Divagazioni sull'addestramento del cane da caccia.

Due filosofie diverse, Germano. IL fatto che siano diverse non significa che una sia valida e l'altra no.
La filosofia dell'addestratore è lavorare poco e guadagnare molto. Il cane se lo tiene una quindicina di giorni, per l'amalgama. Dopo cerca di capire l'indole del cane e decide se la schicchera gliela deve dare forte e secca, o gliela deve dare leggera e breve. Fatto questo porta il cane sul terreno per mettere in atto il piano. Se il cane ha digerito subito, la prima scossa, lo riporta sul terreno per vedere gli effetti, se tutto è andato per il meglio chiama il padrone gli fa vedere i frutti dell'addestramento e si fa pagare. Ma il colare al cane non ha aumentato nessuna prestazione e non ha aumentato neanche l'ubbidienza.
Posso soltanto dire che avendo avuto una lunga carriera come insegnante di adolescenti--che in fondo non sono troppo differenti dai cani giovani quando si tratta di imparare nuove attivita' e nuovi concetti--mi sono reso conto che bisogna abbinare il positive reinforcement al negative reinforcement (punizione) per ottenere risultati ottimali.
Non possiamo paragonare l'adolescente al cane, se vogliamo proprio fare un paragone, lo paragoniamo a un bambino di 3/4 anni, metti il collare al bambino gli dai la scossa e il bambino si mette a piangere e non mette più le mani nella marmellata, e così se non viene quando lo chiama la mamma, se attraversa la strada, ecc. ecc, quando diventa adolescente, bisogna portarlo al manicomio.
Torniamo alla saggezza dei popoli per capire come si insegna sia ai giovani che ai cani: "Mazzate e panelle, fann' 'e figl' belle."
Sicuramente i proverbi hanno una punta di vero. Le mazzate non servono per farsi rispettare, se si arriva alle botte il leader vale poco o niente. I bambini venivano educati e socializzati ad avere rispetto del padre, grazie anche agli insegnamenti della madre che con l'esempio era la prima a rispettare il marito. Mia Madre mi raccontava, che quando mio nonno rientrava stava tutti buoni e zitti, era mio nonno a chiamarli e a fargli la carezza o a fargli qualche domanda. Mai usato l'uso della forza per farsi rispettare. Adesso quando rientra il padre tutti che gli corrono incontro, il padre non sa a chi dare retta per primo, e non è detto che si becca dai figli qualche calcio negli stinchi o qualche pugno nelle parti basse. In questo caso con il passare del tempo per cercare di salvare il salvabile e costretto a usare la mazza e le panelle. Giovannit, chi sa farsi valere lo fa senza alzare le mani, al massimo qualche avvertimento e qualche minaccia in cose molto gravi. Vado, i cinghiali mi stanno aspettando.
 
Serve l autorità con il cane o l’autorevolezza? A scuola l’insegnante autoritario ha più successo dell autorevole? Nel branco di lupi avrà più riconoscimento il membro autorevole che è capace di guidare il branco o quello che per mole può sottomettere gli altri?
 
