Ecco le novità per questo autunno!!!!!!!


[h=1]L’AUTUNNO APRE LE PORTE CON IL TRANSITO DEL PRIMO TRENO DI PERTURBAZIONI ATLANTICHE[/h]
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L’abbiamo chiamatatempesta equinoziale: non è un’invenzione dell’ultimo minuto, ma è la terminologia che viene utilizzata dai meteorologi per segnalare il cambio di passo dell’atmosferaquando si appresta a lasciare sempre più frettolosamente le condizioni tardo-estive per abbracciare quelle della nuova stagione. Ancora gli ultimi scampoli d’estate saranno probabilmente venduti tra domani e sabato, allorquando una toccata e fuga dell’Anticiclone delle Azzorre riporterà temporaneamente condizioni di stabilità atmosferica e temperature in rialzo, con i valori massimi che sabato toccheranno in genere quasi ovunque, da Nord a Sud, i 24-27 °C. L’Oceano Atlantico comincia però ad essere impaziente e, dall’evoluzione proposta dai modelli numerici, risulta piuttosto evidente come abbia tutte le intenzioni di prendere in mano le redini del gioco sul settore occidentale europeo e di progettare anche un piano di conquista del Mediterraneo, con il passaggio della prima saccatura (conca di bassa pressione) dalle caratteristiche prettamente autunnali. Per provare a portare a compimento queste intenzioni, potrebbe iniziare con l’invio di “perturbazioni sentinella”, come se si volesse spianare così la strada all’affondo perturbato più intenso.
Vorrebbe dire, in pratica, l’avvio di una fase piuttosto piovosa ad opera dell’ingresso del primo treno di impulsi perturbati atlantici che, sebbene non trovino il cammino ancora del tutto aperto ad ovest per una presenza ancora ingombrante dell’Anticiclone delle Azzorre, riusciranno tuttavia a transitare per il Mare Nostrum. Si inizierà molto probabilmente domenica (fig. 1), con il passaggio della perturbazione n.4 di settembre che, ancora una volta, si accompagnerà ad una ciclogenesi sottovento alla catena alpina, con perno sul Golfo Ligure. Sempre nella giornata festiva, un’area di instabilità potrebbe portare un peggioramento del tempo sui mari meridionali ed interessare anche le Isole Maggiori. La perturbazione scivolerebbe molto velocemente verso sud-est nella giornata di lunedì 16 quando, in serata, potrebbe bussare alla porta delle Alpi occidentali un nuovo sistema nuvoloso (laperturbazione n.5 di settembre), legato ad un ampio vortice ciclonico che si andrà rapidamente approfondendo tra le Isole Britanniche e la penisola scandinava (si veda sempre la fig. 1). Si tratterebbe, almeno nella fase di avvicinamento all’Europa, della prima perturbazione atlantica ben strutturata e quindi tipica dell’autunno, dal momento che si presenterebbe, almeno sulla carta, con tutte le sue componenti: il fronte caldo (FC = superficie che delimita l’avanguardia dell’aria calda di richiamo), il fronte freddo (FF = superficie che delimita l’avanguardia dell’aria fredda al seguito) e fronte occluso (FO = area dove l’aria fredda avrà raggiunto l’aria calda, sollevandola).
Ma la storia di questa intensa depressione, molto probabilmente, non finirà qui. Perché nei giorni successivi, intorno a metà della prossima settimana, potrebbe avere un peso più importante sulle dinamiche del tempo nel Mediterraneo e sull’Italia: lasciando infatti da parte l’approccio deterministico e passando alla tecnica di ensemble (perché ci stiamo spingendo verso orizzonti temporali superiori a 5 giorni) si può osservare, non dimenticandoci ovviamente anche delle incertezze ovviamente presenti, una certa sintonia nel delineare il probabile quadro evolutivo da parte dei due maggiori modelli che simulano l’evoluzione atmosferica a scala globale: quello americano GFS e quello europeo ECMWF. Del primo, andiamo in particolare ad osservare alla quota isobarica di 500 hPa le posizioni, previste intorno al 19-20 settembre, delle isoipse di 576 gpdam (fig. 2): l’occhio più esperto potrà osservare che tali posizioni si concentrano grossomodo all’interno di due fascicompresi tra le due linee nere tratteggiate (fascio A) e tra le due linee rosse tratteggiate (fascio B), con il fascio A che si trova in una posizione più meridionale rispetto al fascio B. Ai fini pratici, da un lato ciò significa che non sono tanto remote le possibilità di avere un certo affondo meridiano