Sarebbe bello avere un elenco degli amici degli amici, così ci si regola. Non mi sembra di aver visto negli anni rappresentanti del mondo venatorio seduti in parlamento o in qualche altra prestigiosa poltrona politica, magari regionale, che non abbia speso parole e tempo cercando di difendere la nostra passione, ma soprattutto mettendoci la faccia, anzi la faccia l'hanno messo spesso i capi politici di Lega e Fratelli d'Italia inserendo nelle liste rappresentanti del nostro mondo come Fiocchi, Bruzzone, Caretta, Berlato, Mazzalli e gli stessi capi mettendo la faccia rappresentandoci anche duranti gli eventi fieristici settoriali al mondo venatorio dedicato con tanto di risonanza mediatica ed altrettanti attacchi dalla lobby animalista.
Nel variopinto e disunito mondo venatorio, pensare all'unità sotto un unica bandiera è un'illusione, perchè non ci si unisce sbandierando le giuste ragioni all'interno dei social con visibilità limitata ad un'infinitesima percentuale di praticanti un'attività che raccoglie la maggiorparte di appassionati con un'età talmente avanzata che rifiuta le tecnologie informatiche. Credo che il mondo venatorio debba rivolgersi non agli amici del circolo virtuale del cacciatore, ma debba rivolgersi a tutto l'elettorato e lo debba fare con le stesse armi dei denigratori, ovvero con visibilità mediati che costa soldi, amicizie e vicinanza politica con i partiti che si spartiscono l'informazione. Un messaggio come quello dei colleghi francesi sulla tv nazionale sarebbe auspicabile, ma costa denari ed allora vai coi social ........... in fondo ci hanno già provato il partito caccia ed ambiente, il sindacato venatorio ed ora sotto a chi tocca per un progetto fallito in partenza se non ci si mettono tanti soldi per dimostrare al mondo degli elettori cosa è la caccia, la conservazione e l'amore di quell'ambiente di cui i cacciatori ne sono i primi fruitori ed i più responsabili protettori. Rimanendo relegati all'interno delle pagini virtuali dei numerosi social, forum o blog, dove si è sempre gli stessi ... ovvero un pugno di una piccola percentuale di praticanti,
Poi in termini di numeri elettorali i praticanti tutti rappresentano lo 0,...% dell'elettorato quindi, non si và da nessuna parte politicamente se non si comunica con i giovani e con la popolazione in generale che non conosce affatto cosa sia e rappresenti la caccia. Basterebbe cominciare con uno spot in stile francese uno spot che sarebbe un bel biglietto da visita per raccogliere consensi .... allora si che vedrei con enorme piacere un movimento che possa rappresentarmi anche politicamente, perchè sarebbe anche rappresentanza di chi a caccia non và, ma ha a cuore i valori rurali e la biodiversità
 
Gentile Fabio, fa sorridere il suo post.
Mentre da per certe le ragioni di una "sconfitta" perché tra di noi c'è una grossa percentuale che nemmeno sa cosa sia un social e quindi è inutile scrivere. Inoltre essendoci già stato un precedente con il CPA, verrebbe ad essere tutto tempo perso. Sappiamo bene dei vari parlamentari vicino alla caccia, davvero encomiabile il loro impegno, ma è necessario fare molto di più.
Ecco poi che suggerisce cose che noi del MSE, non solo stiamo facendo da tempo, ma in cui crediamo e siamo certi di riuscire.
Noi siamo un partito politico e non di certo un'associazione venatoria che fece del suo avvento un disastroso cavallo di ****.
Stiamo lavorando tantissimo, abbiamo coordinatori in ogni parte d'Italia, il nostro continuo impegno è fatto non solo di slogan mirati affinché l'opinione pubblica abbia idee più chiare in merito alla nostra passione.
Abbiamo intenzione di sostenere nostri candidati cacciatori in tutte le competizioni elettorali affinché, grazie alle conoscenze e competenze, si possano creare le giuste condizioni per riparare i danni provocati all'ambiente e di riflesso alla nostra passione. Ne abbiamo di idee da portare avanti, noi del MSE stiamo chiedendo a voce alta il sostegno non solo dei cacciatori, ma di tutti coloro che grazie all incompetenza di gente incompetente ha creato non pochi danni a tutto il mondo rurale ed a quello della pesca. Abbiamo un programma serio, visibile a chiunque, nel quale crediamo.
Sono convinto che questa è una sorta di ultima spiaggia, se dovessimo fallire, sarà la fine della caccia in Italia.
Antonio Buono - cacciatore a vita
Coordinatore MSE Ischia
Portavoce Nazionale MSE
 
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