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[h=1]Crollo termico globale nel prossimo quinquennio?[/h]
L’importante ciclo dell’AMO, le anomalie termiche raggiunte sull’Atlantico Settentrionale: anche in questo caso il massimo termico raggiunto attorno al 2010 è stato il più alto dal 1850 ad oggi, ed è in fase di declino, contribuendo a raffreddare così le temperature dell’Europa.
Lo vediamo nell’andamento termico della quantità di calore compresa tra 0 e 700 metri di profondità nell’Atlantico Settentrionale: dopo il massimo raggiunto nel 2009, la quantità di calore presente è rapidamente scesa ai livelli di metà anni Novanta, ed il calo non sembra arrestarsi tanto presto.
Nel grafico che mostra l’andamento termico dei primi 800 metri di profondità dell’Atlantico Settentrionale, stando alle rilevazioni del satellite ARGO, notiamo un “upwelling” (risalita) di acque sempre più fredde dalla profondità alla superficie dell’Atlantico, per cui il famoso “blob” (piccola area di temperature basse), si è esteso a quasi tutta la superficie atlantica settentrionale.
Di fatto, è dai primi di Marzo che le temperature nord atlantiche navigano su valori al di sotto della norma.
Infine, il ciclo solare: dopo il massimo raggiunto nel 2014-2015, l’attività solare è in caduta ripida verso il basso, il minimo sarà raggiunto attorno al 2020-2022, e sembra essere altrettanto lungo e prolungato come il precedente.
Il ciclo solare attuale è stato infatti il più basso e meno intenso dal 1905 ad oggi, e, considerando che i suoi effetti climatici giungono con circa un decennio di ritardo (secondo studi recenti), sarà proprio nei prossimi dieci anni che dovrebbe influire nel fare calare le temperature globali.
In definitiva, combinando tutti questi fattori, La Nina forte e duratura, il PDO e l’AMO in calo deciso dopo i massimi raggiunti, l’attività solare molto debole, nel prossimo quinquennio si dovrebbe assistere ad una consistente “spallata” verso il basso all’aumento globale delle temperature.
Grafici da climate4you.
Freddofili
L’importante ciclo dell’AMO, le anomalie termiche raggiunte sull’Atlantico Settentrionale: anche in questo caso il massimo termico raggiunto attorno al 2010 è stato il più alto dal 1850 ad oggi, ed è in fase di declino, contribuendo a raffreddare così le temperature dell’Europa.
Lo vediamo nell’andamento termico della quantità di calore compresa tra 0 e 700 metri di profondità nell’Atlantico Settentrionale: dopo il massimo raggiunto nel 2009, la quantità di calore presente è rapidamente scesa ai livelli di metà anni Novanta, ed il calo non sembra arrestarsi tanto presto.
Nel grafico che mostra l’andamento termico dei primi 800 metri di profondità dell’Atlantico Settentrionale, stando alle rilevazioni del satellite ARGO, notiamo un “upwelling” (risalita) di acque sempre più fredde dalla profondità alla superficie dell’Atlantico, per cui il famoso “blob” (piccola area di temperature basse), si è esteso a quasi tutta la superficie atlantica settentrionale.
Di fatto, è dai primi di Marzo che le temperature nord atlantiche navigano su valori al di sotto della norma.
Infine, il ciclo solare: dopo il massimo raggiunto nel 2014-2015, l’attività solare è in caduta ripida verso il basso, il minimo sarà raggiunto attorno al 2020-2022, e sembra essere altrettanto lungo e prolungato come il precedente.
Il ciclo solare attuale è stato infatti il più basso e meno intenso dal 1905 ad oggi, e, considerando che i suoi effetti climatici giungono con circa un decennio di ritardo (secondo studi recenti), sarà proprio nei prossimi dieci anni che dovrebbe influire nel fare calare le temperature globali.
In definitiva, combinando tutti questi fattori, La Nina forte e duratura, il PDO e l’AMO in calo deciso dopo i massimi raggiunti, l’attività solare molto debole, nel prossimo quinquennio si dovrebbe assistere ad una consistente “spallata” verso il basso all’aumento globale delle temperature.
Grafici da climate4you.
Freddofili
