Meteonotizie dal mondo...........

Non lamentiamoci del caldo che poi appena piove 2 giorni siam qui a smoccolare su un'estate di menta...... Va che se le previsioni vanno in un certo verso, già da metà Giugno ritorniamo in primavera con annessi e connessi di temperature e precipitazioni, soprattutto noi del nord.
 
[h=1]Tempesta di grandine in spagna, serre coperte di ghiaccio[/h]


22 gennaio 2015 - 10:31

[h=2]Una intensa tempesta di grandine si è verificata a El Ejido in Spagna, distruggendo diverse serre[/h]Tempesta di grandine in spagna, serre coperte di ghiaccio – Un drastico calo delle temperature e una forte ondata di maltempo hanno interessato, nei giorni scorsi, l’Andalusia in Spagna con una tempesta di grandine molto intensa che ha colpito il comune di El Ejido causando ingenti danni. Il temporale ha scaricato ghiaccio e acqua sul paese e sui campi circostanti distruggendo numerose serre, e dunque causando gravi danni a diverse aziende agricole. Allagamenti e grandine in Bulgarie, le immagini dell’accaduto
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Conseguenze della grandinata in Spagna, foto youtube
I testimoni hanno infatti raccontato che l’arrivo del temporale ha fatto abbassare le temperature di almeno 10 gradi e che la tempesta di grandine è durata almeno mezz’ora, creando un paesaggio insolito nei dintorni di El Ejido, Almerimar e San Augustin con interi campi che sembravano coperti dalla neve. Un paesaggio insolito causato dalla grandine è stato osservato nei dintorni della riserva naturale di Punta Entinas-Sabinal e della Urbanización Almerimar.
 
[h=1]Ancora temporali in Svizzera, e splendidi Mammatus in cielo[/h]






La linea di confine tra le masse d’aria fredda atlantica e quella calda anticiclonica africana si sta sempre più abbassando di latitudine, e numerosi temporali hanno intanto interessato Svizzera e le Alpi di confine nella serata di ieri, in attesa del forte peggioramento atteso già da stasera sul Nord Italia.
Intanto, ieri, nella zona dello Schwarzwald, sono apparsi in cielo questi splendidi mammatus, quasi come un anticipazione che la Natura sta facendo del maltempo che arriverà sul Nord Italia.
Foto tratte da wetteronline.
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[h=1]Neve abbondante anche in Germania meridionale, nello Schwarzwald![/h]
27 aprile 2016


Le foto seguenti mostrano la grande nevicata che ha colpito ieri la zona della Germania meridionale, nello Schwarzwald, e sono tratte da Severe Weather World, fonte Marco Kaschuba.
Si tratta di nevicate dovute alla massiccia invasione di Aria Artica sul Continente europeo: fino a 15 cm di neve sono infatti caduti in Danimarca, ma nevicate si sono verificate anche in Belgio ed Olanda.
Immagine radar da wetteronline, che mostra, in colore rosa, le precipitazioni nevose di ieri sera in Germania meridionale.
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Freddofili
 
[h=1]Hong Kong: il freddo più intenso da 59 anni a questa parte![/h]
3 febbraio 2016


Continua l’inusitata ondata di freddo presente sulla parte meridionale della Cina, così come su altre zone come Thailandia, Laos, ma anche Giappone e Corea.
Ad Hong Kong la temperatura è scesa fino a +3° nelle zone urbane, e sotto zero nei sobborghi più elevati, portandosi così ai valori più bassi degli ultimi 59 anni!
Anche attualmente le temperature sono al di sotto dei dieci gradi sulle zone urbane, rimanendo su questi valori anche nei prossimi giorni, stando alle previsioni dei meteorologi.
La neve, rarissima e forse mai caduta prima, è precipitata anche nel Laos, nei giorni scorsi, in particolare nella provincia del Luang Prabang, zona montuosa che supera in alcune vette i 2000 metri, ma che ha un clima prettamente tropicale.
La foto, tratta da media.themalaysianinsider.com, mostra la rarissima nevicata del Laos.
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Freddofili
 
Maltempo, la “Tempesta della Festa della Donna” devasta Malta: l’Azure Window crolla in mare, distrutto il simbolo del Paese

