Gli uccelli e il tempo che fara'.........

Il canto degli uccelli per sapere in anticipo che tempo farà

I cacciatori sanno che se le allodole cantano in continuazione è in arrivo il bello stabile


- Ogni stagione ha i suoi barometri vivi per conoscere il tempo che farà ed i cacciatori lo sanno. Sono affidabili almeno quanto i meteorologi e le loro previsioni a breve sono sempre azzeccate. La pernice bianca che cerca riparo segnala prossima neve e il gallo forcello che si rifugia nel bosco presagisce pioggia imminente. Fagiana e starna tengono vicini i pulcini oppure, d' autunno, restano accanto agli alberi quando sta per piovere. Gli animali infatti avvertono i lievi e per noi impercettibili mutamenti che precedono le variazioni e vi si adattano con largo anticipo. Si avvicinano ai ripari quando la pioggia sta per arrivare, si preparano ad uscire quando sentono che il temporale sta per concludersi. Non a caso Virgilio scriveva, facendo riferimento ad uccelli e quadrupedi, «pioggia non venne mai senza messaggio». Facile, ad esempio, riconoscere che tempo farà dal canto del passero: quand' è monotono e flebile indica, se è l' alba, un' improvvisa tempesta o, al tramonto, una notte piena di pioggia. Durante il giorno, invece, se si allontana dalla grondaia e riguadagna in fretta il tetto dopo essersi cibato sa che giungeranno temporali. Il bello stabile è indicato con un continuo cicaleccio ed anche le allodole ed i corvi cantano in continuazione. Le galline sono addirittura «carte del tempo» e si «leggono» con facilità: se si disputano il becchime significa che nelle prossime 24 ore non vi saranno mutamenti significativi. Qualora si spollinino nella polvere (il loro modo di fare il «bagno», come fagiani, pernici ed altri volatili, togliendosi i parassiti) ci si prepari alla pioggia. Proprio come prevede il gallo quando allarga le ali. I piccioni si muovono lentamente o stanno fermi con le penne arruffate quando sta per piovere, il merlo invece si allontana solo di pochi metri dalle siepi e gli storni rimangono a poche centinaia di metri dalle abitazioni. Le oche e i germani, nei fossati o nelle vasche dei parchi, presagiscono la pioggia se si spruzzano acqua sulla schiena, sbattono le ali e mimano il volo sollevandosi parzialmente. Le gazze sbattono le ali e continuano ad essere irrequiete rimanendo però sul medesimo albero o spostandosi con brevi voli. Il pettirosso invece canta forte dai rami più alti e par proprio veda giungere le nubi. Se, infine, al tramonto, subito dopo la pioggia compare il rosso nel cielo ma le faraone restano ingobbite, le anatre non si allontanano dalle rive e i passeri vanno subito a dormire non si riponga l' ombrello: il colore del cielo è dato solo dall' elevata concentrazione di vapore e inganna gli uomini, ma non gli animali.
 

Alberto 69

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Giovedì 25 Dicembre 2014

Clima: Gli uccelli possono prevedere l'arrivo di un tornado.

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Alcune specie di uccelli sarebbero in grado di “prevedere” gli eventi meteorologici estremi come i tornado: è quanto risulta da uno studio statunitense pubblicato dalla rivista scientifica “Current Biology”. Come spiega il sito della Bbc, i ricercatori hanno seguito gli spostamenti di un gruppo di usignoli dalle ali dorate (Vermivora chrysoptera), che appena terminata una migrazione di oltre 5mila chilometri hanno improvvisamente lasciato i nidi sugli Appalachi per spostarsi 700 chilometri più a sud, verso il Golfo del Messico: il giorno successivo l’intera fascia centrale degli Stati Uniti è stata investita da numerosi tornado. Scampato il pericolo, il gruppo – cinque uccelli cui erano stati applicati dei localizzatori Gps per studiarne la caratteristiche migratorie – ha fatto di nuovo ritorno ai nidi: i ricercatori sottolineano come al momento della “fuga” le condizioni meteo sul posto fossero assolutamente normali e non è dunque ancora chiaro quale sia il possibile meccanismo di avvertimento per gli uccelli. Una possibile soluzione riguarda gli “infrasuoni”, ovvero i suoni a bassissime frequenze non udibili dall’orecchio umano e in grado di viaggiare per migliaia di chilometri: gli uccelli, in base a questa teoria, potrebbero quindi sentire il “rumore” dei tornado molto prima del loro arrivo. Quale che ne sia l’origine, dal momento che la presenza degli uccelli nella zona sembrava essersi molto ridotta nei giorni precedenti all’arrivo dei tornado i ricercatori concludono che è improbabile che questa capacità sia limitata a una sola specie, e che dunque possa essere più o meno generale fra gli uccelli.


