Dipende cosa intendi per collegamento, per me è collegato il cane che collabora ed interagisce con il padrone. Un cane può essere collegato a 100 metri come può essere indipendente a 30 metri. Ci sono cani che collaborano e ci sono cani chè obbediscono solamente. I cani che collaborano fanno due cose contemporaneamente con un occhio stanno collegati al punto di riferimento che è il padrone e con l'altro cacciano, quelli indipendenti non riescono a fare due cose contemporaneamente, quando cacciano non hanno un punto di riferimento, molto probabilmente il punto di riferimento solo loro stessi e non il padrone. In questo caso il padrone per farsi obbedire è costretto ad interrompere per un attimo l'azione del cane in modo da riportarlo alla realtà, la famosa toccatina con il collare serve a questo. Lavorare sulla leadership è difficile è molto più facile addestrare. Le mie sono solo supposizioni, mi regolo su quello che scrivi, credo che il tuo cane quando non risponde ai comandi ha il cervello scollegato e dovrebbe essere riportato alla realta. Il metodo Delfino non va bene per tutti i cani e non va bene neanche per tutti i padroni. P.S. Ho portato l'esempio del collare anche se sono contrario, l'ho fatto giusto per rendere l'idea.



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L'idea l'hai portata giusta e perfetta. Sei contrario all'uso del collare, io no o meglio, nella maggior parte dei casi sono contrario, ma quando si tratta di salvaguardare il nostro ausiliare, ben venga! L'ho detto altre volte su queste pagine. Il cane DEVE eseguire il richiamo immediatamente, senza si e senza ma. Questo, anche se per molti può sembrare una barbarie, a mio modesto avviso non lo è. Il cane, quando "sbaglia", si deve corregge in pochissimi secondi e se questi si trova a distanze inragiungibili nell'immediato, il collare è l'unico sistema.
Un esempio che ho portato altre volte e che riporto qui; mettete il caso di un campo contornato da strade e stradine, trafficate da auto camion, mezzi agricoli e quant'altro. Siete col cane in cerca, che sta per sconfinare e finire sulla strada, lì, al richiamo il cane deve bloccarsi, abandonare tutto e rientrare perentoriamente. Se questo non lo fa di suo...allora lo si obbliga. Ecco che entra in gioco il collare, che senz'altro gli salverà la vita.
 
Dipende cosa intendi per collegamento, per me è collegato il cane che collabora ed interagisce con il padrone. Un cane può essere collegato a 100 metri come può essere indipendente a 30 metri. Ci sono cani che collaborano e ci sono cani chè obbediscono solamente. I cani che collaborano fanno due cose contemporaneamente con un occhio stanno collegati al punto di riferimento che è il padrone e con l'altro cacciano, quelli indipendenti non riescono a fare due cose contemporaneamente, quando cacciano non hanno un punto di riferimento, molto probabilmente il punto di riferimento solo loro stessi e non il padrone. In questo caso il padrone per farsi obbedire è costretto ad interrompere per un attimo l'azione del cane in modo da riportarlo alla realtà, la famosa toccatina con il collare serve a questo. Lavorare sulla leadership è difficile è molto più facile addestrare. Le mie sono solo supposizioni, mi regolo su quello che scrivi, credo che il tuo cane quando non risponde ai comandi ha il cervello scollegato e dovrebbe essere riportato alla realta. Il metodo Delfino non va bene per tutti i cani e non va bene neanche per tutti i padroni. P.S. Ho portato l'esempio del collare anche se sono contrario, l'ho fatto giusto per rendere l'idea.
 
I vostri interventi sono molto interessanti ed aiutano a riflettere sulle infinite variabili che il lavoro di addestramento comporta.

Lo scorso anno il cane è stato portato a quaglie durante la primavera e l'estate. Non si è mai perso e non ha mai allargato oltre i 100-150mt., normalmente lavora sui 20-30mt. Il cane dunque ha un collegamento spontaneo ma non è sollecito alla chiamata anzi, il 50% delle volte dopo aver sentito odore di selvatico non risponde immediatamente e, a volte, occorre chiamarlo più di una volta.
 
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L'idea l'hai portata giusta e perfetta. Sei contrario all'uso del collare, io no o meglio, nella maggior parte dei casi sono contrario, ma quando si tratta di salvaguardare il nostro ausiliare, ben venga! L'ho detto altre volte su queste pagine. Il cane DEVE eseguire il richiamo immediatamente, senza si e senza ma. Questo, anche se per molti può sembrare una barbarie, a mio modesto avviso non lo è. Il cane, quando "sbaglia", si deve corregge in pochissimi secondi e se questi si trova a distanze inragiungibili nell'immediato, il collare è l'unico sistema.
Un esempio che ho portato altre volte e che riporto qui; mettete il caso di un campo contornato da strade e stradine, trafficate da auto camion, mezzi agricoli e quant'altro. Siete col cane in cerca, che sta per sconfinare e finire sulla strada, lì, al richiamo il cane deve bloccarsi, abandonare tutto e rientrare perentoriamente. Se questo non lo fa di suo...allora lo si obbliga. Ecco che entra in gioco il collare, che senz'altro gli salverà la vita.
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...sono d'accordo con te...
...e se da un lato e' giusto che " il castigo " sia immediato alla mancanza del cane...che per certi soggetti sia inevitabile...che molti addestratori lo usino " per fare prima "...
...da un altro lato...essere costretti ad usarlo e' un po' riconoscere il nostro fallimento avuto con altri mezzi più dolci ed " umani "...
Con questo voglio dire che non sono contrario all'uso del collare...spesso ti risolve situazioni complicate...
...ma va saputo usare , perché se la tempistica non è perfetta si rischia di rovinare un soggetto.
Infatti esistono cani che lo tollerano , diciamo bene e sono cani gia' equilibrati di suo , ed esistono cani , che una volta assaggiato , diventano inservibili...
Molti cani da prove sono soggetti " scelti " più per il carattere ed addestrabilita' che per il solo fatto che viaggiano...e molti di questi ultimi ( pazzi scatenati ) non lo sopportano...o diventano un altro cane...
 
