siceramente l'olio è uno degli alimenti sui quali non sto a lesinare forse è una mia fissazione (come per il parmigiano reggiano), vivendo vicinissimo alla liguria compro olio ligure ottimo a crudo perchè "pizzica" un pò meno e in famiglia lo preferiscono, per cucinare uso olio evo toscano della val d'orcia se si può dire un pò più corposo, acquistati entrambi in loco, costo non meno di 12 euro al litro, dicono trattamento per vecchi clienti, ma la differenza da olii commerciali si sente e parecchio............in bocca al cocker!!!!!!!!!!!!!!!
 

Franky@

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Certo non sono un agronomo né lavoro alla forestale, ma mi domando.
Post xylella, una elevatissima percentuale di territorio prima uliveto è ora deserto,
scheletri di piante irrecuperabili, che vanno solo eradicati.
praticamente sono 100km da s pietro vernotico a Leuca di...nulla.
rami secchi e sterpi. neppure macchia o gariga, perché in tempi lontani tutto era stato ridotto a monocoltura, paradiso sì per tordi...ma solo per loro e poco altro.
ormai eccetto poche isole arboree, c'è vuoto.
né acqua, perché col carsismo è tutta in falde, né paludi fra siccità e bonifiche, colture "povere" perché poca pastura, tutto bruciato e no colture a perdere.
vigneti che però a parte un po' di racemi forniscono poco habitat.

insomma, eccetto qualche area protetta, non resta nulla.
delle zone d'infanzia non è rimasto NULLA. neppure erbacce riarse.

avrebbe senso, (visto che la maggior parte dei piccoli proprietari non può/non vuole tagliare e ripiantare ulivi (costi ingestibili), si spera, resistenti al morbo) passare al rimboschimento?
eucalipti, pini, qualsiasi cosa per creare almeno una parvenza di boschi a medio/alto fusto? più eventuali autoctoni come leccio/frutta selvatica etc che però sono molto più difficili da curare

Praticamente dall'originale macchia mediterranea a leccio e lentisco e filirea, a un mare di olivi di età fra i 50 e i 300anni...a Mordor.
è uno spettacolo che fa male al cuore.
 
Tocchi un tasto per me assai dolente. Romano " de roma " da generazioni, per amore della caccia e dell'amicizia, nel frequentare il salento, ospite negli anni 90 di un mio carissimo amico nativo di Ugento, trovo moglie e così divento Salentino d'adozioni. Mia moglie ha degli oliveti che comincio per passione a coltivare trasferendo la cultura di un tipo di raccolta del centro italia nel sud più profondo ancora condizionato dalla raccolta a terra. Mi pigliano per pazzo. Io a metà ottobre con reti macchine elevatrici per salire in alto, estrazione a freddo resa del 9%, ma un olio top ..... , ma per farla breve ... è tutto finito. E' finito l'olio, è finito un habitat incredibilmente attrattivo, rimangono scheletri invece a cosnsegnare un territorio morto. Ora, qualche proprietario ha cominciato ad estirpare e ripiantare olivi varietà resistenti alla xylella, altri convertiti oliveti in vigneti. I privati che passano al rimboschimento ? Non vedo per loro vantaggi
 
Premetto che io non conosco il Salento. Ci si chiede cosa succederà agli uliveti seccatisi... Temo che una parte (quanto grande, non so) verrà abbandonata. Infatti, parliamoci chiaro: a parte la produzione di olio "per ricchi"🙂 (bio, DOP, monovarietale e così via), l'olio "commodity", da supermarket, è già oggi in buona parte una miscela di oli extra UE e di oli comunitari da impianti superintensivi "modello spagnolo" con raccolta a macchina (anche se in giro non si dice... 🙂... Non credo ci siano i margini, a certi prezzi da supermarket, per olio Evo italiano: nemmeno se raccolto con vibratori su trattore). E il discorso "commodity/alimento di lusso" non si risolve del tutto con il discorso "comprane di meno ma buono"... 🙄 / Negli incolti, qui nelle Marche quasi sempre ex-seminativi, vi è, in tempi rapidi, la colonizzazione di specie pioniere aggressive (da noi, soprattutto rovi, vitalbe ed alcune erbe: stoppione, vari cardi, erbe dette in dialetto "lappe"- che non mi ricordo come si chiamano in italiano-, altre erbe dette in dialetto "sgarzo"... penso siano poacee... Più avanti negli anni, riescono caoticamente ad emergere alberi di specie autoctona o anche aliena... secondo il tipo di suolo ed i portaseme presenti nella zona, ad es. roverelle, aceri campestri, olmi (da 4-5 anni falcidiati da attacchi di grafiosi) ma anche ailanti, gelsi del Caucaso... Nascono ambienti intricatissimi e poco praticabili, nei quali o uno caccia da appostamento, sparando da vicino ed esaminando prima i posti con attenzione... oppure si fa caccia vagante con un "cane/ruspa" 😁 (e non è che se ne trovino molti... )./ Bisogna fare di necessità virtù, molte volte a questo mondo, purtroppo... 🤔.
 
E ti credo che la differenza si sente... 😄... Tra un olio dell'anno e miscele di oli di varia provenienza (e di vari anni di nascita?). Se del primo per l'insalata ne basta un cucchiaino, dell'altro, per avere sapore, non ne basta un cucchiaio 😉😁
 
Ah, dimenticavo... Anche il rimboschimento è una coltivazione, e richiede agli operatori preparazione, attenzione e lavoro (più di quanto credano molti profani entusiasti...) Altrimenti, si parte pieni di buoni propositi... e si finisce nell'abbandono (o, comunque, con poca legna da ardere e pure di qualità non eccellente...).
 
