L'arte dell'addestramento passa per i rinforzi positivi

Belle parole... e in pratica??? Le variabili sono tante. Si parte dalla razza e giustamente un labrador non è un cane nevrile come un pointer o un kurzhaar, un pechinese come un chiwawa, un rottwailer come un bullmastiff. C'è una svariata tipologia di cani, la risposta ke danno ai comandi, al collegamento col padrone, alla voglia di carezze, ma sopratutto al modo di accettare il " bastone e la carota", cioè se sono cani ke accettano il rimprovero verbale per una scorrettezza e il premio per aver fatto una cosa giusta!!!

Io ci lavoro e campo coi cani, di tutte le razze, taglie e attività. Collaboro da anni con vari veterinari. Ho frequentato per passione i cani da lavoro, inglesi, continentali (italiani ed esteri), riporto e recupero, ho frequentato e frequento ancora allevatori. Quindi arrivati a questo punto...più leggo ste cose e piu mi viene da pensare: " ma dicono davvero??? " " Ma sanno davvero come i cani vengono educati ed addestrati dai proprietari o addestratori???!!! "
Come ho detto prima ci sono tanti tipi di cani e di conseguenza le svariate tipologie di utilizzo... è inutile fare una disamina del genere e parlare di condizionamento positivo se non c'è una differenziazione di utilizzo. ce n'è di differenza tra uno Yorky da 3kg ke starà a casa e un pointer,setter,kurzhaar o quant'altro cane da prove che dovrà invece esprimere determinate caratteristiche, presentare un tipo di cerca, ma con collegamento al conduttore, un andamento caratteristico, una ferma solidissima e la correttezza al frullo... quindi non credo ke un biscottino e na carezza ce la facciano da soli...
 
"secondo la Dott.ssa Fossati è da preferire sempre il metodo di addestramento basato sul condizionamento positivo, se non altro perchè dà risultati maggiori essendo in stretta connessione con la libertà d’azione (movimento e possibilità di scelta) concessa al cane. "La gratificazione associata alla libertà d’azione condiziona e predispone il cane all’obbedienza" Vito risponde " Quindi arrivati a questo punto...più leggo ste cose e piu mi viene da pensare: " ma dicono davvero??? " " Ma sanno davvero come i cani vengono educati ed addestrati dai proprietari o addestratori???!!! " Sicuramente mettere in pratica quello scritto dalla Dottoressa Fossati per gli addestratori è impossibile, sia per il tempo che per il lavoro, loro un cane lo correggono al frullo e allo sparo in una diecina di giorni, ammesso che il recupero del cane dopo la cura non risulti eccessivamente lungo. Per i proprietari quello scritto dalla Dottoressa è fattibile, anche perché i proprietari non devono rendere conto a nessuno del tempo che impiegano per addestrare i loro cani. " ce n'è di differenza tra uno Yorky da 3kg ke starà a casa e un pointer,setter,kurzhaar o quant'altro cane da prove che dovrà invece esprimere determinate caratteristiche, presentare un tipo di cerca, ma con collegamento al conduttore, un andamento caratteristico, una ferma solidissima e la correttezza al frullo... quindi non credo ke un biscottino e na carezza ce la facciano da soli... Dipende dal tipo di addestramento e da cosa pretendiamo dallo york, se gli vogliamo insegnare a contare e a leggere potrebbe essere molto più difficile che incentivare o reprimere l'istinto di un cane da caccia. Vito, ti chiedo scusa, visto che il sito potrebbe essere frequentato anche da persone che non sono molto esperte è meglio specificare di cosa si sta parlando. Le caratteristiche del cane intese come espressione di razza, non si insegnano, si può addestrare il cane a seguire un percorso ammesso che non lo ha già nel suo bagaglio genetico. Il collegamento al cane non si può insegnare, con l'addestramento possiamo "accorciare" il cane in modo da poterlo utilizzare in caccia e in alcune prove di lavoro. Il collegamento non è altro che la collaborazione spontanea CONCESSA dal cane al suo padrone, solo in questo modo il cane è in grado di interagire con il padrone. Quello ottenuto con l'addestramento non si può definire collegamento, un cane che resta nel raggio d'azione per paura delle conseguenze, non interagisce, obbedisce e basta. La ferma solidissima deve essere naturale, al cane si può insegnare a fermarsi ma non a fermare. La correttezza al frullo è come dici Tu, non la si può ottenere con il biscottino, ma ci sono comunque altre strade da seguire, non c'è solo quella della corda o del c.e.
 
Infatti hai centrato il punto... si parla bene,ma si razzola male, tutto qui... lo stesso penso della dottoressa in questione, penso Lei prima di fare uno studio del genere abbia preso informazioni nel totale delle attività cinofile...
io dai miei cani non ho mai richiesto il corretto al frullo e se rincorrono nella stessa direzione della direzione di tiro, semplicemente non sparo. altri pur di fare carniere correggono il cane, qui ne conosco un pò che lo affidano a qualke addestratore che in una settimana risolve il problema! una mia cucciola ceduta ad un signore è stata rovinata proprio per questo motivo, si è incrociata col piombo di un 410, secondo lui perkè il 410 è un calibro adatto per i cuccioloni perkè fa poco rumore e oltretutto mi ha detto ke è colpa del fatto ke non è stata corretta... boh (intendiamo non voleva sparare il cane, ma la quaglia)!!! penso ci volesse il rinforzo negativo con lui...
 

Alberto 69

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L'Enci in questi giorni pubblica un corposo articolo della dott. Renata Fossati sullì’importanza di un addestramento basato sul rinforzo positivo per ottenere risultati duraturi nel tempo senza causare stress nel cane. Che si tratti di cacciare, fare la guardia, difendere il territorio, tirare le slitte, aiutare i disabili, scovare ****, esplosivi e quant’altro, ci sono alcune regole da seguire se si vogliono ottenere risultati.

Stante che i codici etici ENCI sottoscritti dai Soci Allevatori, dai titolari di Affisso, dagli Addestratori riconosciuti e dai Responsabili dei centri cinofili riconosciuti dall’Ente specificano espressamente il divieto di metodologie addestrative che utilizzano sistemi coercitivi, secondo la Dott.ssa Fossati è da preferire sempre il metodo di addestramento basato sul condizionamento positivo, se non altro perchè dà risultati maggiori essendo in stretta connessione con la libertà d’azione (movimento e possibilità di scelta) concessa al cane. "La gratificazione associata alla libertà d’azione condiziona e predispone il cane all’obbedienza - dice l'esperta -. Il condizionamento degli istinti è parzialmente compensato dall’apprendimento di nuovi comportamenti rassicuranti, anche se non è raro l’insorgere di stati d’ansia e di stress causati dalla ripetitività degli esercizi.

