Re: NUBE VULCANICA......
.....da Protezione Civile
Le ceneri vulcaniche e i danni agli aeroplani
Cosa sono
Le ceneri vulcaniche sono piccole particelle di magma, di dimensioni inferiori ai 2 mm di diametro, che vengono immesse in atmosfera, raffreddate e consolidate, nel corso di un’eruzione. Sono composte prevalentemente da silicati e sono pertanto estremamente abrasive.
Perché sono pericolose
Le ceneri vulcaniche sono particolarmente insidiose anche a causa della loro difficoltà ad essere viste. Infatti, in caso di copertura nuvolosa, di oscurità notturna o semplicemente quando sono molto diluite (es. ad una certa distanza dal punto di emissione), risultano difficilmente distinguibili dalle normali nubi atmosferiche.
Inoltre i normali radar usati per la navigazione aerea non sono in grado di individuarle a causa delle loro piccole dimensioni.
Che danni possono provocare agli aeroplani
Un aeroplano che dovesse attraversare una zona interessata dalla presenza di ceneri vulcaniche anche in quantità molto ridotte, sarebbe soggetto ad abrasione della propria superficie e in particolare della cabina di pilotaggio, con conseguente possibile opacizzazione dei vetri fino ad azzerare la visibilità da parte del pilota.
Inoltre le ceneri fondono a una temperatura inferiore alla normale temperatura di esercizio dei motori a getto pertanto, a contatto con le turbine, possono fondersi e saldarsi sulle loro superfici, causando l’occlusione dei fori di aereazione e ostacolando il regolare funzionamento dei motori, nei casi più gravi fino a determinarne l’arresto.
Le ceneri e i gas vulcanici possono inoltre interferire con l’elettronica di bordo causando malfunzionamento degli strumenti di navigazione e producendo forte odore di zolfo all’interno del velivolo.
La dispersione delle ceneri
Le ceneri vulcaniche, prese in carico dai venti di alta quota si disperdono molto facilmente e possono compiere anche l’intero giro del mondo.
Il 1816 viene ricordato negli annali meteorologici come “l’anno senza estate” per le temperature decisamente sotto la media registrate durante i mesi estivi. Sembra ormai appurato che tale abbassamento globale delle temperature fu determinato dalla dispersione in atmosfera delle enormi quantità di ceneri emesse l’anno prima dal vulcano Tambora, in quella che è ad oggi la maggiore eruzione vulcanica avvenuta in epoca storica, che costituirono di fatto un filtro alle radiazioni solari.
La prevenzione
Negli anni ’90 vennero istituiti i 9 VAAC (Volcanic Ash Advisory Centre) con il compito di fornire informazioni agli enti gestori del traffico aereo di ciascuno Stato, sulla presenza e dispersione delle ceneri vulcaniche in atmosfera in tutto il mondo.
Il caso Kuala Lumpur
Un celebre caso in cui si sfiorò la tragedia, avvenne il 24/06/1982 in Indonesia, quando un Boeing 747 in volo da Kuala Lumpur a Perth, si trovò ad attraversare una nube di cenere vulcanica emessa dal vulcano Galunggung. La cenere bloccò tutti e quattro i motori e il velivolo iniziò a planare e a perdere quota, passando in soli 16 minuti dalla quota di 11000 metri alla quota di 4000 metri circa, quando il pilota riuscì finalmente a riattivare parzialmente i motori e ad effettuare un atterraggio di emergenza a Jakarta.
Il caso Etna
L’Etna presenta una situazione peculiare, in quanto nelle sue vicinanze si trovano 3 aeroporti (Catania Fontanarossa, Catania Sigonella e Reggio Calabria) e in quanto spesso le sue manifestazioni eruttive sono precedute soltanto di pochi minuti da variazioni dei parametri geofisici monitorati, non concedendo lunghi tempi per l’allertamento.
A tale fine negli ultimi due anni, il Dipartimento della Protezione Civile, di concerto con ENAC, ENAV, Aeronautica Militare e INGV ha elaborato delle procedure per consentire, in caso di eruzione, l’immediato allertamento dei controllori del traffico aereo, e conseguentemente dei piloti in volo, nonché per estendere le possibilità di mantenere aperto lo spazio aereo e gli scali aeroportuali, fornendo ogni giorno agli enti competenti, le mappe previsionali della possibile dispersione delle ceneri in atmosfera in caso di attività eruttiva nelle successive 48 ore.