della saccatura in quota a cui, al suolo, corrisponderà il vortice ciclonico per come nel frattempo sarà evoluto; ma dall’altro significa anche che, considerando i due fasci, una così ampia divergenza di posizioni di questa isoipsa, sul settore occidentale europeo, lascia ancora aperte molte ipotesi su come il nuovo peggioramento potrebbe interessare l’Italia. A queste stesse conclusioni arriviamo osservando anche la previsione media di ensemble del Centro Europeo, valida sempre in un intorno del 19-20 settembre (fig. 3): si evidenzierebbe, infatti, non solo il possibile ingresso di una saccatura dall’Atlantico con tanto di asse passante per l’Italia, ma anche l’errore ancora piuttosto elevato che accompagna la previsione media sui settori occidentali europei, proprio in sintonia con quando avevamo dedotto dal modello GFS tramite lo sparpagliamento della posizione dell’isoipsa di 576 gpdam. Indecisione, questa, legata certamente alle vicissitudini dell’Anticiclone delle Azzorre ed alla sua cupola... fluttuanteche farà sicuramente il... bello ed il cattivo tempo. Tuttavia, indipendentemente da questa incertezza che, a cascata, inciderà inevitabilmente sulla forma e sul contenuto (leggasi “carico di aria fredda”) del peggioramento, possiamo al momento solo affermare che verso la metà della prossima settimana potrebbe essere comunque credibile il passaggio, in un certo qual modo, della perturbazione n.6 di settembre. Il che significa, in sintesi, che avremo probabilmente il passaggio di 3 perturbazioni in meno di una settimana.
E a seguire? Prendiamo solo atto che, intorno alla metà della terza decade di settembre (fig. 4), sia presente una certa concavità della circolazione atmosferica che lascerebbe aperte le porte all’Atlantico. E, in secondo luogo, evidenziamo la posizione media, appartenente allo scenario più probabile (40%), dell’isoipsa di 576 gpdam sulle regioni meridionali (linea gialla tratteggiata): tale valore dell’altezza di geopotenziale, che possiamo prendere come rappresentativo delle condizioni estive, sembrerebbe essersi allontanato dalla maggior parte delle nostre regioni.

 
ENTRO FINE MESE: AL SEGUITO DELLA PRIMA ONDATA DI CALDO, UNA PAUSA TEMPORALESCA E POI DI NUOVO L’ANTICICLONE DELLE AZZORRE?

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L’estate è arrivata! Era da tanto tempo, infatti, che le condizioni meteorologiche sull’Italia non erano caratterizzate da un cielo per lo più sereno o poco nuvoloso dalle Alpi alla Sicilia, ad evidenziare la presenza di una rinata stabilità atmosferica portata, nelle ultime ore, dall’espansione verso le latitudini mediterranee dell’Anticiclone delle Azzorre. Un anticiclone che, negli ultimi anni, si è impegnato fin troppo per rimanere lontano dall’Italia, lasciando così la scena all’alta pressionenord-africana, di cui si ricordano ancora le sue sette espansioni che hanno caratterizzato per esempio l’estate scorsa, con altrettante ondate di caldo che hanno poi portato la bella stagione del 2012 ad essere la seconda più calda dopo quella del famigerato 2003, seppur con un certo distacco. Anche nei prossimi giorni, ed in particolare da domenica 16 giugno, ritorneremo a parlare di questa figura barica dal “cuore caldo” che è intenzionata ad allungarsi dal Nord Africa al seguito del ritiro dell’Anticiclone delle Azzorre: spingendosi di nuovo verso le alte latitudini, l’anticiclone atlantico agevolerà infatti la discesa di una saccatura di aria fresca verso la penisola iberica. Come in un gioco di sponda, il cavo d'onda contribuirà all’elevazione del promontorio subtropicale, di matrice continentale, proprio verso il Mediterraneo, l’Italia, alcuni Paesi dell’Europa centro-occidentale e della penisola balcanica: una situazione, questa, che come abbiamo già ribadito più volte nei giorni scorsi causerà l’arrivo su queste aree della prima ondata di calore dell’estate 2013.
Quanto durerà l’ondata di caldo? Che cosa ci riserverà il tempo della seconda metà di giugno?Molto probabilmente sono queste le domande più ricorrenti di cui la maggior parte dei lettori gradirebbe avere una risposta. Vediamo allora di essere il più esaurienti possibile, pesando ovviamente le nostre affermazioni ben consapevoli dei limiti che caratterizzano la previsione a medio ed a lungo termine.
