In effetti con lo springer ho anticipato di due mesi con la selvaggina perché qualcuno mi ha detto che sono precoci. Ammetto che di springer non ci capisco nulla e non so cosa uscirà fuori.
Lo utilizzerò tutta caccia mentre i due setter saranno utilizzati prevalentemente a beccacce.
 
IL cane è un meticcio ..devo dire però che ho perso poco tempo nell addestramento con questo cane non capisco però il motivo pe rcui i primi due anni non temeva i colpi di fucile e dopo quella festa del cavolo ha cambiato completamente atteggiamento.Piano piano con tanta pazienza sono riuscito a riportarlo a caccia ma ora si mantiene nelle vicinanze nascosto magari in qualche macchione e dopo il colpo arriva per cercare il selvatico che ipoteticamente dovrebbe essere stato abbattuto se mi vede alzare l arma improvvisamente cerca di nascondersi velocemente ed effettivamente ho notato che ha molta paura dei tuoni ma non ricordo se l avesse già avuta prima della fatidica festa....da tre anni comunque ho acquistato anche uno springer che come sai ho addestrato seguendo molto i tuoi consigli ......e questo non smette mai di meravigliarmi.....in positivo naturalmente...

Ho chiesto la razza, proprio perché ho pensato allo springer. Ti posso dire che i cani dopo avere preso più di qualche fucilata nel posteriore non hanno mai avuto paura del fucile. Anche i botti di fine anno o i fuochi d'artificio, non centrano con la paura del fucile. Penso che la paura si è consolidata con i tiri fatti in rapida successione dai tuoi amici, il cane probabilmente li guardava quando hanno alzato i fucili e fatto partire le raffiche. Da come ho interpretato non ha paura del fucile, ha paura del movimento. Hai provato a far fare qualche abbattimento in lontananza da un tuo amico? Sempre in lontananza dopo la fucilata del tuo amico, devi correre insieme al cane ed incitarlo al riporto fino a portarlo nei pressi del selvatico abbattuto. All'inizio è meglio che il cane sente solo il colpo senza vedere chi lo ha tirato. "L'appetito vien mangiando" una passo alla volta, se il cane ha passione per la selvaggina, penso che potrebbe riuscire a superare la paura.
 
