Purtroppo questa stagione e' funestata da incidenti venatori che vedon coinvolti giovani,i primi due eran battute al cinghiale quest'ultimo sembra un colpo accidentale i cui pallini rimbalzati a breve distanza contro un manufatto in cemento hanno ferito un bambino di 9 anni al collo e volto! Non s'e' capito bene se il colpo sia partito dal fucile del padre...non ci son altri particolari sulla dinamica ! Cmq notizia di oggi il bambino e' fuori pericolo e le ferite non sono gravi!

Questo,seppur statisticamente inferiore a qualsiasi casistica su' incidenti mortali di qualsivoglia attivita' umana.....scopre il fianco della nostra categoria agli attacchi dell'invasata rossa !Che se ne frega altamente della vita altrui...altrimenti metterebbe la stessa foga ...che so' : per i 7 morti del maltempo o per la tragica fine d'una povera 16enne sbandata per mano di spacciatori clandestini che dovevan esser espulsi da tempo !?!

In un paese sull'orlo del baratro.... un politico almeno prossimo alla coscienza del suo mandato avrebbe ben altri obbiettivi che quello unico,come fa' 'st' incosciente, di chiudere la caccia ! Che poi a dirla tutta l'ipocrisia che la caratterizza c'e' ben nota....ma il cavalcar questa litania evidentemente gli consente di galleggiare nella fogna della politica italiana .

Ovviamente nessuno s'arrende....ci mancherebbe...tantomeno a qualcuno alla disperata ricerca di visibilta' e che non sa' nemmeno cosa siano le tradizioni e i valori ad esse legate.

Saluti.
 
Novellino e Giovanni, mi state dicendo che i cacciatori italiani mediamente hanno la stessa preparazione nel maneggio armi, soprattutto rigato, dei loro colleghi europei ed americani? Io non ne sono convinto, se a voi sta bene la situazione attuale , pace, non vado oltre nel focalizzare l’attenzione sul problema, che nulla ha a che fare con la disponibilità di territorio ma con la scarsa preparazione dei soggetti che partecipano a forme di caccia spesso estranee alla loro cultura locale.[2]


p.s.: non avete risposto alla mia domanda.......
 
Non è tanto quello il problema... Un'arma è uno strumento nelle nostre mani da utilizzare con cura ed attenzione.
Io che ho fatto il militare nei VVF, non avendo maneggiato le armi, mi hanno fatto sparare qualche colpo al poligono di tiro con una carabina aria compressa da 4,5 per prendere l'abilitazione... (Del 1993) Ma il segreto sta sempre nell'usare il buon senso, come in tutte le cose. Purtroppo gli scellerati sono un po' ovunque. Poco tempo fa, mi trovavo in armeria e capitò un signore sulla sessantina.. mostrò il fucile all'armiere che avrebbe dovuto sistemare... quando andò ad aprire il carrello vi era una cartuccia in canna! Non sono permesse distrazioni maneggiando un'arma!
 
Io credo che il territorio ci sia, selvaggina pure, manca l unità del mondo venatorio!!
Dobbiamo avere la capacità di dire tu politico hai fatto una legge a favore della caccia, tu politico prenderai in modo certo e sicuro almeno 500 mila voti
Se ci vogliamo salvare ci salviamo così
Basta con ste cavolo di decisionismo interno, ha lacerato pure il pd
 
Grazie Giovanni per aver dato il tuo contributo e soprattutto per aver compreso il mio punto di vista sul problema sicurezza in Italia, dovuto principalmente a scarsa o inesistente preparazione all’uso delle armi. La stragrande maggioranza degli incidenti mortali avviene nella caccia agli ungulati in battuta, cinghiale, dove l’improvvisazione negli ultimi anni l’ha fatta da padrone , e ripeto la maggioranza dei cacciatori che oggi spara con la carabina mentre ieri tirava ai tordi NON HA ALCUNA PREPARAZIONE SULLE ARMI RIGATE! E non mi venite a dire che la partecipazione al corso per l’abilitazione alla caccia in battuta sia sufficiente, perché sarebbe una stronzata colossale e lo sapete!
Tale e tanta è l’attenzione degli americani verso la sicurezza che si sono accorti di un fenomeno paradossale: il giubbotto arancione è diventato un problema quando anni fa era stato la soluzione; perché? sembra che alcuni cacciatori non vedendo il colore arancione siano confortati dal fatto che non ci sia nessuno e quindi si sentono autorizzati a sparare! questo ho appreso, chiedo a Giovanni se gli risulta questa notizia.

