Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

che malafede.........................non pensavo si potesse arrivare a tanto... continui nella sua opera on. Berlato.... i cacciatori sono dalla sua parte!
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

questi sono vani tentativi di salvarsi le chiappe......
io appena cominciato a leggere ho notato subito un clima di retromarcia, solo un non cacciatore , solo un non vedente, non poteva capire che la caccia in questo contesto non c'entra...........il momento di far valere le nostre ragioni è questo.....domenica scorsa sulla Nazione c'era un bellissimo articolo su noi cacciatori, e su come siamo discriminati in Italia, è la prima volta che leggo qualcosa di positivo da un giornale, segno che qualcosa cambia anche nell'opinione pubblica, é giunto l'ora che questi disfattisti della nostra passione si dedichino all'uncinetto. [sportschiri.gif]
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

ma Questo è una testa di ........... , ma che caxxo questo è un rappresentante dei cacciatori??? questo non sà manco cosè la caccia!!!!

Arcicaxxo forse è meglio che si occupino dell'Arcigay!!!! [violent.gif]
 
C

ciromenotti

Brescia 18 agosto 2008

Spett.
F.I.D.C.
Via Flaminia
ROMA
(alla cortese attenzione dell’avv. Franco Timo)







Oggetto: proposta di legge aggiornata al 26 maggio 2008

Ho sotto gli occhi la proposta di legge in “bozza quasi definitiva”, che attribuite all’on.Berlato ed un’altra che reca il nome della Associazione Libera Caccia. Stante il tenore sostanzialmente identico delle due proposte, l’esame contenutistico che mi chiedete avrà ad oggetto la prima delle due, non foss’altro che perché anteriore.
Adempio di buon grado al Vostro invito ad un esame della proposta nel quadro complessivo della materia e dei suoi più recenti sviluppi.

Per agevolare la lettura, procederò nel seguente modo:
-A) nella prima parte valuterò la proposta nei suoi elementi più significativi rispetto ai principi ispiratori della legge 157/92
-B) nella seconda parte indicherò alcuni itinerari che giudico importanti nell’approntamento di una proposta di legge modificativa della legge 157, che rechi il Vostro nome.

A) Prima parte

E’necessario, come ho appena detto, individuare i “principi ispiratori” della legge vigente n.157 per meglio comprendere l’obiettivo politico-normativo che gli autori della proposta perseguono nei riguardi di essa: in particolare se intendono modificarla nei principi con l’effetto di stravolgerne la portata e gettare le basi di una diversa – radicalmente diversa - regolamentazione della caccia oppure se la proposta tenda alla sua modificazione finalizzata ad un esercizio venatorio (per così dire più) libero. Si tratta, come ognun vede, di due approcci differenti: nel primo caso è in gioco la stessa legge 157 nel suo assetto caratterizzante, dal momento che la proposta mira a sovvertirlo; nel secondo caso si punta a modificare qualitativamente (e quantitativamente) specifiche previsioni normative della legge 157 in vista di condizioni di esercizio della caccia giudicate migliori.

Per sciogliere l’alternativa, occorre preliminarmente individuare i “principi ispiratori”, cioè gli elementi caratterizzanti, della legge 157/92 e valutare il tenore della proposta in rapporto ad essi. I principi ispiratori sono, a un di presso, i seguenti:

a)una caratterizzazione protezionistica nei riguardi della fauna selvatica secondo le linee dettate dalla legislazione internazionale e, specificamente, europea. L’art. 1, comma 3, infatti, esordisce in questi termini: “le direttive 79/409, 85/411 e 91/244 sono integralmente recepite…”, mentre il comma 4, nel ribadire il riferimento alle direttive appena citate, fa carico alle “regioni di istituire lungo le rotte di migrazione della avifauna….zone di protezione finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione, conforme alle esigenze ecologiche, degli habitat interni a tali zone e ad esse limitrofi”. Come si vede, la tutela della fauna selvatica, in generale, e di quella migratrice, in particolare, rappresentava un obiettivo strategico della Comunità europea (oggi Unione europea), di cui il legislatore del 1992 si è fatto carico.

b) In funzione di questo obiettivo la legge 157 introduce due istituti assolutamente nuovi: la pianificazione faunistico-venatoria (art.10) e la gestione programmata della caccia (artt. 14 e 15). La prima ricomprende “tutto il territorio agro-silvo-pastorale finalizzata al mantenimento delle effettive capacità riproduttive e al contenimento naturale di altre specie [quanto alle specie carnivore] e alla conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione dell’esercizio venatorio [con riguardo alle altre specie]”. La pianificazione, in buona sostanza, individua i territori protetti, in cui non è permesso cacciare, e i territori aperti alla caccia. Essa si articola in due livelli - regionale e provinciale (ma il primo rappresenta il semplice coordinamento del secondo) - ed ha una valenza (per usare una locuzione del gergo urbanistico) conformativa del territorio perché individua i territori e li destina a usi diversi a seconda della loro vocazione: o alla protezione della fauna selvatica o al prelievo venatorio della stessa. I territori destinati all’esercizio venatorio formano il territorio agro-silvo-pastorale e sono ripartiti in ambiti territoriali di caccia [d’ora innanzi anche “ambiti”] gestiti da organismi a composizione pluralistica.

c)Per quanto riguarda il secondo istituto, la pianificazione si accompagna necessariamente alla programmazione dell’attività venatoria (la caccia programmata, appunto), vale a dire alla regolamentazione del prelievo venatorio nel tempo e per specie.