(omissis)
Infatti, parliamoci chiaro: a parte la produzione di olio "per ricchi"🙂 (bio, DOP, monovarietale e così via), l'olio "commodity", da supermarket, è già oggi in buona parte una miscela di oli extra UE e di oli comunitari da impianti superintensivi "modello spagnolo" con raccolta a macchina (anche se in giro non si dice... 🙂... Non credo ci siano i margini, a certi prezzi da supermarket, per olio Evo italiano: nemmeno se raccolto con vibratori su trattore). E il discorso "commodity/alimento di lusso" non si risolve del tutto con il discorso "comprane di meno ma buono"... (omissis)

C'e' sempre l'ottimo olio EVO della California, ma solo quello originale, non miscelato con olii importati, se lo trovi. Ultimamente ho provato invece un olio EVO miscelato, il Pompeian "robust." E' ricavato da olive italiane, greche, portoghesi, ecc. ma e' buonissimo. L'acidita' e' perfetta. Non ha un sottofondo amarostico, ed ha un che di fruttoso. E non e' olio "per ricchi." Come e con che raccolgano le olive, come ne estraggano l'olio, ecc. mi interessa solo fino a un certo punto. Mi ritengo capace di assaggiare il prodotto finito e giudicare se sia schifoso, buono, o ottimo. Ed i nostri controlli sono strettissimi. Certo, l'olio piu' buono che abbia mai provato (tanti anni fa, in Italia) veniva dalla Puglia ed era un po' verdognolo. Ultimamente un amico siciliano mi ha mandato una lattina di olio artigianale locale. Favoloso, anche se un po' troppo "raffinato." Pero' ottimo da bere cosi' com'era--tre cucchiaiate colme appena alzato per lubrificare i meccanismi interni... Un sacrilegio usarlo per cucinare, ma da usare strettamente a crudo su insalate, pomodori, riso, ecc.
Un olio robusto con la "posa," come si trovava facilmente in Italia il secolo scorso (Ventesimo) prima degli anni '70, non lo batteva nessuno su una fetta di bruschetta di pane casareccio ben agliata, o sgocciolato su una scodella di fagioli (per carita', non quelli mosci in scatola!) con abbondante pepe nero tritato e cipollina fresca a fettine sottili--e il pezzo di cotica in cima... Altro che caviale, altro che filet mignon, altro che raffinatezze da radical-chic e comunistelli da salotto (tipo Boldrini) senza calli sulle mani e dai capelli parrucchierati ogni tre giorni se non piu' spesso... Io ho gusti contadini, rustici--magari anche rozzi e grezzi. E magari dopo aver soddisfatto tali gusti sparo un paio di rutti da far ondeggiare il lampadario...
Per quanto riguarda gli olii da supermercato, 90% fanno schifo, 5% sono mediocri ma accettabili, e certi supermercati (almeno qui da noi) vendono anche quel 5% di olii eccellenti, DOC, monovarietali, ecc. che sono da buoni a ottimi ma costano molto di piu'.

Mi dispiace che la xylella abbia cosi' funestato la terra da cui tanto ottimo olio proveniva. Ormai, grazie all'economia "globale" parassiti e malattie nati altrove si trasferiscono anche agli antipodi della loro patria d'origine, portati come passeggeri clandestini su derrate alimentari, legname, merci varie, e persino nelle pieghe dei vestiti e nelle scarpe di immigrati legali ed illegali.

Olio d'oliva genuino... . Ma chi si sara' mai reso conto che spremendo quei frutti amari, "lapposi," immangiabili allo stato naturale si potesse ottenere tale nettare? A lui (o lei) una statua, un monumento!
 
Io non ho capito quale sarebbe l'olio dei ricchi. Una bottiglia di eccellente Evo, costerà sempre meno di un buon ( non eccellente ) vino, con la differenza che l'olio extra super lo si consuma soprattutto a crudo e dura 1 mese o una settimana in una famiglia a cui piace mangiar bene e sano, una bottiglia di rosso finisce in una serata
 
Un po' di tempo fa ho annusato l'olio EVO di una nota azienda Italiana nella sua bottiglietta, e devo dire che ho annusato tutto tranne olio di oliva. Se potete comprate l'olio direttamente dai produttori, e conoscerete il vero sapore dell'olio d'oliva.
 
sicuro..ma meglio del nulla ci vuole poco. pure fossero alloctoni invasivi. ora non esiste copertura forestata. non c'è nulla. difficile da descrivere per chi non ha visto di persona
 
Una settimana... dipende 🤔... Se ad es. in 4 persone si cucina, e si usa solo l'olio EVO per cucinare... facciamo 4-5 giorni una bottiglia da 1l? (non parliamo, poi, delle fritture 🙄). Se uno ha i suoi olivi (come me 😉🙂), può farlo... Altrimenti: lardo, strutto, burro, olio di semi o olio EVO in offerta al supermercato (a 3 €/l : mah? 🤔... Secondo me, sono miscele di oli EVO comunitari e non comunitari... Poi, nessuno lo dice: è olio dell'anno? O, magari di due campagne fa, conservato in silos inox in atmosfera modificata... Boh?). Sto parlando di famiglie del ceto medio-basso. Io, per olio "da ricchi" intendevo l'EVO IGT, monovarietale, bio (e chi più ne ha, più ne metta 😁🙂). Certo, per un uso moderato solo a crudo, anche le famiglie dei ceti bassi possono comprare una bottiglia di EVO IGT dell'anno (magari dal produttore) a 10 €/750 ml, questo è vero... ma non per le cotture.
 
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