Re: Prossime elezioni

Non credo che non andare a votare sia una soluzione al problema ma credo sia meglio individuare un politico che si espone pubblicamente a favore della caccia e votarlo e se non c'è far notare questa lacuna cosi qualcuno la può riempire. Come citano altri fruitori del forum: chi non conbatte a già perso... e cosi chi non vota questo è quello che penso io naturalmente ognuno è libero di fare ciò che meglio crede.
 
Re: Prossime elezioni

Mirco sono d'accordo con te, ma il problema è anche un altro. Coi tempi che corrono, tanti elettori-cacciatori sicuramente pensano, oltre che alla amata passione, anche e soprattutto a lavoro, economia, sicurezza, ecc. Tra questi poi, sicuramente ce ne saranno tanti che, come anche altri italiani non cacciatori, sono disgustati dalla politica e pertanto non andrebbero a votare nemmeno col mitra puntato, pertanto gli 850.000 iniziali si riducono e non di poco. In ogni caso, mi sembra di aver capito, frequentando il forum e l'ambiente venatorio in generale, che più di qualcuno stia aspettando di conoscere concretamente i programmi di Caccia Ambiente e soprattutto le modalità scelte per tentare di realizzarli (perché, converrai con me, il progetto di restituire dignità al mondo venatorio in Italia è impresa a dir poco ardua). Per questo, ti dirò, un pò di pubblicità in più non guasterebbe e non intendo quella tipica da campagna elettorale del volantino con scritto "amico cacciatore" cui nessuno crede più, ma iniziative volte a tutela del cacciatore che, inutile ripeterlo, ha oramai la diffusa sensazione di esser stato scaricato dalle AA.VV.. E per iniziative intendo qualcosa tipo qualche bella risposta sugli organi di informazione ai continui attacchi mediatici, qualche esposto volto al recupero delle spese di tutti quei ricorsi richiesti e persi dagli anti-caccia, insomma qualcosa "di effetto". Personalmente, stando così le cose, mi ritengo appartenente alla schiera di quelli che non andranno a votare, ma lascio aperta la porta esclusivamente a Caccia Ambiente. Qualora mi convincesse, non avrei esitazione a dare il mio voto.

si lo sò ardua,quasi impossiblie,ma se nessuno si muove...saranno azz.....
stiamo preparando qualcosina di interessante ,ma per ora non anticipo nulla ma avendo trovato questo forum...se mi capita sarà mia cura postare ogni cosa per rendervi partecipi di quello che Caccia Ambiente stà facendo per il mondo venatorio....
Ma se c'è una cosa che mi preoccupa....è proprio quella che purtroppo il peggior nemico del cacciatore....rimane sempre il cacciatore stesso....
adesso fino ad aprile ci sarà il tesseramento (che a prescindere è una linfa vitale per il partito,€10 rivista Caccia & Ambiente bimensile...€ 20 rivista+avvocatura gratuita in caso di ingiustizia venatoria,chiamiamola così.....e non mi sembra poco....
Nella rivista ci saranno segnalati programma,organigramma,referenti......insomma tutto quello che è, fà e vuol fare Caccia Ambiente.
Abbiamo perso un'anno a correre dietro a beghe,con chi ci stampava prima il giornalino,la fantomatica unione con crca,mcr ecc ecc...ma adesso siamo noi e basta...quindi dobbiamo solo farci su le maniche e farci conoscere per quello che siamo,cacciatori come tutti voi,e con i nostri intenti e i nostri progetti.
grazie per i preziosi consigli
Un saluto e a presto....
Mirco COsta
Delegato regionale Emilia Romagna Caccia Ambiente.
 