Di certo, le variabili sono tante per arrivare all’obiettivo - continua -. Una di questa è l’accettazione dei propri limiti: davanti ad un problema complesso ci si può fermare e chieder aiuto ad altri esperti, non ci si deve accanire sul cane che non risponde alle nostre richieste perché con tutta probabilità, siamo stati noi a non aver capito le sue. Addestrare è un’arte non un obbligo e non deve trasformarsi in brutalità gratuita verso un essere sensibile, senziente e pronto a seguirci anche all’inferno pur di avere in cambio una carezza".
 
discussione molto interessante! complimenti sinceri è un argomento che dovrebbe far riflettere molti cacciatori, sull'ausilio del cane nelle battute e le modalite piu idonee per addestrarlo...
io mi prodigo nell'addestramento dei miei cani, benchè abbia un'amico molto esperto, che qualche volta mi ha dato qualche consiglio, se ho avuto qualche problema con i miei cuccioli. Usa il metodo gentile e del rinforzo positivo, neanche a parlagli di coercizione e scappellotti al cane....che condivido pienamente!...
Io ormai i miei cani li ho dressati pero vorrei poter riuscire alla prossima cucciolata della mia setter, tenermi un cucciolo per insegnarli anche la correttezza al frullo.... nell'addestramento dei miei, ho dedicato molto tempo e ho raggiunto buoni livelli, forse l'errore mio, ma che non si ripeterà è stato quello di addestrarli troppo.. però ho preso coscienza e nn si ripeterà più...
Per la correttezza al frullo ho fatto qualche prova ma nn ho voluto continuare accontentandomi, ma reputo questo un punto importante nell'addestramento...
Vorrei capire quale è il vostro metodo nell'ottenere la correttezza al frullo? e quale è l'approccio sbagliato nell'uso della lunghina?
Vi ringrazio Ciao Max.:eek::D
 
Buona sera Germano, questa tuo riferimento "le caratteristiche del cane intese come espressione di razza, non si insegnano" non le ho dette io... lo so bene ke non si possono insegnare le caratteristike di uno stile di razza ad un soggetto,esse sono innate e qualcuno puo esprimerle meglio di altro, non sono cavalli andalusi ke gli si insegna il passo spagnolo... Io ho solo fatto la distinzione tra un cane da appartamento e un cane da lavoro ( o prove ke dir si voglia) dato ke si parla di Soci allevatori,titolari di affisso e addestratori riconosciuti, dicendo solo ke i cani di interesse di questi ultimi hanno un lavoro da svolgere in un certo modo ed essendo ke la prova in questione richiede determinati presupposti perkè sia svolta e completata, il solo rinforzo positivo non è l' unico metodo utilizzato da ki ho poco tempo richiesto per preparare un cane come detto da te stesso, quindi ke la cosa per me era molto ambigua.
Ah... neake il collegamento da me menzionato non era inteso come forma di addestramento!
Mi dispiace ke da quanto da me scritto sia stato frainteso anke se pensavo fosse chiaro a noi cinofili tutti....
 
Infatti hai centrato il punto... si parla bene,ma si razzola male, tutto qui... lo stesso penso della dottoressa in questione, penso Lei prima di fare uno studio del genere abbia preso informazioni nel totale delle attività cinofile...
io dai miei cani non ho mai richiesto il corretto al frullo e se rincorrono nella stessa direzione della direzione di tiro, semplicemente non sparo. altri pur di fare carniere correggono il cane, qui ne conosco un pò che lo affidano a qualke addestratore che in una settimana risolve il problema! una mia cucciola ceduta ad un signore è stata rovinata proprio per questo motivo, si è incrociata col piombo di un 410, secondo lui perkè il 410 è un calibro adatto per i cuccioloni perkè fa poco rumore e oltretutto mi ha detto ke è colpa del fatto ke non è stata corretta... boh (intendiamo non voleva sparare il cane, ma la quaglia)!!! penso ci volesse il rinforzo negativo con lui...
Vito la cucciolona si è incrociata col piombo del .410 perché gli hanno sparato sul culo....non è una pratica tanto rara, ancora oggi sui campi di gara sento spesso dire : gli ho anche sparato sl culo, oppure se la prossima volta rompe la ferma gli sparo col piombo10 , oppure se rincorre i caprioli dagli una fucilata da una 50ina di metri ecc ecc ecc....
A molta gente non importa nulla , Vito, di rovinare irrimediabilmente il cane , ne prendono un altro...perché trovano più conveniente partire con i metodi sbrigativi e testare subito se c'è trippa per gatti, il cane o viene o non viene, se non viene si da via,se regge certi metodi e soprattutto ha la fortuna di campare il suo lavoro lo farà più o meno sempre, perché ha paura delle conseguenze del non farlo...
io non sono un addestratore ne allevatore , ma un cane che ha subito un certo tipo di addestramento lo vedo a un chilometro di distanza, lo vedi dallo sguardo, dall'atteggiamento,da tante piccole cose...e quei cani li non hanno semplicemente preso una pacca sul culo o uno scappellotto....
 
una mia cucciola ceduta ad un signore è stata rovinata proprio per questo motivo, si è incrociata col piombo di un 410, secondo lui perkè il 410 è un calibro adatto per i cuccioloni perkè fa poco rumore e oltretutto mi ha detto ke è colpa del fatto ke non è stata corretta... boh (intendiamo non voleva sparare il cane, ma la quaglia)!!! penso ci volesse il rinforzo negativo con lui...

La mamma dei ******** è sempre incinta !!!!!!!!!!! Come hai ben detto tù è sufficiente non sparare, la probabilità dell"incidente" non è calcolabile.
Ricordo ancora l'episodio che mi ha "bloccato" quando si tratta di fare abbattimenti su selvatici lavorati dal cane......Un Setter di un amico dopo la ferma rincorse la quaglia e dal momento che i miei tiri sono quasi esclusivamente istintivi, mi si è gelato il sangue quando nella copertura della volata della canna, mi son visto sbucare il Setter...(chiaramente non ho sparato).....da allora attendo...faccio allungare e poi decido.
 