fonte:meteoweb.eu
 
Interessantissimi entrambi gli articoli!!
Altro che consultare Giuliacci e Previsioni Meteo: le previsioni del tempo live | METEO.IT per sapere come sarà il tempo (e capita ancora che sbaglino, nonostante le conoscenze e le tecnologie che abbiamo al giorno d'oggi), basterebbe guardare la natura e sapremmo subito e con certezza che tempo farà!
Peccato che la natura la guardino ormai in pochi, altrimenti chissà quanti meteorologi rimarrebbero senza lavoro....
 
[h=3]Bussola del pettirosso[/h]

  • Si sa che da secoli gli animali si orientano utilizzando le piu’ disparte strategie: chi con il senso dell’olfatto, chi seguendo le indicazioni del cielo stellato, chi perche’ percepisce le linee del campo magnetico terrestre. Insomma “ad ognuno la sua bussola” che lo guida sicuro nel lungo viaggiare sui continenti e nel lungo solcare le vie dei cieli. e a tal proposito una nuova sconvolgente novita’ ci viene fornita da J.Al-Khalili’, fisico teorico, e da J. Macfadden, biologo molecolare, che nel loro libro “life on the edge the coming of age of quantum biiology” esprimono la tesi di fondo che svariati processi del vivente, come appunto i metodi d’orientamento, si basano su effetti quantistici. Molte specie di animali come le balene, le rane, le aragoste, le api e gli uccelli compiono viaggi che hanno dell’impossibile. Sopra tutti c’e’ la migrazione del pettirosso (erithacus rubecula) che ogni anno, dalla Svezia all’africa e viceversa, si basa sul suo dna, orientandosi secondo meccanismi di rilevamento del campo magnetico terrestre che sono strettamente correlati con spiegazioni quantistiche relative ad “elettroni intrecciati” che si verrebbero a formare nell’occhio del pettirosso quando un fotone (una particella luminosa) viene percepito da un certo fotorecettore nell’occhio. Tutto sembra essere complicato ai profani, nella realta’ e’ spiegato dalle ultime scoperte della fisica quantistica legate alla biologia. Chissa’ che, perseguendo questa via, non si arrivi a svelare anche i piu’ reconditi segreti della vita.
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    Fei
 
[h=3]E’ il risparmio energetico alla base della formazione a “V” adottata dagli uccelli migratori.[/h]
  • E’ stato recentemente confermato e approfondito lo studio del perchè gli uccelli migratori come ibis, anatidi, cormorani, adottano la bellissima formazione a V nel momento in cui solcano i cieli nei loro movimenti migratori. La bella architettura di formazione ha una più che giustificata causa: in questo modo i vortici di aria che si sviluppano dal volo del soggetto che precede sono sfruttati dal soggetto che segue facilitando la migrazione. Ecco che la bella formazione a V si rivela anche la più vantaggiosa per il volo: l’animale consuma meno energia, fa meno fatica e questo si rileva anche dalla registrazione di una minor frequenza cardiaca. E’ quindi il compagno, che con il suo sbattere d’ali genera dei vortici d’aria, a consentire il risparmio energetico che, in questo lungo pellegrinare nei cieli, risulta un’arma vincente.
    FEIN STAMPA​
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    Fein
 
Gli uccelli e il tempo che fara'.........

[h=1][/h]Ho trovato questo articolo di qualche anno fa e dal mio punto di vista e' molto interessante, alcuni di voi l'avranno gia' visto sicuramente, altri no, bello riproporlo.