Buona sera a tutti......Arsvenandi, credo che tu abbia centrato il vero problema che, secondo me, e' alla base della problematica sicurezza inerente alla battuta al cinghiale. Non e' per fare polemica (mi riferisco al pensiero di Novellino e di Walker) ma il problema, sempre se si parla di battute al cinghiale, non e' inerente alla scarsa estensione delle zone (quello casomai lo e' per altre forme di caccia tipo stanziale, migratoria, ecc. visto che hanno formato parchi, piu' del dovuto, nei luoghi piu' belli ed interessanti per queste tipologie) perche' ogni squadra di cinghialai, oggigiorno, ha le sue zone assegnate suddivise in ulteriori settori. Ogni battuta si svolge in un settore, sempre a seconda della presenza dei cinghiali e non in tutta la zona; quindi, almeno su' questo, i cinghialai hanno liberta' di movimento. Ogni volta che, purtroppo, succede un incidente piu' o meno grave, leggo quasi sempre (il quasi lo potrei anche togliere....) una discriminazione nei confronti della canna rigata quasi fosse il vero problema, non contando che la palla asciutta sparata in canna liscia e' molto piu' pericolosa per via dei rimbalzi; non lo dico perche' letto su' qualche rivista o riportato da altre persone, ma perche', nel corso di diversi anni (per l'esattezza 35), ho "assistito" a diversi rimbalzi di tali palle (se volete, sempre su' vostra richiesta, ve ne potrei descrivere alcuni). Il problema, ripeto sempre secondo me, e' la scarsa conoscenza e pratica nell'uso di determinate armi (includendo tutte e due le tipologie) utilizzate per questa forma di caccia. Oggi purtroppo la selvaggina (sia stanziale che migratoria) e' divenuta sempre piu' scarsa e sempre piu' soggetta ai cambiamenti ambientali e questo ha portato tanti cacciatori a "ripiegare" sulla caccia al cinghiale. Come dice giustamente Arsvenandi, pero', non e' ammissibile che si possa partecipare a questa caccia senza fare un corso "approfondito" sulle varie tematiche che la riguardano tipo: conoscenza e abitudini del selvatico stesso, conoscenza dettagliata delle varie armi e calibri utilizzabili inclusi i pro e i contro delle due tipologie (liscia e rigata), nozioni su' come impostare le battute in funzione del territorio e norme all'insegna della sicurezza, ecc. ecc. ed in ultimo prova pratica di maneggio e tiro. Mi e' capitato spesso di vedere giovani o meno giovani che alla prima licenza, sono corsi a comprare un fucile o una carabina senza aver mai sparato prima ed andare in battuta senza addirittura andare prima al poligono a fare le rispettive prove o semplicemente per tararle.....beh cosi' non va'. Sono sicuro che se ci fosse piu' conoscenza e preparazione per questa caccia, gli incidenti diminuirebbero di gran lunga; certo puo' sempre succedere la disgrazia o l'attimo del cog"""one che puo' capitare a chiunque, ma e' altrettanto vero che sarebbero molti di meno rispetto ad adesso.

Un saluto a tutti
Alberto
 
Ti ripeto...già nel primo messaggio ho specificato che il grado di preparazione sicuramente é da migliorare. Così come gli errori madornali e le disattenzioni vanno assolutamente evitate perché possono risultare fatali. Io solo dico che l'aspetto ambientale, se facciamo un discorso di comparazione numerica, non può non essere considerato; tutto qui.
 
Questa é una persona falsa e tendenziosa. Cosa vuoi commentare?! Nessuno le da retta.