Re: Prossime elezioni

si lo sò ardua,quasi impossiblie,ma se nessuno si muove...saranno azz.....
stiamo preparando qualcosina di interessante ,ma per ora non anticipo nulla ma avendo trovato questo forum...se mi capita sarà mia cura postare ogni cosa per rendervi partecipi di quello che Caccia Ambiente stà facendo per il mondo venatorio....
Ma se c'è una cosa che mi preoccupa....è proprio quella che purtroppo il peggior nemico del cacciatore....rimane sempre il cacciatore stesso....
adesso fino ad aprile ci sarà il tesseramento (che a prescindere è una linfa vitale per il partito,€10 rivista Caccia & Ambiente bimensile...€ 20 rivista+avvocatura gratuita in caso di ingiustizia venatoria,chiamiamola così.....e non mi sembra poco....
Nella rivista ci saranno segnalati programma,organigramma,referenti......insomma tutto quello che è, fà e vuol fare Caccia Ambiente.
Abbiamo perso un'anno a correre dietro a beghe,con chi ci stampava prima il giornalino,la fantomatica unione con crca,mcr ecc ecc...ma adesso siamo noi e basta...quindi dobbiamo solo farci su le maniche e farci conoscere per quello che siamo,cacciatori come tutti voi,e con i nostri intenti e i nostri progetti.
grazie per i preziosi consigli
Un saluto e a presto....
Mirco COsta
Delegato regionale Emilia Romagna Caccia Ambiente.

Bene, allora rendici partecipi di tutte le future iniziative. Per il momento, un grosso in bocca al lupo! [thumbsup.gif]
 
Re: Prossime elezioni

Questa sera su Sky hanno anticipato qualcosa sulle nuova legge elettorale.......non ho parole...

Intanto resta com'è ora per quanto ri guarda il candidato presidente del consiglio.........ma la novità è che chi vince puo' inserire ne governo una parte di chi è fuori dalle coalizioni........
paurosa sta cosa.....In pratica si vota il Partito giallo e ti trovi pure quello Rosso e Viola....senza spere.
Avete capito ora perche la Bramby sta tentando di staccarsi dal PDL per non creare problemi nelle elezioni...e.. ...per rientrare dopo....a giochi fatti!!!!
 
Re: Prossime elezioni

I rimedi??? Io non ci credo agli sconvolgimenti del tipo che tutto è sbagliato, che bisogna cambiare radicalmente tutto ed immediatamente...a me basta (se è vero) che si sia invertita la rotta...che una volta stabilito l'obiettivo che si vuole raggiungere e che tipo di società vogliamo costruire per il futuro, poi si vada avanti con riforme strutturali nei tempi dovuti, di breve, medio e lungo periodo, prevedendo di concerto la possibilità di correttivi che si dovessero rendere necessari nella loro attuazione...io non ci credo alle rivoluzioni, anche perchè, di solito, sono cruenti...io sono pacifista.;)

Questo e' quello che dicono da decenni, dobbiamo fare le riforme e bla bla bla.....solo chiacchiere, hanno stufato. Ci vuole una rivoluzione, non necessariamente sanguinaria. E' la testa che deve cambiare....

--- AGGIUNTA AL POST ---

allora siamo nella ...cca,i motivi mi pare li abbiamo detti.
vorrei pero' sapere con che faccia si facciano ancora ''vedere'' dei politici ,che 5 mesi fa giuravano che in italia non c'era crisi e tutto andava benissimo ed oggi con la solita faccia di c..o dicono che stavamo ''fallendo''.
e c'e' ancora chi li ''difende''
....ma
pap

Figurati che quando dicevo che i politici, NESSUNO escluso, raccontavano balle sulla situazione dell' Italia, ben prima dell' arrivo di Monti, alcuni mi prendevano in giro, dicevano che ero un visionario.....
Ed ora? Chi era il visionario???

Ciao
 
Re: Prossime elezioni

Tiè...Beccatevi questa.....