La mamma dei ******** è sempre incinta !!!!!!!!!!! Come hai ben detto tù è sufficiente non sparare, la probabilità dell"incidente" non è calcolabile.
Ricordo ancora l'episodio che mi ha "bloccato" quando si tratta di fare abbattimenti su selvatici lavorati dal cane......Un Setter di un amico dopo la ferma rincorse la quaglia e dal momento che i miei tiri sono quasi esclusivamente istintivi, mi si è gelato il sangue quando nella copertura della volata della canna, mi son visto sbucare il Setter...(chiaramente non ho sparato).....da allora attendo...faccio allungare e poi decido.

esatto Salvatore,non sparando i problemi sono subito risolti...cacciando con 3/4 cani insieme sai quante lepri mi sono giocato perche non si allungavano dai cani?!?!? pero' a volte e' capitato che l'hanno presa i cani senza sparare, ahahaha...
anche all'ultimo raduno a Roma sulla seconda quaglia di Ruby non ho sparato, e la quaglia era almeno 2/3 metri avanti al cane...
 
Belle parole... e in pratica??? Le variabili sono tante. Si parte dalla razza e giustamente un labrador non è un cane nevrile come un pointer o un kurzhaar, un pechinese come un chiwawa, un rottwailer come un bullmastiff. C'è una svariata tipologia di cani, la risposta ke danno ai comandi, al collegamento col padrone, alla voglia di carezze, ma sopratutto al modo di accettare il " bastone e la carota", cioè se sono cani ke accettano il rimprovero verbale per una scorrettezza e il premio per aver fatto una cosa giusta!!!

Io ci lavoro e campo coi cani, di tutte le razze, taglie e attività. Collaboro da anni con vari veterinari. Ho frequentato per passione i cani da lavoro, inglesi, continentali (italiani ed esteri), riporto e recupero, ho frequentato e frequento ancora allevatori. Quindi arrivati a questo punto...più leggo ste cose e piu mi viene da pensare: " ma dicono davvero??? " " Ma sanno davvero come i cani vengono educati ed addestrati dai proprietari o addestratori???!!! "
Come ho detto prima ci sono tanti tipi di cani e di conseguenza le svariate tipologie di utilizzo... è inutile fare una disamina del genere e parlare di condizionamento positivo se non c'è una differenziazione di utilizzo. ce n'è di differenza tra uno Yorky da 3kg ke starà a casa e un pointer,setter,kurzhaar o quant'altro cane da prove che dovrà invece esprimere determinate caratteristiche, presentare un tipo di cerca, ma con collegamento al conduttore, un andamento caratteristico, una ferma solidissima e la correttezza al frullo... quindi non credo ke un biscottino e na carezza ce la facciano da soli...
Vito sono perfettamente d'accordo con te quando dici che in addestramento ci sono molte, moltissime variabili e non si può generalizzare e standardizzare il tipo di addestramento...come hai già scritto le variabili possono essere la razza, perché ci sono razze molto più malleabili di altre e selezionate per lavorare espressamente con noi, e possono essere il tipo di lavoro richiesto perché una cosa e' insegnare ad un chiwaua a non pisciare sul tappeto e tutt'altra cosa e' insegnare a un piinter un fermo al frullo, tanto per fare un esempio...ovviamente l'articolo postato da Alberto e' molto generico e restrittivo dell'argomento , mi stupisce molto ( siccome credo che non l'abbia scritto un farmacista ma uno del mestiere ) che si parli di addestramento e non si parli di socializzazione, che a mio modo di vedere e' imprescindibile e assai più importante del l'addestramento in se stesso ...tanto più alto e' il grado di socializzazione, quanto più il cane sarà pronto a recepire l'addestramento, con notevole risparmio di tempo e fatica e risultati migliori all'atto pratico...
Non voglio criticare le tue affermazioni ed essere disonesto dicendo che non ho mai punito un cane ( mai brutalmente o duramente,non vorrei essere frainteso ) , come non voglio essere presuntuoso dicendo che non mai " costretto " un cane a fare qualcosa che ritenevo indispensabile e che il cane non mi voleva dare...con l'esperienza ho imparato a capire però che la coercizione e' sbagliata quanto il biscottino , che la punizione e' da evitare non perché concettualmente sbagliata o in certo casi non dovuta, ma semplicemente perché tardiva e fuori tempo, e quindi non comprensibile dal cane perché non associabile ai suoi errori...paradossalmente l'unica forma di punizione funzionale potrebbe essere il collare elettrico ( che comunque non ho mai utilizzato ) perché commina la punizione in tempo reale, cioè nello svolgersi stesso dell'azione scorretta...Vito, non è la punizione che persuade il cane dall'errore e lo convince a fare qualcosa come vuoi tu, e' la MINACCIA la punizione che lo distoglie dal proseguire nell'errore...
non è il biscottino che lo convince a rifare quello che ha appena fatto bene, e' la nostra APPROVAZIONE e il COINVOLGIMENTO che gli diamo il premio che gli fa capire che può e deve continuare così...
Se poi vogliamo associare l'approvazione al biscottino lo si può fare inizialmente , ma prendendo lo come regola otterremmo probabilmente dal cane un lavoro meccanico e ripetitivo, come quello delle scimmiette ammaestrate, quando credo che ognuno di noi voglia al suo fianco un ausiliare che lavora perché pensa , interagisce e collabora...e i risultati sono migliori...
il bastone e la carota se ci pensi sono troppo antitetici per essere compresi, e gli unici risultati di ottengono per semplice ripetitività, e' un meccanismo mentale che in un certo senso castra il cane della propria libertà di pensare...preferisco pensare al polso di ferro dentro un un guanto di velluto
per arrivare a questo non ci sono manuali da leggere, almeno credo, e' questione di passare tempo coi cani , di socializzarli...
il cane non fa nulla tanto per farlo, lo fa se ne ha convenienza e lo fa per associazione di idee perche' e' un animale sociale, pensante e che riconosce una guida alla quale affidarsi ed alla quale dare collaborazione e appoggio se ne riconosce l'autorità, avendone comunque in cambio qualcosa....il cane ottiene da noi cibo, protezione e coinvolgimento, in cambio ci offre il suo lavoro e la sua fedeltà...
ovviamente detto questo ci puoi mettere dentro tutte le eccezioni e i casi che vuoi, ci sono cani che praticamente nascono sottomessi, cani con i quali devi lavorare di più e cani che tendenzialmente non si sarebbero mai voluti sottomettere...è quello che accade in natura in un branco di animali sociali , gli equilibri non sono necessariamente stabili e le gerarchie devono essere imposte e mantenute, ed e' così anche per il cane e per questo la socializzazione deve essere costante e il nostro ruolo lo dobbiamo conquistare e saper mantenere....se osservi un branco di lupi difficilmente vedrai zuffe furibonde e cruente, ma vedrai piuttosto minacce e approvazioni...
il tipo di lavoro che un cane e' chiamato a fare presuppone gradi di socializzazione e di addestramento più o meno complessi, i cani antidroga vivono a stretto contatto coi conduttori sempre, non solo quando lavorano , oppure puoi pensare ad un cane che conduce non vedenti e perché no ad un cane da caccia...tanto più e' il tempo che passi con loro e tanto migliori saranno i risultati, credo che questo sia quello che nel post di Alberto viene chiamato condizionamento positivo ...questo non prescinde dal l'addestramento che è comunque necessario , ma viene semplicemente impostato su altri parametri, non solo sul bastone e la carota. E questo non significa che non si possano ottenere risultati con la coercizione o con i biscottini , però secondo me ottenere la collaborazione di un cane che ci rispetta non perche teme la punizione o che esegue perché capisce e non solo per ottenere un biscotto in cambio ha tutto un altro sapore...
Ti faccio solo degli esempi più concreti di quello che può essere la socializzazione ed il coinvolgimento poi stacco perché penso di essere stato già abbastanza noioso...ho un cane di piccola taglia che vive in casa con me, quel cane capisce il mio umore quando da fuori giro la chiave nella porta , e quando entro in casa sa benissimo se venirmi incontro per giocare o tenere la distanza perché non è il momento e aspettare , che senso avrebbe usare bastone e carota? Il mio tono di voce e' già di per se una sorta di punizione se sbaglia, il lasciarlo venire da me e considerarlo e' già un premio...
Quando sono a casa i miei cani da caccia stanno sempre accanto a me in giardino, anche se sto facendo altre cose e' sufficiente che mi seguano anche con lo sguardo e aspettino, se devo spostare dei rami per esempio glie ne do uno per uno e mi faccio seguire , per loro e' già un premio essere coinvolti, non c'entra niente con la caccia ma è comunque socializzazione...
se ti limiti a portare da mangiare ai cani una volta al giorno e portarli tre mesi a caccia devi ottenere in linea di massima tutto col bastone e la carota , a meno che tu non sia molto ma molto fortunato....se il grado di socializzazione e' alto non hai bisogno ne di coercizione ne di premio , pur con tutte le eccezioni che dici te...chi tiene il proprio cane da caccia in casa giorno e notte ti può confermare meglio di me...
 
