esiste solo la lega ?
[textarea:23ckgwsv]Anche la Lega tiene famiglia. Il senatur pensa di insediare Renzo alla guida dei Giovani Padani. In rampa di lancio anche l'altro figlio, Roberto Libertà.
I
figli so’ piezz’e core e nemmeno il leader supremo della Lega Nord, ovviamente, si sottrae a questa massima scritta da Mario Merola nel 1982.
Dopo aver candidato alle Regionali della Lombardia il figlio Renzo (poi eletto al Pirellone), ora Umberto Bossi e i gerarchi del Carroccio stanno pensando di affidare alla “trota” un nuovo incarico di prestigio all’interno del partito: la presidenza del movimento dei Giovani Padani, attualmente in mano al 35enne deputato Paolo Grimoldi.
Tale intenzione, nemmeno troppo velata, è emersa con prepotenza nel corso dell’ultimo consiglio federale svoltosi venerdì 2 luglio. In quella sede si è affrontata la questione dell’età media dei vertici del movimento giovanile dei “padani”. In sintesi, seppur non votato, il punto all’ordine del giorno si è concluso con una comunione d’intenti: essere a 35 anni a capo delle giovani leve del partito, come Grimoldi, è stato ritenuto da molti un’anomalia di risolvere al più presto.
Si è quindi ipotizzato un auspicabile ritocco al ribasso dell’età del movimento, ma che in molti ambienti all’interno del Carroccio è stato interpretato come una nuova manovra di Bossi e i suoi uomini più fidati per risolvere l’ormai acclamata lotta di potere tra alcuni dei colonnelli leghisti, già impegnati in una scalata alla gerarchia del partito in vista del dopo-Bossi.
Stategia – Oltre a quella di Umberto Bossi, l’idea di far fare alla trota un altro balzo all’interno del partito porta la firma del capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, uno degli uomini più vicini al Senatur. Il suo proposito sembra essere quello di rispondere per le rime alla militanza lombarda del partito (quella che ha come riferimento il ministro Roberto Maroni), la quale rivendica da Pontida un maggior peso all’interno del Carroccio. Una fazione influente e da tenere sotto controllo per Reguzzoni, il quale ha individuato nella “trota” la soluzione a tutti i problemi: qualora venisse eletto alla guida dei Giovani Padani, la leadership del movimento tornerebbe nella roccaforte di Varese dopo 10 anni di gestione del brianzolo Grimoldi. Oltre agli equilibri interni del partito, la nomina di Renzo Bossi porrebbe le basi per il nuovo corso della Lega Nord: anche qualora il limite d’età per la dirigenza dei Giovani Padani dovesse essere portata a 29 anni, Renzo Bossi (classe ’88) avrebbe la bellezza di sette anni per fare esperienza all’interno del movimento, arricchendo il suo curriculum politico. Così facendo, quando Umberto Bossi deciderà di ritirarsi, il timone di comando della Lega Nord passerebbe, in maniera quasi scontata, nelle mani del successore naturale Renzo. Con buona pace dei colonnelli a caccia di potere e per la felicità di chi, come Reguzzoni, è da sempre uno degli uomini di fiducia della famiglia Bossi.
Il turno di Roberto Libertà? – E a proposito di delfini e successori, dopo Renzo “la trota” Bossi potrebbe fare il suo ingresso sulla scena politica della Lega Nord anche il secondo figlio nato dal matrimonio tra il Senatur e Manuela Marrone: il 19enne Roberto Libertà. Insomma piccoli Bossi crescono. La famiglia Bossi ha di fronte a sé un futuro politico fulgido e luminoso. La Lega, invece, un po’ meno. Queste strategie sotterranee, infatti, non piacerebbero a molti militanti “padani”, come quelli della Liga Veneta e della Lega Piemont: se la linea “dinastica” promossa da Bossi e Reguzzoni dovesse andare avanti, gli assi portanti del Carroccio rischierebbero seriamente di sfaldarsi.
