Meteonotizie dal mondo...........

[h=1]Nevica sulla Russia Europea: neve a Kirov![/h]
-

Set 19, 2016



Anticipo d’inverno sulla Russia Europea, e forse anche sulla nostra Penisola in prospettiva, almeno secondo le indicazioni dei principali centri di calcolo, che vedrebbero l’Italia “sfiorata” dalla circolazione fredda presente sull’Europa Orientale, a metà di questa settimana.
A sorpresa, è nevicato nella zona di Kirov, che si trova nella zona russa ad est di Mosca e non lontano dagli Urali, nella giornata di sabato scorso.
A seconda delle zone della città, si è avuta pioggia, grandine, ma anche neve vera e propria, la prima della stagione.
Le foto in allegate, scattate dai residenti, sono tratte da progorod43.ru/news
19-set-16-kirov1.png
19-set-16-Kirov2.png

Le due mappe successive mostrano la massa d’aria fredda sulla Russia Europea, con isoterme già simil -invernali, con valori di -5°C ad 850 hPa, e la depressione fredda in quota ad esse associata, che tra mercoledì e giovedì potrebbe sfiorare l’Italia presentandosi lungo il versante adriatico.
19-set-16-ecmwf_T850a_eu_4.png
19-set-16-ecmwf_z500a_eu_4.png


Freddofili
 
[h=1]Ondata di freddo in Messico: strade chiuse, neve abbondantissima![/h]
11 marzo 2016


La neve ed il maltempo si sono spinte insolitamente a sud, per il periodo stagionale, coinvolgendo la nazione messicana, che già nel mese di Gennaio aveva visto moltissima neve.
L’inverno è dunque da ricordare, su queste zone!
Questo a causa di una profonda depressione che è scesa dal Pacifico fino all’interno dell’America Centrale, apportandovi intense piogge e nevicate.
I quantitativi misurati, stando al servizio meteorologico locale, sono stati di 20 cm ad Uruachi, 18 cm ad Ocampo, 15 cm a Maguarichi.
Neve anche a Chihuahua, Sonora e Durango!
Nelle immagini, la fitta nevicata di Chihuahua, e la profonda depressione che interessa il Messico.
10-mar-16-Chihuahua-Snowfall-8Mar2016-600x372.jpg
10-mar-16-ecmwf_z500a_sd_us_1.png


Freddofili
 
Comincia l'inverno in Siberia, quello "dolce" con clima umido e nevicate. Durerà fino alla prima parte di ottobre, poi arriverà il gelo vero.
La prima nevicata alle latitudini siberiane non artiche non ha atteso settembre. Il 29 agosto abbondanti nevicate sono cadute nella parte nord del distretto di Mirny, nella Jacuzia occidentale.
Tra Aykhal e Udacnyi, a 66° Nord, sono caduti circa 10 cm di neve fresca. Alla stazione meteo di Polyarnyj, nei pressi di Udacnyi, sono caduti 23 mm di precipitazione equivalente liquida, la temperatura ha oscillato tra -2,3°C e 2,9°C. Il freddo è arrivato anche più a sud, fino al capoluogo distrettuale di Mirny, ma un po' attenuato. Soltanto l'ultima notte Mirny ha sfiorato la gelata registrando una minima di 0,4°C.
Ecco alcune foto della nevicata (fonte ukranews.com).
33697_1_1.jpg

33697_1_2.jpg

33697_1_3.jpg


Meteogiornale.
 
[h=1]Alluvione nella Repubblica Dominicana: 15000 evacuati dopo le forti piogge nel paese[/h]





24 febbraio 2015 - 15:00

[h=2]Sono 15mila le persone evacute nella Repubblica Dominicata a causa dell’alluvione causata dalle forti piogge che si sono abbattute sul Paese.[/h]Alluvione nella Repubblica Dominicana: 15000 evacuati dopo le forti piogge nel paese – 24 febbraio 2015 - Repubblica Dominicana in emergenza dopo le forti piogge che si sono abbattute sul paese, provocando diverse alluvioni che hanno portato all’evacuazione di almeno 15000 persone. Le zone più colpite da questi rovesci sono state quelle settentrionali ed occidentali, fino alla confinante Haiti, dove però non giungono ancora segnalazioni di alluvioni. Gli accumuli sono stati importanti, con più di 70 mm caduti a Savana de la Mar, nella provincia settentrionale di Hato Mayor.
Alluvione-nella-Repubblica-Dominicana-15000-evacuati-dopo-le-forti-piogge-nel-paese.jpg

Repubblica Dominicana in emergenza per le alluvioni causate dalle forti precipitazioni del weekend, con 15000 persone evacuate

Centrometeoitaliano
 
[h=1]Freddo, ed ancora nevicate in Siberia![/h]
26 maggio 2016


Il “generale Inverno” stenta a lasciare spazio all’Estate, che oramai è alle porte, sul lato centro orientale dell’Asia.
Come visibile dall’immagine radar in allegato, ancora cadute di neve sparse (evidenziate dal colore rosa), si stanno registrando vicino ad Irkutsk, poco a nord del confine mongolo, mentre altra neve è segnalata più ad est e vicino Yakutsk.
25-mag-16-WetterRadar-%E2%80%93-ore-2130.png