[h=2]Maltempo, Malta piange l'Azure Window: il famosissimo simbolo dell'Isola dei Cavalieri non esiste più. Immagini sconvolgenti, ecco come la costa di Gozo ha cambiato volto in poche ore durante la burrasca[/h]

Maltempo – Dopo aver spazzato la Sardegna, il medio-basso Tirreno e la Sicilia, con venti che hanno raggiunto l’intensità di burrasca forte e tempesta, il grosso della “maestralata” ora scivola verso il Canale di Sicilia e lo Ionio, per dipanarsi molto rapidamente in direzione del mar Libico e delle coste della Cirenaica. Dopo le raffiche fino a 160km/h di ieri a Stromboli, nella mattinata odierna un’autentica tempesta ha sferzato il Canale di Sicilia e il basso Ionio, dove i fortissimi venti da NO, soffiando con raffiche di oltre i 90-100 km/h, hanno sollevato un imponente moto ondoso, con ondate alte anche più di 6.0-7.0 metri nel tratto di mare antistante l’isola di Malta.Queste gigantesche ondate di “mare vivo”, create dagli impetuosi venti da O-NO e NO che si sono “canalizzati” all’interno del Canale di Sicilia, fra le coste della Sicilia meridionale e quelle tunisine, rompendosi con grande impeto lungo le alte scogliere rocciose di Malta e della vicina isola di Gozo, hanno creato notevoli danni. Tanto da causare, in mattinata, il crollo della famosissima “Azure Window”, nota anche come “Tieqa tad-Dwejra”, il suggestivo arco di roccia sospeso sul mare dell’isola minore di Gozo.La notizia del crollo è stata data su twitter dallo stesso premier maltese, Joseph Muscat, rammaricato per la perdita di quello che era uno dei simboli più importanti per l’isola di Malta, e non solo. Stavolta la meravigliosa arcata naturale non ha retto alla furia delle grandi onde, collassando definitivamente in mare.Un testimone, Roger Chessell, ha raccontato al Times di Malta di averla vista collassare alle 9.40 di stamattina: “il mare era in tempesta e dopo che una grande onda è passata sotto la grande scogliera l’arco dell’Azure Window è crollata ed è crollato nel mare“.Come previsto il fitto “gradiente barico orizzontale” che in queste ore si è disposto fra l’Italia, i Balcani meridionali e la Grecia, sta pilotando verso le nostre regioni centro-meridionali, in particolare lungo il versante adriatico, venti piuttosto intensi che si orientano attorno una componente da N-NO e Nord, con raffiche che potranno toccare picchi di oltre 70-80 km/h sul Salento.Gli intensi venti di maestrale e tramontana che nelle scorse ore hanno spazzato l’Adriatico centrale e il settore orientale del basso Tirreno si stanno progressivamente calmando, attenuandosi dalla prossima serata/notte. Le ultime burrasche nelle prossime ore interesseranno principalmente la Puglia e i settori ionici, per poi spostarsi molto velocemente in pieno Ionio e sull’alto mar Libico, dove in serata si verificheranno intense burrasche con venti da NO molto forti che renderanno tale bacino da agitato a molto agitato.In mare aperto, sullo Ionio, si potranno sviluppare delle onde alte anche più di 4.0-5.0 metri che si propagheranno al tratto di mare a sud di Creta e al mar Libico, creando molte difficoltà alla navigazione marittima. Buona parte di queste onde si infrangeranno lungo le coste libiche, sul Golfo della Sirte e sui litorali della Cirenaica, dove si verificheranno importanti mareggiate. Il basso Adriatico e il settore più orientale del basso Tirreno, che in mattinata si sono presentati fino ad agitati (forza 5), tenderanno a presentare nelle prossime ore un prevalente moto ondoso di scaduta, con la formazione di onde lunghe dai quadranti settentrionali, in genere da N-NO, che scemeranno dalla nottata successiva, alimentando ancora sostenute risacche da onda lunga sui litorali esposti della bassa Calabria tirrenica e Sicilia settentrionale.
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Meteoweb
 
[h=1]Maltempo in Argentina: fiumi esondati dopo più di 10 giorni di piogge torrenziali[/h]