Niente a che fare con i cani, stavolta. Il mio cavallo, stava facendo una cosa strana e dannosa per qualche ragione puramente equina (e i cavalli sono molto piu' difficili da capire, anche perche' non hanno alcuna esperssione facciale. L'unica cosa "da leggere" e' che quando hanno le orecchie girate all'indietro sono incazzati; se poi ce l'hanno con te perche' pensano che gli abbia mancato di rispetto, si girano dall'altra parte col cu10 verso di te; ma occhi e faccia rimangono sempre uguali, non cambiano mai. Canidi, felini e scimmie sono capaci di espressioni quasi umane. Altri animali no. E' per questo che non gioco a poker col mio cavallo. Impossibile capire se ha una buona mano--o zoccolo?--o sta bluffando). Che cosa sttava facendo? Mordeva il tubo discendente della grondaia di casa. Gia' l'aveva strappato dall'anolo della casa e storto un paio di volte. Ambedue le volte ero stato capace di ripararlo (e' di metallo sottile a sezione quadrata) e assicurarlo di nuovo all'angolo della casa. Allora ho comprato una cinghia lunga abbastanza da assicurare il collare elettrico che era appartenuto a Scout buonanima al suo enorme collo. Lo lasciai uscire dal suo corral e aspettai, appostato dietro una finestra, che lo facesse di nuovo. Appena mise le labbra sul tubo gli ammollai diversi kg di prezzemolo. Avevo regolato il collare al massimo della scossa. Lui salto' indietro di un paio di metri, scuotendo il collo. Poi pianissimamente, si riavvicino' al tubo, annusandolo ma senza fare contatto con di esso. Probabilmente pensava che una vespa o tafano l'avesse punto o morso. Quando si rese conto che non c'era nessun insetto sul tubo, giro' la testa lateralmente ed apri'' al bocca. Appena la chiuse intorno al tubo parti' un'altra prezzemolata, forte come la prima.
Da allora non s'e' piu' avvicinato a meno di un metro dal tubo. Forse il collare elettrico non insegna niente, ma a lui insegno' a non mordere i tubi delle grondaie!

BTW, come ha accennato Walker, ci sono cani furbi che capiscono che le prezzemolate provengono dal collare, e se glielo togli con la loro naturale tendenza a cercare di appurare quanto si possono permettere di fare senza conseguenze (prprio come gli adolescenti umani) , riaffiorano i comortamenti scorretti. E' per questo che si usa o il collare inerte o, molto meglio, il collare che non da' solo scosse, ma fa un suono sgradevole che nel passato ha sempre preceduto la prezzemolata. Se si regola il telecomando a fare emettere dal clolare soltanto questo suono (abbastanza sgradevole alle orecchie canine), la prezzemolata neanche serve piu'. Il comportamento scorretto viene immediatamente corretto. Ci sono oggi collari che emettono un suono gradevole per premiare un'esecuzione perfetta dei comandi, ed e' una buona cosa far sentire al cane questo suono mentre lo si coccola o gli si da' una chicca. Quindi uno che dice che l'e-collar e' semplicemente punitivo ovviamente non sa di che cosa parla, ne' l'ha mai provato in addestramento.
 
E se lo conosce e non lo esegue? Es; il cucciolone a casa esegue il "vieni" perfettamente, qualunque cosa stia facendo, al comando si presenta velocemente e attende ordini. A caccia cambia radicalmente, non ascolta il comando di "vieni" o il fischio, anche se provato varie volte e in circostanze diverse. Quando ha fatto i suoi comodi ritorna, lo premio, lo lego, e lo porto in macchina e a casa. prossima volta in campagna....stessa cosa, non esegue il comando "vieni o il fischio, che a casa esegue perfettamente. Mi avvio verso la macchina e quando il cucciolone torna, lo lego e lo chiudo nel trasportino. Terza volta; sto attento e cerco di essere sempre dietro al cane, ma lui mi distanzia e al richiamo non viene, giro le spalle e cambio direzione...dopo un pò mi trova e lo lego di nuovo e lo porto a casa.
Giovanni, i cani non hanno problemi, i problemi li hanno i loro padroni, fanno pagare ai cani quello che non sono riusciti ad ottenere nei periodi giusti. Oltre alla chiamata, c'è il problema del collegamento, questo non lo si ottiene con l'addestramento, con l'addestramento si riesce ad "accorciare il cane" ma un cane "accorciato" caccia con il "freno a mano tirato" Il collare è come una coperta troppo corta, copre da una parte e scopre dall'altra. Proprio per questo motivo non può essere utilizzato su tutti i cani. Per rendere l'idea faccio un paragone con un limitatore di velocità: se limito la velocità a una macchina che fa 300 kmh di 30 kmh l'auto raggiungerà la velocità di 270 kmh chi la guarda difficilmente si accorgera che l'auto rende di meno. Se la stessa cosa la faccio con una macchina che a pieni giri arriva a 100 tutti si accorgerebbero che l'auto ha qualcosa che non va. Con i cani succede la stessa cosa. In ogni caso il collare toglie sempre. Ieri ho dato una mano a un mio amico che ha una cucciolona kurzhaar di un anno. Stiamo portando il lavoro da cortile sul territorio aperto, in presenza di distrazioni, è tutto diverso e il facile diventa difficile, specialmente se il cane nella passata stagione venatoria e stato portato a caccia. In due siamo riusciti a controllare il cane che voleva cacciare o almeno "sfogarsi" niente caccia e niente sfogo, "senza soldi non si cantano messe" Dopo due esercizi di riporto fatti discretamente bene, il cane è stato premiato con il suo stesso interesse, cioè gli è stato ordinato il "cerca" dopo neanche un minuto il mio amico mi dice: "che faccio lo chiamo?" "no! lo sa dove siamo" dopo poco tempo il cane è rientrato, chiamato e rimesso al piede, abbiamo continuato a fare qualche altro esercizio di riporto. Questo perchè la prossima volta il cane ricorderà l'ultimo esercizio ed è più facile iniziare da dove si è terminato. Giovanni, il prezzemolo per il cane è il padrone. Giorno per giorno devi dimostrare al cane che vali più di lui. Secondo te perchè il cane decide di sottomettersi?
 