Io da più di tranta anni uso la stessa tecnica e non ho mai avuto alcun problema. Inizio a far vedere a cinque mesi al cane qualche quaglia e quando si comincia ad appassionare e a fermarle ne sparo una la prima volta e magari un paio la volta dopo. Il cane corre per riportare e nemneno si cura della fucilata concentrato cone è nel riporto. Ho sempre avuto setter; ora ho preso una new entry springer. Sono stato indeciso sul da farsi ma poi ho usato la stessa tecnica. Ho sparato ad una quaglia scovata e lui l'ha abboccata tranquillamente non curante minimamente dello sparo. Chiedo ai più esperti se è solo fortuna o può essere una tecnica corretta.
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Bella domanda Nicola, vi viene da pensare all' uovo e alla gallina;) , ma battuta a parte, ritengo che la "paura "possa essere di derivazione genetica e che si possa associare a qualche fenomeno ambientale che condizionerà il cane, quindi non necessariamente lo sparo, esempio: il mio golden può stare sotto i bombardamenti ma se arriva un mio amico con il fuoristrada dà fuori di matto, ne è terrorizzato , forse perché lo associa al camion che trasporta l'acqua potabile e del quale si è spaventato da piccolo un giorno che stava da solo.
Tu l'hai scritto diverse volte e io sono sempre stato d'accordo, il cucciolo deve avere la migliore socializzazione possibile , termine inteso nella sua più ampia estensione di significato, così da superare anche eventuali predisposizioni genetiche, che quando non riguardano malattie possono essere superate.[29]
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Germano aiutami a capire meglio..... Se dovessi dare una definizione di socializzazione? Mi fai anche qualche esempio? Lo sai che non sono un esperto e da quello che hai scritto sopra temo di aver fatto confusione tra addestramento e socializzazione. Grazie
Socializzare un cucciolo vuol dire continuare a fare quello che avrebbe fatto la madre del cucciolo. Durante le cure parentali al cucciolo gli è permesso fare quasi tutto, questo prima dello svezzamento, durante e dopo lo svezzamento il rapporto di dipendenza si trasforma in dominanza/sottomissione, nulla è più dovuto al cucciolo, il cucciolo per ottenere deve lottare, su questo bisogna meditare. Un cucciolo per essere equilibrato deve continuare a lottare anche dopo aver lasciato la madre, quindi non deve essere il padrone a farsi accettare dal cucciolo ma deve essere il cucciolo che deve lottare per farsi accettare nella nuova famiglia, giusto per usare un termine umano. Per il cucciolo è una questione di vita o di morte, è lui che deve spingere per sopravvivere, se non venisse accettato avrebbe poche probabilità di sopravvivere, io credo che di questo il cucciolo è istintivamente consapevole. Non so se l'esempio ha reso l'idea. Comunque noi non siamo cani quindi non riusciremo mai a socializzare come fanno i cani o i lupi, (opinione personale) però possiamo copiare e cercare di imitarli. Per quella che è la mia esperienza il cane riesce a capire tramite il nostro movimento, non è necessario ordinare o alzare la voce per farsi ubbidire, purtroppo non siamo cani e tutto non riusciamo a fare restando in silenzio. Per esempio per far capire al cucciolo che non deve venirci a disturbare quando siamo sul divano o quando stiamo facendo altro, non occorre reprimere la sua esuberanza sgridandolo, oppure schienandolo o schiacciandolo con la testa per terra, si incomincia con l'avvertimento, dopo si passa alla minaccia, se questo non dovesse bastare si agisce sull'interesse del cucciolo. Il cane non rinuncia facilmente al suo interesse, la punizione lo farà desistere ma prima o poi ci riproverà, questo comportamento è nella natura del cane. Non ci riproverà più quando gli si intaccano i propri interessi, in questo caso l'interesse del cane è il padrone, quando il padrone non riesce a tenere a bada il cucciolo con avvertimenti e minacce deve andare via. Il cane questo lo soffre terribilmente molto di più di una punizione corporale. L'esempio non è completo, tornerò sull'argomento appena possibile, anche per chiudere questo discorso che mi sembra fuori tema.
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Stufa di essere "minacciata",osservata, pressata dalla mia Teti durante la cena , un giorno mi sono girata e L ho guardata con i fulmini negli occhi e le ho ringhiato 🤣[emoji16]🤣. Lei mi ha guardata ha mugolato è indietreggiata e si è seduta ma non si era ancora rassegnata. Due minuti dopo ci ha riprovato. Stesso trattamento. Adesso mi basta guardala dritto negli occhi e si mette a terra rassegnata aspettando il fine pasto per ricevere un piccolo [emoji320]


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Se è più di trent'anni che utilizzi sempre la stessa tecnica e hai sempre ottenuto ottimi risultati, vuol dire che il metodo è giusto. Come lo sono altri che utilizzano alti metodi. Del resto, tutti quelli che riescono a raggiungere un buon risultato hanno metodi giusti. Molti anni fa ero stato invitato a caccia da amici, un cacciatore ci ha fatto vedere il suo metodo di far sentire i primi colpi al cucciolo. Il metodo consisteva nello stringere il cucciolo fra le gambe e tirare due colpi di fucile in aria. Secondo lui questo è un metodo validissimo, ha detto che lui ha sempre fatto così, ce lo consigliava dicendo che il risultato è assicurato. Tutti i metodi sono discutibili, aspettiamo qualcuno che ha voglia di discutere. Comincio con il dire che trovo il tuo metodo troppo tardi per fargli sentire il colpo e troppo presto per fargli vedere la selvaggina.
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Germano grazie per il momento..... Voglio rimuginare un po' su quello che hai scritto e confrontarlo con quello che ho fatto io con il mio cane... Nel frattempo se integri.....benvenga! ;)

Livia ......mia moglie non ringhia ma quando mi guarda negli occhi...tiro fuori il bracco dalla cuccia e mi ci metto io ;) ;) ;)


