce e pacifica tra le parti. Anche perché, stando al pareri dei nostri uffici giuridici, tale previsione limitativa inserita nel calendario venatorio di Pavia difficilmente supererebbe un vaglio giurisdizionale». Insomma, il nuovo calendario venatorio della Provincia di Pavia è da rivedere, sostiene l’assessore regionale all’agricoltura.
«Nelle giornate del 29 e 30 settembre 2013 la caccia in tutti gli Atc provinciali è consentita esclusivamente ai cacciatori residenti in provincia di Pavia ed ai soci iscritti in un solo Ambito». Questo il paragrafo contenuto nel calendario venatorio della Provincia di Pavia contestato da Federcaccia e al centro della lettera inviata dall’assessore regionale alla Provincia di Pavia. «Le leggi regionali – si legge nella lettera firmata da Fava – che discendono dalla normativa nazionale di riferimento sanciscono i diritti in capo ai cacciatori sulla base di un criterio preciso. Questo criterio è il pagamento di una quota d'iscrizione a un Atc e, laddove necessario, la preventiva ammissione ad un determinato Atc sulla base di un indice di densità venatoria determinato a monte e funzionale alla salvaguardia di territorio, fauna e cacciatori». Le associazioni di cacciatori, invece, erano state ancora più dure. «Si tratta di un'incomprensibile discriminazione», sostengono da Federcaccia. Inoltre la sezione di Brescia, insieme anche a quella di Bergamo e Anuu Lombardia, aveva annunciato nei giorni scorsi di stare predisponendo la bozza di un ricorso al Tar, per ottenere la sospensiva del calendario «e fare in modo che il 29 settembre, nel rispetto delle colture agricole pavesi, l’apertura possano farla tutti i soci degli Atc, residenti e non, con uno o più ambiti»

fonte:laprovinciapavese.gelocal.it
 
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