Oggi raccontiamo una storia interessante quanto istruttiva: quella del finanziamento pubblico ai partiti italiani.
Un po’ di storia
Il finanziamento pubblico ai partiti è introdotto dalla Legge Piccoli n.195/1974, che interpreta il sostegno all’iniziativa politica come puro finanziamento alle strutture dei partiti presenti in Parlamento, con l’effetto di penalizzare le nuove formazioni politiche.
Nell’aprile del 1993 (governo Amato), un referendum abrogativo abolisce la gabella incivile e medioevale del finanziamento pubblico ai partiti, con una maggioranza del 90,3% dei votanti.
Ma solo pochi mesi dopo, il Parlamento dimostra di avere a cuore gli sprechi pubblici: si aggiorna infatti una legge già esistente sui rimborsi elettorali, definita “contributo per le spese”. Così, senza neppure aspettare il tempo necessario a salvare la faccia, nello stesso anno del referendum si vara la legge 515/1993 (governo Amato), che all’art.9, comma 1 cambia la rosa in patata – per dirla alla Shakespeare -, ovvero introduce i rimborsi elettorali, specificando che il rimborso non è calcolato in base alle spese effettive, ma moltiplicando il numero degli italiani quale risultava dall’ultimo censimento, compresi i non aventi diritti al voto, per lit 1.600, per poi spartirsi il montepremi in misura proporzionale ai risultati elettorali. La seconda Repubblica inziava bene, non c’è che dire!
Con la Legge 2/1997 (governo Prodi), intitolata “Norme per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici”, si reintroduce di fatto il finanziamento pubblico ai partiti. Il provvedimento prevede la possibilità per i contribuenti, al momento della dichiarazione dei redditi, di destinare il 4 per mille dell’imposta sul reddito al finanziamento di partiti e movimenti politici (pur senza poter indicare a quale partito), per un totale massimo di 56.810.000 euro, da erogarsi ai partiti entro il 31 gennaio di ogni anno. Per il solo anno 1997 viene introdotta una norma transitoria che fissa un fondo di 82.633.000 euro per l’anno in corso (nonostante le adesioni siano minime). Da 47 a 82,6 milioni di euro in 3 anni.
Passano due anni.
La Legge 157/1999 (governo D’Alema), dietro il titolo “Norme in materia di rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e referendarie” reintroduce un finanziamento pubblico completo per i partiti. Il rimborso elettorale previsto non ha infatti attinenza diretta con le spese effettivamente sostenute per le campagne elettorali. La legge 157 prevede cinque fondi: per elezioni alla Camera, al Senato, al Parlamento Europeo, Regionali, e per i referendum, erogati in rate annuali, per 193.713.000 euro in caso di legislatura politica completa (l’erogazione viene interrotta in caso di fine anticipata della legislatura). Da 47 a 82,6 a 193,7 milioni di euro! Il rimborso in buona sostanza passa da 1.600 a 4.000 lire.
Poi, con il cambio di moneta, il contributo passa a 5 euro, da moltiplicarsi non più per tutti i cittadini della Repubblica, cani e gatti compresi, ma per il numero dei cittadini iscritti nelle liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati, e solo per i partiti che abbiano superato una soglia di sbarramento dell’1%.
Anno 2002 (governo Berlusconi), cambia la moneta: da 4.000 lire si passa a 5 euro
I rimborsi scattano per le elezioni europee, Camera e Senato e regionali. Con i ritmi elettorali che ci sono in Italia praticamente è un rimborso continuo che puntuale compare ogni anno nei bilanci di Camera e Senato.
L’ammontare da erogare, per Camera e Senato, nel caso di legislatura completa, più che raddoppia, passando da 193.713.000 euro a 468.853.675 euro.
Infine, con la legge 5122/2006 (governo Berlusconi) l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva. Con quest’ultima modifica l’aumento è esponenziale. Con la crisi del governo Prodi del 2008, i partiti iniziano a percepire il doppio dei fondi, giacché ricevono contemporaneamente le quote annuali relative alla XV e alla XVI Legislatura. Cioè se non fosse chiaro: fino al 2011 anche l’Udeur di Mastella continuerà a percepire i rimborsi elettorali per la tornata del 2006, mentre i partiti che hanno raccolto almeno l’1% dei consensi stanno prendendo i rimborsi sia relativamente al 2006 che alle elezioni 2008 e sono sistemati fino al 2013.
In tabella, l’elenco delle elezioni tenutesi dal 1994 al 2008, con il totale delle spese riconosciute dei contributi erogati.

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Le Elezioni politiche del 2008, secondo l’ultimo Referto della Corte dei Conti, a fronte di una spesa complessiva di 110.127.757,19 euro ci sono costate ben 503.094.380,90 euro, ovvero 200 milioni di euro in più rispetto al taglio di risorse per la scuola e l’università programmato dall’ultima finanziaria. Non solo, il valore totale dei rimborsi statali versati ai partiti, che nel 1994 ammontava a circa 47 milioni di euro, negli ultimi 14 anni si è più che decuplicato, facendo esborsare agl italiani, tra il 1994 e il 2008, un totale complessivo di 2.253.612.233,79 euro.