[h=1]Gli uccelli ed il tempo che farà[/h]
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L’originale sistema degli antichi per fare le previsioni del tempo
Il continuo canto dei passeri ed il gracidio della cornacchia preannunciano pioggia. Non sottovalutate il lamento dello scricciolo che avverte di una tempesta imminente. Virgilio e Guarinoni mettono in versi tutta la meteorologiaPioggia non venne mai senza messaggioDa lei che nelle valli ime si criaFuggirono le gru…L’ardita rondinella non fu stancadi sui laghi aliar. . . (Virgilio)Primi a far le previsioni del tempo furono gli animali ed in particolare gli uccelli. Gli antichi ne erano convinti e fino alla seconda metà del secolo scorso molti, fra i contadini, guardavano a polli e anatidi, ma anche a passeri, fringuelli, cornacchie e altri volatili della campagna, per sapere come sarebbe stato il domani.Cercavano di conoscere il tempo prossimo venturo e lì “leggevano” come fossero vive carte del tempo.Era una “verità” diffusa e condivisa, un’originalissima scienza che veniva verificata giorno per giorno e trovava il conforto dei “classici”, fra questi Virgilio, e tramandata.C’erano, e ci sono, alcuni principi basilari: quando sta per piovere o venire una tempesta gli animali vanno a cibarsi quanto più in fretta possibile e rimanendo vicino ai loro ricoveri.Le starne e i fagiani cercano cibo ai margini dei campi coltivati o degli incolti vicino ai boschi, la volpe e gli altri carnivori escono dalle tane, e gli “uccelli da rapina”, falchi e altri volatili, volano nel cielo pronti a cercar qualche preda.Queste eran le conoscenze comuni fino al principio del Novecento.Poi, già nella seconda metà del secolo scorso, conoscenze che sono il riassunto di centinaia d’anni di esperienze e di osservazioni sono andate in gran parte perdute. Molte di queste nozioni si trovano nei libri di naturalisti e tecnici della caccia, ma anche di appassionati tenditori di reti.L’abate Girolamo Guarinoni scrive a proposito della previsione del bel tempo osservando gli uccelli:Se al primo comparir dell’alba in CieloD ‘insolita allegrezza odi cantandoDare segno gli Augelli, e in mille metriLe note variar col rostro argutoE dagli albor calar sul ramo erbosoSi vede e tosto risalire ai ramiAttender a loro nidi e visitareCon spessi viaggi i pargoletti ignudi.E di piacer insolito ripieniFestosi, e gai per le frondose cimeMostrarsi a salutare i primi raggiSe senti per l’aria liquida poggiandoCantar l’Allodoletta sopra i campi,o i Corvi raddoppiare oltre l’usatoIn suon più lieto le lor fioche vociIl cattivo tempo viene annunciato da quasi tutti gli animali, e in particolare: il pettirosso sta alla base della siepe; il picchio smette di cantare; le rondini volano rasente al suolo; i passeri cantano in continuazione; le gazze stridono a intermittenza; le faraone lanciano versi lamentosi; l’airone è insolitamente irrequieto; la civetta canta di continuo dal tramonto; la cornacchia gracida con insistenza; il cuculo canta vicino alle case; il pavone continua a stridere; la cinciallegra lancia versi lamentosi; i colombi sui tetti volgono il gozzo a levante; i polli si rotolano continuamente nella polvere; il fringuello canta di frequente.Secondo Guarinoni, inoltre, la pioggia sta per giungere quando:Starsi la Cornacchia in secca arenasola aggirando, o nell’onda lo SmergoO l’Anitra con gli altri acquosi stuoliSpesso il capo tuffare e gran desioDel cristallino umor mostrare in vista“Per tutto l’anno il cucco recaDi copiosa messe al villan lieto,e di bella stagione felice speme,se nel fiorito april presso le Villetra i rami ascosi in suon continuo canta”.Ose i corvi vedrai lasciando l’escaFuggire con rumore a larghe schiereO se poco lontan dall’alta torreOve suol albegar il Passer vileLe penne dispiegare e a corti voliPartirsi, e tornar al tetto usato.Il reattino o re di macchia,il pin piccolo volatile italiano, che abita le cataste di legna o le siepi intricate, annuncia tempesta quando:Il re piccino delle siepi amicoAllor che innanzi ai villerecci tettiSaltellando pei fessi dei cortiliManda dal sottil rostro acuti strilli.Il freddo e la neve vengono preannunciati da un “passo” anticipato di lucherini, cince, zigoli. Quando lo scricciolo canta in continuazione per più giorni annuncia che giungerà un freddo intenso.Così lo ricorda Giovanni Pascoli:Viene il freddo. Giri per dirloTu, scricciolo, intorno le siepiE sentire fai nel tuo zirloLo strido di gelo che crepi.II tuo trillo sembra la bruinaChe sgrigiola, il vetro che incrinaIn “Cacciator Bolognese”, opera del 1716 scritta da Bartolomeo Alberti, si afferma fra l’altro:Notasi ancora qualmente prendendo fringuelli se questi saranno ben grassi , fra due o tre giorni in circaSara neve: se come quando li fringuelli abbandonando il monte s’incamminano verso il piano, se la neveè già in terra, suole in breve cioè fra tre o quattro giorni svanire.Ma se vengono dalle parte del Veronese varcando verso le maremme ne’ giova il fischiodi richiamo per fermarli, il freddo e la neve saranno di ben lunga durata.Se il cuculo in primavera canta per la prima volta il freddo continua. Di solito viene chiamata “neve del cuculo” quella che nelle zone di montagna giunge dopo la prima apparizione del volatile. Le cornacchie che volano basse in autunno annunciano giorni di freddo.Se i galli cantano anche a notte fonda il mattino sarà nebbioso. Qualora la folaga abbandoni le acque per raggiungere la terraferma significa che sta per giungere forte vento.Se nella palude le anatre sono agitate, non si lasciano avvicinare, continuano a muoversi significa che il tempo sta per mutare.Diventerà tempesta se lo scricciolo vola da un buco all’altro nelle cataste di legna a lungo i muri, il fringuello canta in continuazione, i passeri nella mattina continuano a cantare con una maggior intensità del solito. L’airone, come afferma Brunetto Latini, vola alto, le gru che hanno cominciato la migrazione la interrompono, i beccaccini raggiungono la palude e sono restii al volo, ma sostano in prossimità dei fossi, delle siepi o di altre zone a folta vegetazione quasi cercassero un riparo, gli uccelli di mare si avvicinano alla terraferma.Virgilio nelle Georgiche lo ricorda:Raro continue che a carena il marePerdoni allor che schiamazzando ai lidiLo smergo si ricovra in secca piaggiaLa folaga marina si baloccaO l’aghiron dalle paludi amateSollevandosi a vol passa le nubi.
Di Rodolfo Grassi
Tratto da “Il CACCIATORE ITALIANO”
 
