si credo proprio che li abbiano eliminati con la scusa dell'errore
ma questo ci pone davanti ad una questione: fino a che punto è giusto ammazzare la gente per proteggere degli animali?
si lo so molte volte viene voglia di sparargli, ma sono pur sempre persone, magari dei poveracci, anche se sono neri
 
condoglianze ai familiari
in quei paesi mi sa che possa succedere di tutto...
il giornale riportava che gli hanno sparato da 50 mt e tutti e due avevano vari fori di proiettili anche in testa.... boh?

nella tragedia poi si aggiungono i nostri connazionali facebucchiani/animalari/idioti che da quello che mi hanno raccontato (non ho facebook, non fa per me) stanno quasi festeggiando "l'assassinio di due assassini". che squallore!
 
C'è un testimone. Un veterinario Italiano che era con loro. Ha detto che erano fermi avanti al fuoristrada che aspettavano i guardia parco ed ad un tratto ha sentito raffiche di mitra e ha visto cadere padre e figlio per terra. Gli hanno sparato da una cinquantina di metri. Si presume che siccome avevano una maglietta di colore blu e non verde, che è il colore delle divise dei guardia parco, siano stati scambiati per bracconieri. Così ha detto. Ma anche se fosse, lì ai bracconieri sparano a vista? La storia non è chiara per niente.
 
Si, gli sparano a vista dal momento che loro fanno altrettanto con le guardie :(

I due italiani stavano partecipando con le stesse guardie del parco ad una operazione anti bracconaggio. Visto l' accaduto (chiamarle guardie è un parolone) sparare a due persone in prossimità di una macchina senza accertarsi prima di cosa stessero facendo denota una preparazione ed un addestramento nullo, la macchina poi se c' era nessuno l' aveva mai notata? Una operazione del genere senza essere in contatto radio? Mi pare più una esecuzione. O forse è gente che prima spara e poi va a vedere cosa hanno preso ... Comunque sia pace all' anima dei nostri poveri connazionali che sempre più spesso ci rimettono la vita senza una ragione.
 

titusmax

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Impegnati in un’operazione anti bracconaggio, sarebbero stati ammazzati per errore dalle guardie del parco. Forse scambiati per cacciatori di frodo.
Tragedia nello Zimbabwe: padre e figlio sono stati uccisi in una riserva di caccia. Si tratta di Claudio Chiarelli di 50 anni, originario di Padova e Massimiliano di 19, nato nel Paese africano. Il 50enne faceva la guida nei safari da decenni e i due sarebbero stati coinvolti dai guardiaparchi locali in un’operazione contro i cacciatori di frodo nell’area di Mana Pools al nord dello Zimbabwe e ai confini con lo Zambia, da alcune stagioni patrimonio dell’Unesco e una delle aree protette più spettacolari del Paese. Ad ucciderli per errore potrebbero essere state le stesse guardie della riserva anche se sulla dinamica della tragedia non c’è ancora chiarezza e non si escludono al momento altre ipotesi.
 
Si, gli sparano a vista dal momento che loro fanno altrettanto con le guardie :(

I due italiani stavano partecipando con le stesse guardie del parco ad una operazione anti bracconaggio. Visto l' accaduto (chiamarle guardie è un parolone) sparare a due persone in prossimità di una macchina senza accertarsi prima di cosa stessero facendo denota una preparazione ed un addestramento nullo, la macchina poi se c' era nessuno l' aveva mai notata? Una operazione del genere senza essere in contatto radio? Mi pare più una esecuzione. O forse è gente che prima spara e poi va a vedere cosa hanno preso ... Comunque sia pace all' anima dei nostri poveri connazionali che sempre più spesso ci rimettono la vita senza una ragione.

zimbawe.....
 
Copio e incollo un'artico comparso su il "Mattino di Padova" nell'edizione on-line di oggi:


Com'era prevedibile qualcosa di losco è successo, speriamo riescano a fare un po di luce su questo doppio omicidio.........