Resta il fatto che la sicurezza a caccia, sia per noi che per gli altri, non é mai abbastanza. Saluti
 
Buona sera a tutti......Arsvenandi, credo che tu abbia centrato il vero problema che, secondo me, e' alla base della problematica sicurezza inerente alla battuta al cinghiale. Non e' per fare polemica (mi riferisco al pensiero di Novellino e di Walker) ma il problema, sempre se si parla di battute al cinghiale, non e' inerente alla scarsa estensione delle zone (quello casomai lo e' per altre forme di caccia tipo stanziale, migratoria, ecc. visto che hanno formato parchi, piu' del dovuto, nei luoghi piu' belli ed interessanti per queste tipologie) perche' ogni squadra di cinghialai, oggigiorno, ha le sue zone assegnate suddivise in ulteriori settori. Ogni battuta si svolge in un settore, sempre a seconda della presenza dei cinghiali e non in tutta la zona; quindi, almeno su' questo, i cinghialai hanno liberta' di movimento. Ogni volta che, purtroppo, succede un incidente piu' o meno grave, leggo quasi sempre (il quasi lo potrei anche togliere....) una discriminazione nei confronti della canna rigata quasi fosse il vero problema, non contando che la palla asciutta sparata in canna liscia e' molto piu' pericolosa per via dei rimbalzi; non lo dico perche' letto su' qualche rivista o riportato da altre persone, ma perche', nel corso di diversi anni (per l'esattezza 35), ho "assistito" a diversi rimbalzi di tali palle (se volete, sempre su' vostra richiesta, ve ne potrei descrivere alcuni). Il problema, ripeto sempre secondo me, e' la scarsa conoscenza e pratica nell'uso di determinate armi (includendo tutte e due le tipologie) utilizzate per questa forma di caccia. Oggi purtroppo la selvaggina (sia stanziale che migratoria) e' divenuta sempre piu' scarsa e sempre piu' soggetta ai cambiamenti ambientali e questo ha portato tanti cacciatori a "ripiegare" sulla caccia al cinghiale. Come dice giustamente Arsvenandi, pero', non e' ammissibile che si possa partecipare a questa caccia senza fare un corso "approfondito" sulle varie tematiche che la riguardano tipo: conoscenza e abitudini del selvatico stesso, conoscenza dettagliata delle varie armi e calibri utilizzabili inclusi i pro e i contro delle due tipologie (liscia e rigata), nozioni su' come impostare le battute in funzione del territorio e norme all'insegna della sicurezza, ecc. ecc. ed in ultimo prova pratica di maneggio e tiro. Mi e' capitato spesso di vedere giovani o meno giovani che alla prima licenza, sono corsi a comprare un fucile o una carabina senza aver mai sparato prima ed andare in battuta senza addirittura andare prima al poligono a fare le rispettive prove o semplicemente per tararle.....beh cosi' non va'. Sono sicuro che se ci fosse piu' conoscenza e preparazione per questa caccia, gli incidenti diminuirebbero di gran lunga; certo puo' sempre succedere la disgrazia o l'attimo del cog"""one che puo' capitare a chiunque, ma e' altrettanto vero che sarebbero molti di meno rispetto ad adesso.

Un saluto a tutti
Alberto

In Toscana per poterti iscrivere ad una squadra di caccia al cinghiale devi obbligatoriamente sostenere un corso di tre sedute sulla "caccia in battuta". Qui spiegano come cacciare "in sicurezza", cose da fare e non fare, normativa e nozioni sulle armi. Certo non basta a far si che non ci siano incidenti ma se si facesse ovunque sarebbe un buon punto di partenza.
 
