QUELLO CHE POTREBBE CAPITARE DOMANI CON IL BLIZZARD RUSSO ALLE PORTE POTRA' ESSERE SIMILE A CIO' CHE E' AVVENUTO IL GIORNO DI SANTA LUCIA DEL 2001 DI CUI SOTTO RIPORTO UN BREVE ESTRAPOLO PER FARVI CAPIRE ......:


[FONT=CKGLIH+Verdana]Questa immagine mostra invece le temperature in quota e come possiamo vedere eravamo in “balia” di una +5° ai 1500 metri…si insomma, no freddo! Dovete pensare ad esempio che durante il giorno le temperature raggiungevano tranquillamente i 10° e solo nelle zone “nebbiose” della nostra provincia, si mantenevano attorno agli 8°…[/FONT]
[FONT=CKGLIH+Verdana]Per un meteo appassionato quella situazione era “noiosa” in quanto avrebbe voluto dire assistere a giornate soleggiate, nebbiose (nella bassa pianura) con temperature elevate … ma soprattutto, di precipitazioni e di neve, nemmeno l’ombra. Le cose iniziano a cambiare attorno al’8 Dicembre. L’Italia diventa preda di correnti più fredde: le temperature in quota scendono e anche al piano inizia a fare più fresco. Il motivo è semplice e lo si vede nella prossima immagine che mostra come un potente anticiclone sulla Russia, abbia spinto verso di noi aria più gelida, ma la cosa importante che mostra questa mappa, è il fatto che siamo in presenza di un ponte di Weikoff (collegamento tra l’altapressione delle Azzorre e l’alta Russa) responsabile della formazione sulla Russia Europea il giorno 9 Dicembre di una goccia fredda. Gli appassionati sanno che quando di mezzo ci sono queste figure bariche, al di la del fatto che fare previsioni è un azzardo perché non si riesce mai a capire che direzione hanno intenzione di prendere, le prospettive comunque possono essere molto interessanti.[/FONT]
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[FONT=CKGLIH+Verdana]Infatti nei giorni seguenti pur non cambiando di molto la situazione sull’Italia (fa un po’ più fresco ma a dominare sono sempre le nebbie), in Europa “crolla” il ponte di Weikoff e questo fa si che:[/FONT]