La misteriosa bussola degli uccelli
Come fanno gli uccelli migratori a sistemare la bussola interna? Scrollando la testa.
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Un esemplare di beccafico (Sylvia borin) alle prese con il pasto dei piccoli.
Gli uccelli, si sa, percorrono enormi distanze, sorvolando oceani, catene montuose, deserti o immense distese ghiacciate: come la sterna artica (Sterna paradisea), infaticabile, che percorre tutti gli anni il tragitto Artide-Antartide, andata e ritorno. Senza mai sbagliare rotta! Come fanno? Le ricerche passate hanno permesso di scoprire che i migratori si orientano utilizzando la posizione del Sole, altri, come alcuni passeri, usano le stelle, altri ancora prendono punti di riferimento come fiumi, coste, o perfino autostrade. E nelle giornate molto nuvolose o con nebbia fitta? Utilizzano il campo magnetico terrestre. Ma i complessi meccanismi che regolano l'orientamento degli uccelli durante le migrazioni restano per molti versi ancora enigmatici.

Manutenzione bussole. In questi giorni però un altro tassello è stato aggiunto al puzzle: uno studio pubblicato sulla rivista "Current Biology", condotto da un gruppo di ricercatori dell'università tedesca di Oldenburg, ha rivelato come gli uccelli che utilizzano le onde del campo magnetico terrestre riescano a percepirle. La ricerca è stata condotta su un gruppo di beccafichi (Sylvia borin) in cattività. Per la prima volta, si è notato che questi uccelli, prima di muoversi nella corretta direzione, eseguono particolari movimenti con la testa, delle scansioni: captano cioè le onde, e mettono in funzione la loro bussola interna. Quando sperimentalmente è stato eliminato il campo magnetico, i movimenti della testa sono triplicati, e la direzione presa in seguito è risultata casuale. È emerso perciò che la bussola è posta nella testa degli uccelli, e futuri esperimenti potranno permettere di conoscere la soglia sotto cui i volatili non sono più in grado di percepire le onde del campo geomagnetico.
 
[h=1]E' vero che gli animali sono in grado di prevedere i terremoti?[/h]

