Questi figli di **** dovrebbero morire delle medesime sofferenze!!!!!!!!!!!!
Stabiese: cani massacrati a colpi di accetta Non si ferma gli episodi di violenza ai danni di animali indifesi in Campania. Il commissario regionale dei Verdi: «Sospettiamo di una setta satanica».
C’è un nuovo, deprecabile passatempo che trova spazio tra i boschi del Faito e dei Monti Lattari, a poche decine di chilometri da Napoli. Ne fanno le spese cani e gatti, bersaglio delle mire dei balordi, aggrediti selvaggiamente e senza un vero perché.
L’ultimo episodio è avvenuto a Pimonte, nel parco dei Monti Lattari, dove due cani sono stati prima legati con un filo sottile alle zampe e poi colpiti, con un’accetta, in testa e sulla parte posteriore del corpo. Uno dei due è deceduto. Storie agghiaccianti di violenza nuda e cruda, ai danni di bestie indifese e incolpevoli. Con un piccolo giallo, a margine. «Continuiamo a sospettare – spiega Francesco Emilio Borrelli, commissario regionale dei Verdi, che ha raccolto la denuncia - di una setta satanica che opererebbe tra il Monte Faito, dove già diverse settimane fa furono massacrati altri cani e gatti, e la zona dei Monti Lattari».
«In ogni caso – prosegue Borrelli – la provincia di Napoli ha purtroppo il record italiano, dall'inizio del 2010, di uccisioni e aggressioni nei confronti di randagi». A Pimonte, ma anche a Castellammare di Stabia e dintorni, il caso fa discutere: il parroco della chiesa di San Michele Arcangelo, Gennaro Giordano, ha lanciato un appello durante l’omelia, domenica scorsa.
Nel frattempo, la foto di uno dei cani maltrattati fa il giro del web, lasciando un misto di stupore e indignazione. E non si tratta di un caso isolato: «Basti citare il massacro di un centinaio di gatti causato da un avvelenamento con sostanze topicide e acido messo illecitamente dentro le ciotole di cibo sempre nel comune di Castellammare – racconta Borrelli - . Le atrocità di Castellammare seguono la delibera inumana del sindaco di Monte di Procida, che ha deciso di multare i cittadini che sfamano i randagi del suo comune».