La grande nevicata del 13 gennaio 1985

me la ricordo molto bene,lavoravo come turnista e al mattino del 13 gennaio alle ore 4 c'erano già 10 cm di neve che ha continuato a cadere per tutta la giornata,alle ore 11 aveva raggiunto i 70 cm e il tetto dello stabilimento dal peso della neve cominciava ad abbassarsi e per precauzione ci fecero andare a casa tutti., alla sera i cm di
neve erano quasi 90 .la caccia venne chiusa per un mese e riaperta a metà febbraio ,era come una seconda apertura di caccia e ad attenderci c'erano le cesene che a branchi di centinaia passavano da un appostamento all'altro consentendo carnieri da allora purtroppo più visti.
 
Vorrei far presente che quel mese di gennaio 1985 la nevicata ebbe diverse fasi variabili lungo lo stivale. Qui a Roma nevicò molto il 6 gennaio giorno della Befana per tutto il giorno e ne fece cica 30 cm in città. Poi ci furono altri sprazzi durante la settimana ma di poco conto. Quello che fu eccezionale fu il freddo intenso e le relative gelate che durarono fino alla domenica successiva. Il 13 gennaio la temperatura qui a Roma ricominciò lentamente a risalire e la neve a squagliarsi.
Viceversa al nord la grossa nevicata fu il 13 gennaio quando risalirono le correnti umide meridionali che trovando aria gelida al suolo, provocarono grosse nevicate come è stato descritto.
 
Io me la ricordo moooolto bene x 2 motivi ben precisi, il 1 ero a militare nelle colline piacentine altezza neve 1'20 distaccamento polveriera reparto cinofili (splendida esperienza) era zeppo di selvaggina e vi lascio immaginare, la 2 non molto bella mi presi una polmonite con i contro fiocchi x restare in tema, era il 1985 indimenticabile.
 
Ricordo la notte della nevicata a Verona,ero al lavoro e sul tetto della fabbrica durante la notte caddero più di 50 cm di neve.Ricordo anche come raccoglievamo i sacchi di "ferume"la polvere del fieno di colore verde,per buttarla sopra alla neve in campo aperto ed attirare gli uccelli per poi catturarli...... le ultime cacciate con mio nonno si beccò una broncopolmonite (15 sotto zero per uno che aveva fatto la 1a guerra mondiale sul Pasubio erano uno scherzo)e non fu più lo stesso morendo 3 anni dopo.
 
Anche io ricordo bene quel gennaio, primo perché ero militare a falconara e la neve sul mare era bellissima e secondo perché ero alla mia seconda licenza e prima di partire feci tanti uccelli, sopratutto anatre, il trasimeno ghiaccio` e da me la gelata dopo la neve fece fuori tutti gli olivi, che freddo
Un saluto
 
La ricordo bene anch'io la nevicata dell'85 che spettacolo la spiaggia innevata indimenticabile ricordo anche le difficolta a circolare, io andai a sbattere contro un cancello con la cinquecento di mia sorella che dovevo portare dal meccanico..... poi a mie spese la portai dal carrozziere. ...le catene erano introvabili e con dei prezzi.
 
Ultima modifica:
Fu l anno del servizio militare ,eccome se me lo ricordo mi hanno massacrato ha fare campi militari e lanci,ero della genio pionieri paracadutisti....!!! Quanti tordi dopo anno tirato ,io sono mancato congedavo a maggio...:D
 
Anch'io me la ricordo benissimo per due fondamentali motivi: 1) per il lavoro....essendo un Jolly ogni giorno cambiavo sede di lavoro nelle banche del circuito Veneto.Al mattino dopo la nevicata mi ordinarono di andare in una località agricola a circa 80 km da casa mia. Per fortuna partii molto presto e ci arrivai. 2) Alla sera quando ritornai a casa dopo mille difficoltà trovai che nella mia abitazione come in tutto il paese mancava l'elettricità......dormii in auto con il resto del gasolio che avevo in serbatoio.
 