Il tutto per una serie di circolazioni depressionarie che dall’Asia settentrionale, dove le temperature sono ancora sotto lo zero (-2°C a Tura), stanno scendendo, da alcuni giorni, in direzione dell’Isola di Hokkaido, portando con sé aria fredda: come visibile dalla mappa in allegato, le temperature sono anormalmente basse, di circa 8-9°C inferiori alla norma.
Questo su tutta l’Asia centro orientale, Mongolia, Cina, fino a comprendere l’India ed Himalaya.
25-mag-16-ANOM2m_f00_equir2.jpg

L’evoluzione del tempo nei prossimi sette giorni vede un sensibile raffreddamento sulla Kamchatka e sul Giappone, un riscaldamento nell’area asiatica orientale, ed un fortissimo raffreddamento sull’Asia Occidentale, dell’ordine dei 16-20°C in meno rispetto alle temperature attuali.
25-mag-16-ANOM2m_trend_equir.png


Freddofili
 
[h=1]New York: record storici di freddo ritoccati![/h]
15febbraio 2016


Si tratta dei record storici di freddo per San Valentino, una data già avanzata per la stagione (14 Febbraio), dove le ondate di freddo e di neve sono ancora molto frequenti nella zona, ma il termometro non era mai sceso a questi valori a metà Febbraio.
Attualmente le temperature sono queste: -18,3°C a Central Park (abbattuto il record di -16,7°C che apparteneva al lontanissimo Febbraio 1916!); -17,2°C all’aeroporto newyorkese di Kennedy (precedente -15,6°C nel 1979); -17,2°C a quello Fiorello La Guardia (precedente anche qui nel 1979).
L’ultima volta che a Central Park la temperatura era scesa sotto i -18°C era accaduto il 19 Gennaio 1994, quindi sono passati ben 22 anni da quando aveva fatto così freddo!
Del resto, a Montreal questa mattina si sono sfiorati i -30°C, e nei dintorni i -33°C.
A Bridgeport Connecticut, la temperatura è arrivata fino a -21,1°C, infrangendo il precedente record di molti gradi (-16,1°C lo scorso anno).
Vedremo se nelle prossime ore verranno o no ritoccati questi valori.
14-feb-16-Cattura-1.jpg
14-feb-16-ecmwf_T850a_eus_1.png


Freddofili
 
Scusa Prete....ma dopo aver visto cos'hai messo in rete mi vien da dire che un bel uccellaccio del malaugurio!!!
Speriamo che questo sconvolgimento sia passeggero come il governo che abbiamo ora.
 
[h=1]Potente ondata di calore colpisce la Russia meridionale e l’Ucraina, sfiorati i +39°C e avvicinati i record della terribile estate del 2010[/h][h=2]Forte ondata di calore fra Russia meridionale e Ucraina, temperature prossime ai record del 2010 nell’est Ucraina[/h]26 luglio 2015
timthumb.php
Si nota l'asse dell'onda mobile di calore che colpisce il sud della Russia e l'Ucraina

lg.php
img


[h=2]Forte ondata di calore fra Russia meridionale e Ucraina, temperature prossime ai record del 2010 nell’est Ucraina[/h]Non solo in Spagna e in Italia. In questi giorni una intensa ondata di calore sta interessando anche l’Ucraina e la Russia meridionale, dove localmente si sono toccati picchi di oltre i +36°C +37°C. Le temperature più alte, in queste ore, si stanno registrando proprio fra le pianure della depressione Caspica e parte del Kazakistan occidentale e la Russia meridionale, dove ormai si superano picchi di oltre i +40°C all’ombra.
Si nota il robusto promontorio anticiclonico di blocco sulla Russia europea con la tipica forma a U rovesciata

La presenza di un robusto promontorio anticiclonico di blocco che da diversi giorni staziona sulla Russia europea continua a sospingere dal suo margine più occidentale (quello ascendente) masse d’aria piuttosto calde e secche che alimentano la robusta onda mobile di calore che sta risalendo le pianure della Russia meridionale e l’Ucraina, dove arriva l’isoterma di +20°C alla quota di 850 hpa. Intanto nella giornata di ieri, in molte località della Russia meridionale, i termometri hanno varcato la soglia dei +37°C +38°C, avvicinandosi al muro dei fatidici +40°C. A Divnoe la massima ha superato i +38.3°C, mentre a Rostov si sono lambiti i +37°C. Ma valori prossimi ai +38°C +40°C sono stati toccati in altre località della Russia più meridionale, in prossimità delle pianure caspiche. Oggi si sta ripetendo lo stesso identico copione, con molte stazioni già sopra i +35°C +36°C. In qualche caso i +40°C all’ombra verranno appena sfiorati. Questo flusso di aria molto calda, “continentalizzata” sulle pianure della Russia meridionale, sta raggiungendo anche gran parte dell’Ucraina, attraverso l’inserimento di una debole/moderata ventilazione da SE e S-SE, attiva sul margine più occidentale del promontorio anticiclonico russo.Questo flusso molto caldo nei bassi strati, associandosi alle notevoli “Subsidenze atmosferiche” che caratterizzano il promontorio anticiclonico russo, sta causando una brusca scaldata anche su buona parte del territorio ucraino. In modo particolare sugli Oblast’ dell’Ucraina centro-orientale, dove localmente sono stato toccati i +37°C +38°C. Fra le temperature massime più elevate registrate sul territorio ucraino citiamo i +38.4°C di Kupians’K, subito seguiti dai +38.3°C di Mohyliv-Podil’s’Kyi, dai +37.5°C di Izium e dai +37.2°C di Dnipropetrovs’K. In qualche caso, come per Kupians’K e Mohyliv-Podil’s’Kyi, si sono registrati valori davvero eccezionali, prossimi ai record assoluti di caldo stabiliti nella “terribile” estate del 2010 (che causo anche migliaia di morti fra Russia e Ucraina), quando si sgretolarono tutti i record di caldo del paese.



