Meteonotizie dal mondo...........

Death Valley al nuovo record mondiale di caldo stagionale


3-07-2014 ore 10:11


Sempre più caldo negli USA, con ben 51,7°C il 1° luglio nella Death Valley, nuovo primato mondiale stagionale.
Temperatura oltre i 44°C anche a Las Vegas, arrivata a 44,4°C.
Molto caldo anche a Phoenix, in Arizona, dove dal 21 giugno la temperatura massima supera i 40 gradi e ha raggiunto un picco negli ultimi 4 giorni di 42,8°C. Sono tuttavia condizioni di calura estrema ma normali per Phoenix, città in cui la media massima di giugno si attesta a 39,9°C e quella di luglio a 41,2°C!
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Scorcio della Death Valley


Meteogiornale
 
[h=1]Germania, notte di bufere di neve. Clima d’Inverno precoce[/h]
14 ottobre 2015




La Germania centro settentrionale ha sperimentato un vero primo assaggio d’Inverno, e lo testimonia la raccolta fotografica che il Gruppo Facebook di FREDDOFILI ha pubblicato.
La neve ha fatto presa attorno ai 200 metri di quota, dove stamattina i paesaggi appaiono abbondantemente innevati. Neve in Renania-Palatinato, Turingia. Ma i ficchi si sono visti anche nella regione di Berlino, Dusseldorf, Essen e decine di città tedesche, dove stamattina la temperatura è di circa 0°C.
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Freddofili
 
[h=1]Caldo record in Pakistan: a Karachi i morti sono più di 1.200[/h][h=2]Novecento persone hanno perso la vita in una sola settimana a Karachi, dove vivono circa 20 milioni di abitanti[/h]29 giugno 2015
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Sono più di 1.200 le persone che hanno perso la vita a Karachi e in alcune zone della provincia di Sindh, nel Pakistan meridionale, per l’ondata di caldo record registrata negli ultimi dieci giorni. Lo rendono noto fonti del ministero della Salute, spiegando che novecento persone hanno perso la vita in una sola settimana a Karachi, dove vivono circa 20 milioni di abitanti, mentre più di cento sono quelle che hanno perso la vita nel Sindh. La maggior parte delle vittime aveva 50 anni o oltre, molte le persone che hanno perso la vita mentre lavoravano sotto il sole. Il dipartimento sanitario di Sindh ja detto che 26 persone sono morte solo ieri e che centinaia di persone sono ricoverate in quattro ospedali statali e in sette strutture private. Il Il ‘chief minister’ del Sindh, Syed Qaim Ali Shah, ha spiegato che gli ospedali statali stanno fornendo assistenza medica a circa 40mila persone.

Meteoweb
 
[h=1]Nevicate abbondanti sui Pirenei![/h]
19 giugno 2016


Queste foto giungono dal sito Meteo Pyrenees, dove vengono mostrati gli effetti dell’imponente discesa di aria fredda che ha interessato l’Europa Occidentale.
Forti nevicate hanno infatti interessato i Pirenei, appena oltre i 2000 metri di altitudine, evento non eccezionale ma abbastanza insolito nella seconda metà di Giugno, soprattutto per l’abbondanza delle precipitazioni.
Neve è prevista in questi giorni anche al di sotto dei 2000 metri.
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Freddofili
 
[h=2]Imponente ondata di freddo nel Midwest americano[/h]
[h=4][/h]17-07-2014 ore 09:05


Una imponente ondata di freddo fuori stagione ha raggiunto tra martedì 15 e mercoledì 16 luglio gli stati americani del Midwest, facendo scendere il termometro fino a 3,9°C a International Falls la mattina del 16 luglio, in Minnesota.
Molti valori bassi tra North Dakota, South Dakota, Nebraska e Minnesota, con 5,0°C a Valentine, 6,1°C a Williston, 6,7°C a North Platte, 7,2°C a Duluth e Rapid City.
Le medie delle minime di luglio, in °C, sono: International Falls 12,6°, Duluth 12,8°, Rapid City 14,6°, North Platte 15,6°, Valentine 15,8°.
Come testimonia la mappa sotto riportata (fonte weatherbell) delle anomalie termiche dell'ultima settimana, si sta riproponendo anche questa estate lo stesso pattern atmosferico dell'ultimo inverno, con freddo molto marcato sugli Stati Uniti ed il Canada centrali ed orientali e caldo molto intenso sul settore occidentale.
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Meteogiornale
 
Per il fine settimana al nord ci dovrebbero essere temporali!!![emoji299]️[emoji299]️
Confermi Prete?[emoji4]
 
[h=1]Dopo aver sferzato Capo Verde la tempesta tropicale “Fred” viene “mangiata” dall’aria secca in uscita dai deserti della Mauritania[/h][h=2]La tempesta tropicale “Fred” si allontana sull’Atlantico dissipandosi a largo delle coste africane occidentali[/h]3 settembre 2015
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[h=2]La tempesta tropicale “Fred” si allontana sull’Atlantico dissipandosi a largo delle coste africane occidentali[/h]ADVERTISEMENT

Dopo aver sferzato le isole di Capo Verde allo status di uragano di 1^ categoria della Saffir-Simpson, un evento davvero unico nella storia visto che dal 1900 nessun uragano è riuscito ad investire direttamente il piccolo stato insulare africano, “Fred” ha ripreso indisturbato la propria corsa verso nord-ovest, in pieno Atlantico. Nella giornata di ieri il sistema si è fortemente indebolito, fino a giungere al punto di dissiparsi, a causa dell’uscita dalle coste della Mauritania di un esteso flusso di aria molto calda e secca, carica di polvere desertica, che è penetrata all’interno della circolazione di “Fred”, inibendo le fasce di convenzione presenti attorno al nucleo centrale della tempesta. In pratica il flusso di aria calda e secca di origine desertica sta letteralmente mangiando l’ormai ex uragano.