......il gennaio 1985 c'ero e c'era ancora mio Nonno, che tante volta mi aveva raccontato di quando 60ant'anni prima aveva visto il mare fumare.....bene quell'anno ,con -6 alle 10 del mattino anche io vidi il mare davanti a Genova fumare.....
la caccia venne chiusa per quasi un mese ...alla riapertura gli tirammo pure le mutande!!!
 
Quel gennaio del 1985 fu per me un mese indimenticabile ciò che accaddero furono eventi rimasti a testimonianza di ciò che è accaduto e che potrebbe ancora accadere. Fine dicembre 1984, la mia trasmissione preferita l'unica finestra meteo poco prima delle 20 gestita allora dal colonnello Baroni (detto famigliarmente Baffino, non ancora generale ed erede del colonnello Bernacca) Il mese era stato mite ed era prevista l'entrata di aria fredda polare, invece arrivò l'aria artica per una serie di coincidenze " sono in arrivo bruschi cambiamenti del tempo sul continente" a carattere eccezionale disse, soprattutto perchè colpì località di pianura, la pianura Padana e la Toscana in particolare con tanta neve. Nevicò molto ma il giorno 6 inizia il periodo di freddo più intenso al nord estendendosi poi via via su tutta l'Italia, fino ad arrivare qui dove abito il giorno 11 gennaio ad una temperatura storica di meno 22 gradi, e verso il 13 con le copiose nevicate le temperature risalirono. Meno 22 gradi vuol dire che scoppiarono tutti gli orologi dell'acquedotto, a qualcuno i tubi nei muri, l'unico con l'acqua era un amico di famiglia Marcello che aveva la casa davanti con un pozzo non ancora abbandonato, la fila, era la salvezza della strada, uscivi di casa e ti mancava il respiro, molte piante e in particolare gli ulivi bruciarono, ricordo che avevo una pianta di chinotto sul terrazzo protetta dal muro di casa e rinvolta nella plastica bruciò anche quella. Il clima influenza più di quanto si creda la nostra vita, esaltando lo spirito di sopravvivenza nostro e di chi ci è caro. Dal diario di quei giorni, 50 kg di pasta per me e mia moglie, e 50 kg per i miei genitori (psicosi da guerra), 10 kg di zucchero, 10 kg di sale, oltre alle altre cose, il prosciutto è a mezzo e mi devo ricordare dei 3 che ho in salamoia, vanno bagnati e massaggiati altrimenti non tirano il sale, come gli zampetti e il rigatino. Ora che ho messo gli anfibi vado a lavorare a circa un chilometro, la neve è alta, prendo lo zaino: un panone, (due chili di pane toscano) un salame di due chili (è rincarato 9000 lire al chilo) un fiasco di vino (di quello bono) e come viveri di conforto un liquore fatto in casa uso famiglia che manda giù anche i mattoni se uno li mangia, vado quei 2-3 ragazzi spero ci siano. Tornando a casa non ho trovato gli uccelli nella loro stanzina, e neanche Dok il mio setter da grande cerca (più gambe che testa) un attimo di smarrimento e mio padre (nella sua vita grande passionista) che mi chiama, li ho governati e portati in casa mia una cosa mai vista, entro e sui teli vedo sui porta gabbie filze di uccelli e mia madre che sorride, è proprio vero che in certi momenti si pensa a ciò che abbiamo di più caro.
 

prete

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[h=2]E venne il grande gelo: dettagliata cronaca del gennaio 1985[/h] [h=3]13, 14, 15 e 16 gennaio: le grandi nevicate al Nord e la fine del gelo[/h]Tra il 13 e il 15 gennaio il Nord Italia viene sommerso dalla neve. 70 cm cadono a Milano, 90 a Bologna. E' l'ultimo fuoco d'artificio di questo incredibile mese di gennaio.