Mi hai fatto venire in mente una cosa:
"avevo poco più di 18 anni..... primo viaggione da solo , destinazione Venezuela. Dopo la prima settimana a girovagare qua e là mi fermo a Puerto La Cruz. Una sera ero in compagnia fuori da una pizzeria italiana.... Una miseria che si tagliava a fette. A un certo punto 3 ragazzini di età compresa tra i 4 e i 6 anni iniziano a rovistare tra l'immondizia fuori dalla pizzeria in cerca di avanzi.... Dopo 1 minuto arrivano dei cani randagi, un bambino dice qualcosa di incomprensibile agli altri 2.... Scendono dai sacchi della nettezza, si mettono a 4 zampe e iniziano a ringhiare e ad abbaiare ai cani..... I cani fuggono, i bambini ricominciano a rovistare. A questo punto vado verso di loro e cerco di socializzare relativamente alla scena vista.... Mi spiegano che i cani randagi vanno via solo se abbai ...e quindi loro abbaiano. Dopo un po' decido di offrirgli una pizza.....dato che con i soldi se no avrebbero molto probabilmente comprato colla da niffo e mi defilo...."
 
Uno dei miei cani è stato praticamente rovinato dai fuochi di artificio della festa del paese .....ha cacciato bene il primo ed il secondo anno ...nella primavera successiva che precedeva il terzo anno di caccia l ho incautamente lasciato solo per la festa del paese e qua i botti li fanno belli ....al mio ritorno non riuscivo a trovarlo poi lo vedo rintanato sotto una catasta di legna da dove non riusciva .....o non voleva quasi uscire, era giugno....all apertura di caccia del terzo anno ho avuto la sfortuna di capitare vicino ad uno squadrone che al frullo di un fagiano ha sparato una 15dicina di colpi....il selvatico se l è anche cavata.....comunque il cane è scappato ritrovato dopo una mezzoretta.....la paura non gli è più passata purtroppo...

Di che razza è il cane? Ho due cani che hanno tutti e due paura dei botti di fine anno, a caccia non hanno mai accusato i colpi. Una cagnolina terrorizzata dei fuochi della festa del paese, mai avuto problemi con i colpi di fucile, questa cagnolina aveva la madre che aveva paura del colpo di fucile. L'estate quando la portavo al paese, non voleva più allontanarsi da casa, faceva i suoi bisogni e dopo tirava verso casa. Purtroppo la paura del colpo non è sempre risolvibile. L'unico rimedi è la selvaggina, ma tanta selvaggina, se il cane ha tanta passione vince anche la paura del colpo di fucile. E' da molti anni che ai cuccioli faccio sentire gli spari a due mesi e mezzo-tre mesi, in ogni caso prima dei 4 mesi. Nel periodo giusto, verifico facendo rincorrere dal cane la selvaggina, a distanza giusta esplodo il colpo in aria, se non dovesse accusare il colpo, dopo qualche giorno riprovo accorciando la distanza, se tutto va bene, il cane è pronto per il primo abbattimento, più o meno intorno ai dieci mesi.
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Non ho i mezzi scientifici per poter affermare se sia riconducibile alla genetica o no. Secondo me la paura allo sparo è principalmente caratteriale.
Faccio un esempio che nn c'entra nulla direttamente con lo sparo: presi due cuccioloni con solida ferma a 4/9 mesi, uno timido e uno "spavaldo" ,se portati in un ambiente ricco (ricco di animali per quanto buoni animali) avremo risultati diversi in base al loro carattere. Per il cucciolo troppo timido abbondanza di selvaggina e ripetuti incontri anche multipli potrebbero portarlo a correggere le sue insicurezze..... Il cucciolo già venatico, sicuro di se e spavaldo potrebbe invece prendere i peggiori vizi del mondo, dal forzare l'animale a cercarlo a vista o con le orecchie...invece che con il naso.

Questo esempio solo per dire che le variabili che possono influire sono molteplici ed ogni caso è a se.... La genetica forse.....ma secondo me il carattere del cane è la discriminante e da lì dobbiamo partire per sapere come comportarci, come prenderlo e soprattutto come farlo socializzare.
Quasi tutti i cani trovatelli che ho avuto avevano paura dello sparo..... e non credo che c'entri la genetica ma solo le esperienze che avevano fatto prima che io me li prendessi. Avevo una canina schnauzer tedesca media che avrebbe attaccato anche un orso...(non parliamo dei ciclisti..ha masticato più di qualche caviglia), ma quando sentiva un tonfo forte... sembrava che vedesse un mostro. Un altro invece non aveva paura dello sparo, dei petardi ecc.... ma se tirava vento mentre era fra i cannicci addio.....lo ritrovavi a casa.
Secondo me spesso siamo portati a bruciare le tappe con i nostri ausiliari senza ancora aver minimamente capito che tipo di soggetto abbiamo fra le mani.
 