Il caldo continuerà ad interessare i territori della Russia meridionale per gran parte della settimana, vista la persistenza del promontorio anticiclonico di blocco sulla Russia europea, che contribuirà ad imporre un vero e proprio blocco alla circolazione atmosferica in prossimità dell’est Europa, costringendo il “getto polare” proveniente dall’Europa a deviare bruscamente verso nord ad est della Scandinavia e della Finlandia, per spingersi oltre il Circolo polare, fin sul mare di Barents, descrivendo una perfetta ondulazione anticiclonica sui territori della Russia europea e degli Urali. Solo in Ucraina nel corso della settimana si assisterà ad una generale rinfrescata per lo sfondamento da O-SO delle più temperate correnti oceaniche, che scorreranno lungo il margine più meridionale di quella depressione extratropicale che dal mar del Nord si spingerà verso la Danimarca e la Svezia meridionale.L’irruzione dell’aria più temperata d’estrazione oceanica pero, scalzando in modo turbolento dal suolo il velo di aria molto calda e umida depositata da questa intensa onda di calore, potrebbe agevolare l’innesco di fenomeni temporaleschi particolarmente intensi, localmente anche violenti, con forti grandinate e rischio tornado, che nei prossimi giorni investiranno diversi paesi dell’est, come Polonia, Ucraina e Bielorussia.

Meteoweb
 
[h=1]Maltempo intenso negli USA: 13 morti per un devastante tornado tra Texas e Messico[/h]




26 maggio 2015 -

[h=2]Ancora maltempo negli USA, dove continuano le alluvioni e tornano i tornado, di cui uno ha fatto 13 vittime al confine tra Texas e Messico.[/h]Maltempo intenso negli USA: 13 morti per un devastante tornado tra Texas e Messico – 26 maggio 2015 - Il maltempo continua ad insistere senza tregua sugli Stati Uniti, ed in particolare sulla zona delle Grandi Pianure meridionali, dove sono ormai diversi giorni che le precipitazioni torrenziali stanno causando alluvioni lampo che hanno ucciso già 7 persone: queste tempeste però hanno generato anche diversi tornado, di cui uno devastante al confine tra Texas e Messico, il quale ha provocato numerose vittime. Anche altri tornado hanno toccato terra nella zona centro meridionale degli USA, provocando due vittime ancora tra Oklahoma e Texas: in totale, questa fase di maltempo ha generato ben 19 tornado. Guardate intanto le immagini delle tempeste e dei tornado che si stanno abbattendo sugli Stati Uniti da ormai due mesi a questa parte –>clicca qui.
Maltempo-intenso-negli-USA-13-morti-per-un-devastante-tornado-tra-Texas-e-Messico.jpg

Ancora maltempo negli USA, dove continuano le alluvioni e tornano i tornado, di cui uno ha fatto 13 vittime al confine tra Texas e Messico. Fonte: @thestormreport
Continua il maltempo intenso ad abbattersi senza sosta sugli Stati Uniti, con la zona delle Grandi Pianure meridionali flagellata da tempeste intense e numerosi nubifragi che hanno provocato diverse alluvioni lampo che hanno ucciso fino a 7 persone nell’ultima settimana, ma anche tornado devastanti, che invece hanno mietuto solamente nella giornata di ieri 15 vittime. In particolare, un intensissimo tornado si è formato nelle prime ore di lunedì sul confine tra Texas e Messico, sconfinado da Ciudad Acuna a Del Rio attorno alle 6.40: molti edifici sono stati distrutti così come le auto sono volate fin sopra le case grazie alle sostenute raffiche di vento che hanno accompagnato il tornado. Il bilancio parla di 13 morti accertati, un disperso e centinaia di feriti. Altri tornado distruttivi si sono abbattuti sugli Stati Uniti nella giornata di ieri, provocando un’altra vittima in Texas e una in Oklahoma, dopo che il vortice è transitato sulle case distruggendole completamente. Questo trend di maltempo continuerà anche nelle prossime ore, con la possibilità che possano svilupparsi altri tornado e che le tempeste portino nuove precipitazioni torrenziali, che potranno solo peggiore la situazione già critica per le alluvioni negli Stati Uniti centro meridionali.