Vero che negli U.S. l'affollamento venatorio e' molto meno frequente, ma soltanto nei terreni privati, dove non si puo' accedere senza il permesso del proprietario, e naturalmente il proprietario non permettera' mai aperture "tritacarne" come le ho viste in Italia "ai tempi miei." Nei terreni pubblici invece spesso l'affollamento c'e. Anche se ci sono milioni di ettari di terreno pubblico a disposizione, la stragrande maggioranza dei cacciatori caccia entro un miglio dalle strade e punti d'accesso, per pigrizia, mancanza di preparazione fisica, eta', o altre ragioni. Ma ci sono due fatti che meritano di essere considerati se si vuol fare un paragone fra Italia e U.S. in relazione ad incdenti mortali: 1. La stragrande maggioranza degli incidenti mortali negli U.S. non sono dovuti a ferite di arma da fuoco, ma a cadute, specialmente da "tree stands," quelle altane che consistono di una lunga scala metallica e di una piccola piattaforma appoggiata ad un albero da cui si cacciano i cervi. Io non so di nessuno dei miei amici cacciatori che sia mai stato ferito o ucciso da una palla o da una rosata di pallini, ed io ho cacciato in quattro stati diversi. Ma due anni fa ho perduto un caro amico e spesso compagno di caccia alle tortore, morto in seguito alla caduta da una di queste altane. 2. Da noi nella quasi totalita' degli stati possono cacciare anche i bambini, se sono grandi abbastanza da maneggiare un fucile. Parlo di bambini di 6 anni che cacciano minilepri e scoiattoli con una .22 LR o un .410, e di bambini e bambine che fanno caccia grossa a cervi e orsi neri a 8 o 9 anni, sparando carabine rigate a percussione centrale (quasi sempre un .243). Infatti in quasi tutti (se non tutti) gli stati non e' neanche necessario avere una licenza prima dei 16 anni compiuti, sebbene sia necessario l'aver passato un corso teorico/pratico di sicurezza, maneggio delle armi, e conoscenza della selvaggina. Mi figlia ha ucciso le prime anatre a 14 anni ed il primo cervo a 15. Ho cominciato ad addestrarla a sparare con un fucilino a colpo singolo cal. .22LR, e pistole cal. .22LR e 6,35 quando aveva 5 anni. A 11 o 12 anni rompeva 15 piattelli su 25 col mio Remington 11-87 cal. 12. E lei non e' stata un'eccezione. Tantissimi suoi coetanei hanno fatto lo stesso iter. Una mia studentessa di liceo a 14 anni incarniero' un orso polare. In Italia, sempre ai tempi miei, non c'era ne' corso ne' esame, e bisognava avere almeno 16 anni per la licenza. Oggi devi essere diciottenne. Eppure in Italiia di incidenti venatori dovuti all'uso sconsiderato delle armi ce ne sono tanti, troppi, se si considera l'eta' dei cacciatori che li provocano e il relativamente piccolo numero di cacciatori italiani.
Limito pero' questo discorso all'ambito della caccia. Da noi di incidenti mortali dovuti alle armi da fuoco ce ne sono tanti, ma quasi sempre dovuti alla stiupidaggine di adulti che lasciano armi cariche incustodite alla portata dei bambini, e anche perche' tanti adulti non insegnano ai figli il rispetto per le armi e come maneggiarle con sicurezza per se e per gli altri. Io poi sono totalmente contrario alle armi giocattolo, che mia figlia non ha mai posseduto. Questi simulacri di armi vere insegnano cattive abitudini, come puntarle addosso ad altri. Molto meglio portare un bambino al poligono o in campagna, insegnargli a maneggiare l'arma quando e' scarica, e poi fargliela sparare ad un melone per fargli rendere conto di che cosa farebbe alla testa di un altro bambino o di un adulto. Quando nel Montana ed in alaska insegnavo i corsi per l'abilitazione alla caccia a giovani e giovanissimi usavo sempre una collezione di diapositive di ferite da arma da fuoco. Certe erano orride, da far vomitare. Ma insegnava bene ai pargoli che con un'arma vera quando fai "Bang! Sei morto!" il compagno di giochi non si rialza piu' e fa un lago di sangue sul pavimento, magari con la faccia completamente distrutta da una pallottola o da uno sciame di pallini.
 