Gli esperimenti di Pavlov mostrano chiaramente che con i cani (e quasi tutti gli altri esseri viventi) i riflessi possono essere condizionati. Associando lo stimolo del rumore violento ad una sensazione piacevole (il cibo, da principio) e sottoponendo il cane ad un certo numero (che variera' a seconda del soggetto individuale) di "ricompense" che seguono immediatamente il rumore, il cane verra' condizionato ad amare il rumore. Poi, quando la personalita' del cane diviene piu' complessa, si puo' passare ad altre sensazioni piacevoli associate al rumore (selvaggina, coccole, ecc.). Contano molto anche le circostanze, l'ambiente. Una cosa e' portare il cane al guinzaglio alla festa del paese quando i fuochi d'artificio esplodono, ed il cane e' col padrone, fra la gente (se e'--come era Scout--un cane che ama la compagnia, la gente, essere coccolato da estranei), e percepire come i suoi umani reagiscano positivamente alle esplosioni (e i cani leggono benissimo i nostri comportamenti e stati mentali connessi), ed un'altra e' essere lasciato a casa, in una stanza, o in un recinto, da solo, mentre i "botti" esplodono.
Madre paurosa dei colpi di fucile e tale paura trasmessa alla prole? Niente di strano. I cuccioli imparano a reagire a stimoli esterni anche dal comportamento della madre in reazione a tali stimoli. Anche i cuccioli umani. Un bambino che vede la madre reagire terrorizzata alla vista di un ragno, o un topo, o un serpente, imitera' il comportamento della madre e tale comportamentto diverra' parte integrale della sua psiche. Ma mentre un bambino, crescendo, col dono della sua intelligenza umana e della logica, potra' superare questa paura infondata, un cane e' difficile che senza l'intervento di un essere umano esperto di psicologia canina possa eliminare questi timori. E spesso ormai e' troppo tardi per cambiare la reazione allo sparo. Poi del resto anche gli esseri umani spesso trovano difficile superare neurosi e psicosi instillate nelle loro menti quando erano infanti dal comportmento dei loro genitori e/o altri adulti.
 
Vorrei aggiungere, che la reazione negativa al rumore violento e' presente in qualsiasi animale, umano o no, intelligente o no. Ed e' normale che sia cosi'. Vogliamo chiamare questo timore del rumore improvviso e violento "genetico," o istintivo? E va bene, chiamiamolo pure cosi'. Ma alla radice di tutti i comportamenti riflessi e' anche l'esperienza. In psicologia applicata all'istruzione del fanciullo e dell'adolescente (me ne sono dovuti sorbire parecchi di corsi universitari su questi soggetti!) si parla di "nature and nurture," cioe' cio' con cui si e' nati, e cio' che l'ambiente e le esperienze ci insegnano. I comportamenti naturali vengono modificati, a volte radicalmente dalle esperienze individuali. Quindi la paura del rumore violento, che in natura e' una cosa positiva e legata alla sopravvivenza, puo' essere modificata, ri-indirizzata.
Mi viene in mente una grande differenza nel comportamento di anatre selvatiche fra quelle del Montana e quelle di Kodiak. Quando abitavo nel Montana cacciavo spesso le anatre su "pozzangherone" (laghetti temporanei o permanenti lasciati dal disgelo della neve o dalle pioggie in depressioni del terreno fra campi di stoppie di grano e maggesi). Se sparavo qualche colpo ad anatre nate in zona che frullavano a tiro da questi piccoli laghetti, naturalmente le superstiti se ne andavano via. Ma dopo un paio di ore ritornavano. A Kodiak, se sparavi ad anatre nate e cresciute in una laguna costiera, le superstiti non ritornavano se non a buio, e dopo un paio di volte non ritornavano piu', e al mio capanno davanti ad una di queste lagune si sparava bene alle anatre ivi cresciute soltanto il primo paio di giorni della stagione. Poi se ne andavano, e si poteva contare soltanto su quelle provenienti da altri laghetti e lagune vicini per un paio di weekends, ma poi la caccia era molto magra fino ai primi freddi intensi nell'artico quando arrivavano le anatre nate e cresciute li'. Quelle nate a Kodiak se ne stavano a mare tutto il giorno e pasturavano nelle lagune la notte. Magari se c'era una bella tempesta erano obbligata dai cavalloni a venire nell'entroterra di giorno, e se ne poteva prendere qualcuna. Perche' le anatre del Montana sembravano meno paurose degli spari, mantre quelle di Kodiak ne erano molto piu' intimorite? Ci pensai a lungo, e finalmente formulai una teoria che di certo non e' scientifica, ne' scientificamente dimostrabile, ma nata dall'istinto e dalle esperienze di caccia di tanti decenni: il Montana (la parte piatta dove abitavo, prateria e camppi di grano) a primavera e d'estate e' spesso scosso da violenti temporali, a volte con precipitazioni, a volte "asciutti," ma sempre rimbombanti di tuoni. A Kodiak i temporali sono una cosa eccezionale, meno di una volta l'anno e--quando accadono--brevissimi, un paio di tuoni e via. Non sara' che le anatre del Montana siano abituate al rumore violento del tuono? E non sara' che in un ambiente molto asciutto come il Montana centrosettentrionale, dove abitavo, la pioggia associata ai tuoni sia benvenuta dalle anatre, che nel terreno inzuppato trovano tanti invertebrati, vermi, "bacarozzi" venuti in superficie? A Kodiak quello delle schioppettate e' il solo "tuono" che le anatre sentono, e quando scuote l''aria una o due delle loro consorelle precipitano morte. Probabilmente e' soltanto una mia elucubrazione, una teoria bislacca, ma... Come se di teorie bislacche non ce ne fossero altre, su questo forum, specialmente quando il discorso cade sulla BALListica!
 
