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Martedì 05/11/2013
MONTENARS. Un bracconiere è stato scoperto e denunciato dalla Polizia provinciale, per l’appostamento di una trappola vietata, alla Procura della Repubblica di Udine. Per lui l’accusa di esercizio di caccia con mezzo vietato, per aver trasportato fuori dalla propria abitazione strumenti da punta e da taglio senza giustificato motivo, e per il maltrattamento di animali.
La trappola era piazzata nei boschi della zona di Curminie, accanto al centro sportivo. Sono stati i cacciatori della locale Riserva a segnalare il ritrovamento: «Uno dei nostri soci - spiega il presidente Giovanni Baldissera - ha scoperto la trappola durante una passeggiata e subito abbiamo provveduto a informare la polizia provinciale.
Fortunatamente nelle nostre zone casi di bracconaggio sono molto rari». I lacci formati con cordino metallico di spessore consistente erano stati mimetizzati nella vegetazione e resi idonei alla cattura di cinghiali e caprioli. Per attirare gli animali, il luogo era stato preventivamente pasturato. Condotte le attività di indagine e accertamento, gli agenti della Polizia Provinciale hanno sequestrato i lacci, recuperato un capriolo catturato dal bracconiere e altra attrezzatura specifica.
Accertate le gravi irregolarità, si è in seguito provveduto a sporgere denuncia all’autorità giudiziaria: «Grazie all’importante lavoro della Polizia Provinciale e alla collaborazione con i cacciatori – sottolinea l’assessore provinciale alla caccia e pesca Marco Quai – è possibile reprimere questi reati assicurando alla giustizia gli autori. L’operazione condotta a Montenars è l’esito di una proficua sinergia che mi auguro si consolidi e si replichi anche in altre aree del nostro territorio per contrastare con forza e fermezza le attività di bracconaggio». L’uso dei lacci è una tipologia di bracconaggio particolarmente cruenta poiché causa sofferenze agli animali che, nel tentativo di liberarsi, si feriscono spesso mortalmente.
fonte:messaggeroveneto.gelocal.it
MONTENARS. Un bracconiere è stato scoperto e denunciato dalla Polizia provinciale, per l’appostamento di una trappola vietata, alla Procura della Repubblica di Udine. Per lui l’accusa di esercizio di caccia con mezzo vietato, per aver trasportato fuori dalla propria abitazione strumenti da punta e da taglio senza giustificato motivo, e per il maltrattamento di animali.
La trappola era piazzata nei boschi della zona di Curminie, accanto al centro sportivo. Sono stati i cacciatori della locale Riserva a segnalare il ritrovamento: «Uno dei nostri soci - spiega il presidente Giovanni Baldissera - ha scoperto la trappola durante una passeggiata e subito abbiamo provveduto a informare la polizia provinciale.
Fortunatamente nelle nostre zone casi di bracconaggio sono molto rari». I lacci formati con cordino metallico di spessore consistente erano stati mimetizzati nella vegetazione e resi idonei alla cattura di cinghiali e caprioli. Per attirare gli animali, il luogo era stato preventivamente pasturato. Condotte le attività di indagine e accertamento, gli agenti della Polizia Provinciale hanno sequestrato i lacci, recuperato un capriolo catturato dal bracconiere e altra attrezzatura specifica.
Accertate le gravi irregolarità, si è in seguito provveduto a sporgere denuncia all’autorità giudiziaria: «Grazie all’importante lavoro della Polizia Provinciale e alla collaborazione con i cacciatori – sottolinea l’assessore provinciale alla caccia e pesca Marco Quai – è possibile reprimere questi reati assicurando alla giustizia gli autori. L’operazione condotta a Montenars è l’esito di una proficua sinergia che mi auguro si consolidi e si replichi anche in altre aree del nostro territorio per contrastare con forza e fermezza le attività di bracconaggio». L’uso dei lacci è una tipologia di bracconaggio particolarmente cruenta poiché causa sofferenze agli animali che, nel tentativo di liberarsi, si feriscono spesso mortalmente.
fonte:messaggeroveneto.gelocal.it