Grazie Giovanni per aver dato il tuo contributo e soprattutto per aver compreso il mio punto di vista sul problema sicurezza in Italia, dovuto principalmente a scarsa o inesistente preparazione all’uso delle armi. La stragrande maggioranza degli incidenti mortali avviene nella caccia agli ungulati in battuta, cinghiale, dove l’improvvisazione negli ultimi anni l’ha fatta da padrone , e ripeto la maggioranza dei cacciatori che oggi spara con la carabina mentre ieri tirava ai tordi NON HA ALCUNA PREPARAZIONE SULLE ARMI RIGATE! E non mi venite a dire che la partecipazione al corso per l’abilitazione alla caccia in battuta sia sufficiente, perché sarebbe una stronzata colossale e lo sapete!
Tale e tanta è l’attenzione degli americani verso la sicurezza che si sono accorti di un fenomeno paradossale: il giubbotto arancione è diventato un problema quando anni fa era stato la soluzione; perché? sembra che alcuni cacciatori non vedendo il colore arancione siano confortati dal fatto che non ci sia nessuno e quindi si sentono autorizzati a sparare! questo ho appreso, chiedo a Giovanni se gli risulta questa notizia.
 
La risposta alla tua domanda la trovi direttamente su questo forum leggendo i nei post le domande,aggiungendo che non vi è la cultura venatoria di un tempo dove pure se giravi le canne del fucile scarico verso qualcuno quando lo uscivi dal fodero lo posavi lo mettevi lo pulivi o in altre occasioni erano c@@@, la stesa cosa vale per abitudine di sparare la marbizza quando passa bassa fra un olivo e l'altro non si spara xchè si prende la pianta se non si ha quest'accortezza quando sei in mezzo agli agrumi e ti sfila in mezzo e la spari hai sparato basso in automatico la rosata si allarga è le imprecazioni la mattina vanno per mari e per monti o quando cammina e il fucile lo appoggi sopra la spalla senti un rumore ti giri e lo sbatti al compagno accanto a te, ecc ecc sono tutte cose che se vieni da una famiglia di cacciatori li apprendi quando vai col loro e te li insegnano se non vieni da essi chi te l'insegna, poi c'è la fretta di sparare la peggiore bestia nera che ti fa sbagliare è sparare alla ca@@@@@, la legge dice che ti devi fare accompagnare lo dice apposta per farti apprendere di più se poi capiti con dei sparatori il discorso cambia, c'è da dire altro come si ha la superficialità di guidare un auto alla c@@@ sbronzi là si ha pure nell'arma come su altre cose della vita. La domanda è un altra forse xchè prima non accadevano con questa frequenza ed ora si? Xchè vuol dire che l'ho hai fatto altre volte ti è andata sempre bene e nessuno che ti stava accanto amico padre eccc o il tuo capo caccia non ti ha preso ha ........
 
Grazie Giovanni per aver dato il tuo contributo e soprattutto per aver compreso il mio punto di vista sul problema sicurezza in Italia, dovuto principalmente a scarsa o inesistente preparazione all’uso delle armi. La stragrande maggioranza degli incidenti mortali avviene nella caccia agli ungulati in battuta, cinghiale, dove l’improvvisazione negli ultimi anni l’ha fatta da padrone , e ripeto la maggioranza dei cacciatori che oggi spara con la carabina mentre ieri tirava ai tordi NON HA ALCUNA PREPARAZIONE SULLE ARMI RIGATE! E non mi venite a dire che la partecipazione al corso per l’abilitazione alla caccia in battuta sia sufficiente, perché sarebbe una stronzata colossale e lo sapete!
Tale e tanta è l’attenzione degli americani verso la sicurezza che si sono accorti di un fenomeno paradossale: il giubbotto arancione è diventato un problema quando anni fa era stato la soluzione; perché? sembra che alcuni cacciatori non vedendo il colore arancione siano confortati dal fatto che non ci sia nessuno e quindi si sentono autorizzati a sparare! questo ho appreso, chiedo a Giovanni se gli risulta questa notizia.