E la paura dei tuoni? Come la giustificate? Ho avuto un Kurzhaar che ha distrutto il box, procurandosi anche brutte ferite alla bocca. Non gli è mai passata. Ho la mia Margot, che non ha paura di niente, spari, fuochi d'artificio, serpenti, topi, gatti, cani, anche grandi, persone ecc.... ma quando il tempo si fa brutto, lei incomincia a manifestare paura, poi se piove già ha la coda in mezzo alle gambe. Quando ci sono tuoni, cerca il contatto fisico, non mangia e non dorme.
Invece il Pastore dell'Asia centrale, abbaia alla pioggia, ma non ha paura.
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Nicola anche a me convince poco l ereditarietà dei difetti comportamentali, sul comportamento influisce molto l ambiente , certo se ci sono problemi neurologici allora sì possiamo pensare che questi possono essere ereditati. La madre del mio golden aveva un terrore folle dei temporali, fuochi d'artificio, e qualsiasi cosa assomigliasse ad un botto, si precipitava sotto il letto almeno 1 minuto prima che scoppiasse il primo tuono e non c'era verso di tranquillizzarla in alcun modo; quando ha avuto i cuccioli, lei ha continuato a nascondersi ma i cuccioli no, non la seguivano nemmeno perché preferivano giocare con la famiglia, attirati anche dalle leccornie offerte loro, poverina non aveva colpe nè tare, era solo stata sfortunata a rimanere da sola una sera in cui scoppiò un terribile temporale, aveva 4-5 mesi. La mia prima breton la presi che aveva 6 mesi, smaniavo per avere un cane e non approfondii con il proprietario che conoscevo da tempo, sapevo che aveva un ottimo maschio e questo mi bastò, grave errore! La caccia era chiusa, quindi mi dedicai all' adestramento di base con buoni risultati, portata in campo per testare la ferma su quaglie si dimostrò a dir poco formidabile: naso potente e ferma sicura, così mi decisi a portarla al quagliodromo per una prova completa, e cominciarono i guai........la cagna appena mi vide aprire lo sportello posteriore dell'auto con il fucile addosso si rifiutò di scendere, al momento attribuii il comportamento al posto nuovo persone cani, insomma non ci badai molto e messo il guinzaglio la condussi nel campo; cominciò una bella cerca ampia e poco dopo rimase in ferma, mi avvicinai per servirla e abbattuta la quaglia comandai il " porta", solo che la cagna........era sparita! La ritrovai sotto la macchina tremante e impaurita! Ora mi direte" ma non avevi capito prima che aveva paura dello sparo"? No, non l'avevo capito, e sapete perché? Perché la cagna non aveva paura dello sparo, ma del fucile! Sì sì, aveva paura dell oggetto fucile, infatti bastava la vista dell arma a spaventarla in campagna, a casa non dava segni di squilibrio. Il soggetto meritava , per cui cercai di capire cosa diavolo fosse successo prima che diventasse mia e tornato dal proprietario chiesi spiegazioni, visto che mi aveva assicurato che l'aveva già abituata allo sparo, naturalmente negò tutto e non si assunse nessuna responsabilità, ma io volevo capire e continuai ad indagare. C'era un elemento che mi aveva insospettito già alcuni giorni dopo aver preso il cane: presentava una cicatrice su un fianco vicino alla coscia, il proprietario mi aveva detto che era stato un morso di un altro cane quando era cucciola, al momento la smania di prendere il cane non mi portò ad approfondire, ma ora quell elemento diventava importante, così valutando ,chiedendo, confrontando, giunsi all unica risposta possibile: la cagna era stata sparata! Per concludere , ce la misi tutta con quella cagna, fino a giungere a farla riportare dopo lo sparo, ma l'ultima volta scappò e non alla macchina, non l'ho più trovata......
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