d)La pianificazione e programmazione faunistico-venatoria, però, sarebbe vana senza l’indice di densità venatoria minima [d’ora innanzi anche “Indice”] “costituito dal rapporto fra il numero dei cacciatori, ivi compresi quelli che praticano l’esercizio venatorio da appostamento fisso, e il territorio agro-silvo-pastorale nazionale” (art.14, comma 3). Analogo indice vale per la zona faunistica delle Alpi (compresi, anche qui, i caccatori che praticano l’esercizio venatorio da appostamenti fissi: art. 14, comma 4). Sulla scorta dell’indice è calcolato il numero dei cacciatori ammessi ad ogni ambito e si determina, in tal modo, la possibilità di ospitare anche cacciatori non residenti nell’ambito: questi, infatti, possono accedere agli ambiti ricompresi nella regione di residenza “previa domanda alla amministrazione competente”. Ma possono accedere anche ad ambiti extraregionali “previo consenso dei relativi organismi direttivi”.
Come si vede, i cacciatori possono muoversi sulla platea regionale e nazionale a condizione che ne sussistano i presupposti di accoglienza. La legge è, pertanto, coerente con le sue premesse ed in particolare con la regola generale del comma 2 dell’art. 1 (“L’esercizio della attività venatoria è consentito purchè non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica e non arrechi danno effettivo alle produzioni agricole”) e, pertanto, con l’indice di densità che sovrintende alla programmazione dell’attività venatoria.

e)In linea con la caccia programmata e con l’indice appena menzionato, l’art. 12 introduce il principio della attività venatoria in via esclusiva che comporta per ogni cacciatore l’obbligo di optare fra *caccia da appostamento, **caccia vagante in zona Alpi e ***caccia vagante nel territorio agro-silvo-pastorale. Ne deriva che il calcolo della densità venatoria di ciascun ambito si fonda sulla scelta della forma di caccia preferita, che è come dire dell’opzione.

f)L’esame dei “principi ispiratori” potrebbe fermarsi qui, ma per disporre di un quadro più completo, è utile considerare anche la disciplina dell’art. 18 concernente “le specie cacciabili e i periodi di attività venatoria”, che ben può ascriversi ad una elemento caratterizzante della legge 157. Si tratta, infatti, di una norma-chiave che si ispira, per un verso, alla impostazione programmata del prelievo venatorio descritto nel paragrafi che precedono e, per altro verso, direttamente alla direttiva 79/409.
Questa enuncia i seguenti criteri:

i)le specie cacciabili in Italia sono elencate nell’allegato II (con le distinzioni dell’ II/I e dell’allegato II/II
ii)i periodi di caccia sono determinati in ragione del ciclo biologico e migratorio delle specie. L’art.7 della direttiva 79/409 ammette la caccia alle specie elencate nei detti allegati a condizione che non ne pregiudichi le azioni di conservazione (comma 1) e, relativamente alle specie migratorie, che tali specie non siano cacciate durante il periodo della riproduzione e durante il ritorno al luogo di nidificazione (comma 2).
iii)i periodi di caccia sono modificabili per determinate specie in relazione alle situazioni ambientali delle diverse realtà territoriali (art. 18, comma 2)
iv)l’elenco delle specie cacciabili del comma 1 dell’art. 18 deve adeguarsi automaticamente agli elenchi allegati alla direttiva e alle convenzioni internazionali (è il c.d. “aggiornamento dinamico”) e può essere modificato con decreto del Presidente del Consiglio sentito l’I.N.F.S. (continuo a chiamarlo così) (art.18, comma 3)
v)la durata della stagione venatoria non è determinabile ad libitum delle regioni, ma è ricompresa nello spazio temporale determinato in funzione delle esigenze di conservazione appena evocate. Richiamo in proposito l’art. 4 della direttiva 79/409 a proposito delle specie dell’allegato I (paragrafo 1) e delle specie migratrici (paragrafo 2). Al di fuori degli elenchi l’inclusione di specie diverse è ammessa soltanto in deroga
oOo
Così ricostruito l’assetto fondamentale della legge 157 ed i principi sui quale si basa, l’esame della proposta rivela un insanabile contrasto con i suoi “principi ispiratori”. La proposta, peraltro, non ne fa mistero.Invero ed in particolare:

aa) mantiene la pianificazione faunistico-venatoria, ma la svuota di contenuti. Basta la lettura del nuovo art. 10 (commi 3, 3 bis, 3 ter della proposta) per rendersene conto. L’art. 10, comma 3, nel testo vigente, enuncia il criterio secondo cui “in dette percentuali [rispettivamente del 30% per il territorio agro-silvo-pastorale e del 20% per la Zona delle Alpi] sono compresi i territori ove sia comunque vietata l’attività venatoria anche per effetto altre leggi e provvedimenti” – con l’effetto che si devono conteggiare nel calcolo del 30% o del 20% tutte le zone dove è comunque vietata (si tratta, ad esempio, delle zone di rispetto, anche stradale o ferroviario, dei fondi chiusi sottratti alla caccia, come previsto dall’art. 15, comma 9, e, finanche, dei fondi che, per l’opposizione dei proprietari o conduttori, sono sottratte al regime venatorio, ex art. 10, comma 17).Infatti il piano faunistico-venatorio abbraccia tutto il territorio agro-silvo-pastorale secondo una visione rispettosa anche delle esigenze della caccia (perché considerata – si badi - come strumento di regolazione della consistenza faunistica dal comma 1 dello stesso art. 10, già citato) e, benché si tratti di un piano di settore, ha però il pregio di individuare nel territorio non urbanizzato le zone dove, per caratteristiche proprie o per scelte pianificatorie (come negli istituti delle lettere a), b) e c) dell’art.10), è vietata la caccia e zone in cui è ammessa la caccia.
Nella proposta in esame, invece, si fa menzione della legge n. 394/91 quale discrimine tra territorio naturale protetto precluso alla caccia e territorio agro-silvo-pastorale aperto alla caccia. Ebbene: accanto alle aree naturali protette (parchi nazionali e regionali, nonché oasi di protezione, rifugi faunistici, zone di ripopolamento e cattura, centri pubblici di produzione di fauna selvatica, dove è vietata la caccia), la proposta menziona specificamente le ZPS (cioè “le zone di protezione lungo le principali rotte di migrazione dell’avifauna”) nel senso che concorrono a formare il 30% di territorio agro-silvo-pastorale protetto. La confusione è grande ed il risultato sorprendentemente negativo: vanifica, infatti, gli sforzi di escluderle dal territorio in cui opera il divieto di caccia, perché le equipara alle aree naturali protette. Si tratta, da un lato, di un grave fraintendimento degli obiettivi della pianificazione faunistico-venatoria; dall’altro, di un misconoscimento del risultato ottenuto in sede di parere della Conferenza Stato-Regioni, che ha archiviato la deliberazione del 2 dicembre 1996 del Comitato per le aree protette, che classificava le ZPS (e ZSC) alla stregua di aree naturali protette e come tali incluse nell’elenco della legge 394/91 (donde il divieto generalizzato di caccia). Il decreto Pecoraro Scanio del 17 ottobre 2007, n. 184, che ha recepito il parere della Conferenza, non fa più leva sulla delibera del 1996: infatti,, dopo la pubblicazione del decreto sulla G.U., ilo stesso Ministro l’ha espressamente annullata.
La proposta immagina di erigere un muro invalicabile sul 30% di territorio protetto (e quindi vietato alla caccia), facendo obbligo alle regioni di osservare rigorosamente la detta percentuale, anche a costo di smantellare i parchi e riserve regionali istituiti in sovrappiù ! Infatti, se entro 90 giorni ciò non avvenisse, il Ministro dell’agricoltura, “sentito il Ministro dell’ambiente” e “sentiti la conferenza Stato-Regioni e con il parere del Comitato tecnico-venatorio nazionale” si sostituirebbe alle regioni inadempienti per riequilibrare i rapporti geo-venatori, cancellando (o abrogando ? o disattivando ? o annullando ?) le leggi regionali istitutive di parchi e riserve naturali che superino il 30% del territorio agro-silvo-pastorale (si veda comma 3 bis dell’art.10 della proposta).

Aggiungo che, nell’intento di impinguare il territorio agro-silvo-pastorale aperto alla caccia (compensandolo con quello perduto delle ZPS, ricondotte alla categorie delle aree naturali protette), la proposta vi inserisce i territori e le foreste del demanio statale e regionale. Ma l’art. 21, lettera c), già ammette la deroga al divieto di caccia nelle foreste demaniali che, “secondo le disposizioni regionali, sentito l’I.N.F.S., non presentino condizioni favorevoli alla riproduzione e alla sosta della fauna selvatica”. In altre parole l’inclusione è già oggi possibile.

In buona sostanza la proposta in esame ignora la ben più complessa e delicata realtà delle ZPS (e, in un futuro prossimo, anche delle ZSC), consegnandole tout court alla logica del divieto di caccia e quindi sottraendole al territorio agro-silvo-pastorale aperto alla caccia. Il marchingegno del potere sostitutivo attribuito al Ministro dell’Agricoltura per ricondurre alla ragione le regioni riottose (che non volessero declassare i parchi e la riserve naturali in soprannumero rispetto al 30%) è un velo pietoso che copre il vuoto di una proposta semplicemente eversiva.

bb) Ma la proposta va ben oltre. Infatti, affrontando il tema della caccia alla selvaggina migratoria, non esita a riconoscere ad ogni cacciatore una residenza venatoria regionale autorizzandolo ad abbattere le specie migratorie in qualunque ambito territoriale di caccia della regione. Non basta: la proposta gli attribuisce anche un pacchetto di 30 giornate, da spendere qua e là per l’Italia, senza bisogno di autorizzazione alcuna, “nell’arco di ogni annata venatoria” per la caccia alle stesse specie migratorie.
E’agevole obiettare che una proposta siffatta ignora il principio della densità venatoria che condiziona la formazione degli ambiti territoriali di caccia e dei comprensori alpini e fornisce i dati essenziali per l’accoglienza venatoria, ponendosi in netto, insanabile contrasto con la caccia programmata. Infatti, non è possibile, senza intaccarne le fondamenta, dare via libera alla caccia su tutto il territorio venabile nazionale sull’erroneo presupposto che la fauna migratrice possa essere liberamente abbattuta nei singoli Paesi attraversati.
Una recente esperienza abruzzese dovrebbe mettere in guardia gli spensierati autori della proposta. Infatti la c.d. residenza venatoria (regionale), codificata nel nuovo comma 5 ter dell’art. 15, è stata fermamente contestata dal Tribunale di Sulmona nella sentenza 12 febbraio 2008 n. 17, proprio sulla base del principio di densità venatoria. Esso ha ritenuto difettosa la legislazione regionale (e quindi integrabile con principi desumibili dalle norme nazionali e dalla giurisprudenza della Corte costituzionale) là dove attribuisce la facoltà di caccia alla fauna migratoria su tutto il territorio regionale, senza specifiche autorizzazioni degli ambiti interessati. Non si obietti che l’abrogazione di tali norme eliminerebbe l’ostacolo: a prescindere dal fatto che, nella proposta in esame, i commi 3 e 4 dell’art. 14 della legge 157 resterebbero in vigore, il Tribunale invoca fondamentali principi in tema di densità venatoria che la proposta non può sottacere.