Centrometeo
 
[h=1]Buffalo, il mese invernale più freddo di sempre![/h]
9 marzo 20150




La località statunitense di Buffalo è famosa in tutto il mondo per il suo “Snow Lake Effect”, le grandi nevicate invernali che accadono quando un afflusso di aria fredda artica si inumidisce passando attraverso le acque del Lago, scaricandovi sulla città tantissima neve.
Ma quest’anno il mese di Febbraio stavolta ha superato ogni record storico di freddo, risultando addirittura il mese più gelido dal 1874 sulla città!
La temperatura media è stata di -11,7°C, abbattendo il precedente record di -11,3°C registrato nel Febbraio 1934.
Per Buffalo si tratta anche del terzo Febbraio più nevoso di sempre
04-mar-15-decsnow.jpg


Freddofil
 
[h=1]Neve estiva in Canada, Vortice Polare in azione nel cuore di Luglio![/h]
25 luglio 2016


Come era previsto, una ondata di freddo del tutto anomala ha colpito il settore nord occidentale canadese, dove le temperature sono crollate fino a valori davvero anomali per questo periodo, che è il più caldo dell’anno anche per queste zone del Canada!
Ed è tornata anche la neve, 5 cm sono caduti lo scorso 20 Luglio a Paulatuk, le coste artiche canadesi.
E’ stato superato un record storico di 3 cm di neve che risaliva al 1966.
La neve è caduta anche in altre zone dell’Inuvit, Sachs Harbour, nelle zone canadesi settentrionali.
Nelle immagini, la neve caduta in Luglio e le anomalie termiche di oggi sul Canada Occidentale.
Foto da CBC.ca - Canadian News Sports Entertainment Kids Docs Radio TV, notiziario canadese.
24-lug-16-gfs_T2ma_namer_1.png
24-lug-16-inuvik-july-20.jpg
24-lug-16-meve1.jpg


Freddofili
 
[h=1]Prima intensa ondata di freddo polare sull’Argentina meridionale, attese forti nevicate sulla città di Ushuaia[/h][h=2]Intensa ondata di freddo polare verso il Cile e l’Argentina meridionale, tanta neve fresca in arrivo su Ushuaia[/h]10 giugno 2015

timthumb.php
La città di Ushuaia dopo una abbondante nevicata

Mentre nell’emisfero boreale l’estate sta per entrare nella sua fase clou, nell’emisfero australe l’inverno comincia ad ingranare la marcia sfornando le prime intense ondate di freddo della stagione fra Cile meridionale e Argentina. Il progressivo raffreddamento del Plateau antartico sta favorendo una notevole intensificazione delle “Westerlies”, gli impetuosi venti occidentali che scorrono ininterrottamente attorno i mari antartici, sotto la spinta dei profondi cicloni extratropicali australi, generando grandi tempeste oceaniche con onde che possono raggiungere i 13-14 metri.



Segno che l’inverno australe sta per entrare nel vivo e con esso le prime avvezioni fredde, di origine antartica, stanno per raggiungere le terre emerse dell’emisfero sud. Analizzando la situazione sinottica sul continente sud-americano notiamo la presenza di un solido promontorio anticiclonico di blocco sul Pacifico meridionale, posizionato con massimi barici di oltre i 1040 hpa davanti le coste del Cile meridionale. Questa robusta impalcatura anticiclonica davanti la costa cilena convoglia, dal suo margine più orientale, masse d’aria molto fredde e umide che dai mari sub-antartici si dirigono verso il Cile meridionale, la Terra del Fuoco e la Patagonia. Al contempo, poco più ad est, l’influenza di una profonda area depressionaria sull’Atlantico meridionale, con un minimo barico a sud-ovest delle Falkland sceso al di sotto dei 965 hpa, costringerà l’avvezione fredda, proveniente dai mari ad ovest della penisola Antartica, a risalire ulteriormente di latitudine, in direzione dell’Argentina centro-meridionale.I forti venti da O-SO che sferzeranno le coste meridionali cilene e la Terra del Fuoco

Fra la giornata di domani e quella di venerdì, l’approfondimento di questa vasta e profonda circolazione depressionaria a carattere freddo, in azione nel tratto di oceano a sud delle isole Falkland, attiverà forti venti dai quadranti occidentali che verranno ulteriormente esacerbati dal forte “gradiente barico orizzontale” che si verrà a creare fra la profonda depressione sull’Atlantico meridionale e il robusto promontorio anticiclonico posizionato sul Pacifico sud-orientale. Il sensibile inspessimento del “gradiente barico orizzontale” lungo il lato occidentale della profonda depressione extratropicale centrata a sud delle Falkland produrrà venti di tempesta, prevalentemente da O-SO e SO, che sferzeranno la punta sud dell’America meridionale, investendo le coste meridionali cilene, scavalcando rapidamente le Ande meridionali per ributtarsi con turbolenti raffiche, dalla spiccata componente discendente, sull’estremo sud dell’Argentina e la Patagonia, dove spireranno forti venti da Ovest e O-SO, con raffiche che potranno superare anche i 100 km/h tra Ushuaia, capoluogo della provincia argentina della Terra del Fuoco e nota in tutto il mondo per essere la città più meridionale del pianeta (3000 km a sud di Buenos Aires), è l’area attorno Capo Horn, famosa per le sue improvvise tempeste portate dalle “Westerlies”.L’intensa ondata di freddo diretta verso la Terra del Fuoco, si nota l’isoterma di -10°C a 850 hpa fino allo Stretto di Magellano