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Alla fine dell'anno 2015 sarà completato il segmento russo della ISS (International Space Station) nel'ambito del progetto spaziale ICARUS ( International Cooperation of Animal Research Using)
Scopo del progetto è quello di monitorare la vita, le migrazioni, i comportamenti, le funzioni vitali e la morte degli animali sul nostro pianeta.
Ma un'altra possibile ricaduta del progetto è quella di meglio indagare sulla presunta capacità degli animali di prevedere i terremoti.
Non si tratta certo di una novità, visto che lo dicevano già gli antichi romani, ma è una delle ricadute di Icarus che ha più incuriosito, arrivando ad interessare addirittura The Economist. Il progetto è sostenuto dal Centro aerospaziale Tedesco, il quale ha concesso un finanziamento da 19 milioni di euro al dipartimento migrazione animale del Max-Planck-Institut für Ornithologie (Mpio), diretto da Martin Wikelski.
Nell'ambito di tale progetto entro il 2015 verranno rilasciati circa 1.000 uccelli e pipistrelli muniti di GPS ultraleggero (appena 5 grammi) i cui segnali, raccolti dai satelliti, forniranno in tempo reale dati sul comportamento di questi animali, compresi i movimenti inusuali. Wikelski spiega che «Icarus metterà alla prova per la prima volta se gli animali che volano possono essere utilizzati come “sensori intelligenti” di terremoti imminenti». Gli uccelli e i pipistrelli sarebbero particolarmente adatti grazie alla loro capacità di rilevare i campi magnetici, cosa che probabilmente li aiuta ad orientarsi ma potrebbe anche permettergli di percepire i terremoti prima che si verifichino.
Fin dalla fine degli anni ’90 è noto che prima dei terremoti si verificano fluttuazioni nel campo magnetico terrestre, ma solo agli inizi degli anni 2000 se ne è capito il motivo, con la scoperta di una nuova singolare proprietà delle rocce. La causa dei terremoti naturali è l’accumulo di energia nel sottosuolo, ma i test di laboratorio effettuati nel 2002 da Friedemann Freund della Nasa hanno rivelato che le sollecitazioni che portano a terremoti possono essere rilevati elettromagneticamente. Freund ha scoperto che, a causa di “difetti” atomici che esistono nei cristalli delle rocce queste, quando sono sottoposte a stress, producono “nuvole” di cariche elettriche positive e si pensa che le stesse “nuvole” siano la causa del misterioso fenomeno delle “luci sismiche”, che vengono a volte viste prima dei terremoti. Quando sta per scatenarsi un terremoto, queste cariche positiva inducono campi magnetici sulla superficie terrestre e sono questi che Icarus spera di individuare osservando il comportamento di uccellini e pipistrelli.
Va detto che le uniche prove che gli animali che volano siano in grado di percepire il disturbo magnetico prima dei terremoti sono aneddotiche, negli ultimi 10 anni sono stati riportati casi in Cina e in America di pavoni e fenicotteri che si comportano stranamente prima di terremoti. Ma si tratta di dati isolati e quindi privi di fondamento scientifico, cosa che potrebbe cambiare con Icarus che sarà presto in grado di monitorare dallo spazio centinaia di gruppi di uccelli in tutto il mondo ed in modo continuo e preciso come mai prima.
Ogni anno ci sono almeno più di 100 grandi terremoti di magnitudo 6 o superiore e la probabilità che almeno qualcuno degli uccelli e dei chirotteri equipaggiati di mini-sensori volino nell’epicentro di un sisma sono alte. Allora Icarus raccoglierà informazioni preziose che potrebbe risolvere il mistero se gli animali siano davvero in grado di “sentire” l’arrivo di un terremoto. Ma gli scienziati non si fanno troppe illusioni e dicono che questa è solo una possibile ricaduta di un progetto che ha l’ambizione di come “funziona” buona parte della vita che rende così magnifico ed imprevedibile il nostro Pianeta vivente.
 
[h=1]Gli uccelli capiscono il meteo
e si regolano per il volo[/h][h=2]Elaborano cadute e risalite della pressione barometrica[/h] Questo meccanismo interno li aiuta a prendere decisioni importanti



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Pellicani sull'albero (Foto L.Gallitto)


Gli uccelli sono in grado di prevedere i cambiamenti del meteo e regolarsi di conseguenza. Previsioni meteorologiche che riescono a elaborare attraverso la lettura delle cadute e delle risalite della pressione barometrica.


Lo ha dimostrato un nuovo studio dell'Advanced Facility for Avian Research (Afar) della Western University pubblicato sulla rivista 'Animal Behaviour'. L'Afar ospita il primo tunnel ipobarico da vento climatico del mondo che permette ai ricercatori di studiare la fisiologia e l'aerodinamica del volo degli uccelli in condizioni di alta quota.
"Siamo riusciti a dimostrare chiaramente che gli uccelli - ha spiegato Scott MacDougall-Shackleton, direttore dell'Afar - sia durante lo svernamento sia durante la migrazione posseggono un barometro interno che li aiuta a prendere decisioni su qualsiasi attività, dal volo all'alimentazione".
 