cc) Coerentemente con l’ispirazione eversiva della proposta, come si è visto, cadrebbe anche la caccia in via esclusiva dell’art. 12. Ma l’opzione – come ho spiegato - è una scelta obbligata per una pianificazione e programmazione degne di questo nome. Il calcolo dell’indice di densità si fa sulla base delle opzioni in via esclusiva: chi ha optato per la caccia da appostamento non può essere incluso nel numero di coloro che hanno optato per la caccia vagante. E viceversa. Se poi si consideri l’importanza attribuita dall’UE alla fauna migratrice, sarà agevole immaginarne la reazione nei confronti di un provvedimento legislativo che ignora elementari esigenze conservative che la stessa UE intende soddisfare istituendo una rete protettiva a livello continentale.
Insomma: la proposta in quanto mira a restituire ai cacciatori la perduta facoltà di scorrazzare liberamente per tutto il territorio nazionale alla ricerca di prede migratrici non avrà – se mai superasse il vaglio parlamentare – vita facile.

dd)La proposta, in coerenza con la soppressione della opzione in via esclusiva, modifica radicalmente lo statuto giuridico della caccia da appostamento fisso al punto che viene meno la stessa ragion d’essere della distinzione tra appostamenti fissi e appostamenti temporanei. E, così facendo, cancella il numerus clausus di questa forma di caccia: infatti l’art. 5 è integralmente riformulato (e, parzialmente, anche l’art. 4). Vengono meno le cautele di cui era circondata la specifica tipologia di caccia nella prospettiva di una (annunciata) soppressione. Con le implicazioni che ne derivano sotto il profilo della cattura dei richiami vivi che, come è noto, rappresenta una quaestio ancora aperta sotto il profilo della (in)compatibilità con la normativa comunitaria, nonché del possesso, della tenuta e della sostituzione dei richiami vivi. Basti dire che la proposta non pone alcuna remora alla cattura di richiami vivi corrispondenti non solo a tutte (dico: tutte) le specie cacciabili (oggi sono soltanto sette quelle catturabili), ma anche quelle in deroga: cedendo alla tentazione di fare della deroga uno strumento surrettizio di integrazione dell’elenco delle specie cacciabili (ed ora anche catturabili)

ee) La proposta mette mano anche all’art. 18 sulla base del seguente principio: “La stagione venatoria è strutturata per periodi e per specie: inizia la prima decade di settembre e termina nella terza decade di febbraio”. Difficile non convenire sulla prima parte, problematico concordare sulla seconda, alla luce delle considerazioni che seguono.
Apertura e chiusura della stagione di caccia debbono essere rapportate ai cicli biologici e migratori delle singole specie onde rispettare le esigenze di cui sono espressione tanto l’art. 1, comma 2, della legge 157, quanto gli artt. 4 e 7 della direttiva, già citati. Il testo in esame dilata la stagione venatoria fra la terza decade di agosto e la terza decade di febbraio (e la giornata di caccia si allunga di un’ora dopo il tramonto) e, dunque, in termini tali da rendere problematico il rispetto del principio enunciato. A ciò si aggiunga che il nuovo comma 5 dell’art. 18 – quello che sanciva il numero massimo di giornate di caccia per settimana e vietava la caccia nei giorni di martedì e venerdì –sopprime semplicemente le giornate di silenzio venatorio “perché - si legge nella motivazione della proposta - l’Italia è l’unico paese in Europa ad adottare questa insensata restrizione”.
Sull’art.18 ritornerò: qui mi preme rilevare che la determinazione della durata della stagione venatoria è stata il punto di arrivo di un serrato confronto parlamentare e comunitario, che ha sortito il compromesso codificato nella norma (il dibattito sulla disposizione ne è la prova: rinvio in proposito al mio commento sub art. 18), mentre ritengo improponibile la cancellazione del silenzio venatorio, introdotto dalla legge n.968/77, vecchio di trent’anni e recepito dalla prassi venatoria senza pentimenti.

A conclusione della Prima parte (lettera A), ed alla luce dei rilievi svolti, si può sciogliere l’alternativa iniziale nel senso che la proposta va ben al di là di una pur legittima istanza di aggiornamento della 157 e, come tale, rappresenta un tentativo eversivo non soltanto dell’assetto che la caratterizza, ma anche dei valori che l’hanno ispirata

B)Seconda Parte

Come ben sapete, non ho difficoltà a collaborare ad uno sforzo di aggiornamento della 157, ancorandola a più solide basi organizzative e operative. Rifiutata la proposta appena esaminata, alcuni ritocchi si rendono necessari per dare sistematicità e attualità alle scelte operate dalla legge 157: si tratta di renderla vieppiù idonea al confronto con i parametri vincolanti delle direttive europee, passando per l’impegno diretto del mondo venatorio nella gestione del territorio agro-silvo.pastorale. Per questo l’attenzione si rivolge prioritariamente (ma non esclusivamente) agli istituti della pianificazione e programmazione faunistico-venatoria. Il tema meriterebbe una approfondita trattazione, ma non è questo il luogo per affrontarla. Qualche rilievo introduttivo, tuttavia, è utile, in quanto giustificato dalla crisi determinata non solo (o non tanto) dall’improvvido intervento normativo d’urgenza deciso dal Governo Prodi (con il decreto legge n.261/06) e dal decreto Pecoraro Scanio, che ne è stato il compimento (attraverso il comma 1226 della legge finanziaria 296/06), ma anche dalla obiettiva criticità della situazione creatasi a seguito del massiccio intervento dell’UE nel programma di Rete Nastia 2000.

