Savona: Rimpasto in Provincia, bagarre sulla caccia

Ora mi faccio molti nemici, ma visto che i danni li fanno i caprioli ed i cinghiali sarebbe giusto che i danni venissero risarciti mediante un fondo garantito dalle quote delle squadre dei cinghiali e dai selecontrollori e non da chi pratica altre cacce.
 

Alberto 69

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Savona: Rimpasto in Provincia, bagarre sulla caccia
Savona – Doppiette contro zappe. Un rimpasto tutto fondato sulla gestione della caccia, quello che domani – quasi certamente – sarà ufficializzato dal presidente provinciale Angelo Vaccarezza. Una resa dei conti con il Carroccio, che probabilmente lascerà sul campo l’attuale assessore titolare della delega venatoria, il leghista Paolo Ripamonti, fondata su due aspetti: il primo è politico, visto che il numero uno di palazzo Nervi non ha gradito l’atteggiamento ondivago dell’alleato di governo in occasione delle ultime comunali.
Il secondo motivo, invece, è incentrato sull’amministrazione dei temi della caccia. È ormai certo che Vaccarezza non abbia apprezzato affatto il modo di Ripamonti di amministrare la materia venatoria, giudicato eccessivamente autonomo dal resto della giunta. E quello che ha indispettito di più il presidente provinciale è stato l’approvazione della delibera con cui si stabiliscono le regole per il risarcimento da accordare agli agricoltori in caso di danni da animali selvatici, soprattutto ungulati.
Indennizzi che vengono attinti da un fondo costituito da contributi dalla caccia di selezione, e che sono versati agli ambiti, ovvero agli stessi cacciatori. Denari, in pratica, che le doppiette savonesi vedranno decrescere perché assegnati agli agricoltori che, dopo i danneggiamenti da animali, ne faranno richiesta. Una mossa, quella di Ripamonti, finalizzata a ottenere credito elettorale dal mondo dei coltivatori e dei proprietari di terreni, e che ora è diventata la spaccatura più profonda, a Savona, tra il partito del Nord e quello di Berlusconi.
Ripamonti, quindi, è certamente fuori dalla giunta (sembra allontanarsi l’ipotesi di sottrargli la delega alla caccia per lasciargli altri incarichi); per lui forse il futuro è in una società partecipata. E Vaccarezza ha chiesto alla Lega di fornire una rosa di nomi per rimpiazzarlo: uno di questi è Stefano Mai, il sindaco di Zuccarello.
Ma il mare di palazzo Nervi è agitato anche su un altro fronte, quello della corrente minassiana del Pdl: in ballo c’è la poltrona di Luigi Bussalai, assessore ai Piccoli comuni, ex An e vicino al vice coordinatore regionale del Popolo delle libertà. Bussalai potrebbe essere sacrificato nella faida interna al partito tra l’ala scajoliana (quella di Vaccarezza) e quella minassiana (gli ex An) ma per bilanciare l’urto Vaccarezza potrebbe decidere di promuovere ad assessore un altro consigliere della medesima area: Nicola Viassolo, assessore a Finale. Oppure potrebbe essere chiamato Pietro Revetria, ex sindaco di Ceriale, Pdl.
Quanto all’assessore Piero Santi, anche il suo incarico è a rischio: o meglio, potrebbe subire un cambio delle deleghe. Sembra che il presidente non sia convinto del tutto dell’azione amministrativa condotta da Santi.
Sullo sfondo ci sono altre questioni da risolvere, che gettano altre variabili agli equilibri tra i partiti, e all’interno del Pdl: la nomina dei vertici delle società Acts e Tpl, per i quali domani mattina ci sarà l’incontro decisivo tra Vaccarezza e il sindaco Federico Berruti; e la nomina del presidente del consiglio provinciale, carica ancora vacante dopo le dimissioni di Stefano Parodi, e che il Pd ha rifiutato per non dare l’idea di sposare il modello Letta. Per questa poltrona il nome che girava negli ultimi giorni, quello del capogruppo Mauro Demichelis, sembra essere sempre più certo.

 
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