BTW, come ha accennato Walker, ci sono cani furbi che capiscono che le prezzemolate provengono dal collare, e se glielo togli con la loro naturale tendenza a cercare di appurare quanto si possono permettere di fare senza conseguenze (prprio come gli adolescenti umani) , riaffiorano i comortamenti scorretti. E' per questo che si usa o il collare inerte o, molto meglio, il collare che non da' solo scosse, ma fa un suono sgradevole che nel passato ha sempre preceduto la prezzemolata.
Il cane non ha comportamenti scorretti, quello che per noi è scorretto per il cane non lo è. Dimentica facilmente quello che non è di suo interesse, il cane ricorda molto bene solo quello che gli interessa. Nelle gare e nelle prove di lavoro i cani devono avere il collo libero, "fatta la legge trovato l'inganno"
Ci sono oggi collari che emettono un suono gradevole per premiare un'esecuzione perfetta dei comandi, ed e' una buona cosa far sentire al cane questo suono mentre lo si coccola o gli si da' una chicca. Quindi uno che dice che l'e-collar e' semplicemente punitivo ovviamente non sa di che cosa parla, ne' l'ha mai provato in addestramento.
Il collare non è punitivo, è la scossa che è punitiva. Il suono può essere interpretato come un premio o come una punizione, tutto dipende da cosa accade dopo il suono. Giovannit, non ho il collare elettrico, però un altro sistema per non farmi mangiare la grondaia dal cavallo lo avrei trovato, molto più sicuro del collare elettrico.
 
Tutti e due, quando non funziona l'autorevolezza, si passa all'autorità. Proprio come gli uomini, a tutti piace la democrazia, ma quando si lascia libera scelta all'individuo, consigliandogli di fare in determinato modo e questo se ne fotte, allora ci si impone.
 
Giovanni, i cani non hanno problemi, i problemi li hanno i loro padroni, fanno pagare ai cani quello che non sono riusciti ad ottenere nei periodi giusti. Oltre alla chiamata, c'è il problema del collegamento, questo non lo si ottiene con l'addestramento, con l'addestramento si riesce ad "accorciare il cane" ma un cane "accorciato" caccia con il "freno a mano tirato" Il collare è come una coperta troppo corta, copre da una parte e scopre dall'altra. Proprio per questo motivo non può essere utilizzato su tutti i cani. Per rendere l'idea faccio un paragone con un limitatore di velocità: se limito la velocità a una macchina che fa 300 kmh di 30 kmh l'auto raggiungerà la velocità di 270 kmh chi la guarda difficilmente si accorgera che l'auto rende di meno. Se la stessa cosa la faccio con una macchina che a pieni giri arriva a 100 tutti si accorgerebbero che l'auto ha qualcosa che non va. Con i cani succede la stessa cosa. In ogni caso il collare toglie sempre. Ieri ho dato una mano a un mio amico che ha una cucciolona kurzhaar di un anno. Stiamo portando il lavoro da cortile sul territorio aperto, in presenza di distrazioni, è tutto diverso e il facile diventa difficile, specialmente se il cane nella passata stagione venatoria e stato portato a caccia. In due siamo riusciti a controllare il cane che voleva cacciare o almeno "sfogarsi" niente caccia e niente sfogo, "senza soldi non si cantano messe" Dopo due esercizi di riporto fatti discretamente bene, il cane è stato premiato con il suo stesso interesse, cioè gli è stato ordinato il "cerca" dopo neanche un minuto il mio amico mi dice: "che faccio lo chiamo?" "no! lo sa dove siamo" dopo poco tempo il cane è rientrato, chiamato e rimesso al piede, abbiamo continuato a fare qualche altro esercizio di riporto. Questo perchè la prossima volta il cane ricorderà l'ultimo esercizio ed è più facile iniziare da dove si è terminato. Giovanni, il prezzemolo per il cane è il padrone. Giorno per giorno devi dimostrare al cane che vali più di lui. Secondo te perchè il cane decide di sottomettersi?