Tanto premesso, svolgo alcuni ragionamenti che pongono le basi di una proposta di legge modificativa della 157

aa) La rottura più vistosa rispetto alla proposta Berlato si manifesta proprio nella prospettiva riformatrice appena evocata. Nel momento in cui, con la introduzione delle ZPS (e, presto, delle ZSC) si è dilatato a dismisura il territorio protetto per le specifiche finalità di conservazione degli habitat e delle specie che ci sostano –con il rischio di veder ristretto massicciamente il territorio agro-silvo-pastorale aperto alla caccia - gli sforzi devono essere condotti in questo campo: per esorcizzare la minaccia riportando il sereno nell’ambiente venatorio.
Vero è che la riduzione del numero degli ambiti territoriali di caccia è stata incoraggiata anche – o meglio, soprattutto –dai cacciatori con la complicità dei responsabili politici locali, ma proprio per questo le associazioni venatorie – e in primis la Vostra - devono reimpadronirsi di questi essenziali strumenti di gestione faunistico-venatoria del territorio agro-silvo-pastorale, comprese le ZPS che ne fanno parte. Per questo credo – come preannunciato nel mio “eptalogo”- che le ZPS debbono essere inserite nelle pianificazione faunistico-venatoria come aree cacciabili e gestite come meritano nello sforzo di coniugare le esigenze di conservazione degli habitat e delle specie protette con le aspettative di una pratica venatoria rispettosa di quelle esigenze.

Non basterà, certo ! Infatti, nelle ZPS il decreto Pecoraro Scanio impera. Ma bisogna conviverci, riducendo la portata interdittiva del suo art. 5, fitto di divieti ingiustificati. Si tenga presente che il decreto non è abrogabile (la Corte costituzionale lo ha già messo al sicuro con la sentenza n.104 del 2008 sul comma 1226), ma è emendabile, e la modifica del decreto passa attraverso la Conferenza Stato/Regioni: un passaggio sicuramente non facile, ma auspicabile ed urgente.

bb)Da anni vado proponendo la creazione di osservatori e istituti regionali e interregionali di alto livello scientifico in grado rimediare alle carenze dell’I.N.F.S. (ai suoi frequenti non liquet, alle sue difficoltà operative, ai suoi pesanti condizionamenti esterni, ed oggi interni): tanto più ora che ha perduto il suo carattere di organismo nazionale imparziale cresciuto nel culto di una illustre e meritoria esperienza biologica voluta dal suo fondatore (tanto più che il suo ritorno sotto il controllo della Presidenza del Consiglio appare problematico). Gli istituti regionali, coordinati dall’I.N.F.S., dovranno elaborare i dati scientifici e tecnici necessari o utili alla gestione faunistico-venatoria del territorio, valorizzando gli enti provinciali. Dovranno altresì fornire i dati di conoscenza indispensabili per un rigoroso esercizio delle deroghe: che – non mi stanco di ripetere – rappresentano preziosi supporti alla flessibilità del sistema faunistico-venatorio per come congegnato nelle direttive e nella stessa legge 157. Essi potrebbero svolgere una preziosa funzione complementare rispetto all’I.N.F.S., nella formazione dei calendari venatori, nella determinazione dei periodi di caccia alle singole specie, nella disciplina della caccia di selezione, nella individuazione e applicazione delle deroghe, ecc.

cc)Anche il tema degli appostamenti fissi può essere rivisitato in un’ottica diversa da quella appena esaminata, tenendo presente, per un verso, che la caccia alla migratoria rappresenta il punto critico delle relazioni con la UE e che, per un altro, costituisce un fattore di perenne contenzioso, oltre che con animalisti, protezionisti e ambientalisti, anche con l’UE. Sicuramente non è percorribile la strada della proposta appena esaminata che trasforma gli appostamenti fissi in una semplice modalità di esercizio venatorio ad libitum del cacciatore. Caso mai, possono cadere le riserve del legislatore del 1992, che ne auspicava la soppressione una volta scomparsi i titolari degli appostamenti alla data del 1989/90.

dd)Il Comitato tecnico faunistico-venatorio, nella attuale composizione, è una struttura ipertrofica e, come tale, ingestibile e perciò inutile, mentre potrebbe avere – se semplificato con una drastica riduzione delle rappresentanze (compresa quella dei cacciatori: non ha senso un organismo consultivo che garantisca una rappresentanza capitaria a tutte le associazioni venatorie, che potrebbero aggregarsi per la nomina di un rappresentate, come avviene, da che mondo è mondo, in tutti i comitati rappresentativi di forze sociali ed economiche sulla base del duplice principio di rappresentatività e di consistenza numerica). Esso potrebbe diventare una stanza di discussione e di composizione delle controversie più acute e di elaborazione di proposte normative, sol che il Ministero che lo ospita e lo presiede si convincesse della sua utilità nelle mediazioni politiche fra le componenti in conflitto.