I fortissimi venti da O-SO e SO, inoltre, aspireranno masse d’aria molto fredde, per non dire gelide, di lontane origini antartiche, che dal Pacifico meridionale si spingeranno verso il Cile meridionale, la Terra del Fuoco e la Patagonia. Le isoterme di -9°C -10°C a 850 hpa domani raggiungeranno la Terra del Fuoco, determinando il primo brusco raffreddamento stagionale tra la Patagonia e la Pampa. Il calo termico ne prossimi giorni si estenderà anche all’Argentina centro-meridionale e alla zona di Buenos Aires, dove si assisterà ad un intenso calo termico. L’avvento di questo intenso nucleo freddo, a seguito del passaggio dell’esteso fronte freddo associato alla depressione in allontanamento sull’Atlantico meridionale, darà origine anche ad intense nevicate fino a livello del mare sulla Terra del Fuoco. Durante il passaggio del nucleo di aria molto fredda proveniente dai mari sub-antartici il temporaneo abbassamento della quota dello “zero termico” fino a livello del mare permetterà alle precipitazioni di assumere prevalente carattere nevoso fino al piano. Rovesci di neve, a tratti anche intensi e accompagnati da forti e gelide raffiche da O-SO e SO, fra oggi e la giornata di domani, ammanteranno di bianco la città di Ushuaia, che detiene il primato come la città più australe della Terra. Sulla città più importante della Terra del Fuoco sul finire della settimana si potrebbero registrare accumuli “nivometrici” davvero notevoli visto il passaggio di diversi fronti freddi secondari che s’inseriranno all’interno dell’avvezione fredda. Ma nevicate intense sono attese anche sulle cittadine del Cile più meridionale.



Sulle Ande meridionale, in particolare sul versante cileno esposto allo “stau” dei forti venti occidentali carichi di umidità provenienti dal Pacifico meridionale, le nevicate potrebbero divenire veramente abbondanti, causando non pochi disagi. Le nevicate, sull’estrema punta meridionale della costa cilena si spingeranno fino a livello del mare. Persino le isole che contornano lo Stretto di Magellano dovrebbero imbiancarsi per la prima volta dopo la stagione estiva. Sulla Patagonia i forti venti occidentali, in discesa con turbolenti raffiche dalle Ande meridionali, determineranno una importante “ombra pluviometrica” che inibirà la formazioni di nubi significative e precipitazioni. Nel corso della giornata di venerdì il fronte freddo si muoverà verso est-nord/est, attraversando l’Argentina centrale fino al nord della Pampas e al Rio de Plata. Risalendo verso nord, con l’isoterma di +0°C che salirà fino al nord-est dell’Argentina, l’aria fredda di origine polare marittima verrà a contatto con le masse d’aria molto più calde e umide preesistenti (isoterme sui +10°C a 850 hpa) sopra il nord dell’Argentina e l’Uruguay.L’aria fredda che incalzerà velocemente da S-SO e da Sud andrà a scontrarsi con i più caldi venti da Nord e da NO, che dall’arida regione del Chaco e dagli altopiani brasiliani del Mato Grosso e del Minas Gerais soffieranno in direzione dell’Argentina settentrionale e dell’Uruguay, scorrendo lungo il bordo occidentale dell’anticiclone di Sant’Elena (anticiclone sub-tropicale dell’Atlantico meridionale) che si centrerà con i propri massimi davanti le coste del Brasile meridionale. Lungo la linea di confluenza fra l’aria fredda, di origini sub-antartiche, che risale da Sud, e le masse d’aria sub-tropicali molto più calde in discesa da NO e Nord, si svilupperà una intensa attività convettiva che agevolerà la formazioni di imponenti annuvolamenti cumuliformi torreggianti (grossi cumulonembi temporaleschi) pronti a dare la stura a forti temporali, con annessi rovesci di pioggia, attività elettrica, grandinate e impetuosi “downbursts” nelle Celle temporalesche più intense.Nel corso della giornata di domani i forti temporali, che accompagneranno il transito del fronte freddo tra Argentina e Uruguay, colpiranno l’area fra le città di Rosario, la capitale Buenos Aires e Montevideo, capitale dell’Uruguay, dove si potranno sviluppare delle “Multicelle” che potranno dare luogo a fenomeni precipitativi anche molto intensi, con probabili grandinate e colpi di vento che precederanno il calo termico e l’ingresso dei venti meridionali, cui farà seguito un successivo miglioramento. Venerdì i rovesci e i temporali legati al passaggio del fronte freddo continueranno a muoversi verso nord-est, allontanandosi verso le coste del Brasile meridionale, sullo stato del Rio Grande do Sul, dove arriveranno dei rovesci e dei temporali che potranno interessare anche la città di Porto Allegre
 
[h=1]Grande gelo sul Mar della Cina: le navi intrappolate nel ghiaccio![/h]
29 gennaio 2016


Nella provincia orientale cinese di Shandong, è sita la città di Yantai, con il relativo porto che si affaccia direttamente sul Mar Giallo, il mare che separa la costa cinese, sul lato occidentale, da quella Coreana, sul lato orientale.
Le temperature tremendamente basse dei giorni passati hanno completamente gelato il porto intrappolando le navi da pesca, creando uno scenario assolutamente suggestivo.
Le fantastiche foto seguenti sono tratte da chinadayli.com.
28-gen-16-cina1.jpg
28-gen-16-cina2.jpg
28-gen-16-cina4.jpg
28-gen-16-cina5.jpg


