Con un cannone fai da te caccia i cinghiali: patteggia...

Alberto 69

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L’uomo aveva costruito l’arma usando una canna d’acciaio e una marmitta. Prosciolto l’altro imputato. La scoperta era stata fatta dalla polizia provinciale.
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LIVORNO. Per poter costruire un cannone con il quale andare a caccia serve senza dubbio una buona dose di ingegno alla Macgyver, per quelli che amano i telefilm americani degli anni Ottanta, e dimestichezza con le armi alla Rambo, tanto per rimanere in tema di cinema a stelle e strisce. Anche perché non è proprio facile fare quello che ha fatto Umberto Vergili, ultrasessantenne livornese, partendo da una canna d’acciaio e una marmitta d’auto.
L’uomo, invece, chissà da quanto tempo, aveva assemblato questi due pezzi di uso abbastanza comune e li aveva trasformati in un cannone calibro 12 con il quale – secondo gli investigatori – sarebbe andato a caccia di cinghiali sulle colline livornesi.
«Un’arma letale per quel tipo di animale», spiega chi ha condotto le indagini, iniziate quasi per caso nel 2011 da parte della polizia provinciale durante un sopralluogo nella zona del Gabbro e concluse alla fine dello scorso anno quando dalla procura livornese è arrivato l’avviso di chiusura indagini e la richiesta di rinvio a giudizio.
Ieri mattina Vergili, difeso dall’avvocato Francesco Paglini, ha patteggiato la pena di undici mesi mentre è stato prosciolto l’altro indagato Giacomo Galazzo, difeso dall’avvocato Massimo Gambacciani, per il quale il giudice per l’udienza preliminare ha disposto il non luogo a procedere.
 
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