  • [FONT=CKGLIH+Verdana]la goccia fredda possa ricevere ulteriore apporto di aria gelida, grazie al fatto che è diventata parte di una estesa bassa pressione che dalla Siberia (anzi dall’artico) “risucchia” aria gelida fin sull’Europa Orientale[/FONT]
  • [FONT=CKGLIH+Verdana]sulla Scozia si vada a formare un potente anticiclone di Blocco di ben 1004hPa… insomma da li non si passa…[/FONT]
  • [FONT=CKGLIH+Verdana]sulla Russia Centrale è sempre l’Orso…ossia l’alta pressione gelida[/FONT]
[FONT=CKGLIH+Verdana] questo significa che l’aria fredda rimane “incastrata” tra due alte pressioni… e da li ha una sola via di “sfogo” ossia l’Europa Centrale…e il Mediterraneo.[/FONT]
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[FONT=CKGLIH+Verdana]Ma come dicevo poco fa, in queste situazioni fare previsioni è un azzardo… siamo al 12 Dicembre e nessun meteorologo si sbilancia su quello che farà l’aria fredda… certo si sta “annusando” l’arrivo del possibile “evento”, ma nessuno è così “matto” da darlo per certo… anche se mancano poche ore …[/FONT]
[FONT=CKGLIH+Verdana]Non ci resta che attendere quindi…sarà o non sarà Burian?? Sappiamo (perché quello lo diedero per certo) che farà molto più freddo… ma forse sarà un freddo sterile…o forse arriverà un po’ di neve… o forse… si insomma nessun meteorologo ebbe “le palle” per azzardare l’arrivo della neve (allora, a differenza di alcuni meteorologi di oggi, il meteorologo non prometteva la neve se non ne era certo… )[/FONT]
[FONT=CKGLIH+Verdana]Il 13 Dicembre si apre con uno scenario diverso… le nebbie sono scomparse, il cielo è limpidissimo, le temperature sono al di sopra dello zero!!! Ma come ca**o, almeno il freddo avevano detto che sarebbe arrivato..ed invece… NIENTE. In realtà i “nevofili” non sanno quello che è successo nella lontana Russia… i due anticicloni descritti pocanzi (lo Scozzese e il Russo) sono tornati a “baciarsi”…isolando ancora una volta la depressione e l’aria fredda che porta in seno… e che ormai spinta da correnti orientali sta puntando direttamente le Alpi. Quello che gli appassionati non vedevano è descritto nelle prossime due immagini.[/FONT]
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[FONT=CKGLIH+Verdana]L’immagine precedente infatti mostra come la “goccia” si sia isolata ancora una volta.[/FONT]
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[FONT=CKGLIH+Verdana]Mentre questa immagine mostra come l’aria che porta con se sia molto più fredda rispetto a quella giunta sull’Italia fino a quel momento.[/FONT]
[FONT=CKGLIH+Verdana]Ebbene, questi “eventi russi” iniziano a far cambiare il tempo anche sull’Italia attorno alle 13.30… Innanzitutto si alza il vento, si tratta di un Est “pieno”… nessun “Nord-Est” e questo è un bene…significa che qualcosa sta entrando e non si dovrebbe avere foehn in caduta dalla Lessinia. Ma le nubi? Le nubi dove sono? Oddio si potrebbe considerare nubi quei “quatro ciri spaìsi” (pochi cirri sparsi…) che si vedevano all’orizzonte…ma era proprio voler raschiare il barile per non far svanire le speranze… Tutto però cambia in 45 minuti…quelli che hanno trasformato una “presa per il cu*o” nel “Burian di Santa Lucia”.[/FONT]
[FONT=CKGLIH+Verdana]Infatti attorno alle 14.10-14.20 il cielo è diventato completamente nuvoloso… la temperatura è crollata di oltre 4° a Verona si è passati dai 7° abbondanti delle 13 ai 3°. E circa alle 14.30 ecco che arriva…si vedono scendere i primi fiocchi, inizialmente radi ma poi via via più vigorosi. Sul Friuli e L’est della nostra regione i giochi erano iniziati già da un’ora. Bufere di vento e neve erano infatti segnalate da Trieste fino alle porte di Vicenza… la neve stava “toccando” tutti ad Est… vuoi che noi sfigati veronesi (perché Verona per la neve è sfigata) non rientrassimo nei giochi?? Ci avrebbe saltato? Avremo visto solo quelle “falive” che erano scese fino a quel momento? (lo scorso Burian di febbraio 2012 in effetti ci ha proprio saltato…)[/FONT]
[FONT=CKGLIH+Verdana]No, in un'altra ora la situazione muta radicalmente…sul Veronese arriva la bufera… VENTO (toccate punte in campo aperto di 80 Km/h) e NEVE che attaccava ovunque… anche sulle pareti verticali delle case… “schiacciata” dalla forza del vento contro le superfici e ghiacciata all’istante dalla temperatura che ormai era scesa sotto lo zero… Il Vento aumenta e attorno alle 17, alcune stazioni della zona di Verona fanno segnare i 98Km/h che con una temperatura esterna di -5° fanno si che la temperatura percepita dal corpo sia attorno ai -20°… insomma una vera e propria bufera…il tutto però dura poco. Attorno alle 19 tutto si chieta…il vento va via via scemando… i fiocchi si fanno sempre più radi… e alle 20 si possono già vedere le stelle in cielo.[/FONT]
[FONT=CKGLIH+Verdana]A conti fatti a Verona il Burian di Santa Lucia portò un accumulo medio di 3cm (ovviamente dove la neve fu portata dal vento si arrivò anche a 30cm) niente di eccezionale come accumulo… ma probabilmente questa che vi ho appena raccontato rimarrà (almeno fino alla prossima) la tempesta di neve più ricordata dai Veronesi… e non solo