07/07/2010[/textarea:23ckgwsv]
[textarea:23ckgwsv]Il nepotismo di Bossi imbarazza i padani
Se ti fermi a parlare con loro, la gente della Lega, ti accorgi ben presto che se esiste un punto di caduta della fede nei magnifici orizzonti dipinti dal loro capo, è la straordinariamente benevola sorte “capitata” al figlio di Bossi, Renzo. È lì che entra in crisi il mito della diversità; è tra i riccioli del Trota sponsorizzati dal padre che il militante scopre ragionevolezza e lascia intravvedere una bolla di pensieri non espressi. Possiamo definire malcostume ciò che ha legato il decollo politico amministrativo di Renzo al potere di Umberto? «E va bene – mette le mani avanti il senatore friulano Pittoni in una piazza di Udine, accanto a un gazebo di partito – ma quel Renzo è bravo, è capace...»; può essere, sarà per questo che la scuola italiana lo ha bocciato volentieri; quelli troppo intelligenti danno fastidio, l’istituzione, bocciandolo, ammette di non essere in grado di gestirlo, non è così? «E basta! - replica Pittoni – vogliamo crocifiggere un padre che aiuta il figlio, non lo fanno tutti?». Bravo Pittoni, se è vero che lo fanno tutti, e conviene verificare, allora dove sta la diversità? Mezza Italia si chiede cosa sarebbe capitato a quel ragazzo se invece che Bossi si fosse chiamato Bianchi, vogliamo provare a rispondere a quest’ansia? «Io so che ha delle qualità notevoli» - certo che lo sa, lei è senatore e se non lo sa un senatore della Lega che il figlio del capo è dotato chi deve saperlo? «Ammettiamolo – sta parlando un militante che ci ha dato nome e cognome e che ha fede nel federalismo – su questo argomento il dibattito si chiude presto, non abbiamo argomenti seri a difesa»: magnifico, militanza non vuol dire consegnare il cervello alla caserma, quindi? Di nuovo Pittoni: «Lo facevate anche voi del Pci, per esempio Berlinguer...». Bella questa: sta parlando di Bianca? Perché vi risulta che sia entrata in politica, che sia capo di qualche cosa in campo politico, che per questo sia stipendiata con denaro pubblico? Secondo: ha vinto perché è bravo oppure perché si chiama Bossi?
Coro rassegnato:«Bossi è un bel cognome». «A che serve accanirsi – dice Giovanna Comino, una signora gentile, militante da tempo, uscita da una serie di esperienze secondo lei fallite nella costellazione della sinistra e ora segretaria cittadina del partito – Bossi resta un buon leader...»: si tenga il suo leader, vogliamo solo sapere se a questo punto il suo leader ha ragione di rivendicare orgogliosa distanza da tutti i metodi di cooptazione, di raccomandazione, di nepotismo che hanno fatto - come insiste a dire proprio lui - di Roma una “ladrona”, tutto qui. Occhi bassi. Pittoni ci prova, seguito dalla donna: «Insomma, non viene fuori dal nulla – dicono ridendo amari – ha diretto quella squadra di calcio, come si chiama?» Si chiama Padania, com’è che non ricordate? Ma voi ce lo avreste portato a casa di Berlusconi a discutere di riforme uno che ha diretto una squadra di calcio? «Senti, ti do ragione – ribatte il militante – c’è poco da discutere, ma Bossi mi dà il federalismo e a me interessa questo». Sempre meglio: che credibilità ha un capo che promette, giudica e condanna e intanto accampa una diversità che risulta falsa anche ai vostri occhi? «La saluto, è stato un piacere»: il senatore getta la spugna. Restano l’uomo e la dirigente, sconfitti. «Gli altri sono peggio» - concludono. Peggio di uno che ha raccomandato suo figlio imponendolo a voi, la base, e che è riuscito a farlo mantenere a spese dei contribuenti lombardi, Padania ladrona?
19 aprile 2010[/textarea:23ckgwsv]
già... qualcuno in questo sito affermava che esistesse solo lei, solo lei come futuro politico del nostro Paese, con idee politico-amministrative, valori e principi inconfutabili... tralasciando ogni personale giudizio circa l'attuale stato del partito e del Senatur Umberto Bossi (non apro il post per parlare di politica), credo che quello che sta facendo vedere negli ultimi periodi sia, per essere buoni, obiettivamente pietoso! Sono scioccato dalla spudoratezza con la quale il Senatur compia degli atti di nepotismo in puro stile papesco di ormai tanti secoli or sono, cosa ne pensate a riguardo ? è veramente questa l'idea di politico da portare nel nostro futuro ? sono questi i concetti di lealtà oltre che di meritocrazia ai quali affideremo le nostrefuture generazioni ? e i valori, quelli veri, dove son finiti ?
ribadisco che la discussione non nasce come questione politica, ma semplicemente per commentare il modus operandi di gente che qualcuno inneggia debba essere da esempio per tutti gli italiani. Personalmente da umile cittadino mi sento offeso da questi comportamenti e non vedo in queste personalità alcunché da prendere come esempio.
Fonti:
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http://www.libero-news.it/news/448523/A ... iglia.html
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http://www.unita.it/news/97613/il_nepot ... a_i_padani