[h=1]I Chiarelli uccisi, spunta la pista dell’avorio[/h]La svolta: la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per far luce sulla morte di padre e figliodi Alice Ferretti
[h=1]Tags[/h]







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PADOVA. Aperta un’inchiesta in Italia per la morte dei padovani Claudio e Massimiliano Chiarelli, padre e figlio di 65 e 29 anni, uccisi il 13 marzo scorso durante un’operazione di antibracconaggio nel parco di Mana Pools, nello Zimbabwe.
La Procura di Roma con il pubblico ministero Barbara Zuin, che si sta occupando del caso, vogliono vederci chiaro su una vicenda che ancora oggi presenta diversi punti oscuri. Come evidenzia il settimanale “Oggi”, in uscita stamane, sarebbero troppe le stranezze sulla morte dei due padovani, che da anni vivevano ad Harare, nello Zimbabwe, e che, all’interno della riserva naturale, sarebbero stati uccisi erroneamente dal fuoco amico, scambiati per bracconieri. Familiari e amici non hanno mai creduto però all’incidente, e dopo qualche giorno nell’ambiente vicino ai Chiarelli, si è parlato di vera e propria esecuzione. Gli elementi a sostegno di questa tesi sarebbero svariati.
Dagli esami autoptici (ne sono stati eseguiti addirittura due) risulterebbe che Claudio e Massimiliano sarebbero stati centrati da un solo colpo, risultato letale: il padre alla testa, il figlio al collo. Un colpo partito non da 40 o 50 metri, come sostenevano i rangers zimbabwani accusati di aver scambiato i due italiani per bracconieri e di aver quindi sparato, ma da molto più vicino. Ma questa non è la sola incongruenza. Un altro elemento importante è che quando i due padovani sono stati uccisi non erano fermi in un punto qualsiasi della riserva naturale, ma si trovavano nel luogo pattuito, dove avrebbero dovuto eseguire un cambio di turno.
Non un luogo isolato o nascosto ma un preciso punto situato sulla strada principale, quella percorsa quotidianamente da turisti e guide, ed evitata dai bracconieri. Come mai le guardie apparentemente senza accertarsi dell’identità delle persone hanno allora sparato? E lo hanno fatto sulla strada principale e per di più nel luogo dell’appuntamento? Il fuoristrada dei Chiarelli, che avevano condiviso con altri rangers, è poi di un colore visibile: bianco, come quelli dell’Onu e della Croce Rossa. Difficile pensare che dei bracconieri, i quali hanno tutto l’interesse di mimetizzarsi e non farsi vedere, utilizzino mezzi di questo colore. Così come è difficile che i bracconieri indossino una camicia azzurra, come quella portata da Claudio Chiarelli al momento della sua uccisione, ma al contrario, sempre con il fine di rendersi il meno visibili possibile, indossano stracci sporchi, del colore della terra.
Troppe contraddizioni non solo secondo gli amici e i parenti, ma anche per la Procura di Roma che ha aperto un’inchiesta. Diversi spunti per fare luce sulla vicenda sono stati forniti dai funzionari dell’ambasciata italiana ad Harare, che non solo hanno fornito la versione ufficiale dei fatti, ma hanno anche portato a galla le tante incongruenze del caso. Il dubbio che sempre più si fa spazio è che sulla vicenda della morte di Claudio e Massimiliano Chiarelli si profili l’ombra dei traffici illegali d’avorio, di corni di rinoceronte, e di animali vivi, in particolare i cuccioli d’elefante, esportati in Estremo Oriente. Il dubbio è che i due Chiarelli, padre e figlio, possano



aver dato fastidio a qualcuno con il loro instancabile impegno contro il bracconaggio, che nell’ultimo periodo aveva coinvolto anche i colleghi della Zambesi Valley Association, i quali si erano dimostrati disponibili a mettere a disposizione fuoristrada, carburante, acqua, cibo e munizioni.
 
Sentite condoglianze alla famiglia, purtroppo mi sa che sarà mooolto difficile, se non impossibile, venire a sapere come sono andate veramente le cose, dovremmo accontentarci di riportar a casa le salme per un degno funerale.......

Sappiamo benissimo che in quei paesi è tutto molto complicato.....la giustizia poi.......