ee)Potrebbe essere aggiornato anche l’art.9 per adeguarlo alla riforma dell’art. 117 della Cost. introdotta dalla legge cost. n. 3 del 2001

ff) Anche la disposizione dell’art.11 (Zona delle Alpi) andrebbe adeguata alla esigenza di estenderne i confini (come si è verificato in alcune province subalpine).

gg)Circa i mezzi per l’esercizio della caccia, sono curioso di conoscere l’ispiratore della proposta modificativa dell’art. 13

hh)A fronte del regime restrittivo della disciplina della caccia nel territorio agro-silvo-pastorale, mi sembrerebbe opportuno valutare l’opportunità di una revisione della disciplina delle aziende private dell’art. 16. Nella stessa ottica potrebbe essere rivisitato l’art. 17 sugli allevamenti, tenuto conto della preferenza del legislatore e dell’UE per l’impiego di fauna di allevamento per i richiami e (soprattutto) nelle aziende dell’art. 16 e nelle zone per l’addestramento e allenamento dei cani

ii)Per quanto riguarda il calendario venatorio dell’art. 18 – durata della stagione, elenco delle specie cacciabili - mi riprometto di occuparmene, non appena avrò ricevuto indicazioni tecniche dai Vostri consulenti ornitologici. Come ho già detto, il calendario andrebbe rapportato ai cicli biologici e migratori delle specie cacciabili (il cui numero potrebbe essere rivisto anche in aumento o in compensazione, nel rispetto della direttiva). Partendo da questa premessa, la diversificazione dei periodi è non solo possibile, ma anche auspicabile. Occorre però tener presente che la stagione complessiva non può essere dilatata fino a sei mesi (secondo la proposta esaminata), perché si pone il problema del disturbo delle specie protette. Sul punto le indicazioni debbono avere una rigorosa base scientifica.

ll)L’elenco dei divieti dell’art. 21 può essere rivisto con un occhio di riguardo alle situazioni che meritano una attenzione speciale.

mm)L’art. 19 potrebbe ammettere anche i cacciatori nell’esercizio del controllo della fauna selvatica nella attuazione dei piani di abbattimento

nn)Il porto di fucile per il minore di anni 18 e maggiore di sedici incontrerebbe seri ostacoli nel Ministero dell’Interno (art. 12), stante il trend riduttivo dei titolari di porto d’armi. Quanto al controllo dei requisiti psico-fisici che il Ministero è intenzionato a introdurre anche per i titolari di porto d’armi per uso di caccia, è opportuno facilitarne l’esercizio attraverso forme semplificate di controllo medico alla scadenza del sesto anno della licenza di caccia.
La polizza di assicurazione va rivista quanto ai massimali (art. 12 comma 8)

oo) Gli artt. 35 e 36 possono essere abrogati


Mi fermo qui.
Per i fini che Vi riproponete – scendere direttamente in campo con una proposta di legge sensata e sostenibile - sarebbe opportuno sollecitare le Vostre sezioni provinciali a segnalarVi le norme che, secondo la loro esperienza (attinta nella gestione degli ambiti), andrebbero variate o introdotte. L’indagine potrebbe dare risultati utili.

Mi tengo a Vostra disposizione.

Avv. Innocenzo Gorlani


SONO STATO AUTORIZZATO A DIVULGARE,PER DIRITTO D'INFORMAZIONE, IL PLICO SOPRA RIPORTATO, DALL'ARCICCACIA NAZIONALE. Tali osservazioni,sono gia'state fornite, a tutti i nazionali delle associazioni venatorie Italiane, coinvolte nella modifica della 157/92.
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

E' il parere di un avvocato pagato dall'Arcicaccia. Conosco bene gli avvocati e come lavorano: possono scrivere tutto e il contrario di tutto con grande disinvoltura.

La proposta Berlato non vedrà MAI la luce ma non per i motivi elencati da questo principe del foro, ma per la semplice ragione che
NON C'E' LA VOLONTA' POLITICA DI APPROVARLA.
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

FIORENTINO ha scritto:
E' il parere di un avvocato pagato dall'Arcicaccia. Conosco bene gli avvocati e come lavorano: possono scrivere tutto e il contrario di tutto con grande disinvoltura.

La proposta Berlato non vedrà MAI la luce ma non per i motivi elencati da questo principe del foro, ma per la semplice ragione che
NON C'E' LA VOLONTA' POLITICA DI APPROVARLA.


E qui ti sbagli alla grande,MA PROPRIO ALLA GRANDE MA NON SAI DI QUANTO.... fiore bello,non e' pagato dall'Arcicaccia.....
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

Ciro, se non sbaglio, questo dovrebbe essere l'avv. INNOCENZO GORLANI (non Gurlani...) e dovrebbe essere un ANZIANO (ma proprio anziano...svolge, se è lui, questa attività da una trentina di anni...) professionista bresciano al soldo, da sempre, delle associazioni venatorie.....se non è dell'Arcicaccia sarà sicuramente della Federcaccia!
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

Re: Osservazioni dell'Avv.Gurlani sulla bozza di modifica.