Cari Amici, vi racconto quanto mi è accaduto "tanti anni addietro". Ero ritornato nel "mio" bosco a cercare Beccacce, dove il giorno prima ne avevo incontrato parecche. Incredibile! Dopo ore e ore di ricerche, il nulla, il niente. Assurdo, voi potete pensare e dire, la migrazione fa certi scherzi, giusto, ma era fine Dicembre.
Deluso e con il broncio, faccio ritorno a casa, dopo cena telefono al mio amico e gli racconto l'accaduto, la risposta è da suicidio; lui era stato a tordi lungo un torrente e aveva volato qualche beccacia, prendendone due, le solite battute di sfottò, seguite dai saluti.
Due giorni dopo, il finimondo Palermo e provincia sotto un tappeto di neve.......................... Le Beccacce avvertendo l'imminente nevicata, seguita dal gelo, si erano spostate lungo i fiumi per potere soddisfare il bisogno primario della sopravvivenza, "MANGIARE".
Finita l'emergenza, le Beccacce ritornarono nei boschi, luogo a loro naturale.
piero
 
Nicola Interessantissimo!!!...:D

Io ho sempre osservato alcuni comportamenti degli uccelli legati al cambiamento del tempo ad esempio quando si lisciano le penne o il volo basso delle rondini.

Le rondini e il meteo.

Nella letteratura popolare è noto il proverbio “una rondine non fa primavera” oppure tutti associano le migrazioni di questi uccelli al cambiamento stagionale. Gli animali hanno una forte capacità di percezione delle condizioni atmosferiche in evoluzione e spesso ci sono molti segnali che aiutano a prevedere con una buona ragionevolezza l’arrivo del maltempo o la formazione di un temporale.
Non solo: ci permettono di effettuare anche una discreta analisi delle condizioni atmosferiche. Un esempio particolare è il volo alto delle rondini durante una giornata secca. Al contrario di quello che si pensa usualmente questa situazione non precede una situazione di evoluzione verso il bel tempo, anzi è una manifestazione del fatto che il bel tempo è già arrivato: infatti, nelle giornate estive l’aria calda permette la formazione delle cosiddette termiche, ovvero “bolle” d’aria calda che per il principio di Archimede tendono a sollevarsi verso l’alto; a questo punto la maggior parte degli insetti, di cui le rondini sono ghiotte, tenderanno a essere risucchiati verso l’alto e gli uccelli sfrutteranno le correnti per andare a “pranzare”.
Durante i momenti che precedono l’arrivo del maltempo, invece, gli insetti cercano riparo sugli alberi o a terra; di conseguenza è per questo motivo che gli uccelli volano basso o praticamente sono a terra e ci allertano circa l’evoluzione meteorologica.
Un altro dettaglio molto utile è il tipico volo in cerchiodegli uccelli prima dello scoppiare di un temporale: questo tipo di evento meteorologico porta molta acqua in poco tempo e quindi gli animali hanno bisogno di un luogo sicuro dove ripararsi. A questo punto sfrutteranno l’updraft, ovvero le correnti di risucchio del vapore acqueo verso l’alto che anticipano il temporale e potranno cercare un buon riparo con una visuale migliore; questo sarà l’unico momento in cui si vedranno volare gli uccelli, dato che con l’aria poco densa sono molto restii al volo. Altri segnali interessanti sono l’appollaiarsi di numerosi uccelli sulle linee elettriche, il che indica una buona diminuzione della pressione atmosferica.
 
[h=1]La bussola dei piccioni è negli infrasuoni[/h][h=2]Può andare in tilt con cattive condizioni meteo[/h]


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E' negli infrasuoni il segreto che permette ai piccioni di orientarsi (fonte: Alan D. Wilson)


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Si nasconderebbe negli infrasuoni, frequenze non udibili dall'uomo, il segreto dell'orientamento dei piccioni, proverbiali viaggiatori: a proporre questa teoria è un ricercatore dell'istituto statunitense di sorveglianza geologica (Usgs) che, come spiegato sulle pagine del Journal of Experimental Biology, ha ripreso la lunga serie di esperimenti eseguiti da altri studiosi circa 40 anni prima e verificato l'influenza delle condizioni meteo sul sistema di navigazione di questi uccelli.

Il meccanismo che permettono ai piccioni di trovare la giusta rotta per tornare verso 'casa' affascina da tempo il mondo dei biologi e, nonostante le varie ipotesi, il funzionamento della loro bussola continua di fatto a rimanere un mistero.
Riprendendo i dati di una serie di esperimenti realizzati con i piccioni tra il 1968 e 1987, Jon Hagstrum ha elaborato un modello che potrebbe spiegare in maniera nuova il segreto dell'orientamento di questi uccelli. Secondo il ricercatore statunitense, i piccioni sarebbero in grado di sentire gli infrasuoni, suoni a bassissima frequenza che possono propagarsi per lunghissime distanze, e seguire quindi come un faro il 'suono' di casa. La propagazione di queste onde viene però modificata a seconda delle condizioni meteo che possono deviare o silenziare le onde facendo perdere l'orientamento.