Osservare lo sviluppo di cicloni o tempeste tropicali a queste latitudini è veramente raro, ma non del tutto impossibile. Infatti ci troviamo ai limiti del cosiddetto “cimitero degli uragani atlantici”, lì dove vanno a morire o si dissipano, evolvendosi in profonde depressioni extratropicali, tutti i cicloni tropicali che dai Caraibi o dal Golfo del Messico risalgono l’East Coast degli USA. Quest’anno le condizioni meteo/climatiche inerenti la distribuzione dei venti nei medi e bassi strati e le temperature delle acque superficiali oceaniche, che superano i +27°C a sud delle Azzorre, depongono a favore per lo sviluppo e la strutturazione di aree depressionarie di natura tropicale, a cuore caldo, anche nel bel mezzo dell’Atlantico, parecchie centinaia di miglia a largo delle coste marocchine e portoghesi. Attualmente la tempesta tropicale “Fred”, nonostante si trovi circondata da un flusso di aria molto secca e calda in uscita dai deserti del Mali e della Mauritania, grazie alle sue piccole dimensioni tende ad organizzarsi, spostandosi verso est e avvicinandosi progressivamente in mezzo all’oceano.Le ultime immagini satellitare mostrano che “Fred” è una tropical storm abbastanza piccola, caratterizzata da una profonda attività convettiva centrale che continua a far esplodere intensi “Clusters temporaleschi” che si avvitano attorno al a un minimo barico salito sui 1003-1004 hpa. Il modesto “gradiente barico” che circonda il cuore della tempesta sta generando forti burrasche e venti di tempesta in un’area però abbastanza ristretta attorno il centro di bassa pressione. Qui il mare si mantiene molto agitato (forza 6) con onde di “mare vivo” che possono superare anche i 4-5 metri, con “Run Up” fino a 6 metri. Le navi che passeranno nelle vicinanze avranno a che fare con un fastidioso moto ondoso, ma anche il tratto di oceano a nord-ovest di Capo Verde comincerà pian piano a risentire un certo aumento del moto ondoso.Finora l’unica insidia che può arrestare l’approfondimento di “Fred” è il flusso di aria secca orientale, di vecchia origine sahariana, che scorre lungo il suo bordo più meridionale. Per il resto l’ambiente in cui si trova “Fred” è sufficientemente umido per agevolare lo sviluppo di una tropical storm di piccole dimensioni. Il “Wind Shear” moderato in quota e le acque superficiali sui +26.0°C dovrebbero continuare a dare una buona alimentazione per un ulteriore sviluppo della perturbazione tropicale che punta dritto verso l’Atlantico sub-tropicale, nel tratto di oceano poco a sud delle Azzorre. Nonostante l’indebolimento e l’afflusso di aria molto secca dal Sahara occidentale “Fred” fino a domani dovrebbe rimanere ancora attivo sull’Atlantico orientale, mantenendo lo status di depressione tropicale, con venti intensi, sui 60 km/h, e onde alte anche più di 3-4 metri. Nella serata di domani i resti della depressione tropicale, attivi ancora nella media troposfera, verranno risucchiati verso nord dall’asse di saccatura associato all’ampia circolazione depressionaria extratropicale insistente fra l’Islanda e il Regno Unito.


Meteoweb
 
[h=2]Tempesta Desmond sconvolge l'Inghilterra, piogge eccezionali e venti furiosi, una vittima a Londra[/h] 06-12-2015