FIORENTINO ha scritto:
Ciro, se non sbaglio, questo dovrebbe essere l'avv. INNOCENZO GORLANI (non Gurlani...) e dovrebbe essere un ANZIANO (ma proprio anziano...svolge, se è lui, questa attività da una trentina di anni...) professionista bresciano al soldo, da sempre, delle associazioni venatorie.....se non è dell'Arcicaccia sarà sicuramente della Federcaccia!



Verissimo... ma e' anche molto preparato in materia.
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

Avvocato ???? bè non ha la sfera di cristallo...ne tanto meno è depositario della Verità....

credo conti molto la volontà...sia politica...che la nostra se ci facciamo sentire mella

giusta maniera..... tutto il resto è FUFFA (come dice FIORE).....

eppoi la solita Legge...soprattutto quelle italiane, si prestano a diverse interpretazioni....

se le dai a 10 avvocati.... avremmo almeno 5 pareri diversi....
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

E si batte sempre nel dente che duole, non c'è niente da fare !!
Visto che la raccolta di firme CONFAVI-BERLATO sta avendo successo e con le sole propagande le nostre Somme Associazioni Venatorie non riescono a bloccarla, hanno pensato bene di sconfessare la bozza di modifica attraverso un avvocato che, ho più di un dubbio, sia stato precedentemente "imbeccato" !
A prescindere dal fatto che la bozza possa essere da migliorare o cambiare in alcune forme e parti, perchè non si procede assieme in questo intento anzichè fare solo disfattismo e ostruzionismo ? Perchè come al solito tutti i nostri rappresentanti si guardano l'un l'altro in cagnesco e non vanno mai nella stessa direzione che è poi quello che interessa a noi ? Perchè per esempio il club del colombaccio e il club della palomba scrivono al presidente del consiglio e al ministro Zaia per portare alla loro conoscenza l'incostituzionalità della pre-apertura al colombaccio nelle 7 regioni Italiane che l'anno fatta ?
Se tutti questi idioti vari continueranno a pensare solo egoisticamente al loro orticello, cari amici, non ci sarà futuro per la caccia e vi posso assicurare che nella milgiore delle ipotesi entro i prossimi 10 anni scomparirà. E' l'amara verità e questa sarà la conseguenza di quello che meritiamo. C'è ne rendiamo conto ?

Ciao
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

Questo pseudo-avvocato non hai mai visto volare nemmeno un fagiano di voliera e viene ad erudirci sulla caccia. Ma vada a difendere qualche rom che ha rubato o violentato qualche donna invece di fare il sapientone lautamente pagato dalla Federcacca. Cosa volete che dicesse, che la bozza è perfetta? Scommetto che se la Confavi prende un avvocato e lo paga altrettanto lautamente, dice che la bozza è perfetta? Loro prendono i soldi e danno ragione a chi gli paga.
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

Ragazzi da bresciano conosco molto bene (purtroppo) Gorlani....ma cosa vi aspettate da colui che ha scritto (per conto di Rosini) la 157/92?
ciao
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

Ecco una parziale conferma a quanto avevo scritto nei post precedenti (tratto da altro sito):

SERGIO BERLATO, on Settembre 2nd, 2008 at 11:55 Said:
Corrado Tancredi fa un’agghiacciante fotografia della situazione di sbando che pare regnare in Federcaccia, associazione che avendo (per il momento) il maggior numero di cacciatori aderenti ha, di conseguenza, anche le maggiori responsabilità sulle inizitive che devono essere prese in favore della caccia.
Non ho alcun problema ad ammettere di avere molti amici ancora iscritti alla Federcaccia. C’è chi continua a farlo per comodità, chi per convenienza, chi per pigrizia, chi perchè legato ad altri amici anch’essi iscritti a quella Federazione.
Questi amici mi raccontano del clima che si vive in Federcaccia, dell’apparente assenza di strategie, dell’apparente incapacità di interpretare la volontà della base associativa la quale, prima di ogni altra cosa, vuole tornare a cacciare in modo dignitoso.
Alcuni affermano di essere pienamente consapevoli dell’incapacità più volte manifestata da una larga parte dei propri dirigenti, ma che, anche se la voglia di abbandonare l’associazione è tanta, dicono di tentare ancora una volta di cambiare le cose dall’interno, di riservare ai propri dirigenti l’ultima possibilità di redimersi. Poveri amici in buona fede che ancora pensano di poter far cambiare idee ed atteggiamenti a quella parte di classe dirigente, convinti come sono che a costoro ancora interessi qualcosa della caccia e dei propri associati.
Alcuni di questi amici mi raccontano che in Federcaccia gira una voce secondo la quale, forse per la prima volta nella storia, la Federcaccia chiuderà con un pesante squilibrio di bilancio per tentare di sanare il quale una parte della dirigenza nazionale sembra abbia proposto di ipotecare le proprie sedi, con il pericolo di doverle svendere nel caso in cui il tesseramento non comportasse gli esiti sperati.
Qualche altro amico nella Federcaccia mi racconta che il Presidente Timo sarebbe arrabbiato con me perchè crede che sia stato io a mettere il veto sul suo nome quando è andato a chiedere al Presidente Fini di essere candidato nelle file del PDL alle ultime elezioni politiche del 2008.Io non so se queste voci che girano in Federcaccia corrispondano o meno alla realtà della situazione esistente in quella associazione. Dalle reazioni scomposte della dirigenza nazionale della Federcaccia sembrerebbe però che le cose non vadano per il verso giusto e che l’ostinazione nel creare forzatamente un nemico da abbattere (il sottoscritto) non sia altro che il patetico e disperato tentativo di distogliere l’attenzione dei propri associati per nascondere la cancrena che sembra stia divorando una parte della sua classe dirigente.
Voglio comunque rassicurare la Federcaccia ed il suo Presidente Timo.
Io non ho posto alcun veto sul suo nome, se mai avessi avuto la forza di farlo.
Probabilmente è stato il modo in cui l’avvocato piemontese ha proposto la sua candidatura che ha comportato una risposta negativa da parte di chi aveva il potere di decidere.
Io so solo che quando ci si va a proporre , si devono esibire le proprie referenze e convincere l’interlocutore delle proprie qualità, parlando a favore di se stessi e non proponendosi in antitesi a qualcun altro o sperando di fare bella figura parlando male di chi, da molti anni, milita nel partito nel quale chiedi ti venga riservata ospitalità.