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Nicola, non stiamo parlando di collegamento, il collegamento viene dopo, quando il cane capisce che per catturare il selvatico, serve prima lui e poi il fucile. Stiamo parlando di educazione al comando. La parola stessa, dovrebbe far riflettere.....comando...ordine....si capisce che il subordinato debba eseguire. Punto, o giusto o sbagliato, deve eseguire, anche se il cane è in ferma in un angolo del bosco nascosto alla mia vista. Allora se parliamo di cani da difesa, mentre attaccano e mordono un energumeno, se al comando "lascia" non ti ascolta, hai voglia a raccogliere lembi di carne.
Il mio pastore maremmano, vive libero nel mio terreno, dove ho pure casa. Il cancello è sempre aperto e lui staziona sotto la veranda avanti casa. Se arriva un auto che non conosce, scappa abbaiando e si pone d'avanti alla macchina, per impedirgli di continuare, se per caso la macchina, pian piano cammina e arriva vicino alla veranda, il cane va dalla parte del guidatore sempre abbaiando, (avviso) e non lo fa scendere dalla macchina.Quando arrivo io, basta che dico, (ordino), Sem qui! e sbatto la mano sulla coscia, lui molla e viene subito sulla mia destra. Ecco, da adesso in poi ci penso io, tu sei escluso, fino a quando non ti ordino di attaccare o di stare buono. (dicevano che i maremmani non si possono addestrare e anch'io ne ero convinto, fino a quando un pastore mi ha fatto cambiare idea, basta partire con l'addestramento all'età di due mesi).
Con questo che voglio dire, voglio dire che lascio al cane un margine di decisione, oltre al quale non deve andare, dopo subentro io. Se il cane a caccia, arriva ad un punto e io non voglio che vada oltre, lo chiamo e lui deve tornare, senza si e senza ma.... senza beccaccia o lepre, non mi interessa, DEVE tornare.
Sicuramente la pensiamo in un modo diverso e agiamo di conseguenza, cercando di raggiungere l'obbiettivo prefisso, io in un modo e tu in un altro.

P.S. neanche io avrei chiamato il cane dopo un minuto sciolto!
 