Freddofili
 
[h=1]Tifone Maysak: il sistema, in rapida evoluzione, sta puntando verso le Filippine[/h]



[h=2]Un nuovo tifone, Maysak, si è formato in Micronesia e sta puntando verso le Filippine, dove potrebbe arrivare già giovedì come sistema di categoria 3.[/h]Tifone Maysak: il sistema, in rapida evoluzione, sta puntando verso le Filippine – 29 marzo 2015 – Un’altra tempesta tropicale si è formata in questi giorni sulla Micronesia, l’insieme di piccole isole nel mezzo dell’Oceano Pacifico, ed è in rapida evoluzione: Maysak ha già raggiunto il rango di tifone, ed è destinato ad intensificarsi sempre più nelle prossime ore, grazie al transito sul caldo mare tropicale da cui può attingere l’energia termica in eccesso che è in grado di sostenere ed anche aumentare il moto vorticoso e quindi i venti associati a questo sistema. Maysak si trova ancora in mare aperto ma sta puntando le Filippine, dove dovrebbe arrivare già il prossimo giovedì, come tifone di categoria 3. Guardate qui intanto le immagini del tifone Hagupit che lo scorso dicembre si abbattuto sulle Filippine centrali.
Tifone-Maysak-il-sistema-in-rapida-evoluzione-sta-puntando-verso-le-Filippine.jpg

Un nuovo tifone, Maysak, si è formato in Micronesia e sta puntando verso le Filippine, dove potrebbe arrivare già giovedì come sistema di categoria 3. Fonte: noaa.gov
Le Filippine sono dunque nel mirino di un nuovo tifone, che si è formato lo scorso venerdì sulla Micronesia, in pieno Oceano Pacifico: Maysak, il nome di questo nuovo sistema, ha già raggiunto la categoria 1, ma si sta continuando a rafforzare velocemente grazie al calore delle acque tropicali che come detto sono il “serbatoio” dell’energia di questi tifoni. Già martedì infatti Maysak è previsto raggiungere la categoria 4, su un massimo di 5 rispetto alla classificazione di Saffir Simpson, che renderebbe questo sistema un tifone estremamente distruttivo, esattamente come Hagupit, che lo scorso dicembre ha seminato morte e distruzione sulle Filippine centrali. Questo nuovo tifone dovrebbe raggiungere ancora una volta le Filippine giovedì, 02 aprile, grazie al suo rapido movimento verso Ovest, a più di 25 km/h, e dovrebbe arrivare come sistema di categoria 3, quindi già leggermente depotenziato ma comunque dannoso. Ne sapremo di più nei prossimi giorni, quindi vi invitiamo a continuare a seguire i prossimi aggiornamenti per rimanere sempre informati sull’evoluzione del tifone Maysak che ancora una volta sta puntando dritto verso le Filippine.
 
[h=1]Alluvioni in Texas: 8 vittime, Houston l’area più colpita[/h][h=2]Alluvioni in Texas: oltre un migliaio di persone sono state tratte in salvo nelle strade allagate[/h][COLOR=#000000 !important]
20 aprile 2016
houston3-640x374.jpg
[/COLOR]



Sono otto le vittime delle alluvioni che hanno colpito il Texas: le autorità hanno infatti confermato altri tre morti nell’area di Houston, la più colpita. Quasi tutte le vittime hanno perso la vita rimanendo bloccate all’interno dei veicoli sommersi dall’acqua. Oltre un migliaio di persone sono state tratte in salvo nelle strade allagate.Il governatore Greg Abbott ha dichiarato lo stato di calamità in 9 contee, sbloccando fondi aggiuntivi. Lunedì in alcune zone sono caduti oltre 10 cm di pioggia all’ora.

Meteoweb
 
[h=1]Il maltempo più estremo devasta la Cina: piogge torrenziali e un tornado a causa del “front Mei-yu”[/h][h=2]Il meteo estremo flagella diverse zone della Cina meridionale e orientale, persino un violento tornado provoca morte e distruzione: tutta colpa del “front Mei-yu”, ecco di che si tratta[/h][COLOR=#000000 !important]

24giugno 2016
13524491_1116529905037097_3429586652045916179_n.jpg

[/COLOR]


Le macerie lasciate dal tornado "EF4" che ha devastato la provincia dello Jiangsu

Con l’arrivo del “Monsone da Sud” in Cina tornano, puntuali come un orologio svizzero, le alluvioni. Negli ultimi giorni buona parte delle province meridionali della Cina sono state flagellate da forti precipitazioni di carattere torrenziale che hanno ingrossato sensibilmente i vari corsi d’acqua, molti dei quali sono straripati, causando una nuova drammatica alluvione. L’urbanizzazione selvaggia, con la nascita di nuove città in prossimità dei grandi bacini fluviali, e la costante cementificazione del suolo rappresentano solo alcune delle cause che esacerbano il ripetersi, ogni estate, di questi gravi eventi alluvionali su buona parte del territorio cinese.