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[h=1]Le nevicate del 13-15 Gennaio 1985![/h]
20 gennaio 2016


La situazione, dopo il freddo record misurato nei giorni precedenti, si evolse rapidamente, con l’arrivo di un Polo freddo dalla Russia, che, invece che investire la nostra Penisola come era nelle previsioni dei centri meteorologici, se ne andò invece sulla Penisola Iberica, attivando correnti sciroccali sulla nostra Penisola.
Il freddo dunque se ne andò, ma fece eccezione il Nord Italia, dove rimase tenace un forte cuscino di aria fredda, condizione ideale per le grandi nevicate in Val Padana!
Il giorno 13 Gennaio, si registrarono infatti le ultime minime straordinariamente basse, con -12°C a Milano, -13°C a Firenze, , -14°C a Bologna, Novara, Malpensa, -15,6°C a Piacenza, -16,4°C a Vicenza, dopo di che il cielo coperto e le precipitazioni nevose impedirono ulteriori abbassamenti, e, anzi, la temperatura nei giorni successivi si rialzò gradualmente.
Le nevicate perdurarono ininterrotte fino al giorno 16 Gennaio, interessando anche la costa ligure, evento alquanto eccezionale (a Genova quattro giorni di neve consecutivi con anche temporale nevoso).
I dati del NOAA indicano valori eccezionali del manto nevoso in Lombardia, praticamente un metro di neve a Milano, massima nevicata del XX Secolo, ed un metro di neve anche a Bergamo, 80 cm a Bologna, in quanto anche l’Emilia venne pesantemente colpita dalla nevicata.
Si registrarono altezze di un metro e mezzo a Trento, di oltre due metri a Domodossola, in Piemonte.
Meno colpiti dalla nevicata, invece, le zone più interne delle Alpi e le loro vallate, ad esempio Bolzano non superò l’altezza di 30 cm.
La neve, a causa del clima che rimase piuttosto freddo al Nord Italia (anche Febbraio fu un mese sotto la norma termica), rimase al suolo anche fino a Primavera inoltrata, nei grandi mucchi che vennero innalzati lungo le strade!






Freddofili
 
[h=1]Le gelide giornate del 15-16 Febbraio 1929 e 1956![/h]
18 febbraio 2016


Curiosamente, due tra le massime ondate di freddo del XX Secolo sulla nostra Penisola, ebbero i loro giorni più rigidi proprio alla metà del mese di Febbraio.
Del resto, climatologicamente, la gran parte delle massime ondate di freddo che hanno colpito l’Italia si sono verificate nel mese di Febbraio, anche se, dal punto di vista delle temperature medie, è Gennaio a risultare il mese più freddo.
Comunque, in entrambi i casi (1929 e 1956), si trattò di una pausa di cielo sereno e freddo dopo alcuni giorni di tormente di neve, tanto che le temperature poterono abbassarsi anche a causa dell’effetto di albedo sui terreni innevati.
Il 16 Febbraio del 1929, si registrarono queste temperature: -15°C a Milano Brera, -15,5°C a Torino, -14°C a Parma, -18°C a Salsomaggiore, -11,6°C a Pisa, -11°C a Pontedera, -14°C a Lucca, -20°C a Borgo San Lorenzo (FI), -25°C a Marina di Ravenna.
Queste invece le rigide temperature registrate il 16 Febbraio del 1956:
Bolzano: -15,6°; -0,4° Trento: -11,8°; -0,6° Trieste: -6,3°; +1° Venezia: -8,4°; +1° Milano: -15,1°; -2,2° Torino: -20,8°; -0,6° Genova: -4,8° +1,5° Bologna: -12,2°; -3,2° Firenze: -10,9° +1,8° Pisa: -11,2° +2,8° Ancona: -7,2°; +2,7° Perugia: -9,0° -2,1° Pescara: -10,8°; -2,0° L’Aquila: -10,6°; -3,8° Roma: -3,8°; -2,4° Campobasso: -9,0°; -7,6° Bari: -2°; +3° Napoli: -1,5° ; +1,4° Potenza: -4,4°; -0,5° Reggio Calabria: +4,0°; +12,8° Catania: +0,8°; +13,4° Alghero: -0,5°; +8,0°.
Si registrarono inoltre -24° a Forcole di Livigno, -28°C in Val Vigezzo, -15°C a Pavia, e, in Alto Adige, -24°C a Dobbiaco, -25°C al Passo Rolle, -29°C al Passo del Brennero.
In Veneto la temperatura scese a -19°C a Vicenza e -18°C a Verona.
A Spoleto, in Umbria, il termometro scese a -14°C.
Successivamente, le due ondate scemarono lentamente, ma continuò il maltempo con le frequenti nevicate per il resto del mese.
Nelle mappe successive, i due giorni a confronto, a 500 hPa, e le situazioni bariche sono abbastanza simili.
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Freddofili
 