Mah! Mai letto o sentito. Cio' non vuol dire che non sia vero, ma se lo fosse ne sarei al corrente, credo. Qui il giubbotto o il cappello arancione fluorescente e' obbligatorio per tutte le cacce meno quelle a uccelli migratori e tortore o ai nocivi alati e ai tacchini. Hai una fonte attendibile?
 
La risposta alla tua domanda la trovi direttamente su questo forum leggendo i nei post le domande,aggiungendo che non vi è la cultura venatoria di un tempo dove pure se giravi le canne del fucile scarico verso qualcuno quando lo uscivi dal fodero lo posavi lo mettevi lo pulivi o in altre occasioni erano c@@@, la stesa cosa vale per abitudine di sparare la marbizza quando passa bassa fra un olivo e l'altro non si spara xchè si prende la pianta se non si ha quest'accortezza quando sei in mezzo agli agrumi e ti sfila in mezzo e la spari hai sparato basso in automatico la rosata si allarga è le imprecazioni la mattina vanno per mari e per monti o quando cammina e il fucile lo appoggi sopra la spalla senti un rumore ti giri e lo sbatti al compagno accanto a te, ecc ecc sono tutte cose che se vieni da una famiglia di cacciatori li apprendi quando vai col loro e te li insegnano se non vieni da essi chi te l'insegna, poi c'è la fretta di sparare la peggiore bestia nera che ti fa sbagliare è sparare alla ca@@@@@, la legge dice che ti devi fare accompagnare lo dice apposta per farti apprendere di più se poi capiti con dei sparatori il discorso cambia, c'è da dire altro come si ha la superficialità di guidare un auto alla c@@@ sbronzi là si ha pure nell'arma come su altre cose della vita. La domanda è un altra forse xchè prima non accadevano con questa frequenza ed ora si? Xchè vuol dire che l'ho hai fatto altre volte ti è andata sempre bene e nessuno che ti stava accanto amico padre eccc o il tuo capo caccia non ti ha preso ha ........

Comunque che le cose siano peggiori adesso (in Italia) di come lo fossero un tempo e' discutibile. Negli anni fra le due guerre e nel dopoguerra dopo la Seconda Spiacevolezza Mondiale e fino agli anni '60, quando la caccia primaverile a mare alle quaglie era ancora permessa, le impallinate in faccia erano all'ordine del giorno, poiche' in genere le quaglie volano ad altezza d'uomo, e tanti, ma tanti imbeci11i garellosi volevano evitare che qualcun altro sparasse alla quaglia o che entrava o che era stata levata dal cane e sparavano prima di controllare che non ci fosse nessuno lungo il tragitto dei pallini. Mio padre era andato soltanto una volta a caccia sui tomboleti di Torvaianica e dintorni, e giuro' che non ci sarebbe mai tornato. E mai ci torno', proprio per via di schioppettate che quasi gli arrivarono addosso. Io stesso, molti anni dopo, nel 67, a San Clemente di Leonessa, se non avessi fatto un salto da olimpionico mi sarei beccato in pieno una schioppettata tirata da un ternano ad una quaglia che si dirigeva verso di me. Eppure ero visibilissimo e il ternano era a venticinque metri da me. La rosata prese in pieno la quaglia e fece una bella nuvola di polvere dove ero stato io fino a un secondo prima. Qualche anno dopo mi presi un pallino su un labbro perche' un bruciasiepi aveva sparato ad un uccellino posato su un cespuglio senza curarsi se ci fosse qualcuno dall'altro lato. Fortuna che ero a una sessantina di metri dal forsennato e il pallino, pur facendomi abbastanza male, non penetro'. E una volta, in riserva, uno degli invitati cerco' di fregarmi un fagiano che mi era frullato da sotto i piedi. Era a una settantina di metri da me, alla mia sinistra, e manco' il fagiano ma prese me. Ma i pallini non penetrarono i pesanti vestiti da caccia che indossavo. Per la cronaca, il fagiano lo feci fuori io, dopo essermi ripreso dalla sorpresa, quando mi era gia' quasi fuori tiro.
 