La Paura del colpo di fucile....puo essere genetica o acqiusita,in genere e per la maggiore è acquisita anche xche i cani che hanno paura delle fucilate non vengono utilizzati x allevamento,nemmeno dai cacciatori inesperti,pertanto si interrompe il ciclo genetico.
Ci sono cani piu o meno sensibili ed i primi vanno trattati con piu accorgimenti.
La paura ....non solo del colpo di fucile la acquisiscono in genere da cuccioli,comportamenti errati del proprietario,cause estyerne sfortuite ecc.
Ho avuto di regalo anni fa ,una stupenda setter gordon. da cuciolona era stata portata all' apertura"ERRORE MADORNALE" era stata impaurita...con calma la paura gli è passata"ci sono volute due stagioni"..soggetto meraviglioso!
Una delle mie due setter da cucciolona a casa in montagna era vicino al caminetto,si è scottata il tartufo con un tizzone ardente..........ancor oggi che ha 12 anni come sente puzzo di fuoco o semplicemente una sigaretta accesa si terrorizza!
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Bella domanda Nicola, vi viene da pensare all' uovo e alla gallina;) , ma battuta a parte, ritengo che la "paura "possa essere di derivazione genetica e che si possa associare a qualche fenomeno ambientale che condizionerà il cane, quindi non necessariamente lo sparo, esempio: il mio golden può stare sotto i bombardamenti ma se arriva un mio amico con il fuoristrada dà fuori di matto, ne è terrorizzato , forse perché lo associa al camion che trasporta l'acqua potabile e del quale si è spaventato da piccolo un giorno che stava da solo.
Tu l'hai scritto diverse volte e io sono sempre stato d'accordo, il cucciolo deve avere la migliore socializzazione possibile , termine inteso nella sua più ampia estensione di significato, così da superare anche eventuali predisposizioni genetiche, che quando non riguardano malattie possono essere superate.[29]
Quindi l'ambiente gioca un ruolo determinante, e se gioca un ruolo determinante bisogna pensare dove partoriscono le cagne e l'ambiente dove i cuccioli crescono e si sviluppano. Penso che in percentuale i problemi li hanno molto di più i cani che provengono dai canili, per quanto possa essere stimolante l'ambiente del canile sarà sempre più povero dell'ambiente domestico. A livello sociale potrebbe avere la sua importanza anche il rapporto che c'è fra le persone e i cani. Le cucciolate che nascono in famiglia o da privati secondo me a livello sociale hanno qualcosina in più, ma questa è solo una mia impressione.
 