Oltre alle piogge torrenziali e ai forti temporali nella giornata di ieri un devastante tornado, probabilmente di classe “EF3” o “EF4” della nuova scala “Fujita”, ha letteralmente devastato alcune aree della provincia dello Jiangsu, lungo la Cina orientale, radendo al suolo interi villaggi. La furia del vortice, associato molto probabilmente ad un grosso temporale di natura “supercellulare”, avrebbe distrutto decine di abitazioni, cagionando la morte di diverse persone.
Ma temporali ed eventi vorticosi di tale potenza nell’est della Cina non sono certo una novità, anche se è molto raro osservare lo sviluppo di un tornado di tale grandezza, se non in particolari condizioni di fortissima instabilità atmosferica, con i parametri termodinamici (“Cape”) praticamente su valori a fondoscala. Del resto nelle pianure orientali della Cina in estate si possono toccare valori di instabilità latente elevatissimi, con il “Cape” (energia potenziale disponibile alla convezione) che raggiunge localmente i 6000 J/kg.

Le macerie lasciate dal tornado “EF4” che ha devastato la provincia dello JiangsuUn valore incredibilmente notevole, con valori termici elevati (sopra i +30°C +32°C) e umidità relativa superiore all’85-90 % che mettono su l’ambiente ideale per lo sviluppo di temporali di estrema potenza, con “updrafts” violentissimi capaci di sfondare in stratosfera nel giro di pochissimo tempo. Poi l’azione del “getto polare” in quota fa il resto del lavoro esaltando ulteriormente la convenzione, dato l’effetto “vuoto” prodotto dai massimi di velocità del “getto” in quota.

LaPresse/XinhuaQuest’ultimi costringono le masse d’aria in ascesa, per l’ingente “gradiente termico”, a spingersi fino al limite superiore della troposfera, al confine con la stratosfera, per colmare tale effetto “vuoto”. Non esiste al mondo un luogo migliore in grado di fornire l’enorme mole di carburante necessario per la genesi di queste imponenti strutture temporalesche. Proprio in questo periodo dell’anno in vaste aree della Cina meridionale e orientale le precipitazioni possono assumere carattere torrenziale lungo il cosiddetto “Mei-yu”.


LaPresse/ReutersSi tratta di un esteso fronte che si realizza ogni anno fra la Cina meridionale e la Cina orientale e che segna la confluenza fra il flusso degli umidi venti meridionali, legati al “Monsone di SE” che risale dal mar Cinese Meridionale, e quelli un po’ più temperati e molto secchi che dall’entroterra montuoso della Cina centrale si spingono verso le coste orientali.
Lungo la linea di convergenza fra la ventilazione molto umida meridionale del “Monsone” e quella più fresca e secca in uscita dall’entroterra cinese, conosciuta dai cinesi come “front Mei-yu”, si vengono a realizzare intense correnti ascensionali che agevolano lo sviluppo di potenti sistemi temporaleschi, capaci di scaricare un ingente quantitativo di pioggia su aree particolarmente vaste.

LaPresse/XinhuaCiò spiega anche perché l’estate in molte aree della Cina meridionale e orientale sia la stagione più piovosa, caratterizzata da frequenti eventi alluvionali e inondazioni. Basti pensare che a Pechino la media mensile delle piogge in Luglio e Agosto si aggira, rispettivamente, in 175, 6 mm e 182, 2 mm, mentre la media di Gennaio è di soli 2,6 mm. La parte anteriore del “Mei-yu” può divenire stazionarie per settimane nel mese di Maggio e Giugno nelle vicinanze del bacino dello Yangtze, causando su quest’area giorni di pioggia e violenti temporali.
Quest’anno inoltre pare che le piogge causate dall’innalzamento verso nord del “Mei-yu” siano state fra le più abbondanti degli ultimi 40 anni in molte regioni del sud della Cina. Purtroppo le forti piogge e i temporali proseguiranno a martellare la Cina meridionale e orientale anche nelle prossime settimane, con il graduale avanzamento verso nord del “front Mei-yu” che dovrebbe arrecare piogge di carattere torrenziale pure nell’area di Shanghai.
 
Home News 15 metri di neve in Norvegia!
[h=1]15 metri di neve in Norvegia![/h]
4 giugno 20150


Le precipitazioni sono state molto intense in questi giorni, ma anche nei mesi passati, in Norvegia, tanto che si sono registrati straripamenti di corsi d’acqua, bufere di neve eccezionali, ed anche eccezionali accumuli del manto nevoso.
La località norvegese di Folgefonna si trova sulla Norvegia sud occidentale, ben esposta alle correnti atlantiche perturbate; è zona adibita a Parco Nazionale, ma i rilievi presentano comunque altezze moderate (vette di circa 1600 metri di quota).
La stazione meteo di Sognefyell, a 1415 metri di quota, sta misurando -2,5°C, a dimostrazione di come le condizioni meteorologiche siano ancora invernali a queste quote, in Norvegia.
Le montagne di Folgefonna stanno misurando l’incredibile altezza di 15 metri del manto nevoso, con gli impianti di risalita, quali le seggiovie, completamente sepolti, come mostra la foto in allegato (da Severe Weather Scandinavia).
La seconda foto, di qualche giorno fa, mostra la strada di Gerainger, località sempre della Norvegia sud occidentale, a circa 1000 metri di altezza.
03-giu-15-folgefonna.jpg
03-giu-15-Geiranger.jpg