Non sono ancora finiti gli effetti sul nord-est europeo della tempesta Helga, che su Irlanda e Gran Bretagna si è abbattuta una nuova e ancor più violenta tempesta.
Con venti fino a 210 km/h sulle Highlands scozzesi, e con piogge fino a 262 mm in 48 ore (188 mm in 24 ore) nel nord dell'Inghilterra, Desmond, questo il nome della tempesta, è la quarta tempesta della stagione ad essere stata nominata e la più violenta di tutte.
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Un vecchio ponte distrutto dalla piena del fiume
La regione della Cumbria, nell'Inghilterra settentrionale, è stata la più colpita, con fiumi in piena, ponti distrutti e molti villaggi alluvionati. Nel villaggio di Honister le precipitazioni hanno raggiunto un picco di 352 mm in 24 ore, tuttavia il dato è ancora sotto verifica, se venisse confermato si tratterebbe del nuovo record di pioggia giornaliera per il Regno Unito. Attualmente il record è detenuto da Seathwaite, sempre nella Cumbria, dove il 19 novembre 2009 caddero 316,4 mm di pioggia. Anche in mancanza di questa conferma, le precipitazioni sono state eccezionali e il Met Office stima che vi siano zone dove sono caduti sino a 300 mm di pioggia. Ufficialmente il dato misurato maggiore è quello di Shap, dove sono caduti 262,6 mm.
E' stata completamente allagata la città di Carlisle, dove la gente è stata portata via dalle case coi gommoni.
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Carlisle allagata
Non solo pioggia, ma anche venti furiosi con forza da Uragano, in grado di causare violente mareggiate sulle coste esposte sia dell'Irlanda che della Gran Bretagna. Sul Cairngorm, montagna scozzese, le raffiche di vento hanno raggiunto i 209,4 km/h; a Capel Curig, località a bassa quota nel nord dell'Inghilterra, 144,5 km/h.
Le conseguenze di questo mix di piogge alluvionali e venti violentissimi non si sono fatte attendere. Sono stati interrotti molti collegamenti stradali e ferroviari, migliaia di persone sono rimaste senza elettricità, centinaia sono state costrette ad abbandonare la loro casa. A causa del forte vento, c'è stata anche una vittima a Londra.
L'emergenza non è ancora finita. Il sito governativo che monitora il livello dei fiumi e le aree alluvionate, segnala 48 zone con inondazioni in corso dove ci sono pericoli per la vita e altre 45 zone dove sono attese inondazioni nelle prossime ore e ulteriori 55 dove le inondazioni sono possibili.
Tutte le foto sono tratte dal profilo twitter di CumbriaWeather e ritraggono villaggi e campagne della Cumbria, la regione maggiormente colpita dalle inondazioni.
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Meteoweb
 
[h=1]Neve abbondante su Russia Europea, Urali, Scandinavia, Medio Oriente![/h]
11 dicembre 2015


Se il Mediterraneo sarà interessato da prevalenti condizioni anticicloniche, nei prossimi dieci giorni, salvo alcune eccezioni di breve durata, ed il resto dell’Europa presenterà condizioni di tempo atlantico piuttosto mite, le perturbazioni cariche di umidità riusciranno a penetrare all’interno di Scandinavia e Russia, apportando abbondanti nevicate.
La traiettoria depressionaria si spingerà fino all’Asia Centrale: il giorno 19 Dicembre un minimo barico di 992 hPa giungerà a sfiorare la Mongolia.
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Stanti le temperature sotto lo zero, anche se più miti della norma, gli accumuli nevosi previsti per i prossimi 10 giorni saranno abbondanti e molto superiori alla norma dalla Scandinavia agli Urali, passando per la Russia Europea, e fino all’Asia Centrale.
Una menzione anche per le montagne del Libano e dell’Iran occidentale, anch’essi colpiti da forti nevicate nei prossimi dieci giorni, secondo le proiezioni del modello matematico statunitense GFS.
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Freddofili
 
[h=1]Gran freddo ed anomalie pesanti nel Continente Europeo![/h]
29 aprile 2016


La mappa delle ore 18 di ieri sera mostra delle anomalie termiche davvero insolite per la fine del mese di Aprile, su gran parte dell’Europa.
I valori si presentano sotto lo zero soprattutto tra Austria e Slovienia, dove si registrano anomalie termiche di 13-14°C al di sotto della norma!
Ma temperature di 7-11°C al di sotto del normale si registrano anche sulle Isole Britanniche, sulla Francia, Germania, Svizzera e Paesi Bassi, tutti colpiti da inaspettate nevicate nel corso di questi giorni.
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Le foto successive si riferiscono ad Allgau, città tedesca a circa 750 metri di quota, dove sono caduti 25 cm di neve fresca (fonte: wetteronline).
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In Inghilterra la neve è caduta anche nella stessa Londra, sorpendendo i londinesi che oramai credevano che la stagione primaverile fosse oramai a buon punto! (Foto tratta da twitter).
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Ma un nuovo allarme per neve è stato lanciato dal britannico Meteoffice, si tratta di un allarme giallo emesso per la giornata di domani in particolare sulla Scozia, dove nevicherebbe anche in pianura in modo abbondante.
In ultimo, alleghiamo anche una webcam di ieri del Lago di Misurina, sotto una fitta nevicata, grazie alla presenza di un nucleo di aria fredda in discesa sulla Slovenia, e che ha provocato forti nevicate sulle Alpi Orientali.

Freddofili
 
[h=1]Ciclone tropicale Pam: elevato a categoria 4 ora sta puntando Vanuatu[/h]




