CACCIA ITALIANA QUOVADIS (Dove vai)

Re: CACCIA ITALIANA QUOVADIS (Dove vai)

Sono totalmente daccordo con GGRAMOLI , tuttavia sono sicuro che tutto quello che auspichi non succederà mai è le responsabilità sono solo nostre che siamo divisi, non prendiamo iniziativa e ci facciamo molto spesso influenzare dal politico di turno che ci promette ora quello ora questo, lo stesso partito dei cacciatori di cui ho sentito parlare non rappresenta nessuno di noi sono i soliti che vogliono posizionere il loro fondoschiena su qualche bella poltrona magari proprio alla faccia nostra che li votiamo altrimenti avrebbero fatto delle primarie o altro per determinare chi deve essere il presidente e tutti i sottoposti, invece tutto questo non mi risulta, comunque spero con tutto me stesso di sbagliarmi e continuero per quanto mi sia possibile di scegliere sempre per il meglio per salvagurdare la nostra grande passione.
 
Re: CACCIA ITALIANA QUOVADIS (Dove vai)

Bene, caro ggramoli, sai che ti stimo veramente molto come persona e cacciatore, come sipe ed altri, c'è una lunga lista della spesa-obiettivi quasi tutti meritevoli di entusiasmo se POLITICAMENTE raggiungibili, ma aldilà delle dubbie modalità di confronto intrapresa con le aavv che hanno comunque la maggioranza degli iscritti ..... e della politica-relazioni agricole-ecc., con riferimento anche solo ad un punto qui dibattuto:
veramente si pensa che dando le responsabilità gestionali alle province (pubblico) ed ai loro operatori in più poi necessari, alla burocrazia de facto incontrollabile, ergo soldi all'inefficienza pubblica storicamente consolidata, ..... si crede che li spendano meglio o si ottengano risultati venatori migliori rispetto agli Atc oppure è molto più probabile che li destinino x chiudere qualche buco di bilancio che tutte hanno magari nei danni agricoli, nelle tabellazioni dei parchi non fatte, in opere di carrozzabilità agricola, in torrette varie, ecc. od in assunzioni di altre guardie-costi-clientelismo in più ..... e meno stanziale lanciata ???
Sono lontanissimo sul tema, così come non vedo una priorità chiara di interventi e di obiettivi ..... c'è solo una genericità letta di intenti che disperde solo e rende inutili anche managerialmente le limitatissime risorse quantitative a ns disposizione, finanziarie-politiche-rappresentantive-idee stesse.

Pochi obiettivi chiari e prioritari da condividere con le aavv e x un confronto col mondo agricolo x me sono una migliore base di "consenso" e "motivazione": mobilitazione e partecipazione dal basso conseguente, lotta politica x essi e si cerca di raggiungerli ..... e, SE si raggiungono, si fa la seconda lista ..... xchè spesso alcuni rappresentano istanze ampiamente minoritarie e territoriali ben localizzate ..... o generalistiche che vanno invece contro all'indispensabile specializzazione venatoria x gestire al meglio il territorio disponibile che NON tornerà indietro, ma si ridurrà sempre più x l'antropizzazione inesorabile.
I proclami, i manifesti, sono ampiamente superati ..... dalla storia e dalle ns sconfitte ,,,,, roba vecchia, sorry.
Se sono pronto a criticare e dialogare è x chè mi interessa capire, NON xchè sono negativo o destruens verso ciò, ma di "dilettanti pseudoamici" x la caccia ne ho visti troppi al solo fine individuale...... politico.
 

ggramoli

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STRALCIO DAL TACCUINO: CACCIA ITALIANA “QUO VADIS ?”


Scrivere l’editoriale questa volta? Basterebbe fare il “collage” dei tanti interventi apparsi sul sito. Metteremo pertanto nel “Taccuino” tanto del “vostro” e poco del “nostro”. Ma ci consoliamo perchè sappiamo bene che tutto appartiene al “cuore” ed ai “sentimenti” che sono propri e peculiari dei componenti dell’autentica base venatoria. Quella che non ha poltrone, interessi politici da difendere. Quella delle persone oneste e libere che lavorano, che si danno da fare, e che lottano ogni giorno per sopravvivere.