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[h=1]Il grande freddo dei giorni 11-12 Gennaio 1985![/h]
18 gennaio 2016


Dopo le nevicate ed il maltempo dei giorni 08 e 09 Gennaio, il sereno ed il tempo splendido si ristabiliscono sulla nostra Penisola, le temperature in quota risalgono leggermente, ma non così al livello del mare e sulle pianure, dove la massa d’aria fredda appena affluita, la calma di vento, e soprattutto l’effetto di albedo dovuto al suolo innevato fanno precipitare le temperature fino a valori mai visti prima.
Ecco infatti le temperature minime registrate il giorno 11 Gennaio:
Bolzano: -12; +2 Torino: -12; +2 Cuneo: -7; 0 Milano: -11; -5 Trieste: -4; +2 Venezia: -12; 0° Bologna: -16; -6 Ferrara: -19,4°; -8 Piacenza: -19,0° -2,8° Brescia: -19: -4 Padova: -19: -4 Genova: -3; 0 Pisa: -14; +4 Firenze: -21,4; -0,4 Perugia: -10; 0 Forlì -18; -2 Rimini: -17: -2,8° Grosseto: -12,4°; +3 L’Aquila: -22; -5 Rieti: -20; -8 Piana del Fucino: -26,5°; -15,8; Guidonia: -10; +2 Roma Ciampino: -11; 0 Frosinone: -18; +6 Campobasso: -8; -3 Napoli: -5; +4 Potenza: -9; -2
Questi straordinari valori rappresentano il record storico di freddo per numerose località, almeno dal dopoguerra, anche se su di alcune di esse il Febbraio del 1956 provocò valori ancora più bassi (esempio: i -22°C di Torino), mentre su altre località è il 1929 a detenere il record.
Il freddo fu comunque record nelle vallate dell’Italia Centrale, come nell’Aquilano, negli Abruzzi, nel Reatino e Frusinate.
Si registrarono comunque -30°C nella località di Pracchia, sull’Appennino Bolognese, la temperatura più bassa di quel giorno in Italia.
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Freddofili
 
Per quanto riguarda l'evento dello ottantacinque mi ricordo lo spettacolo della neve che imbiancava tutto compreso la spiaggia. e ricordo che alla riapertura della caccia qui vicino c'era pieno di cesene e sasselli e anche molte beccacce bei ricordi anche perche da ormai oltre 2O anni nella nostra provincia non si può più cacciare a mare dell'aurelia.
 
[h=1]La Stratosfera ci prova: attacco dell’Inverno all’Europa ed all’Italia? (prima parte)[/h]
25 gennaio 2016