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Da notare che non è previsto alcun rapporto tra la rendicontazione delle spese sostenute e i rimborsi elettorali: quindi vi sono partiti che hanno investito somme trascurabili e che in virtù di circostanze favorevoli godono di significativi rimborso. Un esempio: Il Movimento politico LISTA CONSUMATORI ha partecipato alle elezioni del 2006 per il rinnovo delle Camere in alcune circoscrizioni. Sulla base dei risultati elettorali conseguiti dal movimento è stato assegnato il contributo dello Stato di euro 113.676,43 per le elezioni del Senato della Repubblica da corrispondere annualmente dal 2006 al 2010. Il legale rappresentante ha dichiarato di non aver sostenuto spese e di non aver ricevuto nessun finanziamento.
Un caso specifico: le regionali del 2005
Il limite di spesa per una lista presente a tutti i livelli su tutto il territorio lombardo nel 2005 era di 7.638.813 euro. Il limite di spesa per i candidati era di 52.000 euro più 0,01 per cittadino residente nella circoscrizione.
L’articolazione delle spese è prevista parzialmente per legge: le spese relative alle sedi elettorali, viaggi, soggiorni, telefoniche, postali sono calcolate in misura del 30% dell’ammontare complessivo delle spese ammissibili e documentate (ciò vuol dire che anche le spese di affitto ad esempio “sostenute preventivamente ovvero correlate alla normale attività politica, a prescindere dalla ricorrenza o meno, della campagna elettorale”vengono computate forfettariamente), e che la corte ha deciso che: “debbano essere compresi gli sconti e le prestazioni gratuite, il cui importo deve essere necessariamente computato ai fini della verifica del rispetto del limite massimo consentito”.
Chi ha speso di più tra i partiti in relazione ai voti ottenuti è Forza Italia circa 4,2 euro per voto. Un voto udc prevede un investimento di 4 euro;Verdi (nazionale) 3,8;AN 3,6;Nuovo PSI 2,2;Partito pensionati 1,91; Lega 1;Uniti nell’ulivo 0,90 , Comunisti italiani 0,60; IdV di 0,59;Rifondazione 0,40. Occorre comunque considerare che proquota alle spese dei partiti del centro sinistra potrebbe essere aggiunta la spesa della lista del presidente, Sarfatti infatti ha speso circa 0,54 euro a voto, Formigoni 0,000036.
Particolare curioso di tutto questo meccanismo è che in un imperante clima di federalismo, pressoché nessuno di questi rimborsi resta poi in Lombardia. i quattrini finiscono ai tesorieri nazionali. Questo spiega forse perché alcuni partiti invece che spendere per la campagna elettorale, capitalizzano: I soldi vanno a pagare le campagne delle regioni più contendibili. Forse per questo, lo statuto Lombardo del PD impegna il segretario a presentare un simbolo che non consenta alla direzione nazionale di mettere le mani sul tesoretto.
In tabella quello che le forze politiche lombarde hanno ottenuto come prima rata a seguito delle elezioni lombarde del 2010. Moltiplicate queste somme per 5 ed avrete il totale di ciò che i nostri politici lombardi incasseranno solo per la campagna elettorale del 2010. Ad occhio, direi che ci si poteva tranquillamente coprire gran parte degli aumenti decretati per i mezzi pubblici.


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Re: Prossime elezioni

Tiè...Beccatevi questa.....