germano56

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Penso che il titolo dovrebbe dare la possibilità a tutti, anche ai non professionisti di scrivere in riguardo all'argomento. "Ho iniziato a cacciare e ad allenare i cani molto tempo fa", disse Doug, "che, beh, allora, il Mar Morto non era ancora malato! Quegli anni mi hanno convinto che devi usare molta pelle da scarpa per sparare abbastanza uccelli selvatici da trasformare un cane uccello appena addestrato in un compagno di caccia di prima classe. Non c'è nessun sostituto per gli uccelli selvatici, e molti di loro. Doug ritiene che l'errore più comune che i proprietari fanno sia pensare di poter iniziare la carriera di caccia di un cane appena addestrato acquistando e piantando circa 20 uccelli allevati a penna per lui da trovare e puntare. Ma gli uccelli che non volano bene e sono piantati troppo vicini insieme possono annullare molto l'allenamento molto rapidamente. I cani giovani hanno particolarmente bisogno di uccelli selvatici e in grande abbondanza. Doug ha cacciato in tutto il paese, a nord, sud, est e ovest, e dice di non aver mai trovato un'area in cui non potrebbe lavorare i suoi cani sugli uccelli selvatici se metteva il tempo e lo sforzo di trovare tali luoghi." Ho pensato di incominciare con qualche commento su quello che scrive il dresseur americano, fino a questo punto dice cose che potrebbe dire un cacciatore con poca esperienza.
"Ha sottolineato che non dovresti mai sparare a un uccello che il tuo cane non ha puntato. Né dovresti permettere a un compagno di caccia di farlo. Lascia che le vampate di calore selvagge se ne andaranno." Anche su questo punto sono d'accordo. Parlo per me, se c'è qualcuno che non è d'accordo può scrivere e spiegare il perchè non è d'accordo.
"E soprattutto, non sparare a nessun uccello che il tuo cane urta, sia accidentalmente che deliberatamente." Su questo punto da comune mortale non sono d'accordo. Cioè sono d'accordo quando dice "urta deliberatamente", cioè avverte e carica. Ma non sono d'accordo a non sparare, quando il cucciolone portato per le prime volte sul selvatico investe senza avvertire. In questo caso uno o due abbattimenti andrebbero fatti. Con il cane adulto, ognuno può regolarsi come meglio crede. Il rapporto che ho da qualche tempo con il cane, è un rapporto di collaborazione e interazione continua, quelle poche volte che il cane sbagliava (parlo del mio ultimo cane da ferma) io ci mettevo una "pezza" perchè avevo un grande rispetto per quel cane, se ero fermamente convito che lo sfrullo fosse stato involontario, lo premiavo ugualmente con l'abbattimento. Il cane mi ringraziava per averlo perdonato, cosa molto, ma molto diversa è avvertire è caricare. Mi fermo, anche perchè ho altro da fare. Nel frattempo chi ha tempo e voglia può divagare esternando le proprie opinioni. Credo che ci potrebbe essere altro da poter essere commentato in riguardo a quello che ha scritto il dresseur americano, non ho letto tutto, ho letto solo quello che ho commentato.
 
”Tutti e due, quando non funziona l'autorevolezza, si passa all'autorità. Proprio come gli uomini, a tutti piace la democrazia, ma quando si lascia libera scelta all'individuo, consigliandogli di fare in determinato modo e questo se ne fotte, allora ci si impone.“

Giovannuzzo amico mio non è così, l autorità esclude l autorevolezza. Se si giunge ad imporre l autorità è perché non si era autorevoli, è implicito che nell autorevolezza ci sia competenza e ci si può fidare, nell autorità c è il ruolo assegnato del comando senza che questo sia stato riconosciuto da chi lo subisce.
Se la sociologia studia i comportamenti del genere umano, l etologia studia i comportamenti degli animali , a volte ci sono delle convergenze molto spesso divergenze, non si possono semplicemente applicare concetti validi per l’uno all altro, siamo diversi come genere e organizzazione sociale.
Spesso parlando di cani facciamo riferimento all organizzazione sociale del lupo da cui discende e questo va bene ,ma non dobbiamo farlo perché ci serve avallare un concetto , ad esempio :” anche nel branco ci sono le punizioni, quando un sottoposto sgarra viene punito con un morso o schienato “ e quindi ci sentiamo autorizzati a comportarci allo stesso modo con il nostro cane. Non è così, non è la stessa cosa, sono modelli sociali diversi di specie diverse, non possiamo impunemente passare da uno all’altro senza tenerne conto, ciò che non dobbiamo dimenticare è che stiamo inserendo nel NOSTRO modello sociale un esssere estraneo sia per specie che per comportamento , per raggiungere l’obiettivo bisogna CONOSCERLO e usare questa conoscenza a nostro vantaggio, il resto sono solo escamotage temporanei che ci danno l’illusione di aver raggiunto la meta.🙋‍♂️
 