Spero proprio che le voci che girano in Federcaccia non corrispondano a verità. Lo spero per i cacciatori che sono ancora iscritti a quella associazione. Lo spero per i mei amici che ancora sono iscritti in Federcaccia perchè credono di poter cambiare la mentalità dei loro dirigenti.
Spero che il Presidente Timo sia arrabbiato con me perchè ritiene di fare andare a caccia i cacciatori in modo diverso da come voglio farli andare a caccia io. Spero sia arrabbiato con me perchè, mentre lui e coloro che gli stanno vicino in attesa di poterlo sostituire, si dilettano a disquisire sul sesso degli angeli, noi abbiamo già raccolto oramai 500.000 firme per modificare questa legge infame che è la 157/92. Del resto mentre noi uniamo le forze per cambiare questa legge, loro pagano chi l’ha predisposta per tentare di smontare le nostre proposte di modifica. Capisco che “Ogni scarrafone è bello a mamma soa” ma gradiremmo che, almeno per una volta, a scrivere una legge sulla caccia fossero dei cacciatori e non dei legulei che probabilmente non conoscono la differenza tra una faraona ed un fringuello.
Spero che tutte queste voci siano infondate, anzi, invito il Presidente Timo a smentirle pubblicamente in modo tale che possiamo recuperare quella considerazione nei suoi confronti che in molti, da troppo tempo, non ci sentiamo più di nutrire.
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

...io spero che si smetta di accoltellarsi fra fratelli cacciatori.....io spero che si smetta di fare campagna elettorale strumentalizzando i cacciatori......io spero che si smetta di iscriversi alle AAVV per comodo o perchè nostri amici sono iscritti o per fare la garetta sociale....

....ma chi visse sperando, sappiamo tutti come morì.......e so qual è il mio destino!

W LA CACCIA, M I PARTITI!
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

FIORENTINO ha scritto:
...io spero che si smetta di accoltellarsi fra fratelli cacciatori.....io spero che si smetta di fare campagna elettorale strumentalizzando i cacciatori......io spero che si smetta di iscriversi alle AAVV per comodo o perchè nostri amici sono iscritti o per fare la garetta sociale....

....ma chi visse sperando, sappiamo tutti come morì.......e so qual è il mio destino!

W LA CACCIA, M I PARTITI!

Ognuno ha i fratelli ed i dirigenti che si merita.
Questi qui non sono né miei fratelli e tantomeno i miei dirigenti!
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

Se ci aspettiamo che una modifica, come vogliamo noi cacciatori della 157, venga ispirata da chi la 157 ha fatto significa che non abbiamo capito il problema.
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

La cosa più grave per noi NON è scoprire per l'ennesima volta che FIDC non appoggia la proposta Berlato ed altri.....

E' che Timo dice pubblicamente che il percorso da lui attivato è CONCORDATO con il ministro Luca Zaia...

Se tutto ciò è VERO, sappiamo gia come andrà a finire......anche questa volta!!!!

Un saluto

Sandro
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

Sarebbe interessante interpellare ZAIA..... magari la CONFAVI per smetire o meno TIMO....
del resto l'ha fatto con Berlato...... vediamo cosa dice....
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

L'On. Berlato potrà inserire qualsiasi modifica a nostro favore, ma L'ARCICACCIA ne parlerà sempre male, perchè di SINISTRA, quindi l'On. Berlato e il Ministro ZAIA non fanno parte di un governo amico. questo a noi poco interessa l'importante che si lavori per il nostro bene, e veniamo tutelati.
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

Ragazzi....allora...qui lo dico e qui lo nego perchè non ho niente di scritto per dimostrare quanto stò per affermare. Allora, premetto che chi mi ha dato la notizia è una persona piuttosto addentro al mondo aa.vv. e politico: L'Avv. Timo, sarebbe stato in procinto, alle ultime elezioni politiche, ad essere candidato per FI....poi le cose sono saltate per non ho capito bene quale motivo, con la promessa che se ne risarebbe parlato per le prossime Europeee o amministrative! questo quanto si dice nell'ambiente...per cui non mi stupisce che abbia dei "percorsi concordati con Zaia"....ripeto...sono voci (anche se, per me, attendibili!)...ma come si dice dalle mie parti: quando tona, da qualche parte piove!!!
 
Re: Osservazioni dell'Avv.Gorlani sulla bozza di modifica.

Si vero...ma i Tuoni forti si sentono dalla nostra parte.... NOI...la CONFAVI...Berlato...ecc....ecc.... l'ARCICACCIA e FIDC....stanno aprendo l'ombrello....per cercare un riparo.......mi sembra....
 
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