Da reati penali a sanzioni amministrative

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Lo schema di decreto legislativo trasmesso dal Ministro Prestigiacomo alle Commissioni competenti che recepisce le direttiva europea sui reati ambientali, è di nuovo nel mirino della Lav, che spiega nel dettaglio la sua contrarietà al provvedimento.

"Oltre alla deregulation generale per la fauna selvatica protetta le cui sanzioni penali sono di partenza minori - si legge nella nota dell'Ufficio legale dell'associazione animalista - , va sottolineato che tutte queste nuove sanzioni sono oblazionabili ai sensi dell’art. 162 e 162/bis Codice Penale, perché punite solo con ammenda oppure con arresto alternativo all'ammenda". "Ciò significa - spiega ancora l'associazione - che prima del processo penale o del decreto penale di condanna il responsabile può chiedere di essere ammesso a pagare una somma in via amministrativa. Per le contravvenzioni che prevedono la pena dell’ammenda, i contravventori se la caverebbero pagando in via amministrativa la terza parte del massimo dell’ammenda prevista; laddove invece tale reato contravvenzione prevede (di facciata) la pena dell’arresto o dell’ammenda, di fatto l’arresto scomparirebbe e pagando la metà del massimo dell’ammenda in via amministrative si uscirebbe fuori dall’ambito penale. In ambedue i casi il reato si estinguerebbe, e la violazione penale verrebbe completamente cancellata".

"Di fatto - conclude - si tratta di sanzioni amministrative spacciate per penali a livello di pura forma: chi, una volta denunciato, non sceglierebbe di pagare pochi soldi in via amministrativa per esonerarsi dalla sanzione penale anche detentiva? In questo modo la fauna 'protetta' diventerebbe sempre meno protetta, praticamente fauna da serie 'C'!”


http://www.bighunter.it/Natura/Archivio ... fault.aspx

Risposta della Prestigiacomo [sportschiri.gif]

''Nessuno 'sconto' di pena è possibile per chi caccia specie protette. Evidentemente il testo che recepisce la direttiva europea va coordinato con la normativa vigente con la caccia e comunque non è pensabile che si renda la vita più facile a chi caccia di frodo specie protette''.

Ha chiarito così Stefania Prestigiacomo il qui pro quo nato con le associazioni ambientaliste, che all'indomani della presentazione dello schema di decreto sui reati ambientali, hanno attaccato il Ministro per aver dimezzato le pene a carico di chi uccide animali protetti.

La Prestigiacomo ha voluto ribadire la propria posizione aggiungendo anche che "il Ministero dell'Ambiente ha sostenuto l'anno scorso una dura battaglia per non far passare ampliamenti del periodo di caccia e non potrebbe mai oggi alleggerire le pene per i cacciatori fuori legge. Coordineremo il testo con le norme vigenti sulla caccia''.


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