[h=2]Sono 10 giorni che il maltempo non dà tregua all’Argentina, dove le precipitazioni torrenziali hanno ingrossato i fiumi fino a farli esondare.[/h]Maltempo in Argentina: fiumi esondati dopo più di 10 giorni di piogge torrenziali – 03 giugno 2015 - Sono ormai 10 giorni che il maltempo non sta dando tregua all’Argentina ed in particolare alla zona orientale, dove piogge torrenziali stanno cadendo senza sosta sulle aree della Cordigliera delle Ande: queste continue precipitazioni hanno ingrossato laghi e fiumi fino a che essi non hanno rotto gli argini, allagando case e strade. La situazione più difficile si ha a Bariloche, piccola cittadina dell’Argentina centrale collocata alle pendici delle Ande, dove un torrente è esondato trasformando le strade in fiumi in piena, con anche delle colate di fango e detriti dalle zone collinari antistanti al paese –>guarda qui.
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Sono 10 giorni che il maltempo non dà tregua all’Argentina, dove le precipitazioni torrenziali hanno ingrossato i fiumi fino a farli esondare. Fonte: clarin.com
Il maltempo intenso quindi sta provocando diversi problemi e disagi in Argentina, soprattutto nella parte andina del paese, con in particolare Bariloche che è stata sommersa dall’acqua dopo più di 10 giorni di precipitazioni torrenziali. Qui infatti, ha rotto gli argini un torrente ingrossato a dismisura dalle piogge intense che non hanno dato tregua all’Argentina orientale, finendo a trasformare le strade in veri fiumi in piena: non solo problemi dovuti all’esondazione del torrente, ma anche per le valanghe di fango e detriti che sono scese dalle colline circostanti. Il maltempo sta continuando ad imperversare su questa zona dell’Argentina, con molte strade che risultano bloccate e alcune case sono state isolate: nelle prossime ore sono attesi altri 100 mm di pioggia, con la situazione che potrebbe ulteriormente peggiorare. Fortunatamente fino ad ora non si registrano feriti oppure vittime.
 
[h=1]Quasi un metro di neve fresca in Sudafrica….[/h]
26 luglio 2016


L’inverno sta colpendo duro l’Africa meridionale, in particolare il Lesotho, dove si trova il resort sciistico dal quale provengono queste fotografie.
Sono caduti, da domenica, circa 80 cm di neve fresca, ma altre nevicate abbondanti stanno ancora cadendo, e sono previste nei prossimi giorni.
Immagini tratte da Africaski mountain resort.
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Freddofili
 
[h=1]Gelate di metà Luglio in Germania ed Inghilterra![/h]
13 luglio 20150




Continua il tempo pazzo sull’Europa Centrale, interessata da una forte ondata di caldo, ma anche da insolite gelate di metà giugno intervenute il mese passato.
Adesso che l’ondata di caldo africano è andata via, sono intervenute gelate al suolo del tutto inusitate per il 10 di Luglio!
La mappa seguente mostra le temperature al livello del terreno (5 cm) registrate al mattino del 10 Luglio scorso.
Cerchiate appaiono i valori sotto lo zero misurati su parte della Germania, ed ai confini con Francia e Paesi Bassi e sulla zona orientale.
Normalmente, questi valori termici negativi al suolo si registrano solamente in Autunno.
E’ la prima volta che accade in Luglio da quando si registra regolarmente questo tipo di temperature.
Da segnalare che, sempre il 10 Luglio, si sono registrate gelate anche in Inghilterra, con 0°C a Blackpool, in Lancashire, e ad Exeter, Davon, nel sud ovest inglese!
mappa tratta da Wetterfrosch.
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Freddofili
 
[h=1]Neve sulle Isole Caraibiche in piena Primavera: evento mai accaduto prima![/h]
8 aprile 2016