Ciao,Marco.
 
Altro articolo sempre del " Mattino di Padova".....la cosa si infittisce sempre di più.........................

[h=1]«Scomparsi i rangers che spararono a padre e figlio nella riserva»[/h]La denuncia dell’amico dei Chiarelli: «Abbiamo chiesto inutilmente informazioni al governo africano» Giuliana ha lasciato l’Africa per raggiungere la figlia in Scozia. Interrogazione della Lega al governodi Alice Ferretti


28 aprile 2016




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Spariti i rangers accusati di aver sparato per errore a Claudio e Massimiliano Chiarelli durante un’uscita antibracconaggio nel parco naturale di Mana Pools ad Harare. Da diversi giorni, infatti, non si sa più dove siano finite le due guardie che avrebbero accidentalmente sparato a Chiarelli padre e figlio, e che subito dopo la tragedia erano state sottoposte a fermo dalla polizia locale.
Stando ad alcune testimonianze, che arrivano direttamente dal Paese africano, sembrerebbe che i due non si trovino più in carcere. Nessuna conferma, però, arriva dal governo dello Zimbabwe a cui si sono rivolti parenti a parenti delle vittime. «Nessuno sa niente, nessuno vuole dire niente», dice Paolo Crespan, amico padovano di Claudio Chiarelli, «Non si sa cosa sia successo ai due rangers, il governo non dà alcuna informazione. Ho parlato con diversi amici, anche tra quelli che abitano nello Zimbabwe, ma anche a loro le istituzioni non forniscono informazioni. Purtroppo in quei posti funziona così».
Una vicenda, quella dell’uccisione di Claudio e Massimiliano Chiarelli, piena di ombre. Parenti e amici sono convinti che non possa essersi trattato di un incidente, ma che sotto ci sia l’ombra del traffico illegale di avorio con l’Asia, e che ci siano collusioni ad alto livello. Difficile dunque, a parere di chi conosce bene la terra africana, arrivare a una soluzione del caso e ad una verità: «Archivieranno il tutto come un incidente», dice sconsolato Crespan, che è sempre rimasto in contatto con lo Zimbabwe per seguire gli aggiornamenti dell’inchiesta aperta in loco e che ha anche partecipato ai funerali di padre e figlio ad Harare.
Sulla vicenda è intervenuta anche la Lega Nord che annuncia un’interrogazione al governo italiano per chiedere di fare luce sulla sorte dei Chiarelli. «Sono ormai trascorsi quasi due mesi dall’assassinio di Claudio e Massimiliano e ancora non si conosce la verità sulla loro tragica fine», spiega la senatrice vicentina della Lega Nord Erika Stefani, «Chiediamo chiarezza per i loro familiari e per dare a loro Giustizia. Sto presentando una interrogazione al Ministero per conoscere quali iniziative intende intraprendere per ottenere chiarezza su cosa è realmente successo nello Zimbabwe. Non è possibile continuare con le farse che altri Stati ci propinano sulla sorte di nostri concittadini all’estero. Dai due marò al povero Regeni passando per i Chiarelli. Piangiamo le nostre vittime ma vogliamo giustizia».
Sul caso la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Barbara Zuin: la giustizia italiana



puà infatti muoversi quando connazionali siano vittime di qualche reato in un Paese straniero.Intanto Giuliana Sartori, moglie di Claudio e mamma di Massimiliano, ha lasciato definitivamente l’Africa dove viveva da più di vent’anni e si è trasferita a Glasgow dalla figlia Virginia.



28 aprile 2016


 
La cosa mi sembra assai strana, anche perché da quelle parti i bracconieri sono tutti "locali" almeno così ho letto in alcuni articoli che parlavano del bracconaggio in quelle zone, ora mi sembra un po' difficile scambiare due bianchi con bracconieri locali.
 
Stavano sulle 00 a qualcuno e gli hanno fatto la festa ....dispiace ma se errore c'e' stato bisogna capire bene che in quei paesi i bracconieri si uccidono e senza pensarci troppo su' visto che spesso sono le stesse guardie a fare quella stessa fine
 
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