Piccolo aggironamento.
Oggi ho provato a far tenere in bocca per qualche secondo un fazzoletto annodato al cane. Dopo una decina di minuti di lotte sono riuscito a far trattenere al cane il fazzoletto per circa un secondo. A questo punto non ho continuato ad annoiarlo e l'ho fatto giocare liberamente per una ventina di minituti. In seguito ho fatto un ripasso degli altri comandi. Con il terra ho usato la corda. In pratica cane libero con una corda di 2,5mt e ho comandato il terra. non si è fermato subito...ho praso il cano per la corda e l'ho riportato sul posto. A questo punto ho ordinato il terra e mi sono allontanato. Ho nascosto dei scorccantini e, dopo il via, l'ho guidato con il cenno a distanza per farglieli trovare.

Seocndo voi con il fazzoletto bastano una, due sessioni al giorno oppure occorre farne di più?
 
Grazie per l'incoraggiamento...appena riuscirò a passare allo step successivo vi farò sapere;)
 
Uky, quello che vuoi fare è difficile, non è impossibile ma comunque è difficile, questo anche per una persona esperta, visto l'età del cane. Il mio consiglio è di fare bene l'addestramento essenziale cioè un addestramento basato sull'incentivazione delle doti innate del cane e su pochi facili esercizi di obbedienza. I libri come ho già detto in precedenza si fanno leggere, ma dal leggere e dall'applicare c'è di mezzo il mare. Secondo la mia opinione il tuo modo di correggere non lo trovo molto giusto, per capire queste cose non bisogna essere Guru, basta avere solo un poco di esperienza di addestramento e bisogna capire i cani, non è la stessa cosa di capire di cani, questa è una cosa diversa, per capire i cani non bisogna necessariamente essere addestratori o allevatori. Vengo al problema, tu scrivi:"Quando non si ferma dove ho fato il comando gli dico no, vado sul posto dove doveva fare il terra e con il cenno della mano lo invito a raggiungermi. Quando il cane giunge sul posto alzo il braccio e faccio fare il terra" Adesso ti scivo cosa farei io, dopo decidi tu come è meglio fare. Una volta dato l'ordine se il cane non lo eseguisse lo andrei a prendere senza parlare, lo solleverei di peso e lo riportere sul punto esatto dove la prima volta ha ricevuto l'ordine, una volta posizionato il cane lo rassicuro con qualche complimento vocale in modo di calmarlo prima delle carezze che in questo caso è il premio finale più grande. Tu invece chiami il cane e gli fai fare un esercizio che con il primo non centra niente, il cane tiene conto sempre dell'ultima azione e non quella precedente, così facendo non fai nessuna azione di correzione, fai solamente un esercizio diverso. Su quello che ha scritto delfino si potrebbe scrivere un altro libro.


Prendendo il cane di peso per la pelle del collo e del posteriore ho ottenuto che il cane quando non esegue bene il comando, dopo un poco, non si fa più prendere, non scappa ma non si acchiappare. Cosa mi consigliate di fare? Io avrei pensato di usare una corda lunga sul cane libero in modo da poter recuperare più facilmente l'allievo.

Ps. mi fa piacere che da questa discussione stiano uscendo tante rifelssioni interessanti.
 
Uky, i libri si lasciano leggere, la realtà è spesso diversa. Non è sempre facile applicare i metodi letti sui libri, chi li ha scritti non ha potutto prevedere ogni singolo caso. Leggere fa bene, ma prima di applicare quello che si è letto bisognerebbe consultarsi con qualcuno che "mastichi" la materia, in modo da studiare delle contromisure da attuare nel caso il metodo descritto sul libro fallisse. Gli esiti negativi ottenuti si pagano, ogni volta che il cane rifiuta di eseguire un ordine diventa più forte, questo a prescindere se siamo o non siamo stati in grado di farci capire, anzi il cane che non ha capito è più confuso di quello che ha capito e non vuole sottomettersi. In entrambi i casi se si insiste e si superano i limiti il cane si chiude a riccio, in questi casi non si ottiene più niente nè con le buone nè con le cattive, l'unica cosa è segnare il passo fino a quando non vengono ricuciti i rapporti con il cane. La strategia scritta da Delfino la devi valutare bene, altrimenti è meglio non iniziarla.
 
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