Iniziamo con il commentare le prime due figure che mostrano la previsione media di ensemble del campo di altezza di geopotenziale a 500 hPa e relativo errore (figura 1, dal modello europeo ECMWF) e la previsione media di ensemble del campo di temperatura a 850 hPa (figura 2, dal modello americano GFS). Dalla sequenza dei quattro giorni riportati, da lunedì 17 a giovedì 20 giugno, si può inizialmente osservare come l’avvicinamento e l’affondo della saccatura dal Nord Atlantico, piena di aria fresca, sia inizialmente causa del riconfiamento delle altezze di geopotenziale a tutte le quote, specie sull’Italia e sulla penisola balcanica (nei giorni del 17, 18 e 19 giugno) e, successivamente, motivo di disturbo al proseguimento della permanenza anticiclonica nel momento in cui, con il probabile e lento spostamento verso levante dell’onda baroclina, l’alta pressione nord africana sarà probabilmente costretta a spostare la propria influenza sulle regioni centro-meridionali (20 giugno). Come avete potuto notare, abbiamo parlato di saccatura e non di goccia fredda, come invece lascerebbero intuire le corse deterministiche dei modelli. Il motivo è molto semplice: la previsione media, a 4-6 giorni di distanza, “nasconde” i particolari della configurazione sinottica, per cui sul tipo di struttura barica in ingresso possiamo essere più precisi solo all’inizio della prossima settimana. Questo particolare è tra l’altro bene evidenziato dalla deviazione standard che il modello ha calcolato attorno alla previsione media (vedi le macchie in viola in figura 1).
Indipendentemente da questo, però, si può comunque notare come l’ondata di caldo arrivi a conquistare l’Italia passando da Spagna e Francia, per poi interessare in modo particolare, a fine sequenza, le regioni centro-meridionali. In linea di massima, aspettiamoci quindi da lunedì temperature in aumento, con massime che saranno per lo più comprese tra 30 e 33 gradi (tranne le coste), con qualche punta di 34-35 gradi non esclusa specie in Pianura Padana e nelle zone interne del Centro. Probabilmente, qualche picco di 36-37 °C potrebbe registrarsi sulla Sardegna. Ma sotto la spinta della saccatura e dell’aria fresca che la accompagna, al Nord dovremmo mettere in conto un peggioramento che potrebbe interessare le regioni settentrionali (da vedere quali) intorno al 19-20 giugno, a cui farà seguito un calo delle temperature che potrebbero rientrare su valori intorno alla media del periodo. A metà della prossima settimana, su parte del Nord non si escludono quindi temporali intensi che troveranno energia per svilupparsi nell’aria calda che si sarà accumulata all’interno del catino padano.
Nella seconda metà della prossima settimana, invece, il passaggio del cavo d’onda sulla nostra penisola dovrebbe mettere fine all’ondata di caldo anche sulle regioni centro-meridionali. Lo scenario più probabile atteso intorno al 22 giugno in quota, a circa 5700 metri ed al quale si associa una probabilità di accadimento intorno al 60%, pone infatti in risalto l’ingresso di aria sicuramente più fresca di matrice atlantica che costringerà probabilmente l’Anticiclone nord africano a ritirarsi nelle sue zone di origine (figura 3). A questo passaggio si assocerebbe, come è naturale che sia, un’accentuazione dell’instabilità atmosferica che potrebbe interessare anche il resto della penisola ma che, attualmente, non è possibile ancora valutare in termini di intensità ed estensione dei fenomeni che potrebbero generarsi, a causa della distanza temporale a cui ci siamo spinti. La situazione prevista, sempre intorno allo stesso giorno ma al livello del mare (figura 4), farebbe comunque intuire come il peggioramento sarebbe per lo più solo una parentesi, dal momento che ad ovest potrebbe riprendere una nuova espansione dell’Anticiclone delle Azzorre.
Sarà l’inizio di una nuova fase caratterizzata dall’Anticiclone oceanico e quindi in compagnia di condizioni di tempo stabile, ma con caldo più vicino ai valori medi stagionali? Potrebbe essere. Perché tutti gli scenari più probabili, dal 23 giugno in poi, prendono in considerazione un nuovo allungamento dell’Alta pressione delle Azzorre lungo i paralleli che dal medio Atlantico arrivano all’Europa centro-occidentale (Mediterraneo compreso): considerando a tal proposito lo scenario più probabile (probabilità intorno al 40%) calcolato a fine corsa (siamo intorno al 27 giugno) appare infatti abbastanza evidente come il dominio di questa figura barica possa essere in grado di ripristinare le condizioni di stabilità e garantire una fase estiva caratterizzata, oltre che da un diffuso soleggiamento, anche da temperature non eccessivamente elevate.
Insomma… ci sono discrete probabilità che, passata la prima ondata di caldo ed il peggioramento di tipo temporalesco ancora tutto da comprendere, l’estate continui con giornate soleggiate senza il fastidio del caldo intenso.

 
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