Vito la cucciolona si è incrociata col piombo del .410 perché gli hanno sparato sul culo....non è una pratica tanto rara, ancora oggi sui campi di gara sento spesso dire : gli ho anche sparato sl culo, oppure se la prossima volta rompe la ferma gli sparo col piombo10 , oppure se rincorre i caprioli dagli una fucilata da una 50ina di metri ecc ecc ecc....
A molta gente non importa nulla , Vito, di rovinare irrimediabilmente il cane , ne prendono un altro...perché trovano più conveniente partire con i metodi sbrigativi e testare subito se c'è trippa per gatti, il cane o viene o non viene, se non viene si da via,se regge certi metodi e soprattutto ha la fortuna di campare il suo lavoro lo farà più o meno sempre, perché ha paura delle conseguenze del non farlo...
io non sono un addestratore ne allevatore , ma un cane che ha subito un certo tipo di addestramento lo vedo a un chilometro di distanza, lo vedi dallo sguardo, dall'atteggiamento,da tante piccole cose...e quei cani li non hanno semplicemente preso una pacca sul culo o uno scappellotto....

Scappelloto???!!! dovevi vedere le radiografie di diversi cani "pronta caccia" di 12-14mesi che facevamo col Veterinario per dimostrare al cacciatore di turno perkè quel cane aveva nel "bagaglio culturale" la correttezza al frullo o quant'altro...
La stagione passata provai na pointer di 20mesi che aveva appena passato la paura dello sparo da parte dell'allevatore-addestratore ke l'aveva venduta ad un amico di mio padre qualke tempo prima! lastra positiva e sganciata inizio a prendere terreno in modo completamente autonomo, nel senso ke non solo apriva tanto,ma lo faceva male, un po come se fosse un momento di libertà, senza dettaggliare arrivando allo sporco. E non solo... era scollegata completamente, ma ai diversi fischi niente gli è interessato! La prova del 9 fu mettere al collo il beeper, come "peso" intendo, il cane si restrinse, iniziò ad ascoltare i richiami, ma sempre un cane insufficente "alla nota del concorso"... eravamo a caccia a quaglie!
Diciamo 1400€ mal spesi, se non proprio buttati.. sinceramente non era neanke un cane da regalare
 
"Di certo, le variabili sono tante per arrivare all’obiettivo - continua -. Una di questa è l’accettazione dei propri limiti: davanti ad un problema complesso ci si può fermare e chieder aiuto ad altri esperti, non ci si deve accanire sul cane che non risponde alle nostre richieste perché con tutta probabilità, siamo stati noi a non aver capito le sue. Addestrare è un’arte non un obbligo e non deve trasformarsi in brutalità gratuita verso un essere sensibile, senziente e pronto a seguirci anche all’inferno pur di avere in cambio una carezza"." Sono d'accordo con quello sopra riportato e scritto dalla Dott. Fossati. "Stante che i codici etici ENCI sottoscritti dai Soci Allevatori, dai titolari di Affisso, dagli Addestratori riconosciuti e dai Responsabili dei centri cinofili riconosciuti dall’Ente specificano espressamente il divieto di metodologie addestrative che utilizzano sistemi coercitivi," Qui ho qualche dubbio per quello che riguarda i metodi di addestramento e gli strumenti utilizzati. La longhina per esempio può essere uno strumento educativo oppure coercitivo dipende molto da chi la utilizza, a livello fisico può procurare al cane danni molto seri, molto di più del collare elettrico. Questa viene usata molto frequentemente da quasi tutti gli addestratori.
 