In Toscana per poterti iscrivere ad una squadra di caccia al cinghiale devi obbligatoriamente sostenere un corso di tre sedute sulla "caccia in battuta". Qui spiegano come cacciare "in sicurezza", cose da fare e non fare, normativa e nozioni sulle armi. Certo non basta a far si che non ci siano incidenti ma se si facesse ovunque sarebbe un buon punto di partenza.

Ciao Novellino, dei corsi in Toscana obbligatori per iscriversi ad una squadra ne ero a conoscenza (e ci mancherebbe, la Toscana e' la Mamma dei cinghialari.....soprattutto nella Maremma) ma purtroppo non lo sono in parecchie regioni d'Italia. Dici di aver sostenuto un corso di tre sedute, non ti offendere (visto che ti ho gia' chiamato in causa in merito alla problematica dellp spazio disponibile per la caccia) ma, anche se non ho frequentato questo corso e non volendo mettere in discussione la validita' dello stesso, io lo ritengo insufficiente per poter trasmettere le necessarie nozioni soprattutto perche' gli argomenti da trattare sono diversi e per poterli approfondire, tre sedute, sempre secondo me, non possono bastare. Ti faccio un esempio: circa vent'anni fa' partecipai ad un corso per la caccia di selezione al cinghiale e nocivi (volpi e corvidi), con relativo esame finale a quiz. Questo corso fu' fatto in collaborazione con l'INFS (istituto nazionale fauna selvatica) e malgrado la sua durata fosse stata di quattro giorni, mattina e pomeriggio, gli argomenti trattati furono solamente quelli. Ora, converrai con me, che tre sole sedute non possono bastare (visto anche il numero di argomenti da trattare) se l'intento e' quello di trasmettere, in maniera approfondita, una giusta preparazione a cacciatori che con questa caccia non hanno mai condiviso nulla, anche e soprattutto, perche' questa caccia e' una realta' "nuova" per la maggior parte delle regioni (questo nessuno lo ammette) quindi, per forza di cose, dovrebbero essere di maggior durata, piu' completi ed approfonditi. Rendendo corsi del genere "obbligatori in tutte le regioni", sempre secondo me, si otterrebbero due risultati: il primo e' scontato, ed e' quello motivo di discussione di questo tread, il secondo e' che si otterrebbe una "selezione" naturale dei cacciatori stessi che vogliono intraprendere questa tipologia di caccia. Come abbiamo gia' detto, parecchi (forse troppi) hanno "ripiegato" su' questa caccia per mancanza o diminuizione di altri selvatici e anche se non hanno la necessaria passione o voglia di sacrificarsi, lo fanno solamente per la bustarella di ciccia; queste persone ti assicuro che, prima di affrontare un corso del genere, si farebbero subito i rispettivi conti sul da farsi e molti di loro (di questo ne sono matematicamente sicuro) desisterebbero dall'affrontarlo lasciando spazio a cacciatori "piu' qualificati".

Un saluto
Alberto

NB- Ripeto, rispetto massimo per te.... io parlo in generale!!!!
 
Sparatori infatti vostro padre non è più
andato è il balzo che avete fatto voi o il pallino nel labbro sono tutti cose dettate da fretta e superficialità di usare un'arma, pure io ai campi di brandano quando avevo 12 anni mentre recuperavo 1 allodola la prima cosa che ho sentito è stato il grido di mio padre che mi stava osservando e aveva capito tutto di quello che stava accadendo poi il colpo è un bruciore alla gamba che non capivo mi giro guardo mio padre che gesticolava gridando in aramaico mi rigiro da dove proveniva il colpo e vedo un signore che se la fila per sotto un pallino nella coscia sinistra aveva bucato i jeans affossando a filo carne
 
Per la cronaca: in stanza armi e caricamenti ho dovuto spiegare ad un utente come si scarica un A301, nessuno glielo aveva mai spiegato, e non è un neo cacciatore.
Di che stiamo parlando?!?!?!?
 
