questi sono semplicemente criminali, il loro posto non è nei boschi ma in carcere....speriamo che ci restino a lungo e che dicono addio al porto d'armi per sempre......cretini

Caro Allodola, per questa gentaglia il porto d'armi è un optional, l'unica cosa da fare è; obbligarli alla firma, quattro volte al giorno, presso una caserma o un commissariato di PS. Non devono andare più in giro!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Cordialità
piero
 
ho capito che fa parte di un loro lontano retaggio della caccia reggina, ma ormai finiamola!!! ora lo fanno solo per sembrare che sono più furbi degli altri e proprio per sto principio se non li fanno piu andare a caccia, bhe... meno 4 che non ci fanno fare piu brutta figura
 
A me quando succedono questi eventi provo rabbia e nessuna pieta' perche' sono fatti che vengono studiati all'origine sia nei luoghi che nei mezzi quindi gesti premeditati io gli darei ventanni di galera senza attenuanti perche' li classifico terroristi. Saluti
 
buttate via la chiave , oppure come nel film ******** senza gloria timbrateli a caldo sulla fronte una bella s ( di stronzo) e fatelo andare in giro per il paese.....
 
[sconvolto.gif] AZZZZZZZZZZ. Una vera e propria azione terroristica stile militare. Se le inventano tutte. Oserei dire che è una dipendenza pscologica. Credo che certamente sapevano a cosa andavano incontro. Gli sarà andata bene altre volte, ma come si dice.....tanto va la brocca all'acqua........
E' una cultura dura a morire, resiste nonostante i controlli siano stati intensificati e mirati, negli ultimi tempi.
 

Alberto 69

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Martedì 13 Maggio 2014

PER ABBATTERE IL FALCO PECCHIAIOLO DENUNCIATI DALLA FORESTALE. FUCILI E MUNIZIONI SEQUESTRATI.

INTERNA_NOA.JPG

Un gruppo organizzato di bracconieri con base in una casa nel comune di Tusa (ME), al confine tra le province di Messina e Palermo è stato bloccato dal Nucleo Operativo Antibracconaggio (NOA) e dal Centro Regionale Anticrimine di Palermo del Corpo forestale dello Stato. L'operazione è stata condotta in collaborazione con i volontari del CABS (Committee Against Bird Slaughter).
Dall'abitazione situata su un terreno scosceso e in posizione strategica sulla rotta migratoria del falco pecchiaiolo, i bracconieri con metodo sistematico abbattevano i rapaci nel loro volo verso lo Stretto di Messina, aggirando così i controlli posti in essere dal NOA in Calabria in questi giorni nell'ambito dell' Operazione Adorno.
Nei giorni scorsi, approfittando di una favorevole giornata per il passaggio dei rapaci, i bracconieri si preparavano ad esercitare l'illecita attività ma i Forestali appostati alle spalle della casa, non appena i cacciatori di frodo hanno estratto le armi da una intercapedine del loro fuoristrada, sono immediatamente intervenuti per porre fine a tale attività criminale facendo irruzione nelle pertinenze dell'abitazione.
Le quattro persone presenti nell'alloggio, due di Reggio Calabria e due di Calanna (RC), sono state denunciate a vario titolo per porto abusivo, incauto affidamento, omessa custodia di armi e attività venatoria in periodo di divieto. A carico di alcuni dei soggetti deferiti all'Autorità Giudiziaria risultano precedenti specifici di Polizia. Oltre ai tre fucili utilizzati dai bracconieri sono state rinvenute e sequestrate 5.400 cartucce custodite nell'abitazione.

fonte.corpoforestale.it
 
Quando leggo certi fatti mi domando sempre: perché? ma non riesco mai a darmi una risposta convincente.L'unica cosa che mi viene in mente è che la stupidità e l'ignoranza vanno sempre a braccetto.
 
A leggere queste notizie, resto basito, non siamo più nel medioevo, spero che non gli restituiscano più neanche il fuoristrada.
Questa gentaglia discredita la categoria dei Cacciatori ONESTI.
Cordialità
piero

ma quando arriverà li il progresso e la cultura ?

bufalo
 
Lungi da me difendere questi miei concittadini per questa azione. Però c'è da dire che questa è gente che è cresciuta con la caccia all'adorno(falco pecchiaiolo) quando era consentita. E' come se ad un anatraio chiudessero all'improvviso la caccia al germano reale, a un tordaiolo la caccia al tordo, a un beccacciaio la caccia alla beccaccia. Purtroppo è una malattia che si portano dentro. Il fatto del diventare impotenti se non si ammazza il falco o robe simili sono cavolate, o meglio erano storie di una volta, adesso ci vanno perché sono ossessionati da questa caccia tradizionale del Reggino. Ripeto, non giustifico assolutamente il gesto che condanno vivamente.
 
Non approvo in nessun modo quei bracconieri.
Eppure nei racconti di mio zio che era di Palmi rivivo tutt'oggi l'enfasi delle sue parole nel descrivere quella caccia che anche lui aveva praticato finchè permessa. L'essere eletto "sindaco" (colui il quale nell'intero periodo non aveva ucciso almeno un adorno), l'essere dileggiato con l'appellativo di "*******", lo sfottò nelle piazze verso il malcapitato "padellaro" di pecchiaioli erano solo il contorno di un'attività venatoria che aveva, di fatto, radici più profonde.
Gli adorni passavano solo sullo stretto di Messina e in brevi tratti della costa tirrenica. Chi è di quelle parti lo sa bene. Ogni luogo conserva o ha una connotazione venatoria, una tradizione legata ai selvatici di quel posto ecco perché "l'aciaddu" rivestiva per i cacciatori locali una grande opportunità.
Ma ancora più di tutto questo erano la bellezza di quel trofeo, la difficoltà dell'abbattimento (tiri spesso lunghi perché nel suo modo di prendere le correnti ascensionali l'adorno svolgeva vasti giri concentrici cosicché il cacciatore doveva saper scegliere il "volteggio" che gli si presentava utile) e non ultimo il paesaggio di una bellezza ineffabile. Chi può immagini scogliere alte e aspre con vegetazione d'arbusti e qualche pianta che si gettano selvaggiamente sul mare meraviglioso.
I racconti di zio erano conditi di storie di personaggi che sacrificavano tempo, denaro ma che addirittura arrivavano a far stringere rapporti umani tra le persone di quell'epoca (si pensi a comparaggi e addirittura a combinare matrimoni per avere una buona posta per la caccia all'adorno) e anche numerosi dispetti.
Oggi per mancanza di conoscenza, perché quella caccia non l'abbiamo mai vista ma soprattutto perché, giustamente, l'adorno va protetto in ogni modo, liquidiamo il problema con frasette ovvie. Eppure a pensar bene in ogni parte d'Italia vi è qualche tradizione (anche illecita) discutibile o fuori dai tempi.
Viva l'adorno, la caccia che è stata e NON dovrà più essere.
 
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