11 marzo 2015 - 12:58

[h=2]Il ciclone tropicale Pam ha raggiunto la categoria 4 e la sua traiettoria ora punta dritta su Vanuatu, dove dovrebbe arrivare venerdì.[/h]Ciclone tropicale Pam: elevato a categoria 4 ora sta puntando Vanuatu – 11 marzo 2015 – Il potente ciclone tropicale Pam, formatosi al largo delle Isole Salomone lunedì, sta continuando la sua marcia verso Sud intensificandosi sempre più, fino a raggiungere la categoria 4 su un massimo di 5 sulla scala Saffir Simpson: ora i suoi venti spiarano a 215 km/h, raggiungendo anche i 240 km/h ma è previsto che nelle prossime ore si rafforzi sempre più diventando anche un ciclone di categoria 5. La sua traiettoria, che fino a ieri sembrava portare Pam solamente a sfiorare le isole polinesiane, oggi ha decisamente cambiato rotta, puntando Vanuatu, dove è atteso nelle prime ore di venerdì 13 marzo. Guardate qui le immagini del potente tifone Hagupit che ha devastato le Filippine lo scorso dicembre.
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Il ciclone tropicale Pam è stato elevato a categoria 4, con venti fino a 240 km/h, ed ora sta puntando Vanuatu. Fonte: earth.nullschool.net
Il ciclone Pam continua a rafforzarsi dunque, grazie all’energia termica fornita dal mare tropicale, capace di sostenere ed aumentare il moto vorticoso del sistema, accelerando di fatto i venti attorno al suo perno centrale, il suo occhio: ora questo ciclone ha raggiunto la categoria 4, con venti che spirano sostenuti fino anche a 240 km/h, ma nelle prossime ore è previsto che le raffiche possano arrivare a toccare i 325 km/h, fatto che farebbe elevare Pam a categoria 5, il massimo, e lo renderebbe estremamente distruttivo. Il ciclone è previsto passare giusto ad Est di Vanuatu, isole verso cui la sua triettoria ha decisamente virato, dove dovrebbe arrivare già nelle prime ore di venerdì 13 marzo: sono attese precipitazioni intense e locali alluvioni, anche se fortunatamente la parte più distruttiva di Pam è quella orientale, che quindi non interesserà direttamente Vanuatu. Rimane comunque massima l’allerta nelle isole del piccolo stato polinesiano anche per i venti che spireranno intensamente. Dopo aver raggiunto Vanuatu, è previsto che Pam inizi a perdere gradualmente potenza mentre la sua traiettoria dovrebbe virare verso oriente.

Centrometeoitaliano
 
[h=1]Il gelo di Maggio sulle Isole Britanniche![/h]
3 maggio 2016


Sono diversi decenni che non venivano raggiunte delle temperature minime così basse, con valori estesi sotto lo zero, per il primo giorno di Maggio sulle Isole Britanniche.
Come visibile dalla mappa in allegato, tratta da weatheronlie, le temperature sono state al di sotto dello zero anche nelle miti località del sud dell’Inghilterra, raggiungendo ad esempio i -2°C a Farnborough ed a Pershore, ed altri valori da gelo su numerose località inglesi.
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Ma anche stamani, 03 Maggio, le temperature sono scese fino a 0°C a Shawbury, a sud di Liverpool, con delle gelate che sono tutt’altro che comuni nel mese di Maggio.
Anche se bisogna ricordare che, la nevicata londinese più tardiva di sempre, si verificò nel mese di Giugno del 1976!
Tuttavia dalla terza decade di Aprile il freddo e la neve la fanno da padroni sulle Isole Britanniche, che, alla fine, hanno portato le temperature al di sotto della norma già almeno da una decina di giorni.
Nella mappa successiva: le anomalie termiche di stanotte sulle Isole Britanniche, investite da fredde correnti da nord ovest.
Si stima un’anomalia media di -2°C su tutto il territorio rispetto alla norma di Maggio.
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Freddofili
 

prete

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[h=2]Gelo in pianura in Russia, molta neve sulle Alpi, 51 gradi alla Mecca[/h]
Intense nevicate sulle Alpi a partire dai 2500 metri di quota, neve localmente fino a 1500 metri. 51 gradi alla Mecca, fino a 47 in Egitto. Ancora gelo in pianura nella Russia europea. Gravi inondazioni in Minnesota e in Cina.


[h=4]01-07-2014
[/h]

Ancora gelo l'ultimo giorno di giugno nella Russia europea, Kolezma tocca -1,4°C, raggiungendo il valore più basso di tutto il mese. Il giorno prima Arcangelo era scesa a -0,2°C, avvicinando i record del periodo.
L'irruzione nord-atlantica ha portato freddo e neve sulle Alpi, dalla Svizzera, all'Italia, dalla Germania all'Austria e fino alla Slovenia, nevicate e gelate si sono avvicinate a quota 1500 metri, risultando abbondanti già sotto i 2500 metri. Le temperature hanno raggiunto -8,4°C alla Jungfraujoch in Svizzera, -7°C al Pian Rosa (Italia), -6,6°C al Brunnenkogel in Austria, tutte stazioni poste attorno ai 3500 metri di quota.
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Neve fresca al Kredarica (Slovenia) il 30 giugno.
Per la seconda volta nella storia La Mecca è salita sopra i 50°C, con i 50,4°C del 29 giugno, migliorandosi ulteriormente il 30 giugno quando è arrivata a 51°C. Il record è di 51,4°C stabilito nel 2012. Leggi l'approfondimento.
Ancora molto caldo domenica 29 giugno anche in Egitto e in Sudan, anche sulle coste del Mar Rosso. In Egitto, Luxor 46,4°C, Kharga 46,0°C, Assuan 45,5°C, Baharia 44,7°C. 41,4°, 41,0° e 36,9°C le medie delle massime di giugno di Luxor, Assuan e Baharia. In Sudan, 46,8°C a Port Sudan, 45,0°C a Abu Hamed (38,5° e 43,5°C le medie delle massime di giugno). Il 30 giugno massime localmente in ulteriore rialzo, Assuan tocca 47°C.
Molto caldo domenica anche in Tunisia, con 44,6°C a Medenine, 44,5°C a El Borma, 43,5°C a Monastir, 43,1°C a Remada, 42,9°C a Gabes, 42,7°C a Kairouan. 27,3° e 32,9°C le medie delle massime di giugno di Gabes e Kairouan.
Gravi inondazioni in Minnesota. Colpita anche l'area metropolitana di Minneapolis-St. Paul, ma praticamente tutte le contee dello stato hanno subito gli effetti delle alluvioni. Guarda i video.
Alluvioni anche in Cina, nella provincia dello Sichuan. Le criticità maggiori si registrano nella prefettura di Aba. Guarda il video.

