Buona domenica a tutti.
Riprendo questo argomento, perché secondo me di vitale importanza per il futuro della caccia.
Togliere all’Ispra (ente a mio giudizio di palese impronta animalista), la facoltà di decidere sulla fauna selvatica è un passo avanti enorme, non solo nei nostri confronti, ma anche in quello degli equilibri della fauna selvatica palesemente alterati.
Basta guardare la proliferazione di speci come lo storno, i corvidi e gli ungulati, ma anche nutrie, cormorani, lupi, orsi, piccioni... per capire quanti danni abbia compiuto una cultura ambientalista ignorante ed ottusa.
È ora di scrollarsi di dosso tutti i tabù sui “poveri uccellini” e guardare la consistenza delle speci selvatiche con oggettività, valutandola numericamente in relazione al territorio, agli altri animali e al rapporto con l’uomo sia dal punto di vista economico che sociale.
Non sto parlando di mattanze, ma di equilibri - perché è impensabile che ci siano agricoltori che smettono di piantare il granturco perché i loro campi sono devastati sistematicamente da nutrie o da cinghiali, o di vigneti ed uliveti devastati dagli storni, o allevamenti ittici decimati dai cormorani, di pecore assaltate dai lupi... se gli animali hanno diritto di campare - cari animalisti - ce lo hanno pure gli uomini.
Gli animali vanno salvaguardati perché le speci godano di ottima salute, ma non vanno salvaguardati “a prescindere”, altrimenti si generano gli squilibri che sono sotto gli occhi di tutti.
Il comitato tecnico scientifico - che spero verrà approvato ed inizierà a lavorare quanto prima - se non ho capito male sarà composto da: 4 rappresentanti di nomina politica (Ministero dell’Agricoltura, Ministero dell’Ambiente, Regioni e Province) - 3 delle associazioni venatorie - 1 dell’Ispra - 1 dell’Ente nazionale per la cinofilia italiana - 1 dell’Unione zoologica italiana - 1 del Consiglio internazionale della caccia e della conservazione della selvaggina -1 dell’Enpa - 2 delle Associazioni degli agricoltori.
Ho preso questi dati dal web e non ho nessuna certezza su di essi, se qualcuno ravvede degli errori per favore mi corregga - e chi ha notizie “fresche” per favore le condivida.
È evidente che un Comitato così composto sarebbe un innegabile vantaggio per la nostra categoria.
Indipendentemente dalle idee politiche di ciascuno di noi va dato atto che questo governo si sta muovendo bene nei nostri confronti, certo la strada è lunga ma bisogna pur cominciare.
L’equilibrio delle speci (tutte) passa irrimediabilmente sotto il controllo dell’uomo.
Quelle in diminuzione vanno salvaguardate, ma quelle in aumento vanno prelevate, senza coinvolgimenti emotivi di dimensioni o di razza: solo così TUTTI potremo sopravvivere e convivere.
Mi auguro che il Comitato tecnico scientifico lavori in questa direzione con onestà, equilibrio e senza pregiudizi.
Un saluto
Maurizio