Caro Martinuzzu, ti stimo e tu sai quanto. Quello che dici e vero fino ad un certo punto, perchè l'autorevolezza, deve essere riconosciuta. L'autorevole deve dimostrare agli altri che è come dice lui, per una serie di eventi....esperienza, cultura ecc.... c'è sempre un però e cioè chi ascolta lo deve fare con interesse e voglia.
Sono consapevole che la mia è deformazione professionale, in un contesto dove l'autorevolezza arriva a chi la capisce e si sente sicuro e in buone mani, consapevole che è quella la strada da seguire.
I "diversi" o per scelta o per menefreghismo, se ne fottono dell'autorevolezza, allora qui entra in gioco l'autorità e ti assicuro che questa la capisce chiunque....fidati!
Tutti e due i sistemi, come vedi, raggiungono il traguardo, il primo in maniera logica ed elegante, il secondo in maniera...definitiva.

Sono però d'accordo con te che prima si usa l'autorevolezza e solo dopo l'autorità.
 
Con un quarto di luna, se veniva restava per terra. Adesso, mentre scrivo lo sto aspettando, fuori è ancora chiaro e la luce del cellulare non mi da fastidio , fra poco lo devo spegnere. Ti auguro una buona serata. Ciao a domani.
 
Sono consapevole che la mia è deformazione professionale, in un contesto dove l'autorevolezza arriva a chi la capisce e si sente sicuro e in buone mani, consapevole che è quella la strada da seguire.
I cani come gli umani, hanno un loro carattere, in base a questo bisognerebbe trattare in modo diverso ogni singolo individuo. Dicono che la leadership è un dono dello Spirito Santo, forse è questo dono che fa la differenza fra quelli che comandano. Il leader non deve essere buono e neanche cattivo, deve essere giusto e deve fare gli interessi del suo reparto, cioè non gli deve mai far mancare niente, logicamente nel lecito e nel consentito. I problemi li deve risolvere e non li deve creare, oltre che deve conoscere il lavoro più di tutti. Chi arriva al comando dovrebbe arrivare per meriti, in ogni caso viene imposto dalle superiori autorità, i subalterni non possono scegliere i loro comandanti, però possono decidere e scegliere il loro leader, una volta scelto, mettono la loro vita nelle sue mani. A un comandante si deve ubbidire, ma si può ubbidire anche senza collaborare, senza prendere iniziativa e senza interagire. Il rapporto che il subalterno ha con il leader è diverso, in guerra ci sono stati soldati che hanno dato la vita per salvare il loro comandante eletto a leader. Il motivo non lo so, forse salvando il leader pensavano di salvare loro stessi, visto che il leader ha sempre dato dimostrazione di valere più di tutti i componenti del suo reparto. Il leader è quello che decide se lottare o fuggire. Un comandante che non ha la leadership deve stare attento, perchè la lotta o la fuga potrebbe non la deciderla lui. Quando in caserna c'era da fare attenti e riposo tutti obbedivano, quando fuori della caserma si tratta di lottare per la sopravvivenza, ognuno potrebbe incomincia a fare orecchio da mercante. La stessa cosa è con i cani, in giardino fanno il seduto, il terra, il resta, il vieni, ecc. ecc. come bravi soldatini e fuori non vogliono fare più niente. Il rapporto gerarchico deve essere mantenuto anche dal leader, i regolamenti deve essere prima il leader a rispettarli. Il leader potrebbe anche dare confidenza a chi se la merita. Per esempio fuori dall'orario di servizio potrebbe andare a mangiare la pizza insieme a un suo subalterno, a patto che dopo in orario di servizio questo rientra nel proprio ruolo senza bisogno di ristabilire la gerarchia. Con i cani è la stessa cosa, ci sono cani che sanno stare sempre al loro posto e quelli ai quali non si può dare confidenza, bisogna mantenere sempre le distanze. Esempio: la serva non ce lo possiamo mettere sulle ginocchia e riempirlo di baci e carezze, quando la mattina dobbiamo lavorare, questo non lo capiscono neanche alcuni tipi di persone, figuriamoci se lo può capire il cane. Quindi per avere un cane equilibrato bisogna mantenere sempre la stessa linea, questo per chi vuole addestrare con la forza della leadership, chi usa bastone e carota non serve, la sera il cane se lo può spupazzare come vuole, tanto la mattina si incomincia dal bastone.
 