Meteogiornale.
 
[h=2]Nordest degli USA: enormi tempeste causano danni e 2 vittime[/h]
[h=4][/h]25-06-2015


La giornata di martedì, per il nordest degli Stati Uniti, è stata terribile. I violenti temporali che si sono abbattuti in vari Stati hanno causato danni materiali ingentissimi e la morte due persone. Un ragazzo ha perso la vita e altre 4 persone sono rimaste ferite a seguito della caduta di un enorme albero nella foresta nazionale di Allegheny, in Pennsylvania. Sempre un albero, nella contea di Montgomery (Maryland) è crollato su un auto schiacciando il guidatore.
Le tempeste hanno anche contribuito agli enormi ritardi dei voli in tutta la regione. Più di una dozzina di aeroporti, tra cui New York, Philadelphia e Boston, sono rimasti paralizzati per ore. I disagi hanno coinvolto anche il comparto ferroviario. I venti di tempesta hanno spazzato molte strade e autostrade, causando il rovesciamento di decine di autoarticolati.
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Meteogiornale
 
[h=2]Uruguay, IMPONENTI ALLUVIONI investono ampie aree del Paese[/h]
[h=4][/h]10-07-2014 ore 12:27


Più di millecinquecento abitanti dell'Uruguay sono stati evacuati a causa delle alluvioni che stanno investendo cinque diverse province nelle regioni costiere e centrali. Il Servizio di allarme nazionale dice che la situazione è sotto controllo, ma il livello dei fiumi continua a crescere e secondo le previsioni la situazione dovrebbe rimanere tale per un'altra settimana.
L'ente meteorologico nazionale prevede ulteriori inondazioni, pertanto il numero di evacuati è destinato a crescere. Fortunatamente il quadro atmosferico dovrebbe migliorare a partire dalla prossima settimana e gli sfollati potranno gradualmente rientrare nelle proprie abitazioni.
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Meteo
 
[h=1]Maltempo in India: 59 morti colpiti da fulmini in due Stati[/h][h=2]Nell'Uttar Pradesh (India) sarebbero 13, fra cui nove bambini, le vittime nelle ultime 24 ore per i fulmini[/h][COLOR=#000000 !important]

22 giugno 2016 -

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In India almeno 59 persone hanno perso la vita colpite da fulmini: una violenta ondata di maltempo accompagnata da piogge monsoniche ha colpito il Bihar e l’Uttar Pradesh. Le autorità riferiscono che nel Bihar le vittime in un solo giorno in vari distretti sono state almeno 46, un record. Nell’Uttar Pradesh invece sarebbero 13, fra cui nove bambini, le vittime nelle ultime 24 ore per i fulmini che principalmente si sono abbattuti nei distretti occidentali.


Meteoweb
 
[h=2]Eruzione del "Bardarbunga" imminente, apprensione per gli aeroporti europei.[/h]
  • Meteogiornale





Gli ultimi aggiornamenti del Met Office islandese confermano una piccola eruzione avvenuta nella zona del Bardarbunga, ma per il momento lo si può ancora definire un "evento minore." Anche se la lava è stata rilasciata appena al di sotto del ghiacciaio più grande d'Europa, il Vatnajokull, il magma rovente ha ancora dai 150 ai 400 metri di ghiaccio glaciale da fondere prima di raggiungere la superficie.
Per raggiungere la superficie occorrerebbero altre 20 ore e al momento le probabilità che ciò possa accadere sono elevate. La preoccupazione principale è che la nube di cenere scaturente potrebbe determinare la chiusura degli aeroporti in molte zone d'Europa.
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Meteogiornale
 
[h=1]Neve Alpi: dopo il caldo prima imbiancata sulle montagne bavaresi[/h]


08 settembre 2015 -

404 pagina non trovata - CMI Alpi: dopo il caldo prima imbiancata sulle montagne bavaresi [h=2]Arrivata la prima neve anche sulle Alpi in Germania: dopo una settimana di caldo prima imbiancata per le montagne bavaresi.[/h]