Oggi raccontiamo una storia interessante quanto istruttiva: quella del finanziamento pubblico ai partiti italiani.
Un po’ di storia
Il finanziamento pubblico ai partiti è introdotto dalla Legge Piccoli n.195/1974, che interpreta il sostegno all’iniziativa politica come puro finanziamento alle strutture dei partiti presenti in Parlamento, con l’effetto di penalizzare le nuove formazioni politiche.
Nell’aprile del 1993 (governo Amato), un referendum abrogativo abolisce la gabella incivile e medioevale del finanziamento pubblico ai partiti, con una maggioranza del 90,3% dei votanti.
Ma solo pochi mesi dopo, il Parlamento dimostra di avere a cuore gli sprechi pubblici: si aggiorna infatti una legge già esistente sui rimborsi elettorali, definita “contributo per le spese”. Così, senza neppure aspettare il tempo necessario a salvare la faccia, nello stesso anno del referendum si vara la legge 515/1993 (governo Amato), che all’art.9, comma 1 cambia la rosa in patata – per dirla alla Shakespeare -, ovvero introduce i rimborsi elettorali, specificando che il rimborso non è calcolato in base alle spese effettive, ma moltiplicando il numero degli italiani quale risultava dall’ultimo censimento, compresi i non aventi diritti al voto, per lit 1.600, per poi spartirsi il montepremi in misura proporzionale ai risultati elettorali. La seconda Repubblica inziava bene, non c’è che dire!
Con la Legge 2/1997 (governo Prodi), intitolata “Norme per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai movimenti o partiti politici”, si reintroduce di fatto il finanziamento pubblico ai partiti. Il provvedimento prevede la possibilità per i contribuenti, al momento della dichiarazione dei redditi, di destinare il 4 per mille dell’imposta sul reddito al finanziamento di partiti e movimenti politici (pur senza poter indicare a quale partito), per un totale massimo di 56.810.000 euro, da erogarsi ai partiti entro il 31 gennaio di ogni anno. Per il solo anno 1997 viene introdotta una norma transitoria che fissa un fondo di 82.633.000 euro per l’anno in corso (nonostante le adesioni siano minime). Da 47 a 82,6 milioni di euro in 3 anni.
Passano due anni.
La Legge 157/1999 (governo D’Alema), dietro il titolo “Norme in materia di rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e referendarie” reintroduce un finanziamento pubblico completo per i partiti. Il rimborso elettorale previsto non ha infatti attinenza diretta con le spese effettivamente sostenute per le campagne elettorali. La legge 157 prevede cinque fondi: per elezioni alla Camera, al Senato, al Parlamento Europeo, Regionali, e per i referendum, erogati in rate annuali, per 193.713.000 euro in caso di legislatura politica completa (l’erogazione viene interrotta in caso di fine anticipata della legislatura). Da 47 a 82,6 a 193,7 milioni di euro! Il rimborso in buona sostanza passa da 1.600 a 4.000 lire.
Poi, con il cambio di moneta, il contributo passa a 5 euro, da moltiplicarsi non più per tutti i cittadini della Repubblica, cani e gatti compresi, ma per il numero dei cittadini iscritti nelle liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati, e solo per i partiti che abbiano superato una soglia di sbarramento dell’1%.
Anno 2002 (governo Berlusconi), cambia la moneta: da 4.000 lire si passa a 5 euro
I rimborsi scattano per le elezioni europee, Camera e Senato e regionali. Con i ritmi elettorali che ci sono in Italia praticamente è un rimborso continuo che puntuale compare ogni anno nei bilanci di Camera e Senato.
L’ammontare da erogare, per Camera e Senato, nel caso di legislatura completa, più che raddoppia, passando da 193.713.000 euro a 468.853.675 euro.
Infine, con la legge 5122/2006 (governo Berlusconi) l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva. Con quest’ultima modifica l’aumento è esponenziale. Con la crisi del governo Prodi del 2008, i partiti iniziano a percepire il doppio dei fondi, giacché ricevono contemporaneamente le quote annuali relative alla XV e alla XVI Legislatura. Cioè se non fosse chiaro: fino al 2011 anche l’Udeur di Mastella continuerà a percepire i rimborsi elettorali per la tornata del 2006, mentre i partiti che hanno raccolto almeno l’1% dei consensi stanno prendendo i rimborsi sia relativamente al 2006 che alle elezioni 2008 e sono sistemati fino al 2013.
In tabella, l’elenco delle elezioni tenutesi dal 1994 al 2008, con il totale delle spese riconosciute dei contributi erogati.

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Le Elezioni politiche del 2008, secondo l’ultimo Referto della Corte dei Conti, a fronte di una spesa complessiva di 110.127.757,19 euro ci sono costate ben 503.094.380,90 euro, ovvero 200 milioni di euro in più rispetto al taglio di risorse per la scuola e l’università programmato dall’ultima finanziaria. Non solo, il valore totale dei rimborsi statali versati ai partiti, che nel 1994 ammontava a circa 47 milioni di euro, negli ultimi 14 anni si è più che decuplicato, facendo esborsare agl italiani, tra il 1994 e il 2008, un totale complessivo di 2.253.612.233,79 euro.