Ha veramente del sensazionale la notizia della neve nei Caraibi non nella stagione invernale, evento già molto raro, ma in Primavera, episodio che non ha precedenti nei registri meteorologici.
L’evento si è verificato lo scorso 31 Marzo, nel settore francese dell’Isola di Guadalupa, nella zona della città di St. Claude, circa 400 metri di quota.
Si è trattato di fiocchi piuttosto piccoli che però hanno creato un sottile velo sulla città, tra lo stupore degli abitanti, che hanno immortalato il fenomeno con fotografie.
Da notare che l’articolo originale francese è stato pubblicato il giorno 31 Marzo, e non ha avuto smentite successive; non si tratta dunque di uno “scherzo del primo aprile”.
Tratto da dominicanewsonline.com
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Freddofili
 
[h=1]Inizio di Settembre con caldo eccezionale nell’Europa centro-orientale, stracciati quasi tutti i record di caldo tra Austria e Ucraina[/h][h=2]Una autentica strage di record sull’Europa centro-orientale, decine quelli mensili stabiliti nei primi giorni di Settembre[/h]4 settembre 2015

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[h=2]Una autentica strage di record sull’Europa centro-orientale, decine quelli mensili stabiliti nei primi giorni di Settembre[/h]Altro che primi giorni d’autunno. Gran parte dei paesi dell’Europa centro-orientale, dalla Polonia fino all’Ucraina e alla Russia sud-occidentale, nei primi giorni di Settembre sono stati interessati da una onda di calore senza precedenti che ha fatto schizzare i termometri su valori prossimi i +37°C +38°C all’ombra. Sono semplicemente straordinarie le temperature massime registrate fra martedì 1 e mercoledì 2 Settembre in Ucraina, cosi come in molte aree della Polonia, Bielorussia e sulla vicina Russia europea, dove i termometri, nel primo giorno di autunno meteorologico, hanno sfondato la soglia dei +38°C +39°C, facendo registrare cosi i valori più alti di sempre nell’est Europa per il mese di Settembre.ADVERTISEMENT

Tra le temperature più elevate spiccano i +38.8°C di Voznesens’K e i +38.6°C di Mohyliv-Podil’s’Kyi, mentre sul resto del territorio ucraino le massime superavano abbondantemente i +35°C +36°C. In Polonia fra le massime più elevate troviamo i +36.8°C di Tarnow e i +36.0°C di Nowy Sacz. Parliamo di valori termici di ben +10°C +12°C, localmente anche più, superiori alle medie del periodo. Ma la temperature più elevata si è toccata proprio in Moldavia, con i +39°C all’ombra archiviati nella stazione meteorologica di Falesti, subito seguiti dai +38.4°C di Tiraspol, capitale della Transnistria, regione secessionista della Moldavia, dichiaratasi indipendente come “Repubblica Moldava della Transnistria” (riconosciuta ufficialmente dalla Russia).Ma temperature eccezionali, oltre il muro dei +35°C +36°C, sono state registrate anche in Lituania, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia e Bielorussia, con l’abbattimento dei rispettivi record di caldo nazionali per il mese di Settembre. Andando per ordine i +38.8°C stabiliti lo scorso martedì 1 Settembre da Voznesens’K stabiliscono il nuovo record di caldo mensile ucraino. I +38.4°C di Tiraspol invece migliorano il record di caldo mensile moldavo, per Settembre. In Polonia e nella vicina Bielorussia i +36.8°C di Tarnow e i +35.6°C di Zitkovici bruciano i vecchi record nazionali di caldo mensile, di parecchi gradi.In Repubblica Ceca i +37.4°C di Javornik migliorano ulteriormente il record di caldo nazionale mensile ceco, mentre in Austria i +36.0°C di Pottschach stabiliscono il nuovo record nazionale di caldo mensile per l’Austria. Per non parlare delle decine e decine di record mensili caduti nelle singole stazioni fra Moldavia, Ucraina, Lituania, Repubblica Ceca, Austria, Slovacchia e Bielorussia. La presenza di un robusto promontorio anticiclonico che da diversi giorni staziona su gran parte del Mediterraneo e dell’Europa centro-orientale continua a sospingere dal suo margine più occidentale (quello ascendente) masse d’aria piuttosto calde e secche che alimentano la robusta onda mobile di calore che sta risalendo le pianure e i bassopiani di tutto il comparto europeo centro-orientale, con la risalita dell’isoterma di +20°C alla quota di 850 hpa.Questo flusso di aria molto calda, “continentalizzata” sulle pianure dell’Europa centro-orientale, sta raggiungendo anche gran parte dell’Ucraina, attraverso l’inserimento di una debole/moderata ventilazione da SE e S-SE, attiva sul margine più occidentale del promontorio anticiclonico russo. Questo flusso molto caldo nei bassi strati, associandosi alle notevoli “Subsidenze atmosferiche” che caratterizzano il promontorio anticiclonico euro-mediterraneo, è il principale responsabile della brusca scaldata su buona parte del territorio europeo, dalla Repubblica Ceca fino all’Ucraina. In modo particolare fra la Moldavia e l’Ucraina, dove localmente sono stato toccati i +37°C +38°C. Queste temperature così elevate hanno, purtroppo, favorito anche lo scoppio di vasti incendi, specie sull’Ucraina centrale, dove diversi ettari di bosco sono stati inceneriti dalle fiamme nell’area attorno la capitale Kiev.Le colonne di fumo prodotte da questi incendi, di probabile natura dolosa (come la gran parte dei focolai appiccati negli ultimi mesi nei dintorni di Chernobyl), hanno offuscato il cielo della città di Kiev e delle cittadine limitrofe, determinando una riduzione di visibilità e ammorbando l’aria per chilometri di distanza. Nonostante una decisa attenuazione il caldo continuerà ad interessare i territori dell’Ucraina orientale, della Russia meridionale per gran parte della settimana, vista la persistenza del promontorio anticiclonico. Solo tra Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ucraina, Bielorussia e Lituania nel corso della settimana si assisterà ad una generale rinfrescata per lo sfondamento da O-SO delle più temperate correnti oceaniche, che scorreranno lungo il margine più meridionale di quella depressione extratropicale che dal mar del Nord si spingerà verso l’Europa centrale.L’afflusso dell’aria più fresca d’estrazione oceanica pero, scalzando in modo turbolento dal suolo il velo di aria molto calda e umida depositata da questa intensa onda di calore, potrebbe agevolare l’innesco di fenomeni temporaleschi particolarmente intensi, localmente anche violenti, con forti grandinate e rischio tornado, che nei prossimi giorni investiranno diversi paesi dell’est, come Polonia, Ucraina e Bielorussia.