Neve Alpi: dopo il caldo prima imbiancata sulle montagne bavaresi, 8 Settembre 2015 – Dopo l’intensa ondata di caldo che ha colpito anche i paesi d’oltralpe durante l’ultima settimana di Agosto, una fase di maltempo accompagnata da un brusco abbassamento delle temperature ha portato la prima neve della stagione sulle Alpi Bavaresi in Germania. Solo una settimana fa la città di Monaco di Baviera aveva raggiunto i +30 gradi, adesso un brusco abbassamento delle temperature ha cambiato il paesaggio circostante con le montagne visibili anche dalla città imbiancate. Già Venerdì 4 Settembre la neve aveva iniziato a cadere sullo Zugspitze (2962 m) con un accumuli di circa 10 cm. Nel successivo week-end, un ulteriore abbassamento della temperature, ha portato la quota neve localmente fin verso i 2000 metri come possiamo vedere dalle foto scattate a Nebelhorn. Ai piedi delle Alpi Bavaresi la temperature è scesa fin verso i +6 gradi.

Centrometeo
 
[h=1]Mosca: massima nevicata dal 1966![/h]
3 marzo 2016


Era da 50 anni che il mese di Marzo non iniziava con una nevicata così pesante sulla Capitale Russa, con la caduta di ben 20 cm di neve.
Tale quantitativo rappresenta il 65% della norma mensile di neve per questo terzo mese dell’anno, infrangendo il record di nevicata caduta all’inizio di Marzo.
Decine di voli sono stati cancellati dal locale aeroporto.
Foto da Tass.ru
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[h=1]Forti nevicate in Giappone, in particolare sull’Isola di Hokkaido.[/h]
3 marzo 2016


L’Isola di Hokkaido, in Giappone, è stata interessata da una forte tormenta di neve, che ha paralizzato gli aeroporti, e bloccato la circolazione stradale e ferroviaria.
La caduta di quasi un metro di neve in due giorni, e la presenza di venti a velocità di oltre 140 kmh, ha reso questa tempesta di neve come la peggiore da diversi anni a questa parte.
La temperatura è scesa fino ad un valore di -14,5°C nella località di Omu, e di -13,7°C ad Obihiro.
A Sapporo, il termometro è sceso fino a -7°C, con circa 80 cm di neve al suolo.
Nell’immagine, la depressione che ha interessato il Giappone settentrionale.

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Freddofili
 
[h=1]Il particolare clima di Giugno 2015 sulla Scandinavia: neve abbondante e grande freddo![/h]27 giugno 2015





Comunque vadano le cose, sulla Scandinavia questo mese di Giugno 2015 passerà alla storia, in particolare sulla Norvegia, dove abbiamo avuto un clima freddo, piovoso, e, soprattutto, abbondantemente nevoso, tanto che la neve sui rilievi montuosi ha raggiunto livelli da record!
Al momento attuale le temperature differiscono dalla norma di 1,5°; 2°C.
Bergen, al momento, presenta uno scarto termico negativo di -1,6°C, Oslo di -1,2°C, mentre in Svezia Ostersund ha presentato, in Giugno, un’anomalia termica di -2,1°C.
Ha fatto freddo anche in Danimarca, dove le temperature sono state inferiori alla norma di -1,8°C a Thyboron, e di -0,9°C a Copenaghen, mentre in Finlandia Helsinki ha presentato uno scarto di -1,2°C.
Ma sono abnormi anche le anomalie pluviometriche: la già citata Thyboron, in Danimarca, ha doppiato la propria media mensile, passando da 48 mm a 91 mm, mentre Vaernes, sulla Norvegia Centrale, ha finora visto pioggia per 117 mm, contro una norma di 70 mm circa.
E’ proprio questa combinazione tra freddo e precipitazioni abbondanti ad avere provocato gli eccezionali accumuli nevosi ancora presenti alla fine di Giugno sulla Norvegia centrale, nelle zone montuose, dove gli impianti di risalita sono ancora sepolti dalle masse nevose!
La seguente foto, tratta da Severe Weather Scandinavia, mostra gli ammassi nevosi lungo le Aurland Mountain in Norvegia, al 21 di Giugno scorso.
Ad influenzare sicuramente il freddo clima scandinavo di quest’anno c’è la massa d’acqua molto fredda che staziona sul Nord Atlantico.

Freddofil
 
[h=1]New York nel gelo, con -17°C…[/h]22 febbraio 2015





Grande gelo a New York, che ha stabilito un nuovo record giornaliero di freddo venerdì scorso, con -17,2°C a Central Park, ma anche neve, con un manto nevoso che ammanta la città ininterrottamente dal 24 Gennaio, con massimo spessore al suolo, all’aeroporto Kennedy, di 22 cm il giorno 03 Febbraio.
Nell’ultima settimana, però, il freddo si è ulteriormente intensificato: dal 14 Febbraio si sono registrate due minime a -12,8°C, due minime a -15,0°C, per poi culminare con una minima di -16,1°C il 21 Febbraio (dati aeroporto Kennedy).
In questo gelido mese di Febbraio, sono state ben 12 le minime inferiori ai -10°C (Foto da Gabrielle Laine Peters).
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Freddofil
 