La scoperta è nata cercando di comprendere il motivo che aveva causato in molti degli esperimenti precedenti la perdita sistematica dell'orientamento dei piccioni lanciati da alcune colline. Tutti gli esemplari lanciati da due siti prendevano puntualmente la stessa strada, quella sbagliata, mentre quelli che partivano da una terza collina prendevano ogni volta una direzione casuale, ad eccezione del 13 agosto 1969. quando tornarono al loro nido.

Ricostruendo le condizioni meteorologiche di quei giorni, Hagstrum ha verificato che il motivo di queste 'particolarità' possono essere spiegate con le condizioni meteorologiche e la geografia dell'area. Il 'faro' di infrasuoni proveniente dalla casa dei piccioni veniva, nei primi due casi, sistematicamente deviato proprio allo stesso modo del percorso degli uccelli che si smarrivano, mentre nel terzo caso il 'suono' veniva completamente annullato da altre interferenze ad eccezione del 13 agosto, quando le condizioni meteo ottimali permisero ai piccioni di udire anche se debolmente il suono di casa e farvi ritorno.
 
[h=1]Gli uccelli migratori possono sbagliare rotta?[/h][h=2]Sì, può succedere per diversi motivi. In Italia può capitare spesso di osservare esemplari che si sono allontanati dalla rotta abituale.[/h]
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Volpoche in volo|iFocus/alfiohp






I motivi che portano alcuni esemplari lontani dalla rotta abituale, anche di migliaia di chilometri, sono diversi. Una delle cause più diffuse sono le perturbazioni atmosferiche: capita che gli uccelli nordamericani nel loro viaggio verso il Centro o il Sud America siano spinti lungo le coste occidentali dell’Inghilterra e della Francia. Le isole Scilly in Gran Bretagna e l’isola francese di Ouessant, per esempio, sono tra gli approdi di fortuna più frequenti.

Anche nel nostro Paese ci sono luoghi dove è possibile osservare con facilità esemplari che si sono allontanati dalla rotta abituale. Le coste della Sicilia sud-Orientale, le isole del Canale di Sicilia e del Tirreno sono luogo di sosta per alcuni uccelli migratori che in primavera si dirigono dall’Africa verso l’Asia. Anche una lettura invertita del campo magnetico terrestre, che molti uccelli “sentono” e col quale si orientano, può far cambiare direzione. In una specie “programmata” per andare a sud-ovest può nascere un individuo che invece volerà a sud-est.

SPERDUTI. Le specie che sbagliano rotta sono definite accidentali e si osservano raramente. Si dice che una specie è accidentale in Italia se è stata avvistata non più di 10 volte dal 1950 a oggi. A volte l’avvistamento è un evento unico: il corriere mongolo, Charadrius mongolus, asiatico, è stato osservato solo una volta, nel 2010, a Pescara.
 