L’episodio invernale che ha scatenato l’interesse di tutti verso questi fenomeni di Riscaldamento improvviso stratosferico (più comunemente conosciuto come Stratwarming), è stato quello del Gennaio 1985, considerato la causa principale della grande ondata di freddo che colpì il nostro Paese e l’Europa intera.
Fino ad allora tale fenomeno era considerato marginale, e conosciuto al più da qualche fisico dell’atmosfera, che non vi dava grande importanza.
Dopo questo episodio, si sono moltiplicati gli studi del settore, si è scoperta così la grande importanza che hanno i fenomeni di “Warming” o di “Cooling” stratosferici: con una Stratosfera fredda, generalmente, abbiamo un Vortice Polare compatto, con un Polo Nord molto freddo e le medie latitudini con correnti miti occidentali ed indice AO (Oscillazione Artica) positivo.
Una Stratosfera mediamente calda significa invece un Vortice Polare indebolito, e quindi propenso a fasi di AO negativo, con intrusioni di aria molto fredda alle medie latitudini.
Questi studi hanno rappresentato, negli ultimi anni, un grande progresso nella comprensione dell’andamento della stagione invernale, una delle massime innovazioni nella meteorologia che sono avvenute negli ultimi decenni (dopo, ovviamente, l’introduzioni di calcolatori sempre più potenti).
Naturalmente, non siamo ancora giunti allo stato di perfetta comprensione di come la struttura stratosferica riesca a trasferirsi alle quote inferiori, generalmente un forte riscaldamento provoca una compressione in area polare determinando la formazione di un Anticiclone in Troposfera centrato sull’Artico, e questo favorisce così le discese fredde alle latitudini più basse.
E’ migliorata con gli anni anche la comprensione di come funzioni il meccanismo, cioè quando è una determinata area del Nord Emisfero ad essere interessata, allora è più probabile la formazione di una struttura di circolazione che favorisce la discesa fredda su di una zona determinata, modificando la posizione del Vortice Polare che, normalmente, è centrato sul Polo.
E così negli ultimi due inverni il Vortice Polare si è spostato prevalentemente sul Nord America, in particolare sul settore centro orientale canadese, determinando forti ondate di freddo e nevicate record sul Nord Est statunitense.
Nella mappa successiva, la circolazione atmosferica a 30 mila metri di altezza circa, con un forte vortice polare e l’inizio di uno Stratwarming in area siberiana (da Fachbereich Geowissenschaften: Startseite).
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Freddofili
 
[h=1]L’Estate anticipata dei primi di Febbraio del 2004![/h]
30 gennaio 2016


Molti meteoappassionati si stanno scandalizzando per le isoterme in quota in arrivo, con valori di zero termico che supereranno i 4000 metri di quota.
Il fenomeno, temporaneo, si verificherà con tutta probabilità tra lunedì e martedì prossimi, anche a causa di correnti lievemente foehnizzanti da nord ovest.
In realtà la climatologia italiana non è nuova a fenomeni di questo tipo, anche in quelli che sono considerati i giorni più freddi dell’anno, secondo la tradizione.
Le mappe successive mostrano quello che fu l’evento della prima settimana di Febbraio del 2004.
Un robustissimo anticiclone di origine africana prese piede sulla nostra Penisola, le mappe successive mostrano le isoterme che sfiorarono valori di +12-15°C ad 850 hPa.
Fu una settimana estiva che vide le temperature raggiungere un valore record di +12,0°C di massima sul Monte Cimone , in Emilia, a 2165 metri di quota, il giorno 05 Febbraio 2004, seguito da una massima di +10,6°C il giorno successivo, temperature da Maggio o da Giugno per quella quota.
Il mese poi si raffreddò progressivamente, per arrivare ad una ondata di freddo e di neve abbondante sulla pianura Emiliana a fine mese.
Mappe da Wetterzentrale, relative al giorno 04 Febbraio 2004.
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freddofili
 