Ognuno di noi è libero di dedurre dalla propria esperienza quello che ritiene più giusto. I botti dei fuochi d'artificio sono diversi dei tuoni di un temporale, i tuoni sentiti all'interno di un ambiente sono diversi da quelli sentiti fuori all'aperto, per i cani possono avere un significato diverso. Avevo un cane che in casa aveva paura dei tuoni, se invece gli mettevo il guinzaglio e lo portavo a passeggiare sotto la pioggia, i tuoni smettevano di fargli paura. In ogni caso la paura del tuono non centra niente con la paura del fucile, idem per i fuochi d'artificio, il rumore del fucile è diverso, come è diverso tutto il contesto che l'ha determinato. Ci sono cani che la paura la hanno acquisita direttamente dai colpi del fucile, non è raro che i cani giovani si spaventano dai colpi di fucile tirati da più persone in rapida successione.
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Sicuramente i Cani Allevati in Casa hanno di gran lunga punti in piu rispetto a quelli tenuti nel canile.............sarebbe opportuno tenerli con la madre fino a 3 mesi,il momento critico x un cucciolo è il distacco da essa e dai suoi fratelli.
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Solo a testimonianza : Lola quando ci son i fuochi d'artificio s'ingarella.........per dire : Ivan lancia raudi dal balcone l'ultimo dell'anno...lei salta felice ed abbaia di gusto dopo aver seguito la traiettoria e assistito al botto....insomma piu' c'e' frastuono da petardi......piu' e' contenta...idem con feste di paese [42]! Nessuno dei cani precedentemente posseduti ha manifestato un simile comportamento.....anzi heuuu.gif]! Inutile dire che a caccia gli puoi tranquillamente scaricare il fucile dietro le orecchie gia' da quando era piccola :mrgreen:! O discende da una famiglia di springer con un passato da fuochisti ....o non ha esatta cognizione del botto !Un saluto.
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

il mio bracco l'ho lasciato 3 mesi insieme alla madre..... e visto l'ambiente in cui è nato l'unica cosa che poco mi preoccupava era la paura allo sparo. La madre ha partorito in una stanza vicina ai box dei cavalli e non lontano da dove svariati camion caricavano e scaricavano tutti i giorni. Bambini che andavano e venivano ecc... La prima volta che gli ho ammazzato un fagiano .....ha avuto paura del frullo e della scoccodellata del maschio (roba nuova per lui) mentre la fucilata non l'ha minimamente calcolata.
In un canile i cani socializzano con i loro simili, in famiglia invece devono socializzare anche con le sedie del tavolo che ogni tanto cadono..... con i piatti che si rompono, con la moglie che strilla...... e saltuariamente con la suocera che rompe le palle ;) ;)
 
Anche io uso il metodo di far sentire le fucilate mentre rincorre la selvaggina, mi hanno detto che altrimenti si potrebbe far sentire le fucilate quando hanno 60 giorni ma non ho provato per paura di rovinare il cane.
 
Per me ancora non è risolto, dopo aver inviato mi esce sempre la stessa scritta con il famoso numero che cambia ogni volta. Quindi dopo aver inviato, sono fuori dal forum, per vedere pubblicato quello che ho inviato devo rientrare nuovamente nel Forum. Inoltre non riesco a chiudere le notifiche. Cioa Martino e grazie per l'interessamento.
 
Re: La paura del colpo di fucile è genetica o acquisita.

Sembra assurdo ma torniamo sempre lì! E dire che è un argomento inviso è poco tollerato ma alla fine , gira che si rigira la socializzazione sembra essere il principio , la pietra miliare , il punto di partenza , la prevenzione di tanti problemi psichici dei nostri compagni.
Assodato che il cervello è un mistero ancora irrisolto e che la scienza non ci permette di fare diagnosi preventive sulle eventuali tare , azzarderei a dire che tutto quello che possiamo fare è una corretta socializzazione nel senso più ampio del termine. Sia che la paura o sensibilità che potrebbe sfociare nella più specifica paura dello sparo sia di natura ereditaria sia che sia stata indotta da un comportamento sbagliato.
Secondo me il cucciolo che arriva in casa o che vi nasca deve essere messo subito senza particolari accortezze o protezioni a contatto con L ambiente, gli altri cani , i rumori. Ci si deve assicurare che L ambiente non presenti pericoli per la sua sicurezza ma questo è tutto. Da quando è in grado di vedere e masticare il cucciolo se la sa sbrigare da solo. E più gli viene lasciato fare più troverà in se i mezzi e le capacità per farlo. Meglio se vive in mezzo agli altri cani. Imparerà che i rumori non sempre rappresentano un pericolo perché vedrà la reazione dei componenti del branco. L ' ansia è un male altamente infettivo. E L ansia genera panico.


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