"Di certo, le variabili sono tante per arrivare all’obiettivo - continua -. Una di questa è l’accettazione dei propri limiti: davanti ad un problema complesso ci si può fermare e chieder aiuto ad altri esperti, non ci si deve accanire sul cane che non risponde alle nostre richieste perché con tutta probabilità, siamo stati noi a non aver capito le sue. Addestrare è un’arte non un obbligo e non deve trasformarsi in brutalità gratuita verso un essere sensibile, senziente e pronto a seguirci anche all’inferno pur di avere in cambio una carezza"." Sono d'accordo con quello sopra riportato e scritto dalla Dott. Fossati. "Stante che i codici etici ENCI sottoscritti dai Soci Allevatori, dai titolari di Affisso, dagli Addestratori riconosciuti e dai Responsabili dei centri cinofili riconosciuti dall’Ente specificano espressamente il divieto di metodologie addestrative che utilizzano sistemi coercitivi," Qui ho qualche dubbio per quello che riguarda i metodi di addestramento e gli strumenti utilizzati. La longhina per esempio può essere uno strumento educativo oppure coercitivo dipende molto da chi la utilizza, a livello fisico può procurare al cane danni molto seri, molto di più del collare elettrico. Questa viene usata molto frequentemente da quasi tutti gli addestratori.
Nicola, ovviamente molti strumenti innocui possono diventare altamente pericolosi...la lunghina senza dubbio, ed anche il collare elettrico ( per quanto ripeto io non lo uso ) può essere dosato in vari modi e può passare da un semplice dissuasore a vera e propria arma...quando tengo il cane al piede e vedo che non è tranquillo lo tocco appena con la mia gamba sul fianco per distoglierlo e riportarlo all'attenzione, con una minima variazione di forza potrebbe essere una scarpata sulle costole...
 
Giacomo, hai centrato quello ke intendevo... meriti un applauso sincero!!! Comunque calcola ke ho parlato di proposito di carota e bastone come provocazione solo perchè nell'altro 3d se ne erano dette di cotte e crude e volevo solo sapere dove è il limite a cui un utilizzatore di cani si prefigge di non sconfinare... sembra quasi ke nessuno abbia mai dato uno skiaffo al proprio cane e sinceramente volevo solo sapere come la pensavi, sapevo avresti risposto ;).
 
Giammi,
purtroppo sia la socializzazione che l'addestramento impongono dei sacrifici , i sacrifici sono tra gli altri anche il non lasciar manifestare al cane il suo affetto e la sua voglia di giocare tutte le volte che lo decide lui ... Lasciar decidere lui è un po' dargliela vinta, se il cane capisce che facilmente vincera' con noi potremmo avere problemi di altro genere a caccia...
la nostra storia coi cani da caccia e' una storia di lavoro, non una storia d'amore...ti prego di non fraintendermi, chi mi conosce bene sa quanto amo i miei cani e che rapporto ho con loro e capisco che spesso e' dura agire così, ma il Dover poi lavorare con quel cane ce lo impone, purtroppo...non mi piace la parola " reprimere " che hai usato te, direi piuttosto " controllare e gestire "...
l'amore e l'effetto lo si dimostra in altri modi, un po' di nascosto....un cane che sta in casa con noi non lega di più perche' gli diamo più baci, carezze o bocconcini, lega di più perché vive semplicemente accanto a noi...i cani vedono e sentono anche mentre dormono...
tieni comunque presente che spesso siamo fuorviati nel pensare che per un cane un bacio sia gratificante, molto probabilmente se quel cane potesse parlare ci direbbe che per lui e' più gratificante il semplice stare accanto a noi e lavorare insieme che non mille baci...

Sono d'accordo con te jack, tuttavia, forse perchè sono fortunato, nonstante io lo lasci fare quello che vuole come hai detto tu, non ho grossi problemi a caccia.
 
Ogni razza ha le sue caratteristiche, è importante per un addestratore conoscerle. Oltre allo standard morfologico per i cani da utilità c'è anche quello di lavoro. Credo che la dott. Fossati, non si riferiva alle difficolta che si possono verificare in addestramento con le varie razze, le difficolta non giustificano i mezzi e i metodi coercitivi. In parole povere ha detto che chi conosce solo i metodi coercitivi deve cambiare lavoro. Purtroppo bisogna dire che nel nostro ambiente ci sono ancora quelli che non sanno fare altro di mettere la longhina al cane e la quaglia in tasca. Nulla di drammatico se la corda venisse usata con criterio, mi fermo alla longhina solo perché è ritenuto ancora uno strumento lecito. Il metodo "carota e bastone" è considerato un metodo gentile ma non lo è. Il problema dei rinforzi positivi sorge quando si devono contrastare (per ragioni di tempo) gli istinti ancestrali dei cani. Per fermare un cane da caccia al frullo o peggio ancora allo schizzo della lepre non esistono rinforzi positivi più potente della selvaggina, per alcuni addestratori è più facile e veloce intervenire con un rinforzo negativo. Ci sono quelli bravi che sanno scegliere quello giusto da propinare al cane in relazione al suo carattere e quelli che usano questo rinforzo senza nessun criterio, sbagliando anche i tempi, purtroppo ci sono cani rovinati per questi motivi. Io credo che con un condizionamento naturale prima e un addestramento costante ed appropriato dopo si può riuscire ad addestrare il cane senza usare strumenti coercitivi, è solo una questione di metodo e di tempo. Per mia esperienza posso dire che fermare un cane al frullo è possibile ed è alla portata di tutti, mandarlo al riporto a comando dopo l'abbattimento è alla portata di chi ha sul cane una forte leadership. Logicamente in previsione di alcuni tipi di addestramento si incomincia ad agire sulla psiche del cane fin dai primissimi mesi. Quindi quello scritto dalla Dott,sa Fossati è fattibilissimo solo per quelli che non ha fretta di vedere i risultati.
 
Giacomo, chi ha scritto l'articolo parla di addestramento e mezzi coercitivi, chi addestra con questi metodi non gli interessa niente della socializzazione, molto probabilmente è per questo motivo che non parla di socializzazione. La springer giovane ha 2 anni e mezzo, l'ho portata al derby e all'interregionale senza nessun addestramento specifico ho avuto la fortuna di fermarla al frullo e allo sparo, ho rischiato, potevo non rischiare, i mezzi non mi mancano, pero se non volevo rischiare dovevo buttare via due anni di lavoro.
 