[h=1]L’irruzione fredda dei giorni 13-15 Gennaio 1963[/h]
22 gennaio 2016


Il freddo, che ha insistito a lungo sulle Isole Britanniche e sul Nord Europa, a causa della posizione settentrionale degli Anticicloni, riuscì a penetrare sul nostro Paese solamente a metà Gennaio, iniziando quello che è stato probabilmente l’Inverno più freddo del XX Secolo, in Italia, dopo quello del 1929.
In Italia il freddo si era visto nel gelido Natale 1962, per poi essere spazzato via dalle Correnti Atlantiche che resero il clima piuttosto mite e perturbato
Il 13 Gennaio 1963, mentre numerosi fiumi straripavano in Italia per le intense piogge (nel Mantovano, in provincia di Massa, in Umbria con lo straripamento del Tevere), la bora irruppe violenta in Friuli, con raffiche di 130 kmh a Trieste e la caduta di ben 20 cm di neve.
La neve cadde su Veneto e Friuli, fiocchi di neve che interessarono, il giorno successivo, l’Adriatico e parte del Centro Italia.
Caddero infatti 10 cm di neve su Bologna e Ferrara, nevicò su tutta la Toscana (fino a 20 cm sulle colline attorno a Firenze), cadde la neve a Milano ed in tutta la Lombardia, ed una bufera di neve interessò l’Alto Adige, dove cadde circa un metro di neve al Passo Resia.
Contemporaneamente, le temperature crollarono fino a valori di -25°C in Alta Val Ridanna, -20°C al Passo Giovo.
Queste le temperature che si registrarono in quel giorno in Italia:
Bolzano: -4; -1 Trieste: -6; -3 Verona: -3; -1 Venezia: -5; -1 Milano: -3; -1 Torino: -3; 0 Bologna: -3; -2 Firenze: -2; 0 Ancona: 0; 3 Perugia: -3; 5 L’Aquila: 2; 4
Il freddo dilagò in tutta Europa: in Francia si registrarono -10°C a Parigi.
In Belgio, a Dunkerque, si poteva camminare tranquillamente sul mare congelato per un’ampiezza di 250 metri dalla costa.
Nelle immagini, da wetterzentrale, l’invasione fredda del 13 Gennaio 1963
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Freddofili
 
[h=1]Il gelido Febbraio del 1956 in immagini d’epoca![/h]
26 febbraio 2016


Il terribile Febbraio del 1956 fu caratterizzato da lunghe discese di aria artico – siberiana sulla nostra Penisola, ed è ricordato, assieme a quello del 1929, come il mese di Febbraio più freddo che ci sia stato in Italia nel XX Secolo!
Le nevicate furono abbondanti ed il freddo intenso: numerose città del Centro Nord, alla fine del mese, registrarono valori termici di oltre 6°C inferiori alla norma, mese molto differente dall’attuale che si presume terminerà con circa 2-2,5°C di scarto superiore.
Nel filmato, tratto dall’Istituto Luce, vediamo la situazione della Puglia e della Laguna Veneta alla data del 16 Febbraio.

https://www.youtube.com/watch?v=IytpagkHlJc&feature=player_embedded

Freddofili
 
[h=1]La grande nevicata del 19 Gennaio 1963![/h]
2 febbraio 2016


Fu una delle massime ondate di freddo dello scorso secolo, ma anche l’inverno più freddo del XX Secolo sulle Isole Britanniche, ed anche l’unico caso di completo congelamento del Lago di Costanza nell’ultimo secolo.
L’inverno freddissimo 1962-63, ebbe una delle sue punte più crude nelle giornate del 19-20 Gennaio, quando una depressione dal Mediterraneo Occidentale inviò un flusso di aria umida sulla nostra Penisola, mentre aria fredda continuava ad affluire sulla nostra Penisola.
Queste furono le temperature registrate il 19 Gennaio 1963 sulla nostra Penisola:
Bolzano: -14; -4 Verona: -6; -2 Trieste: -7; -5 Venezia: -9; -3 Milano: -5; -3 Torino: -4: -2 Genova: +1; +3 Bologna: -5; -3 Firenze: -1; +2 Pisa: +1; +4 Ancona: -3; +3 Perugia: -2; +1 Pescara: 0; +3 L’Aquila: -5; -2 Roma: +2; +7 Campobasso: -4; -1
Le cronache dell’epoca parlano di Laguna Veneta congelata, con uno strato di ghiaccio di circa 15 cm attorno all’isola di Burano, di oltre -20°C misurati a San Martino di Castrozza, di oltre 30 cm di neve misurati sul Tavoliere delle Puglie.
Ma la temperatura record viene misurata in Svizzera, con -41°C misurati a Ponts de Martel, località valliva a 160 metri di quota.
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