[h=4][/h]29-12-2007 ore 13:59


Il giorno 13 gennaio, infatti, cominciano le nevicate, dapprima al Nord ed al Centro, poi solo al Nord.
Alle 8 del mattino il Giornale Radio dice testualmente: "I meteorologi sono ancora incerti sulla possibilità che entri un'ondata di gelo dalla Russia".
Alle 20 di sera, invece, dice : "I meteorologi affermano che NON vi sarà alcuna ondata di gelo dalla Russia".
Questi errori previsionali, ad appena 24 ore di distanza, mostrano che la situazione non è cambiata di molto, malgrado i progressi modellistici degli ultimi 21 anni: le situazioni di tempo da est continuano ad essere "mal digerite" dagli elaboratori elettronici, e tutti gli errori compiuti durante l'ondata di freddo del 1985 si ripetono puntualmente anche nelle previsioni delle ondate di freddo dei giorni nostri.
Ecco le temperature del 13 gennaio:
Bolzano -11°/-1°, Torino -9°/-4°, Cuneo -7°/-6°, Milano -12°/-3°, Trieste 0°/+4°, Venezia -9°/+2°, Bologna -14°/-5°, Genova:-3°/+1°, Pisa -9°/+4°, Firenze -13°/+2° (-5° la minima allo Ximeniano), Perugia -5°/+2°, Ancona -10°/+2°, Pescara -7°/+8°, Roma -4°/+7°, Campobasso -5°/+3°, Napoli -2°/+6°, Bari -3°/+9°, Potenza -9°/+2°.
Deboli, pochi cm, inizialmente, le nevicate in Val Padana.
Nevica, invece, a tratti abbondantemente, su tutta la pianura della Toscana, ma la precipitazione, dal pomeriggio, si trasforma localmente in pioggia, mentre in altre zone cessa.
A Pisa cadono in mattinata 5 cm di neve, molto più bagnata di quella dell'8 gennaio, sufficiente comunque a creare disagi al traffico e a provocare molti ritardi nei voli all'aeroporto. A fine mattinata cade qualche goccia di pioggia ma poi cessa ogni precipitazione e in serata, col termometro che va decisamente sopra zero, la neve si scioglie e la città riprende il suo aspetto consueto, lastre di ghiaccio in Arno a parte.
Una decina di centimetri di neve fresca imbiancano le zone nord ed est di Livorno, minore l'accumulo in centro.
Leggere nevicate sulla Firenze-Mare, va molto peggio sull'Autostrada della Cisa, investita nel tratto Lunigianese da una bufera con accumuli intorno al mezzo metro a 500 metri di quota.
Neve dalle 9 alle 11 in Versilia, molto bagnata, per cui non attecchisce sulla costa, mentre vi riesce sulla collina, dove nevica anche nel pomeriggio, quando invece a Viareggio e Pietrasanta piove. Sette ore di neve, dalle 6 alle 13, a Lucca, mentre la nevicata prosegue tutto il giorno in Media Valle del Serchio e Garfagnana.
Verso sera, chiuderanno gli aeroporti di Milano e Bergamo; chiuderà anche quello di Bologna, mentre nel pomeriggio chiude anche l'aeroporto genovese "Cristoforo Colombo", per la bufera di neve che avvolge la città.
I quasi 15°C raggiunti ad Ajaccio e Bastia sono indicativi del cambiamento in atto sul Mediterraneo, ma il cuscinetto freddo che si è formato al nord sta per produrre un evento memorabile.
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13 gennaio: la depressione centrata sul Mare di Corsica alimentata dall'aria fredda che continua ad affluire da nord, causa le copiose precipitazioni, nevose, che cominciano a cadere al Nord.
Il 14 gennaio, infatti, cominciano i grossi problemi al Nord Italia.
Le temperature restano rigide al Nord Italia, mentre si scaldano lentamente al Centro-Sud.
Bolzano -5 /-2°, Torino -6°/-1°, Cuneo -7°/-2°, Milano -3°/-1°, Trieste -4°/-1°, Venezia -3°/-2°, Bologna -6°/-2°, Genova -2°/+4°, Firenze +1°/+4°, Perugia -2°/+3°, Ancona -5°/+3°, Roma +3°/+12°.
Forti bufere di neve colpiscono l'Appennino Tosco-Emiliano; a Milano nella notte erano caduti già 25-30 cm di neve, ma alle 12 la neve raggiunge i 40 cm di altezza, e sale a vista d'occhio!
La precipitazione è molto più intensa in pianura che non sulle Alpi; nevica forte anche a Trento; gela parzialmente il porto di Genova, dove continua a nevicare.
650 soldati vengono reclutati per sgomberare le vie di Milano dalla neve, ma è tempo perso, perché la precipitazione prosegue intensissima, e riempie di nuovo le vie di uno spesso manto bianco.