Ciao Vito, sono d'accordo con Te, quindi capisco che per un addestratore che lavora e vive con l'addestramento, quello scritto dalla dottoressa Fossati è utopia. Capire le difficoltà che incontrano i dresseur non vuol dire essere d'accordo con quelli che applicano metodi e strumenti coercitivi. Ognuno è d'accordo con chi vuole, quindi capisco ed approvo quelli che dicono di essere d'accordo con Te. Anche io sono d'accordo con Te, ma solo perché penso che la Dottoressa Fossati predica bene e razzola male, ma in questa discussione si discute solo di quello che predica la Dottoressa Fossati, per questo ho detto che tutto quello che ha scritto è fattibile per quelli che hanno tempo, pazienza e metodo, proprio quello che manca ai dresseur, agli allevatori e a qualche proprietario che presenta il cane in prove di lavoro Enci. Per evitare alcuni tipi di addestramento baterebbe modificare alcuni regolamenti, i giudici Enci lo sanno benissimo che un cane di poco più di un anno non lo si convince a fermarsi dopo il frullo e lo sparo con il biscottino, molto probabilmente lo sa anche la Dottoressa Fossati. La Dottoressa Fossati parla di rinforzo positivo e condizionamento positivo, sono due cose diverse. Qualcuno potrebbe confondersi e pensare che con il rinfozo positivo possiamo rinforzare il condizionamento positivo del cane, scusate il gioco di parole, ma non è così. Molto probabilmente quando si parla di condizionamento (positivo) si parla di apprendimento naturale, come potrebbe essere un apprendimento per osservazione, i cani imparano anche osservando, oppure apprendimento per tentativi ed errori, oppure ci si può riferire anche al condizionamento classico, quello di Ivan Pavlov per intenderci. Per condizionare il cane in modo naturale un anno è poco, io credo che la Dottoressa quando parla di condizionamento positivo si riferisce all'apprendimento naturale, e non a quello strumentale (bastone e carota) altrimenti non scriveva:" è da preferire sempre il metodo di addestramento basato sul condizionamento positivo, se non altro perchè dà risultati maggiori essendo in stretta connessione con la libertà d’azione (movimento e possibilità di scelta) concessa al cane"
 
Vito sono perfettamente d'accordo con te quando dici che in addestramento ci sono molte, moltissime variabili e non si può generalizzare e standardizzare il tipo di addestramento...come hai già scritto le variabili possono essere la razza, perché ci sono razze molto più malleabili di altre e selezionate per lavorare espressamente con noi, e possono essere il tipo di lavoro richiesto perché una cosa e' insegnare ad un chiwaua a non pisciare sul tappeto e tutt'altra cosa e' insegnare a un piinter un fermo al frullo, tanto per fare un esempio...ovviamente l'articolo postato da Alberto e' molto generico e restrittivo dell'argomento , mi stupisce molto ( siccome credo che non l'abbia scritto un farmacista ma uno del mestiere ) che si parli di addestramento e non si parli di socializzazione, che a mio modo di vedere e' imprescindibile e assai più importante del l'addestramento in se stesso ...tanto più alto e' il grado di socializzazione, quanto più il cane sarà pronto a recepire l'addestramento, con notevole risparmio di tempo e fatica e risultati migliori all'atto pratico...
Non voglio criticare le tue affermazioni ed essere disonesto dicendo che non ho mai punito un cane ( mai brutalmente o duramente,non vorrei essere frainteso ) , come non voglio essere presuntuoso dicendo che non mai " costretto " un cane a fare qualcosa che ritenevo indispensabile e che il cane non mi voleva dare...con l'esperienza ho imparato a capire però che la coercizione e' sbagliata quanto il biscottino , che la punizione e' da evitare non perché concettualmente sbagliata o in certo casi non dovuta, ma semplicemente perché tardiva e fuori tempo, e quindi non comprensibile dal cane perché non associabile ai suoi errori...paradossalmente l'unica forma di punizione funzionale potrebbe essere il collare elettrico ( che comunque non ho mai utilizzato ) perché commina la punizione in tempo reale, cioè nello svolgersi stesso dell'azione scorretta...Vito, non è la punizione che persuade il cane dall'errore e lo convince a fare qualcosa come vuoi tu, e' la MINACCIA la punizione che lo distoglie dal proseguire nell'errore...
non è il biscottino che lo convince a rifare quello che ha appena fatto bene, e' la nostra APPROVAZIONE e il COINVOLGIMENTO che gli diamo il premio che gli fa capire che può e deve continuare così...
Se poi vogliamo associare l'approvazione al biscottino lo si può fare inizialmente , ma prendendo lo come regola otterremmo probabilmente dal cane un lavoro meccanico e ripetitivo, come quello delle scimmiette ammaestrate, quando credo che ognuno di noi voglia al suo fianco un ausiliare che lavora perché pensa , interagisce e collabora...e i risultati sono migliori...
il bastone e la carota se ci pensi sono troppo antitetici per essere compresi, e gli unici risultati di ottengono per semplice ripetitività, e' un meccanismo mentale che in un certo senso castra il cane della propria libertà di pensare...preferisco pensare al polso di ferro dentro un un guanto di velluto
per arrivare a questo non ci sono manuali da leggere, almeno credo, e' questione di passare tempo coi cani , di socializzarli...
il cane non fa nulla tanto per farlo, lo fa se ne ha convenienza e lo fa per associazione di idee perche' e' un animale sociale, pensante e che riconosce una guida alla quale affidarsi ed alla quale dare collaborazione e appoggio se ne riconosce l'autorità, avendone comunque in cambio qualcosa....il cane ottiene da noi cibo, protezione e coinvolgimento, in cambio ci offre il suo lavoro e la sua fedeltà...
ovviamente detto questo ci puoi mettere dentro tutte le eccezioni e i casi che vuoi, ci sono cani che praticamente nascono sottomessi, cani con i quali devi lavorare di più e cani che tendenzialmente non si sarebbero mai voluti sottomettere...è quello che accade in natura in un branco di animali sociali , gli equilibri non sono necessariamente stabili e le gerarchie devono essere imposte e mantenute, ed e' così anche per il cane e per questo la socializzazione deve essere costante e il nostro ruolo lo dobbiamo conquistare e saper mantenere....se osservi un branco di lupi difficilmente vedrai zuffe furibonde e cruente, ma vedrai piuttosto minacce e approvazioni...
il tipo di lavoro che un cane e' chiamato a fare presuppone gradi di socializzazione e di addestramento più o meno complessi, i cani antidroga vivono a stretto contatto coi conduttori sempre, non solo quando lavorano , oppure puoi pensare ad un cane che conduce non vedenti e perché no ad un cane da caccia...tanto più e' il tempo che passi con loro e tanto migliori saranno i risultati, credo che questo sia quello che nel post di Alberto viene chiamato condizionamento positivo ...questo non prescinde dal l'addestramento che è comunque necessario , ma viene semplicemente impostato su altri parametri, non solo sul bastone e la carota. E questo non significa che non si possano ottenere risultati con la coercizione o con i biscottini , però secondo me ottenere la collaborazione di un cane che ci rispetta non perche teme la punizione o che esegue perché capisce e non solo per ottenere un biscotto in cambio ha tutto un altro sapore...
Ti faccio solo degli esempi più concreti di quello che può essere la socializzazione ed il coinvolgimento poi stacco perché penso di essere stato già abbastanza noioso...ho un cane di piccola taglia che vive in casa con me, quel cane capisce il mio umore quando da fuori giro la chiave nella porta , e quando entro in casa sa benissimo se venirmi incontro per giocare o tenere la distanza perché non è il momento e aspettare , che senso avrebbe usare bastone e carota? Il mio tono di voce e' già di per se una sorta di punizione se sbaglia, il lasciarlo venire da me e considerarlo e' già un premio...
Quando sono a casa i miei cani da caccia stanno sempre accanto a me in giardino, anche se sto facendo altre cose e' sufficiente che mi seguano anche con lo sguardo e aspettino, se devo spostare dei rami per esempio glie ne do uno per uno e mi faccio seguire , per loro e' già un premio essere coinvolti, non c'entra niente con la caccia ma è comunque socializzazione...
se ti limiti a portare da mangiare ai cani una volta al giorno e portarli tre mesi a caccia devi ottenere in linea di massima tutto col bastone e la carota , a meno che tu non sia molto ma molto fortunato....se il grado di socializzazione e' alto non hai bisogno ne di coercizione ne di premio , pur con tutte le eccezioni che dici te...chi tiene il proprio cane da caccia in casa giorno e notte ti può confermare meglio di me...