Meteoweb
 
[h=1]Storica ondata di calore sulle rive del mar Caspio: sfondato il muro dei +44°C, evento mai successo in 150 anni di rilevazioni meteo[/h][h=2]Ondata di calore record quella che lo scorso weekend ha investito il mar Caspio, sfondato il muro dei +44°C sulla costa kazaka[/h]4 agosto 2015
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Il

tratto i costa nei pressi della città di Shevchenko Aktau

L’estate 2015 continua, senza sosta, a sfornare forti ondate di calore capaci di sbriciolare record ultradecennali. Lo scorso fine settimana una forte ondata di calore, proveniente dal Caucaso orientale, ha interessato l’intera area del bacino del mar Caspio, fra le coste dell’Azerbaijan e quelle del Kazakistan, facendo schizzare i termometri su valori ben oltre il fatidico muro dei +40°C all’ombra. E punte davvero straordinarie di +43°C +44°C lungo la costa occidentale kazaka dove sono caduti anche alcuni record di caldo assoluti.Questa imponente onda mobile di calore che ha investito l’intero mar Caspio è stata richiamata da una modesta circolazione depressionaria che si è posizionata fra l’Ucraina e il mar Nero più orientale. Durante la rimonta dell’aria molto calda, di vecchie origini sub-tropicali continentali, l’isoterma di +20°C alla quota isobarica di 850 hpa è riuscita a spingersi oltre i 50° di latitudine nord, scorrendo lungo il bordo più occidentale del promontorio anticiclonico di blocco, da più giorni stazionante fra la Russia europea, la catena dei monti Urali e il bassopiano della Siberia occidentale. Questo flusso di aria molto calda, attivo fino alla media troposfera, sommandosi alle “Subsidenze atmosferiche” caratteristiche dell’anticiclone, ha provocato una conseguente “compressione” verso il basso e surriscaldamento dell’aria nei bassi strati, favorendo un forte aumento dei valori termici nei bassi strati, con valori massimi schizzati improvvisamente sopra il muro dei +40°C all’ombra.Una delle tante navi fantasma presenti lungo le rive del mar Caspio