Baroni, ad una trasmissione televisiva serale, è addirittura catastrofico: afferma che la situazione barica è identica a quella delle prime due decadi di febbraio del 1956, quando Roma ebbe 10 giorni di neve, anzi, i divari barici sono ancora peggiori.
"I meteorologi sono preoccupati", afferma, "perché nel 1976 hanno provato che i cicli di Milankovitch sono esatti. Ogni 100 mila anni c'è un'Era Glaciale, seguita da 10 mila anni di interglaciale, e, adesso, questo periodo è finito. Basterebbe un'Estate fredda, non in grado di sciogliere tutta la neve dell'inverno, e ciò potrebbe costituire una ottima "memoria" per creare un altro inverno rigido. Una serie di 2-3 inverni rigidi potrebbe essere in grado di innescare una nuova glaciazione!".
Dunque, 21 anni fa, queste erano le preoccupazioni degli scienziati, mentre l'Effetto Serra era relegato ad una marginale ipotesi di lavoro discussa solo raramente tra gli specialisti: allora, il clima era in fase di raffreddamento!
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14 gennaio: la depressione al suolo si sposta sul Mar Ligure, mentre quella in quota è sulla Francia. Condizioni sempre di severo maltempo al Nord, mentre al Centro-Sud i venti cominciano a ruotare dai quadranti meridionali e le temperature a rialzarsi.
Il 15 gennaio, Varese si trova sepolta da 62 cm di neve, la quantità più alta almeno dal dopoguerra. Infatti, il record precedente erano i 60 cm del 1978.
Ad Udine la neve è alta 40 cm; Vicenza è a 40 cm, 50 cm a Belluno. A Padova, Treviso, Rovigo: 10-20 cm; a Verona 30 cm.
In crisi anche la provincia di Vercelli e quella di Torino; incredibilmente, invece, mentre nella bassa Valtellina nevica, in quella alta Bormio attende i prossimi mondiali di sci privo di neve!
Comincia anche un certo riscaldamento in alcune zone lombarde: inizia a piovere nel mantovano e sul Garda, mentre continua la neve a Milano.
Le temperature restano sotto zero solo in Pianura Padana ed in Liguria, ove resiste la bufera di neve, altrove scaldano rapidamente. A Pisa città si registrano +4°/+6° il 14 gennaio e +2°/+6° il 15 gennaio, con pioggia abbondante.
30 cm di neve cadono anche a Vienna.
La sera del 15 gennaio vi sono 70 cm di neve a Milano, 90 cm a Bologna città e 130 cm sulle colline bolognesi, fino a 130 cm a Trento città.
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Il 15 gennaio la goccia fredda punta verso il Nord Africa, sull'Italia si attivano forti correnti meridionali che innalzano la temperatura al Centro-Sud, ma al Nord, il freddo intrappolato nei bassi strati, causa ancora imponenti nevicate.
Il 16 gennaio si concludono le nevicate sul Nord Italia.
A Milano, dopo 4 giorni e tre notti consecutivi di neve, il manto bianco è alto dai 70 ai 100 cm, crolla la copertura appena costruita del "Vigorelli", per il peso della neve.
A Trento, con 150 cm di neve, viene superato, di poco, il record del 1929.
Si fanno i confronti, a Milano, con le ondate di neve del passato. Nell'inverno gelido del 1894-95 caddero 91 cm di neve, in 25 giorni nevosi. Nel 1886-87, ne caddero 73 cm, in 13 giorni di neve. Il 16 febbraio 1933, la città era coperta da una coltre bianca alta 80 cm.
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16 gennaio: l'Europa esce dalla morsa del gelo, mentre una "pugnalata" fredda entra fin nel deserto algerino. L'Italia è ormai dominata dal richiamo di venti caldi sa Sud. Tutte le mappe presenti in questo reportage sono state realizzate su dati di base NCEP/NCAR con il contributo di Alessandro Mandelli e Massimo Aceti.
Così si conclude questa cronaca degli avvenimenti del gennaio 1985, sperando che gli affezionati lettori l'abbiano gradita. Si è trattato di un'ondata di freddo eccezionale, per il Centro-Nord, come eccezionAli sono state le nevicate del 6 gennaio nel Lazio, dell'8 gennaio in Toscana, del 13-16 gennaio al nord.
La speranza di noi meteofili è che qualcosa del genere possa ripetersi negli inverni futuri, anche se non sarà facile toccare gli estremi termici di quell'incredibile gennaio.
 