Mettigli in mano un rigato o normale con cartuccia a palla aggiungi che i nostri territori sono molto accidentati con molte variabili fin quando va bene tutto ok quando no ............, cosa si dovrebbe fare un corso specifico per la carabina con relativo esame X il rigato o vietare il rigato dove non vi è la necessità o altane come qualcuno ha già detto in precedenza?
 
Si ok, va bene non arrendiamoci, ma una seria riflessione interna la vogliamo fare? Anche se gli incidenti mortali non sono aumentati quest’anno è comunque preoccupante la percentuale rispetto al numero di licenze attive, se ci paragoniamo ad altri paesi potrei dire imbarazzante. Ho appreso recentemente che rispetto agli USA che contano 22milioni di cacciatori attivi , noi abbiamo incidenti mortali 3 volte superiori, infatti in termini percentuali su 500mila cacciatori in Italia si verificano circa 50 decessi contro gli appena 75 degli USA e di questi 75 la maggior parte per colpa propria e non durante l’azione venatoria, stiamo parlando dello 0,001% italiano che se applicato agli americani porterebbe a 220 decessi invece di 75 , capite che non si può più restare inermi e bisogna fare cose serie per limitare gli incidenti alla sola casualità “divina” e non umana.
 
Stiamo parlandi di 2 realtà completamente differenti. Noi cacciamo in ambienti ristretti per usare un eufemismo, a stretto contatto con abitanti, fungaioli, bykers, escursionisti e altri cacciatori, in un contesto del genere è molto più semplice che si verifichino incidenti rispetto a quando intorno a te hai solo il bosco e gli animali. Senza contare che le tipologie di caccia e la struttura della popolazione dei cacciatori é molto diversa.
 
In Italia il ministero dei beni culturali ha il bilancio più basso di tutti e sapete perchè?
Perchè le statue non votano.
Non sono impazzito ma semplicemnete cito questo esempio per dire di come il consenso politico e il voto di scambio da sempre hanno eletto a santo l'elettore che migra verso una forza politica rispetto all'altra e per indurlo a ciò ogni arma è lecita.
Quando un tempo andare a caccia era normale e nessuno pensava male di noi, quale forza politica avrebbe cavalcato la tigre dell'ambientalismo più becero e falso?
Nessuna, perchè gli italiani erano diversi e ragionavano ancora un pò con le loro teste.
Oggi fra verdi , vegani ,ambientalisti e chi più più ne ha più ne metta hanno compreso a pieno che gli animali fanno avere consenso e di conseguenza si straparla a vanvera e in mala fede.
Quante volte si sono viste foto di uccellaggione o di evidenti reati di bracconaggio, spacciati per la nobile arte venatoria?
Con chiunque parli, sapendo che sono un cacciatore, mi cita queste emerite str--ate senza ammetter replica da parte mia , oramai non cerco neanche più di spiegare le mie ragioni, tanto non mi ascoltano e si limitano a cercare di impormi la loro verità assoluta.
In altre nazione vedi i sempre citati USA, è normale che un ragazzino spari con la 22 agli scoiattoli o altre piccole prede, qui sarebbe impensabile a parte che il calibro è vietato, ma il malcapitato genitore finirebbe in gattabuia.
Da piccolo vedevo babbo andare a caccia e sognavo il momento di poterlo imitare, cosa che poi è successa, oggi l'età media dei cacciatori è alta e senza fare pronostici troppi spaventoli, temo che fra una ventina d'anni la caccia sarà solo un ricordo.
Visto che vado per i 61 non so se ci sarò, ma spero proprio che il nostro meraviglioso mondo rimanga vivo e vegeto per sempre.
Certo continuano a metter tanti e tali laccioli e noie burocratiche, senza contare le tasse troppe elevate, e la penuria di molti tipi di selvaggina e del territtorio sempre più urbanizzato e antropizzato, che ci vuole veramente una gran passione per non appendere il fucile al chiodo e probabilmente a parte le pseudo riserve venatorie, è grazie ai cinniali che molti ancora non demordono.
Chi vivrà vedrà.
Beccaccione
 
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