Questa avvezione calda si è presentata nei bassi strati attraverso una ventilazione da SE e S-SE che si è presentata particolarmente “rovente”. Fra le temperature più elevate toccate nel weekend spiccano i +41°C registrati la scorsa domenica 2 Agosto dalla città di Baku, la capitale dell’Azerbaijan, dove è stato stabilito persino il nuovo record assoluto di caldo. Ma il valore termico più eccezionale è quello raggiunto da Shevchenko Aktau, lungo la costa kazaka, dove è stata toccata una temperatura massima di ben +44°C all’ombra. Shevchenko Aktau è una simpatica città della penisola di Mangyshlak, nel Kazakistan occidentale, capoluogo dell’Oblys di Mańğystau e importante porto marittimo sul mar Caspio. Il toponimo significa in kazako: la montagna bianca in virtù delle scogliere a strapiombo sul mare di Aqtau. I +44°C raggiunti la scorsa domenica da Shevchenko Aktau rappresentano un dato di portata storica, più unico che raro, visto che in 150 anni di rilevazioni meteorologiche non si era mai arrivati neanche a +42°C. Letteralmente maciullato il precedente record.Il tratto i costa nei pressi della città di Shevchenko Aktau

Ma temperature massime eccezionali, ben oltre il muro dei +40°C, si sono registrate in altre località costiere affacciate sul Caspio, specie lungo la costa kazaka, dove l’indebolimento delle tradizionali brezze marine non ha impedito ai termometri di potersi impennare su valori eccezionali. Queste temperature massime così elevate, associandosi al forte soleggiamento diurno, hanno sensibilmente riscaldato le acque superficiali del mar Caspio, trasformandole in un brodo, con temperature di +2°C +3° superiori alle medie del periodo. Le maggiori anomalie termiche positive si riscontrano proprio nella parte occidentale e centrale del bacino, dove localmente lo scarto rispetto la media supera anche i +3.5°C. Dopo aver interessato l’Azerbaijan e il Kazakistan questa potente onda di calore si è spostata verso la depressione Caspica e le steppe dell’Asia centrale, soprattutto Kazakistan e Uzbekistan occidentale, dove il gran caldo persisterà per gran parte della settimana.

Meteoweb
 
[h=2]Ultima settimana in Europa: caldo anomalo diffuso, non sul Mediterraneo[/h][h=4][/h]22-07-2014 ore 10:57


Gli ultimi 7 giorni sono stati caratterizzati da temperature ben sopra la norma in gran parte del Vecchio Continente. Le anomalie termiche più marcate, anche di 4-5 gradi sopra le medie, si sono registrate sulle nazioni centro-settentrionali dell'Europa: questo è avvenuto per il predominio, dutante la scorsa settimana, di anticicloni sbilanciati a nord con massimi di pressione sulla Penisola Scandinava.
Rispetto a questo contesto così caldo, hanno fatto in parte eccezione le aree affacciate sul Mediterraneo ove, nonostante la breve fiammata calda sub.tropicale dell'ultimo week-end, l'andamento termico settimanale, fra il 15 ed il 21 luglio, è risultato in genere più fresco del normale. Così è andata anche sull'Italia centro-meridionale, con scarti negativi di 1-2 gradi, ma anche sul comparto balcanico.
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Meteogiornale
 
[h=2]Drammatica alluvione in Francia, la Senna diventa un incubo per Parigi: migliaia di evacuati, scuole chiuse e soccorsi mobilitati. Attesa stasera un'onda di piena "senza precedenti nella storia"[/h]