 
Inondazioni in Canada

Tremende inondazioni stanno colpendo due province del Canada: lo Saskatchewan e il Manitoba. Si tratta delle più grandi inondazioni degli ultimi decenni, al punto che è stato dichiarato lo stato di emergenza in 90 città. Le autorità hanno provveduto ad evacuare le persone dalle aree più a rischio e si cerca di raggiungere molte zone tagliate fuori dal mondo.
Il livello dei fiumi è in aumento in molte aree della provincia sud-orientale di Manitoba. Secondo il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Steve Ashton almeno 17 fiumi avrebbero già raggiunto livelli record. Molte strade non sono più praticabili, 250 persone presso Carievale e 300 presso Gainsborough non possono essere raggiunte via terra, mentre la casa di cura di Melville è stata inondata nei piani inferiori costringendo il personale al trasferimento di 157 pazienti ai piani alti.

Nella parte orientale della provincia di Manitoba orientale, in particolare nella città di Brandon, i residenti si stanno preparando per l'arrivo dell'onda di piena. Si teme per centinaia di abitazioni che sorgono lungo le sponde del fiume.



Meteogiornale
 
[h=1]Nuova tempesta di sabbia in Cina, avvolta la città di Golmud[/h][h=2]Un’altra tempesta di sabbia ha interessato la Cina, dopo quella di pochi giorni fa, ‘inghiottendo’ la città di Golmud[/h]Nuova tempesta di sabbia in Cina, avvolta la città di Golmud – Sono immagini impressionanti quelle che arrivano dalla città cinese di Golmud, completamente avvolta da una intensa tempesta di sabbia, la seconda che ha interessato il Paese in pochi giorni. Le immagini diffuse dai media mostrano il momento in cui la tempesta di sabbia rossastra raggiunge la città, per poi inghiottirla completamente oscurando il cielo e riducendo la visibilità. Ecco cosa avviene durante una tempesta di sabbia
Tempesta-di-sabbia-in-Cina.jpg
Tempesta di sabbia in Cina, foto youtubeLa città si trova nella provincia del Qinghai ed i residenti hanno spiegato che per oltre mezz’ora la visibilità è stata ridotta a 30 metri a causa della sabbia rossa, che si è diffusa ampiamente nella provincia cinese a causa dei forti venti che hanno interessato l’area. Il centro meteorologico nazionale della Cina ha emesso un avviso blu, per segnalare l’arrivo della tempesta di sabbia rossa, la quarta che ha colpito la zona dall’inizio dell’anno.
 
[h=1]Record storici di freddo in Brasile, con gelo intenso![/h]
1 maggio 2016


Per la prima volta dopo 50 anni si sono verificate temperature bassissime nel mese di Aprile, sul Brasile meridionale, come era del resto atteso dalle mappe di previsione dei principali modelli matematici.
A cominciare da Porto Alegre, la capitale del Rio Grande do Sul, che ha registrato una temperatura minima di +6,1°C che è record in Aprile dal 1968 ad oggi, da quando sono iniziate le registrazioni ufficiali.
Il gelo ha colpito per tre notti consecutive la zona di Santa Caterina, la provincia più meridionale, raggiungendo un record di -2,9°C nella località di Bom Jesus, e fino a -4,0°C ad Urupema.
Si tratta comunque delle temperature più basse da almeno mezzo secolo, in Aprile, per queste zone.
Nelle foto: insoliti scorsi brasiliani ieri mattina da Metsul.
30-apr-16-brasile1.png
30-apr-16-Brasile2.png


Freddofili
 
[h=1]Il maltempo devasta gli Emirati: strade come fiumi ad Abu Dhabi, danni a Dubai [FOTO e VIDEO][/h][h=2]I social sono stati inondati di immagini e video di strade come fiumi e alberi sradicati ad Abu Dhabi[/h][COLOR=#000000 !important]
10 marzo 2016
[/COLOR]




15126869_small-640x440.jpg
LaPresse/Reuters

lg.php
match.aspx


Abu Dhabi e altre aree degli Emirati Arabi Uniti sono bersagliate da piogge torrenziali da quasi due giorni: inondazioni e allagamenti hanno indotto le autorità a chiudere per due giorni le scuole e interrompere il traffico aereo. In particolare l’aeroporto internazionale di Abu Dhabi ha subito vari danni e ha sospeso tutti i voli fino al pomeriggio, mentre quello di Dubai ha registrato forti ritardi. La polizia di Dubai ha reso noto di aver registrato oltre di 250 incidenti stradali a causa della pioggia nella sola mattinata di oggi.I social sono stati inondati di immagini e video di strade come fiumi e alberi sradicati ad Abu Dhabi, dove la Borsa ha sospeso la seduta odierna e annullato le contrattazioni spiegando che numerosi operatori non erano stati in grado di raggiungere la sua sede.Negli Emirati Arabi Uniti le piogge sono pressoché nulle: è uno dei luoghi aridi del mondo. Il picco massimo si ha proprio in questo periodo (dura 3-4 giorni tra febbraio e marzo), quando un’acquazzone è un evento.





9k=


YouTube
Meteoweb
 
Armeria online - MYGRASHOP
Sponsor 2024
Indietro
Alto