Confermo che un cane che sta in casa sicuramente lega di piu col.proprio padrone, ma sinceramente farlo venire da me come premio non l'ho mai fatto...lo faccio venire da me anche quando viene di sua volonta perche penso che in quel momento lui abbia desiderio di stare con me dato che stiamo.ormai poco insieme perche io studio fuori casa....e lui l affetto lo mostra anche in modo piu forte di quanto faceva prima, quindi non mi sembra giusto reprimerlo da questo.punto di vista....anzi vedo.positivamente quezto comportamento
 
discussione molto interessante! complimenti sinceri è un argomento che dovrebbe far riflettere molti cacciatori, sull'ausilio del cane nelle battute e le modalite piu idonee per addestrarlo...
io mi prodigo nell'addestramento dei miei cani, benchè abbia un'amico molto esperto, che qualche volta mi ha dato qualche consiglio, se ho avuto qualche problema con i miei cuccioli. Usa il metodo gentile e del rinforzo positivo, neanche a parlagli di coercizione e scappellotti al cane....che condivido pienamente!...
Io ormai i miei cani li ho dressati pero vorrei poter riuscire alla prossima cucciolata della mia setter, tenermi un cucciolo per insegnarli anche la correttezza al frullo.... nell'addestramento dei miei, ho dedicato molto tempo e ho raggiunto buoni livelli, forse l'errore mio, ma che non si ripeterà è stato quello di addestrarli troppo.. però ho preso coscienza e nn si ripeterà più...
Per la correttezza al frullo ho fatto qualche prova ma nn ho voluto continuare accontentandomi, ma reputo questo un punto importante nell'addestramento...
Vorrei capire quale è il vostro metodo nell'ottenere la correttezza al frullo? e quale è l'approccio sbagliato nell'uso della lunghina?
Vi ringrazio Ciao Max.:eek::D
Mi sa Che qui ci vuole dott. Germano.... I miei cani sono corretti al frullo come una valanga che si stacca da un pendio...scherzi a parte qualche volta in qualche prova l'ho anche sgabellata ottenendo una sorta di correttezza al frullo, sfruttando magari la vegetazione, il fischio, la voce ...ma non da dire di aver mai preparato specificamente un cane per questo...
vedrai che qualche esperto ti darà buone dritte...
 
Confermo che un cane che sta in casa sicuramente lega di piu col.proprio padrone, ma sinceramente farlo venire da me come premio non l'ho mai fatto...lo faccio venire da me anche quando viene di sua volonta perche penso che in quel momento lui abbia desiderio di stare con me dato che stiamo.ormai poco insieme perche io studio fuori casa....e lui l affetto lo mostra anche in modo piu forte di quanto faceva prima, quindi non mi sembra giusto reprimerlo da questo.punto di vista....anzi vedo.positivamente quezto comportamento

Giammi,
purtroppo sia la socializzazione che l'addestramento impongono dei sacrifici , i sacrifici sono tra gli altri anche il non lasciar manifestare al cane il suo affetto e la sua voglia di giocare tutte le volte che lo decide lui ... Lasciar decidere lui è un po' dargliela vinta, se il cane capisce che facilmente vincera' con noi potremmo avere problemi di altro genere a caccia...
la nostra storia coi cani da caccia e' una storia di lavoro, non una storia d'amore...ti prego di non fraintendermi, chi mi conosce bene sa quanto amo i miei cani e che rapporto ho con loro e capisco che spesso e' dura agire così, ma il Dover poi lavorare con quel cane ce lo impone, purtroppo...non mi piace la parola " reprimere " che hai usato te, direi piuttosto " controllare e gestire "...
l'amore e l'effetto lo si dimostra in altri modi, un po' di nascosto....un cane che sta in casa con noi non lega di più perche' gli diamo più baci, carezze o bocconcini, lega di più perché vive semplicemente accanto a noi...i cani vedono e sentono anche mentre dormono...
tieni comunque presente che spesso siamo fuorviati nel pensare che per un cane un bacio sia gratificante, molto probabilmente se quel cane potesse parlare ci direbbe che per lui e' più gratificante il semplice stare accanto a noi e lavorare insieme che non mille baci...
 
Per usare un termine umano non ridono quando mi vedono arrivare e non piangono quando mi vedono andare via.[/QUOTE]


Bravo Nicola, hai usato un paragone perfettamente calzante per definire il concetto di equilibrio di un cane...
Io ho 4 cani, a volte li portò via tutti, a volte soltanto uno o due, a volte nessuno e loro si fanno una ragione del fatto che io abbia o meno bisogno di loro quel giorno e se c'è da aspettare aspettano senza tragedie....
il mio amico ha due springer ed è costretto a portarli sempre via tutti e due perché se uno rimane a casa o anche lo vedono uscire vestito da caccia per andare al capriolo svegliano tutto il paese coi guaiti, e quindi li deve portar via per lasciarli magari in macchina...
lui è convinto che questo sia un segno della grande passione e avidita' dei suoi cani, io dico che è un segno di scarso equilibrio e scarso controllo da parte sua...i miei cani non hanno meno passione e sono altrettanto avidi, ma se non ho bisogno di loro aspettano tempi migliori...
 