Situazione drammatica in Francia a causa del maltempo: i fenomeni estremi degli ultimi giorni stanno degenerando, e persino la Senna a Parigi sta esondando in più punti della città. Maggio è stato il mese più piovoso di sempre a Parigi da quando, nel 1873, esistono rilevazioni pluviometriche. Migliaia di Vigili del Fuoco sono mobilitati su tutto il territorio colpito dalle alluvioni, nell’area settentrionale del Paese dove migliaia di persone sono evacuate. Dopo il Loiret, a sudest di Parigi, stamattina è nel dipartimento della Seine-et-Marne, a est della capitale francese, la situazione più critica con allerta rossa per le inondazioni. “Si tratta di una piena eccezionale, superiore a quella del 1910” ha avvertito Meteo France, mente Parigi aspetta per stasera l’onda di piena della Senna. Il prefetto della Seine-et-Marne Jean-Luc Marx ha annunciato la chiusura delle scuole di ogni ordine. L’acqua ha invaso le strade di Nemours nel dipartimento del Loiret, dove in 72 ore è caduto l’equivalente di 20 giorni di pioggia, mentre la situazione dei corsi dei fiumi Loing e Ouanne resta “particolarmente preoccupante“, ha detto il prefetto Nacer Meddah.La piena preoccupa i paesi sul corso del Loing, come Montargis, soprannominato, mai tanto al ragione, la “Venezia del Gâtinais”. A causa delle inondazioni “la circolazione attorno a Orléans è impossibile“, ha avvertito la comunità degli autotrasportatori, che invita di automobilisti a evitare il momento di mettersi in viaggio per la città. Interrotti anche gli accessi alla zona industriale di Saran: molti i camion fermi per strada, impossibilitati a raggiungerla. In difficoltà anche la circolazione di treni nel “triangolo Orléans-Tours-Vierzon” riferisce la società ferroviaria francese. A Parigi una parte dei lungosenna è stata chiusa. L’ondata di piena della Senna, che potrebbe raggiungere i cinque metri, è attesa per stasera e sono già finiti sottì’acqua i piedi dello zuavo del ponte dell’Alma, celebre statua che serve da segnalatore dei livello del fiume per i parigini. Allerta arancione per “inondazioni” nel Loir-et-Cher, nella Meuse, Meurthe-et-Moselle e nella Mosella.Alle porte di Orleans, 650 automobilisti sulla A10 hanno vissuto un incubo ieri sera, costretti ad abbandonare l’auto e ricorrere ai camion della protezione civile per essere tratti in salvo. Hanno dormito nel palasport dopo aver preso atto dell’impossibilita’ di raggiungere il centro della citta’. Alle porte di Parigi, ritardi e danneggiamenti alle linee del metro regionale RER. In centro, chiusura dei Lungosenna per la piena del fiume, che dovrebbe raggiungere oggi un livello record.
Meteoweb
 
Le nevicate spaventose stanno continuando, in Norvegia, sul lato occidentale, continuamente investito da correnti atlantiche e nord atlantiche perturbate, che stanno riversando sulla zona grandi quantità di “materia bianca”!
Nel distretto di Song og Fjordan la neve supera gli otto metri di altezza, così come nella contea di Hordaland.
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- - - Aggiornato - - -

[h=1]L’inverno in cui gelava il brandy a Londra…[/h]
26 gennaio 20150




Il freddissimo inverno del 1762-63 iniziò proprio il giorno di Natale, a Londra e nell’Inghilterra centrale, quando giunsero freddissimi venti dalla Siberia.
L’Anticiclone Siberiano, infatti, durante il gelido mese di Gennaio, si espanse verso ovest fino a raggiungere l’Atlantico Settentrionale, oltrepassando la Scandinavia.
A Londra il gelo iniziò il 25 Dicembre 1762, e perdurò fino al 29 Gennaio 1763, ed il freddo, unito alle grandi quantità di neve, gelò completamente il corso del Tamigi.
Infatti stando al The Weather Journal di Thomas Barker, attorno alla metà di Gennnaio vasti banchi di nebbia congelantesi della durata di parecchi giorni riempirono rami e ramoscelli degli alberi di “neve brinata”, e gelarono completamente diversi grandi fiumi, come il Severn a Worcester ed il Tamigi a Londra.
Il The Gentemen’s Magazine descrisse un esperimento tenuto il 31 Dicembre: si contò il tempo necessario a far gelare un bicchier d’acqua in modo tale da poter sostenere il peso di una moneta da 5 scellini.
Occorsero, per l’acqua, solamente 6 minuti, mentre un bicchiere di vino Porto gelò in due ore, ed uno di brandy in sei ore.
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