[h=1]Drammatica alluvione lampo flagella la città di Soci, caduti oltre 177 mm di pioggia in poche ore[/h][h=2]Una serie di forti rovesci temporaleschi allagano la città di Sochi, sulle alture del vicino retroterra si stima che siano caduti oltre 200 mm di pioggia[/h]26 giugno 2015
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Una drammatica alluvione lampo, nel pomeriggio di ieri, giovedì 25 Giugno 2015, ha travolto la città di Sochi, una delle più conosciute e rinomate città della Russia meridionale, affacciata sulla costa del mar Nero. Nel corso della giornata di ieri la città è stata investita da una serie di forti rovesci, a sfogo temporalesco, a tratti anche violenti, che in meno di 12 ore hanno scaricato al suolo oltre 177 mm di pioggia.Ma sulle aree del vicino retroterra montuoso, alle spalle della città, l’intensa precipitazione, caratterizzata da indici di rain/rate molto elevati, in poche ore avrebbe scaricato fino a 200 mm d’acqua. Quel che basta per trasformare le strade collinari in torrenti di acqua e fango che si sono abbattuti con tutto il loro impeto sulle abitazioni, trascinando verso le coste del mar Nero un ingente quantitativo di acqua e detriti che hanno raggiunto pure i quartieri di Sochi. Tutta quell’acqua caduta in così poco tempo sulle alture circostanti non poteva essere smaltita facilmente. Il grande “surplus” idrico ha generato l’esondazione di quasi tutti i corsi d’acqua e la successiva “flash flood“ che ha messo sott’acqua buona parte della città. L’acclività del territorio ha reso le inondazioni ancora più distruttive.



In pratica, in appena 11-12 ore sulla parte orientale della regione di Krasnodar è caduto lo stesso quantitativo di pioggia che solitamente cade in due mesi. Con molta probabilità sui versanti meridionali dei rilievi che caratterizzano l’immediato retroterra, dietro la città di Sochi, si sono concentrati i massimi carichi precipitativi, esaltati dall’effetto “stau” (sbarramento orografico) indotto dall’umidissima ventilazione sud-orientale presente nei bassi strati (che di solito può portare piogge molto abbondanti sulle coste di Crimea e su quelle russe per lo sbarramento orografico indotto dai rilievi del retroterra), richiamata dalla circolazione depressionaria a carattere chiuso isolatasi nel sud-est dell’Ucraina. Sulle aree pedemontane maggiormente esposte all’umida ventilazione da SE gli accumuli avranno oltrepassato i 200-250 mm, una quantità davvero enorme che concentrata in poche ore non poteva non avere degli esiti cosi disastrosi su un territorio che già in passato è rimasto vulnerato da altri eventi alluvionali.Le strade di Sochi completamente sommerse dall’acqua. Credit Severe Weather RU (facebook)

Dal punto di vista sinottico il quadro barico sullo scacchiere europeo inquadrava un robusto promontorio anticiclonico sub-tropicale di blocco, disteso col proprio asse principale fra gli Urali e il bassopiano della Siberia occidentale, che imprimeva una azione di blocco al flusso principale perturbato in entrata dall’Atlantico settentrionale, costringendo quest’ultimo, una volta giunto al traverso delle Repubbliche Baltiche e della Russia occidentale, a piegare bruscamente verso nord. Al contempo, il blocco anticiclonico ad est della Russia e degli Urali ha agevolato l’isolamento di una circolazione depressionaria evoluta successivamente in piccolo “CUT-OFF” (vortice ciclonico chiuso ben strutturato in alta quota) nel sud-est dell’Ucraina, in fase di lento colmamento visto il mancato supporto fresco in quota e il taglio causato dalla struttura anticiclonica di blocco.Una vista dall’alto di Soci alluvionata dopo i forti temporali di ieri

Questa circolazione depressionaria, attiva solo alle medie e alte quote della troposfera, si è localizzata a ridosso dell’Ucraina sud-orientale e del mar d’Azov, con dei massimi di vorticità positiva collocati proprio sopra il settore nord del mar Nero, ha determinato un incremento del “gradiente termico verticale“, inasprendo l‘attività convettiva a ridosso delle coste della Russia meridionale. Anche i valori dell’indice “CAPE” (indice che misura il potenziale che ha l‘aria ad ascendere verso l‘alto), piuttosto elevati, indicavano una forte instabilità atmosferica. Lungo il margine orientale di questo “CUT-OFF”, nel sud-est dell’Ucraina, si è attivato un debole flusso dai quadranti sud-orientali che ha spinto aria piuttosto umida dal mar Nero in direzione delle coste russe meridionali. Questo flusso di aria molto umida e altamente instabile sollevata dalle ormai più tiepide acque superficiali del mar Nero, spingendosi verso nord-est, ha raggiunto l’area costiera nei pressi di Sochi.