Per quanto in Italia esistano almeno tre varianti del delizioso tordo, ilpiù comunemente diffuso è quello bottaccio, seguito immediatamente dal sasselloe dalla cesena.
E’ una preda ambita, ambitissima verrebbe da dire e i motivi sono almenodue: è difficile da catturare e la sua carne è una vera e propria delizia pergli amanti del genere. Ecco perché ogni anno ci si interessa con una passionemaniacale ai suoi percorsi migratori: oggi ci dedichiamo ad una stagione inparticolare, quella autunnale.
In linea del tutto generale possiamo ricordare che il bottaccio ha unadistribuzione eurosibirica e la sua area riproduttiva è ampia: va dall’Irlandafino alle catene montuose della Spagna meridionale, raggiungendo addirittural’Iran.
Non disdegna risiedere nelle aree riproduttive per quanto i tordiposizionati nelle località più settentrionali, in generale preferiscano migrarealla ricerca di condizioni migliori. Pare quasi che il tordo bottaccio, a differenza del sassello edella cesena si affezioni ai luoghi di svernamento, dimostrando verso questiuna fedeltà assoluta.
Per questo motivo i movimenti autunnali del tordo sono piacevolmenteprevedibili: si muovono dalla Fenno – Scandinavia, dalla Germania, dallaSvizzera, dalla Polonia e dalla vecchia Unione Sovietica prendendo direzioniche li conducono verso Sud Est e Sud Ovest.
Il volo migratorio comunemente porta i tordi bottaccia svernare in Francia, Spagna e Portogallo, ma i bottacci originari delle zonepiù a nord raggiungono addirittura le Canarie, il Marocco, l’Algeria, laTunisia, la Libia, Cipro, e quelli originari dell’Europa Centro Orientaleoptano per l’Italia, i Balcani e la Grecia.
E dell’Italia appunto abbiamo deciso di occuparci, ricordando che il tordobottaccio è un grande frequentatore della penisola e delle sue isole: nidificaregolarmente sull’arco alpino e appenninico partendo da quote basse fino araggiungere i 1500 metri sul livello del mare, ma non solo.
La concentrazione di tordi in Lombardia e Veneto è davvero notevole, perquanto la presenza del volatile migratore anche nel resto della penisola especialmente nella Sardegna sia degna di nota. Questo affascinante flussomigratorio avviene durante la stagione autunnale, tra fine settembre e finenovembre, ed è proprio durante questo periodo che si verifica il maggior numerodi catture sia a scopo venatorio, sia a scopo scientifico.
Coscienza popolare e studi dimostrano che i flussi migratori deitordi sono molto alti per tutto il mese di ottobre con picchi nellaterza decade del mese e nella prima settimana di novembre. Per ammirare nuovi flussi migratori di questo favoloso volatile si dovrà aspettare la terza decade di dicembre e i primi di gennaio, quando si verificano i primi movimenti di ritorno. Proprio grazie all’ opera di inanellamento dei tordi che è oggi possibile dire, con assoluta certezza, che l’Italia è un vero e proprio crocevia migratorio del bottaccio. Nella penisola e sulle isole si registrano infattiricatture di volatili provenienti praticamente da tutti i paesi europei e delpaleartico occidentale.
In generale il flusso migratorio maggiore proviene dall’Ungheria, dallaRepubblica Ceca, dalla Germania, ma anche dalla Svizzera, dalla Polonia e dallaRussia, dalla Scandinavia e dalle Repubbliche Baltiche; questo a dimostrare cheil tordo bottaccio è capace di percorrere distanze anche sorprendenti. In lineadi massima questi si aggirano intorno ai 1000 km, ma possono raggiungere anche i 5000 km.
Le ricatture avvengono grosso modo su tutto il territorio italiano,dall’arco alpino fino alla Sicilia, per quanto il ruolo delle isole sia davverosorprendente: davvero rilevanti ad esempio i numeri raccolti in Sardegna nellezone dell’oristanese e del Nuorese con una certa attenzione alle località di Seneghee Cuglieri.
Venti giorni circa dopo l’arrivo del bottaccio, l’Italia viene raggiunta anche dal sassello e solo con l’arrivo dei primi freddi intensi le cesene fanno visita al bel paese.
 
Non avevo dubbi in merito...........interessantissimo argomento che ancora una volta ci fa capire l'intelligenza della natura .... diverse interpretazioni in merito ma gli uccelli non sbagliano mai ....

[h=1]Migrazione degli uccelli influenzate dal Global Warming[/h][h=2]Le temperature più calde favorirebbero la nidificazione e la schiusa delle uova col risultato che molte specie emigrano prima.[/h]
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I ricercatori dell’università britannica East Anglia ne sono sicuri: ogni anno, gli uccelli anticipano le migrazioni.
La causa? Il cambiamento climatico: la temperatura più calda accelera la nidificazione e la schiusa delle uova. Gli studiosi hanno seguito per 20 anni un gruppo di pittime islandesi: durante questo periodo, lo stormo ha anticipato la sua data di arrivo in Islanda di due settimane. Si sospetta da tempo che a guidare questo nuovo modello migratorio siano i cambiamenti climatici, ma i ricercatori hanno voluto indagare a fondo per cercare il motivo specifico.
Jenny Gill, responsabile e coordinatore del progetto, ha affermato: “Poiché abbiamo seguito gli stessi uccelli per tanti anni sappiamo anche le età esatte di molti di loro e abbiamo scoperto che gli uccelli nati alla fine del 1990 arrivano in Islanda in maggio, ma quelli nati in anni più recenti tendono ad arrivare in aprile”
Gli uccelli nati prima seguono un ritmo diverso: raggiungono prima la forma fisica giusta per volare rispetto delle generazioni precedenti, e così anticipano le partenze in cerca di luoghi dove svernare e gli arrivi in Islanda, dove tornano per riprodursi.
Questi cambiamenti nei ritmi migratori però non riguardano le specie che migrano su lunghe distanze, che probabilmente a causa di questo mancato adattamento stanno subendo dei cali nelle popolazioni. Molti degli uccelli migratori che coprono lunghe distanze arrivano così tardi sui luoghi di riproduzione che hanno poca possibilità di rispondere al riscaldamento climatico e di anticipare la nidificazione
 
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