Che fare? Seguitare a prendersela con il Ministro Brambilla? Con Berlusconi ? Con alcuni esponenti del PD che consigliano il ritiro della proposta Orsi , che giustamente il Sindaco di Firenze Matteo Renzi, intende rottamare? O con la Lega che ha parole difende la caccia, ma che in realtà nel Consiglio dei Ministri tenutosi il 22 ottobre 2010, non è riuscita per mezzo dei due suoi Ministri, di cui uno è addirittura segretario del partito (Bossi) e l’altro è uno degli esponenti di punta ( Calderoli), a far assumere dal Consiglio stesso nessuna decisione riguardo alla necessità di non impugnare presso la Corte Costituzionale la legge lombarda n.16/2010? O con Di Pietro che sulla caccia collega la spina ad una presa che genera una corrente alternata?

Ai problemi si risponde con delle proposte. Essi ormai non sono più di destra o di sinistra. Sono solo problemi. Ed i cittadini ne pretendono la risoluzione.

Certo i fatti sono presenti con tutta la loro crudezza. I cacciatori si sono ridotti di più di un milione negli ultimi quindici anni; in data 15 luglio 2009 le federazioni venatorie quelle riconosciute e non hanno sottoscritto un documento comune per la riforma della legge 157/92 che è restato lettera morta; il Governo, in questi due anni, con due Ministri , uno del MPAFF ed uno di Miniambiente non ha mosso un dito; il Presidente del Consiglio ha la memoria corta, si dimentica del suo programma elettorale. Perché il Governo si comporta in questo modo? La risposta è facile. L’opposizione non difende sul serio gli interessi venatori e quindi l’esecutivo ha tutta l’agibilità politica di mettersi contro un blocco sociale di Italiani che supera i due milioni di persone. Questo è un discorso qualunquista? Non scherziamo! Questa è la verità! Un dato di fatto incontrovertibile. Queste cose succedono solo in Italia. In Europa, e possiamo dirlo per conoscenza diretta, e non per sentito dire, l’attività venatoria è rispettata, aiutata dai Governi e dai Cittadini.

Le colpe ? A che serve farne l’elenco. Occorre ripartire e lottare. Fanno sorridere i recenti comunicati delle Associazioni Venatorie, sempre uguali. Solite parole. Nulla di nuovo all’orizzonte. E come il “breviario” che i parroci leggono ogni giorno.

Caccia e Ambiente ed Italia Federale, (della quale non facciamo parte), che sembrano avere preso a cuore gli interessi dei cacciatori, d’intesa e con l’aiuto della base venatoria che si esprime sull’intera rete Internet, autoconvochino a primavera del 2011 GLI STATI GENERALI DELLA CACCIA ITALIANA in una Città Italiana, all’interno di un Teatro, di un cinema, o di un palazzetto dello Sport. E l’unica risposta credibile per fronteggiare la situazione. Tutti debbono essere invitati, perché l’iniziativa non è “contro” qualcosa ma “per qualcosa”: Governo,Regioni, Province, Associazioni Venatorie, Agricole ed Ambientaliste, Partiti Politici e tutte le varie articolazioni economiche correlate alla caccia a partire da CNCN. Una volta tanto questi soggetti dovranno prima ascoltare e poi parlare. Protagonista deve essere chi non ha avuto mai voce, chi è stato sempre in trincea. Certo nulla sarà più come prima. Ma per questo a nostro avviso occorrerà stilare un MANIFESTO PER LA RIFONDAZIONE DELLA CACCIA ITALIANA.