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Da notare che non è previsto alcun rapporto tra la rendicontazione delle spese sostenute e i rimborsi elettorali: quindi vi sono partiti che hanno investito somme trascurabili e che in virtù di circostanze favorevoli godono di significativi rimborso. Un esempio: Il Movimento politico LISTA CONSUMATORI ha partecipato alle elezioni del 2006 per il rinnovo delle Camere in alcune circoscrizioni. Sulla base dei risultati elettorali conseguiti dal movimento è stato assegnato il contributo dello Stato di euro 113.676,43 per le elezioni del Senato della Repubblica da corrispondere annualmente dal 2006 al 2010. Il legale rappresentante ha dichiarato di non aver sostenuto spese e di non aver ricevuto nessun finanziamento.
Un caso specifico: le regionali del 2005
Il limite di spesa per una lista presente a tutti i livelli su tutto il territorio lombardo nel 2005 era di 7.638.813 euro. Il limite di spesa per i candidati era di 52.000 euro più 0,01 per cittadino residente nella circoscrizione.
L’articolazione delle spese è prevista parzialmente per legge: le spese relative alle sedi elettorali, viaggi, soggiorni, telefoniche, postali sono calcolate in misura del 30% dell’ammontare complessivo delle spese ammissibili e documentate (ciò vuol dire che anche le spese di affitto ad esempio “sostenute preventivamente ovvero correlate alla normale attività politica, a prescindere dalla ricorrenza o meno, della campagna elettorale”vengono computate forfettariamente), e che la corte ha deciso che: “debbano essere compresi gli sconti e le prestazioni gratuite, il cui importo deve essere necessariamente computato ai fini della verifica del rispetto del limite massimo consentito”.
Chi ha speso di più tra i partiti in relazione ai voti ottenuti è Forza Italia circa 4,2 euro per voto. Un voto udc prevede un investimento di 4 euro;Verdi (nazionale) 3,8;AN 3,6;Nuovo PSI 2,2;Partito pensionati 1,91; Lega 1;Uniti nell’ulivo 0,90 , Comunisti italiani 0,60; IdV di 0,59;Rifondazione 0,40. Occorre comunque considerare che proquota alle spese dei partiti del centro sinistra potrebbe essere aggiunta la spesa della lista del presidente, Sarfatti infatti ha speso circa 0,54 euro a voto, Formigoni 0,000036.
Particolare curioso di tutto questo meccanismo è che in un imperante clima di federalismo, pressoché nessuno di questi rimborsi resta poi in Lombardia. i quattrini finiscono ai tesorieri nazionali. Questo spiega forse perché alcuni partiti invece che spendere per la campagna elettorale, capitalizzano: I soldi vanno a pagare le campagne delle regioni più contendibili. Forse per questo, lo statuto Lombardo del PD impegna il segretario a presentare un simbolo che non consenta alla direzione nazionale di mettere le mani sul tesoretto.
In tabella quello che le forze politiche lombarde hanno ottenuto come prima rata a seguito delle elezioni lombarde del 2010. Moltiplicate queste somme per 5 ed avrete il totale di ciò che i nostri politici lombardi incasseranno solo per la campagna elettorale del 2010. Ad occhio, direi che ci si poteva tranquillamente coprire gran parte degli aumenti decretati per i mezzi pubblici.


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Ti dispiace se non la leggo è troppo lunga e poi penso di conoscerla....penso che fa il paio col referendum sulla trattenuta sindacale in busta paga...per cui essendoci stato un parere referendario negativo su entrambe le cose, andrebbero ENTRAMBE abolite...visto come sono stato sintetico...sia il finanziamento pubblico ai partiti che la trattenuta in busta paga del sindacato.
 
Re: Prossime elezioni

...a priori non votero' Fini e quelli come lui...poiche' ha dimostrato al mondo intero di fare e di essere il contrario di quello che predicava....in tutti i sensi....e pertanto neanche tutti quelli come lui....e della sua razza....
 
Re: Prossime elezioni

allora siamo nella ...cca,i motivi mi pare li abbiamo detti.
vorrei pero' sapere con che faccia si facciano ancora ''vedere'' dei politici ,che 5 mesi fa giuravano che in italia non c'era crisi e tutto andava benissimo ed oggi con la solita faccia di c..o dicono che stavamo ''fallendo''.
e c'e' ancora chi li ''difende''
....ma
pap
 
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