Enzo, io la tua soluzione l'ho capita ed è chiaro che ha una sua logica. È indubbio che rendere la caccia un affare economicamente vantaggioso in maniera diffusa per i nostri ospiti sarebbe utile a salvaguardarla. Difenderla non sarebbe più solo una nostra esclusiva incombenza. Mi sembra altrettanto chiaro, però, che l'abolizione pura e semplice dell'842 non sortirebbe quell' effetto. Necessiterebbe una riforma radicale dell'intera normativa sulla caccia. Nella quale a noi e ai proprietari dei fondi sia data decisiva voce in capitolo, in uno con interlocutori pronti ad ascoltarci. Già questo, oggi, mi pare un ostacolo insormontabile. Non solo per noi. Già contadini e allevatori non li considera nessuno. Sono costretti a distruggere i loro prodotti per spuntare un prezzo remunerativo. Tu credi che sarebbero meglio ascoltati per la gestione venatoria? Io, purtroppo, non lo credo. Ecco perché, allo stato, ritengo fondamentale la difesa dell'842. Se perdiamo quello, senza ottenere nulla di concreto e duraturo in cambio, perdiamo la caccia. È paura? Certo, quella di non poter più esercitare la passione della mia vita. E quella di non permettere ai miei figli, se l'avranno anche loro, di esercitarla. Soluzioni alternative? Parliamone. Sono il primo a dire che a caccia come negli anni 80 non si può più andare. È una fortuna che avete avuto voi. Io no. Come molte altre perse dalla mia generazione.