STRALCIO DAL TACCUINO: CACCIA ITALIANA “QUO VADIS ?”
Scrivere l’editoriale questa volta? Basterebbe fare il “collage” dei tanti interventi apparsi sul sito. Metteremo pertanto nel “Taccuino” tanto del “vostro” e poco del “nostro”. Ma ci consoliamo perchè sappiamo bene che tutto appartiene al “cuore” ed ai “sentimenti” che sono propri e peculiari dei componenti dell’autentica base venatoria. Quella che non ha poltrone, interessi politici da difendere. Quella delle persone oneste e libere che lavorano, che si danno da fare, e che lottano ogni giorno per sopravvivere.
Che fare? Seguitare a prendersela con il Ministro Brambilla? Con Berlusconi ? Con alcuni esponenti del PD che consigliano il ritiro della proposta Orsi , che giustamente il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, intende rottamare? O con la Lega che ha parole difende la caccia, ma che in realtà nel Consiglio dei Ministri tenutosi il 22 ottobre 2010, non è riuscita per mezzo dei due suoi Ministri, di cui uno è addirittura segretario del partito (Bossi) e l’altro è uno degli esponenti di punta ( Calderoli), a far assumere dal Consiglio stesso nessuna decisione riguardo alla necessità di non impugnare presso la Corte Costituzionale la legge lombarda n.16/2010? O con Di Pietro che sulla caccia collega la spina ad una presa che genera una corrente alternata?
Ai problemi si risponde con delle proposte. Essi ormai non sono più di destra o di sinistra. Sono solo problemi. Ed i cittadini ne pretendono la risoluzione.
Certo i fatti sono presenti con tutta la loro crudezza. I cacciatori si sono ridotti di più di un milione negli ultimi quindici anni; in data 15 luglio 2009 le federazioni venatorie quelle riconosciute e non hanno sottoscritto un documento comune per la riforma della legge 157/92 che è restato lettera morta; il Governo, in questi due anni, con due Ministri , uno del MPAFF ed uno di Miniambiente non ha mosso un dito; il Presidente del Consiglio ha la memoria corta, si dimentica del suo programma elettorale. Perché il Governo si comporta in questo modo? La risposta è facile. L’opposizione non difende sul serio gli interessi venatori e quindi l’esecutivo ha tutta l’agibilità politica di mettersi contro un blocco sociale di Italiani che supera i due milioni di persone. Questo è un discorso qualunquista? Non scherziamo! Questa è la verità! Un dato di fatto incontrovertibile. Queste cose succedono solo in Italia. In Europa, e possiamo dirlo per conoscenza diretta, e non per sentito dire, l’attività venatoria è rispettata, aiutata dai Governi e dai Cittadini.
Le colpe ? A che serve farne l’elenco. Occorre ripartire e lottare. Fanno sorridere i recenti comunicati delle Associazioni Venatorie, sempre uguali. Solite parole. Nulla di nuovo all’orizzonte. E come il “breviario” che i parroci leggono ogni giorno.
Caccia e Ambiente ed Italia Federale, (della quale non facciamo parte), che sembrano avere preso a cuore gli interessi dei cacciatori, d’intesa e con l’aiuto della base venatoria che si esprime sull’intera rete Internet, autoconvochino a primavera del 2011 GLI STATI GENERALI DELLA CACCIA ITALIANA in una Città Italiana, all’interno di un Teatro, di un cinema, o di un palazzetto dello Sport. E l’unica risposta credibile per fronteggiare la situazione. Tutti debbono essere invitati, perché l’iniziativa non è “contro” qualcosa ma “per qualcosa”: Governo,Regioni, Province, Associazioni Venatorie, Agricole ed Ambientaliste, Partiti Politici e tutte le varie articolazioni economiche correlate alla caccia a partire da CNCN. Una volta tanto questi soggetti dovranno prima ascoltare e poi parlare. Protagonista deve essere chi non ha avuto mai voce, chi è stato sempre in trincea. Certo nulla sarà più come prima. Ma per questo a nostro avviso occorrerà stilare un MANIFESTO PER LA RIFONDAZIONE DELLA CACCIA ITALIANA.
I titoli ormai sono noti. Unica Associazione Venatoria che “condizioni” la politica e non ne sia “condizionata”, che si finanzia attraverso il versamento volontario degli iscritti. Elezione degli organismi dirigenti a tutti i livelli mediante la partecipazione diretta degli iscritti con voto segreto, con un quota obbligatoria nelle liste di donne cacciatrici. Abolizione totale delle indennità di carica e riconoscimento del solo rimborso spese per l’esercizio delle funzioni. Creazione di un Ufficio studi. Certificazione dei bilanci con il concorso di una Società esterna ed indipendente; cessazione per legge del riconoscimento ministeriale; “Grenelle” Italiana con gli Agricoltori e gli Ambientalisti che porti a soluzioni concrete e sottoscritte; sburocratizzazione della caccia; abolizione totale degli ATC con il passaggio delle competenze alle province; mobilità venatoria su tutto il territorio nazionale per tempi determinati ; sentinella ambientale; Scuola della Caccia e della Flora; calendario unico della selvaggina migratoria; nuova legislazione nazionale per le deroghe; Agenzia per la tutela ed il prelievo sostenibile della fauna selvatica con azzeramento del settore all’interno dell’ISPRA, che attua, d’intesa con le Regioni, anche il monitoraggio ed i censimenti delle quantità di fauna stanziale prodotta e prelevata ; tre osservatori ornitologici localizzati al nord, centro, sud ed isole; revisione della legge 394/91; riperimetrazione dei territori da adibire per legge alla caccia, convenzione con la Protezione Civile e con il Ministero dell’Istruzione per favorire il volontariato venatorio e le conoscenza ambientali nelle scuole Italiane; riunificazione in materia venatoria delle competenze in un unico Ministero del Mpaaf con un potenziamento concreto delle strutture amministrative, RINEGOZIAZIONE DEI DATI ORNIS A LIVELLO EUROPEO; sostegno al comitato già costituito per la promozione della cultura rurale; convenzione operativa con Federfauna; misure ed incentivi economici per favorire l’accesso dei giovani alla pratica venatoria; convenzioni operative con le associazioni nazionali dei pescatori e di tutte quelle interessate ad attività che prefigurano il loro svolgimento all’aria aperta.
La parola caccia, dovrà tornare familiare nell’immaginario collettivo della gente. Essa dovrà sempre accompagnarsi con idonee manifestazioni che trattano temi che interessano l’ambiente e la sua salvaguardia. Occorre essere al tempo stesso rigidi e flessibili. Cercare alleanze, pur mantenendo una rigorosa autonomia ed indipendenza. Il bilancio sarà positivo se di anno in anno anche un solo cacciatore aumenterà!
E naturale che durante lo svolgimento degli Stati Generali, dovrà essere inserito nel Manifesto di Rifondazione della caccia Italiana, tutta la declaratoria relativa alle azioni democraticamente possibili, per poter giungere alla costituzione dell’Associazione Unica, che la stragrande maggioranza dei cacciatori italiani ormai invoca a gran voce.
Coraggio, l’appello adesso c’è ed è concreto. Abbiamo ormai consumato più di 50 anni di lotte a favore della nostra passione. Si passi dalle parole ai fatti. Lottare e Lottare. Meno lamenti e più lavoro.
ANTONIO PINOTTI