Ogni razza ha le sue caratteristiche, è importante per un addestratore conoscerle. Oltre allo standard morfologico per i cani da utilità c'è anche quello di lavoro. Credo che la dott. Fossati, non si riferiva alle difficolta che si possono verificare in addestramento con le varie razze, le difficolta non giustificano i mezzi e i metodi coercitivi. In parole povere ha detto che chi conosce solo i metodi coercitivi deve cambiare lavoro. Purtroppo bisogna dire che nel nostro ambiente ci sono ancora quelli che non sanno fare altro di mettere la longhina al cane e la quaglia in tasca. Nulla di drammatico se la corda venisse usata con criterio, mi fermo alla longhina solo perché è ritenuto ancora uno strumento lecito. Il metodo "carota e bastone" è considerato un metodo gentile ma non lo è. Il problema dei rinforzi positivi sorge quando si devono contrastare (per ragioni di tempo) gli istinti ancestrali dei cani. Per fermare un cane da caccia al frullo o peggio ancora allo schizzo della lepre non esistono rinforzi positivi più potente della selvaggina, per alcuni addestratori è più facile e veloce intervenire con un rinforzo negativo. Ci sono quelli bravi che sanno scegliere quello giusto da propinare al cane in relazione al suo carattere e quelli che usano questo rinforzo senza nessun criterio, sbagliando anche i tempi, purtroppo ci sono cani rovinati per questi motivi. Io credo che con un condizionamento naturale prima e un addestramento costante ed appropriato dopo si può riuscire ad addestrare il cane senza usare strumenti coercitivi, è solo una questione di metodo e di tempo. Per mia esperienza posso dire che fermare un cane al frullo è possibile ed è alla portata di tutti, mandarlo al riporto a comando dopo l'abbattimento è alla portata di chi ha sul cane una forte leadership. Logicamente in previsione di alcuni tipi di addestramento si incomincia ad agire sulla psiche del cane fin dai primissimi mesi. Quindi quello scritto dalla Dott,sa Fossati è fattibilissimo solo per quelli che non ha fretta di vedere i risultati.
Nicola hai centrato esattamente il problema in due parole, per raggiungere certi risultati ci sono metodi spicci e metodi che implicano di agire sulla psiche del cane fin dai primi mesi...agire sulla psiche del cane non significa lobotomizzarlo, significa anzi renderlo partecipe di tutto ma al tempo stesso imporre la nostra leadership...e non è assolutamente detto che il lavoro fatto col cane con la socializzazione e col rinforzo positivo sia più stabile e duraturo nel tempo rispetto a ciò che si ottiene con la coercizione e i metodi spicci, anzi è più facile il contrario, perché non è solo questione di conquistare la leadership , ma di mantenerla e rafforzarla...
E' indubbiamente più facile e più sbrigativo, oltre che potenzialmente piu efficace, costringere il cane a fare qualcosa che indurlo a fare la stessa cosa con maggiore spontaneità e per ragionamento...è questione di punti di vista, metodi, tempo e pazienza...

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Giacomo, chi ha scritto l'articolo parla di addestramento e mezzi coercitivi, chi addestra con questi metodi non gli interessa niente della socializzazione, molto probabilmente è per questo motivo che non parla di socializzazione. La springer giovane ha 2 anni e mezzo, l'ho portata al derby e all'interregionale senza nessun addestramento specifico ho avuto la fortuna di fermarla al frullo e allo sparo, ho rischiato, potevo non rischiare, i mezzi non mi mancano, pero se non volevo rischiare dovevo buttare via due anni di lavoro.
Questo risultato ti fa doppiamente onore perché ottenuto con molto più sacrificio e passione...
Nicola, la mia cagna di cui abbiamo parlato in privato adesso ha 4 anni e per 3 ha cacciato per se stessa e se riuscivo a fare gli abbattimenti era solo perché io facevo in modo di essere al posto giusto nel momento giusto, la scorsa stagione la cagna ha cacciato per me , ha dimostrato di collaborare e di rispettarmi, oltre ad imparare a rispettare anche il lavoro delle altre nella cerca e nel riporto, senza sorpassarle nella passata o cercare di strappargli il selvatico alla bocca, diciamo che ha capito come si sta e si lavora nel branco....
ci sono voluti tre anni e tanta tanta pazienza, ma sono orgoglioso del risultato di essere riuscito a coniugare la sua grande avidità col mio ruolo ...se avessi voluto risolvere o perlomeno affrontare il problema con la forza sarebbero probabilmente bastate tre uscite a caccia anziché tre anni, magari col rischio di rovinare tutto, come dici te...
 
l collegamento al cane non si può insegnare, con l'addestramento possiamo "accorciare" il cane in modo da poterlo utilizzare in caccia e in alcune prove di lavoro. Il collegamento non è altro che la collaborazione spontanea CONCESSA dal cane al suo padrone, solo in questo modo il cane è in grado di interagire con il padrone. Quello ottenuto con l'addestramento non si può definire collegamento, un cane che resta nel raggio d'azione per paura delle conseguenze, non interagisce, obbedisce e basta. La ferma solidissima deve essere naturale, al cane si può insegnare a fermarsi ma non a fermare. La correttezza al frullo è come dici Tu, non la si può ottenere con il biscottino, ma ci sono comunque altre strade da seguire, non c'è solo quella della corda o del c.e.[/QUOTE]


Questo e' ciò che volevo spiegare parlando di quella cagna di quattro anni , ce ne ho messi tre per controllare la sua avidità e scorrettezza, che spesso vanificava anche il lavoro delle altre,ma alla fine ha capito il suo ruolo nei miei confronti e nei confronti delle altre...se avessi voluto domare quel cane con metodi bruschi non c'era nulla di più facile, ma il cane avrebbe cacciato per me solo per paura delle conseguenze del non farlo...ora caccia per me perché ha capito che è più conveniente ed è ciò che mi aspettavo da lei, ne più e ne meno...
E' questione di tempi, di metodi , di pazienza nel saper aspettare anche momenti di maggior maturità, e di persone...
due anni fa un conoscente mi disse che raramente aveva visto in un cane un senso del selvatico e un avidità di quel genere oltre alle doti naturali di olfatto e potenza che aveva quel cane , ma che se fosse stato lui il proprietario difficilmente quel cane avrebbe concluso una giornata di caccia in salute...lui non l'avrebbe aspettata neppure un giorno, io l'ho aspettata almeno due anni e mezzo...
 
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