I titoli ormai sono noti. Unica Associazione Venatoria che “condizioni” la politica e non ne sia “condizionata”, che si finanzia attraverso il versamento volontario degli iscritti. Elezione degli organismi dirigenti a tutti i livelli mediante la partecipazione diretta degli iscritti con voto segreto, con un quota obbligatoria nelle liste di donne cacciatrici. Abolizione totale delle indennità di carica e riconoscimento del solo rimborso spese per l’esercizio delle funzioni. Creazione di un Ufficio studi. Certificazione dei bilanci con il concorso di una Società esterna ed indipendente; cessazione per legge del riconoscimento ministeriale; “Grenelle” Italiana con gli Agricoltori e gli Ambientalisti che porti a soluzioni concrete e sottoscritte; sburocratizzazione della caccia; abolizione totale degli ATC con il passaggio delle competenze alle province; mobilità venatoria su tutto il territorio nazionale per tempi determinati ; sentinella ambientale; Scuola della Caccia e della Flora; calendario unico della selvaggina migratoria; nuova legislazione nazionale per le deroghe; Agenzia per la tutela ed il prelievo sostenibile della fauna selvatica con azzeramento del settore all’interno dell’ISPRA, che attua, d’intesa con le Regioni, anche il monitoraggio ed i censimenti delle quantità di fauna stanziale prodotta e prelevata ; tre osservatori ornitologici localizzati al nord, centro, sud ed isole; revisione della legge 394/91; riperimetrazione dei territori da adibire per legge alla caccia, convenzione con la Protezione Civile e con il Ministero dell’Istruzione per favorire il volontariato venatorio e le conoscenza ambientali nelle scuole Italiane; riunificazione in materia venatoria delle competenze in un unico Ministero del Mpaaf con un potenziamento concreto delle strutture amministrative, RINEGOZIAZIONE DEI DATI ORNIS A LIVELLO EUROPEO; sostegno al comitato già costituito per la promozione della cultura rurale; convenzione operativa con Federfauna; misure ed incentivi economici per favorire l’accesso dei giovani alla pratica venatoria; convenzioni operative con le associazioni nazionali dei pescatori e di tutte quelle interessate ad attività che prefigurano il loro svolgimento all’aria aperta.

La parola caccia, dovrà tornare familiare nell’immaginario collettivo della gente. Essa dovrà sempre accompagnarsi con idonee manifestazioni che trattano temi che interessano l’ambiente e la sua salvaguardia. Occorre essere al tempo stesso rigidi e flessibili. Cercare alleanze, pur mantenendo una rigorosa autonomia ed indipendenza. Il bilancio sarà positivo se di anno in anno anche un solo cacciatore aumenterà!

E naturale che durante lo svolgimento degli Stati Generali, dovrà essere inserito nel Manifesto di Rifondazione della caccia Italiana, tutta la declaratoria relativa alle azioni democraticamente possibili, per poter giungere alla costituzione dell’Associazione Unica, che la stragrande maggioranza dei cacciatori italiani ormai invoca a gran voce.

Coraggio, l’appello adesso c’è ed è concreto. Abbiamo ormai consumato più di 50 anni di lotte a favore della nostra passione. Si passi dalle parole ai fatti. Lottare e Lottare. Meno lamenti e più lavoro.

ANTONIO PINOTTI
 
Re: CACCIA ITALIANA QUOVADIS (Dove vai)

Il primo problema da affrontare è il paventato "dualismo" con le Associazioni Venatorie.

Dobbiamo comprendere che Caccia Ambiente non intende spodestare e soppiantare le Associazioni Venatorie;
Caccia Ambiente deve avere la funzione specifica di organo politico in difesa della caccia e dei cacciatori e questo a prescindere dalle Associazioni Venatorie che non sono partiti politici,ma,anzi,coordinatamente ad esse.

D'altra parte la storia recente ha dimostrato che le nostre Associazioni Venatorie poco o niente hanno potuto contro le continue restrizioni subite,pur tentando di agganciarsi a questo o a quel colore partitico;
l'aver completamente disatteso le promesse fatte in campagna elettorale da parte del governo attuale credo che la dica lunga a questo riguardo.

Le Associazioni Venatorie hanno altri compiti e,indubbiamente,si sono conquistate altri meriti nel tempo;
ora,alla luce di quanto sopra e se veramente vogliono il bene della caccia,dovrebbero avere l'umiltà di collaborare per un unico scopo con chi si è preso l'onere di combattere la politica dall'interno.
 
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