ECCEZIONALE DOCUMENTO! Che tempo fa del 6 gennaio 1985!

ECCEZIONALE DOCUMENTO! Che tempo fa del 6 gennaio 1985!

Questo eccezionale documento, introvabile in rete, mostra il bollettino meteorologico "Che tempo fa", andato in onda sulla prima rete nazionale a tarda sera di domenica 6 gennaio 1985. La situazione meteorologica sull'Italia era già da pieno inverno, con temperature minime notturne di tutto rispetto al Nord, ma il Generale Andrea Baroni aveva già intuito che il peggio sarebbe dovuto ancora arrivare..
https://www.youtube.com/watch?v=PeBDzlH_drE
 
Ho sentito nominare più volte quella grande nevicata...io non me la ricordo (ero troppo piccola), ma è sicuramente rimasta pià che impressa a chi l'ha vissuta...io onestamente non amo la neve in pianura, se non nevica qui da noi sono contenta, quindi mi bastano i ricordi dei miei genitori che mi parlano di tutta quella neve!
Però adesso, a distanza di soli 29 anni, è davvero strano vedere lo stesso periodo di gennaio con temperature miti, addirittura con la "primavera di gennaio"!
 
Eccome se la ricordo bene quella nevicata; lavoravo nella centrale Enel di Porto Tolle, (casa mia da quella centrale dista circa un 100 km circa) ero reperibile, (avevo fatto 5 giorni 24h su 24 in centrale dormivo nella foresteria) tutto andava bene, dissi al capoturno tutto apposto lui mi rispose di si allora faccio una scappatina a casa se ci sono problemi mi chiami. A 1/2 notte sento il telefono squillare mi alzo e il capo turno mi chiama presto vieni qua c'è il finimondo stà nevicando siamo a -10° C ci sono parecchi allarmi bisogna fare delle analisi all'acqua ecc (io ero analista chimico), mi vestii e partii, mi trovai nel mezzo della tormenta quello che vidi e che non mi dimenticherò mai erano i lampi e i tuoni e la neve che cadeva così violentemente spinta dalla furia di un vento impetuoso che mi impediva di vedere la strada tanto che a un bel punto stavo andando su per la scarpata del fiume Po; quanto arrivai ringraziai il Padre Eterno e il mio Angelo custode che mi hanno guidato fino alla centrale. Il lunedì pomeriggio tornai a casa c'era un bel sole vidi una bella beccaccia ai margini di un pioppeto che infilava il becco nella neve, e non vi dico quante migliaia e migliaia di anatre che c'erano nel fiume Po senza contare quelle in volo, uno spettacolo unico in quanto tutte le valli erano gelate. Era lunedì 14 gennaio del 1985.
 
avevo 13 anni e me la ricordo bene, e ricordo bene i danni che ne seguirono, non per la neve che piuttosto li limito', ma dal ghiaccio che distrusse vivai e uliveti, le conseguenze furono dure anche per diversi anni seguenti......
ricordo bene anche gli uccelli che passarono nei giorni precdenti al gran freddo, mai piu' rivista una cosa simile.....
 
Avevo anch'io 13 anni e oltre al gran freddo ( ricordo che le temperature alla notte scendevano fino a -12/14 sotto lo zero..........ricordo ancor con più nostalgia tutte le cesene che passarono in quei giorni e che si fermarono, da noi non nevicò molto, nei campi di medica cosparsi di letame dove pasturarono per settimane........

Ciao,Marco.
 
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