Propri qui, incontrando i rilievi montuosi presenti nel vicino retroterra, il flusso umido marittimo da SE ed E-SE è stato costretto a sollevarsi verso l’alto, per forzatura orografica, innescando così lo sviluppo di forti moti convettivi che hanno costruito un intenso sistema temporalesco autorigenerante alla mesoscala che si è notevolmente ingrossato in loco per merito dell’intenso “gradiente termico verticale” e l’azione destabilizzante del vicino “CUT-OFF”, con i massimi di vorticità positiva in quota. Il grosso sistema convettivo che ha assunto la forma di un “Cluster di multicella”, una volta formato, nel corso della mattinata di ieri è rimasto pressoché stazionario insistendo per varie ore sul settore sud-orientale della regione di Krasnodar, scaricando violente precipitazioni, con rain/rate molto elevati, che in poche ore hanno inondato l’intera area. La stazionarietà del sistema temporalesco a mesoscala e le forti precipitazioni da esso apportate hanno creato le gravi criticità idrogeologiche all’origine del grave evento alluvionale che ha sconvolto questo fazzoletto di terra del sud della Russia.Oltre alle forti piogge i forti temporali si sono accompagnati anche al passaggio di diverse “trombe marine” che si sono formate proprio nel tratto di costa antistante Sochi. Alcune di queste si sono avvicinate minacciosamente al litorale, senza però mai riuscire a toccare terra. Lo sviluppo di questi numerosi fenomeni vorticosi, conosciuti come “waterspout“, è stato incentivato dall’intensa avvezione di vorticità positiva presente in quota che ha esaltato la formazione di significativi moti rotatori all’interno delle nubi temporalesche, in formazione a ridosso della costa russa. Purtroppo le alluvioni lampo, nel periodo estivo, sono piuttosto frequenti sulle coste della Russia meridionale affacciate sul mar Nero, fra la Crimea e l’area di Sochi.

Proprio 3 anni fa, nel Luglio 2012, una devastante alluvione lampo, causata da un violento temporale, flagello le città di Krymsk e Novorossiisk, mietendo decine di vittime e ingentissimi danni materiali per lo straripamento di tutti i fiumi e i corsi d’acqua presenti nella parte occidentale della regione di Krasnodar. In quei giorni il gravissimo evento alluvionale che inondo Krymsk e le altre città limitrofe costrinse la Russia a bloccare l’attività navale nel porto di Novorossirsk, con il temporaneo arresto dell’export di petrolio per via delle inondazioni e di uno smottamento che rese impossibile ogni tipo di collegamento, sia stradale che ferroviario. Nel frattempo anche fra oggi e domani, data la persistenza della circolazione depressionaria in quota fra est dell’Ucraina e Russia meridionale, nuove piogge e rovesci colpiranno nuovamente Sochi e le aree alluvionate, rischiando di causare nuovi disagi su un territorio già seriamente vulnerato.
 
[h=2]Anche gli Stati Uniti piombano in AUTUNNO: è tornato il VORTICE POLARE[/h]
[h=4][/h]16-07-2014 ore 10:25

Quella che i meteorologi hanno definito una "versione estiva del Vortice Polare", continuerà a imperversare in vaste zone degli Stati Uniti dando luogo a temperature record soprattutto nel Midwest. L'aria fredda, secondo le previsioni, si estenderà anche verso sud e in direzione degli Appalachi.



Secondo il meteorologo Steve Travis, del servizio Accuweather, "molti residenti e turisti dovranno armarsi di giacche autunnali e maniche lunghe." In questo primo scorcio settimanale le temperature non sono riuscite a superare i 15°C di massima nei settori orientali del Dakota, in Minnesota, nel Wisconsin settentrionale e nelle zone settentrionali del Michigan. Minneapolis ha registrato una massima di appena 18 gradi nella giornata di lunedì, abbattendo il precedente record giornaliero di 20°C stabilito nel 1884.
Diverse le città che martedì mattina hanno registrato temperature record: segnaliamo, tra le altre, Omaha (Nebraska), Kansas City (Missouri), Rapid City (South Dakota) e Dodge City (Kansas).


Meteogiornale


L'aria fresca causerà violentissimi temporali e nell'area dei Grandi Laghi potrebbero formarsi grosse trombe marine. Secondo il meteorologo John Gresiak, "le acque calde come quelle dei laghi Erie, St. Clair e del sud del Michigan potrebbero generare grosse nubi temporalesche".




 
[h=2]Lettonia, è l'estate più calda di sempre: superati i 37°C![/h]

[h=4][/h]06-08-2014 ore 09:21


Secondo i media locali, dati alla mano, l'attuale verrà ricordata dai lettoni come la più calda della storia. Negli ultimi giorni sono stati abbattuti alcuni record: domenica è stata sfiorata la soglia dei 37 gradi, lunedì è stata addirittura superata.
Presso la stazione meteorologica situata nel porto di Ventspils, sul Baltico, la colonnina di mercurio ha raggiunto l'incredibile valore di 37,8°C. Valore record, che ha sgretolato i 36,9°C domenicali e che demolisce il precedente record storico assoluto dell'agosto 1943 di Daugavpils (36,4°C).
Segnaliamo anche i 36,5°C di Rucava mentre Pavilosta registrava una massima di 35.6 gradi. Su Kuldiga e Dobele, sempre lunedì, i termometri hanno raggiunto i 35 gradi. Riga e Daugavpils si fermavano rispettivamente a 33 e 32 gradi di massima.
Temperature così elevate sono rare nei Paesi Baltici. Solitamente, in piena estate, le massime superano appena i 20 gradi. Ma negli ultimi giorni i 30 gradi sono stati superati anche in Estonia e Lituania, pur senza gli eccessi record segnalati pocanzi.

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