Mi ripeto : il sistema “ gerarchico” del branco non è imposto ma fa parte di una scelta del gruppo, il leader viene scelto non si può semplicemente imporre, per questo le analogie con gli umani si devono fermare alla semplice struttura della gerarchia.
 
Credo che nel branco, quando ci sono due contendenti a leader, cadono botte della Madonna! Chi vince fa il leader, chi perde mette la coda tra le gambe e deve abbandonare il branco. Può succedere anche che all'interno del branco ci sia chi vuole sopraffare e prima o poi, inevitabilmente, si scontra con il capo. Ecco poi che per il resto del branco il leader diventa autorevole, sempre se sia in grado di mantenere l'ordine e l'armonia nel branco.Se questo non succede, sarà il branco a schiacciare il capo.
 
E' il branco che decide chi deve andare al potere e chi lo deve lasciare, i combattimenti sono spesso senza spargimento di sangue. Quando il leader è vecchio e deve essere sostituito, all'interno del branco ci sono degli scontri fra le varie fazioni del branco, ogni fazione cerca di mandare al potere un membro della propria fazione.
 
I cani come gli umani, hanno un loro carattere, in base a questo bisognerebbe trattare in modo diverso ogni singolo individuo. Dicono che la leadership è un dono dello Spirito Santo, forse è questo dono che fa la differenza fra quelli che comandano. Il leader non deve essere buono e neanche cattivo, deve essere giusto e deve fare gli interessi del suo reparto, cioè non gli deve mai far mancare niente, logicamente nel lecito e nel consentito. I problemi li deve risolvere e non li deve creare, oltre che deve conoscere il lavoro più di tutti. Chi arriva al comando dovrebbe arrivare per meriti, in ogni caso viene imposto dalle superiori autorità, i subalterni non possono scegliere i loro comandanti, però possono decidere e scegliere il loro leader, una volta scelto, mettono la loro vita nelle sue mani. A un comandante si deve ubbidire, ma si può ubbidire anche senza collaborare, senza prendere iniziativa e senza interagire. Il rapporto che il subalterno ha con il leader è diverso, in guerra ci sono stati soldati che hanno dato la vita per salvare il loro comandante eletto a leader. Il motivo non lo so, forse salvando il leader pensavano di salvare loro stessi, visto che il leader ha sempre dato dimostrazione di valere più di tutti i componenti del suo reparto. Il leader è quello che decide se lottare o fuggire. Un comandante che non ha la leadership deve stare attento, perchè la lotta o la fuga potrebbe non la deciderla lui. Quando in caserna c'era da fare attenti e riposo tutti obbedivano, quando fuori della caserma si tratta di lottare per la sopravvivenza, ognuno potrebbe incomincia a fare orecchio da mercante. La stessa cosa è con i cani, in giardino fanno il seduto, il terra, il resta, il vieni, ecc. ecc. come bravi soldatini e fuori non vogliono fare più niente. Il rapporto gerarchico deve essere mantenuto anche dal leader, i regolamenti deve essere prima il leader a rispettarli. Il leader potrebbe anche dare confidenza a chi se la merita. Per esempio fuori dall'orario di servizio potrebbe andare a mangiare la pizza insieme a un suo subalterno, a patto che dopo in orario di servizio questo rientra nel proprio ruolo senza bisogno di ristabilire la gerarchia. Con i cani è la stessa cosa, ci sono cani che sanno stare sempre al loro posto e quelli ai quali non si può dare confidenza, bisogna mantenere sempre le distanze. Esempio: la serva non ce lo possiamo mettere sulle ginocchia e riempirlo di baci e carezze, quando la mattina dobbiamo lavorare, questo non lo capiscono neanche alcuni tipi di persone, figuriamoci se lo può capire il cane. Quindi per avere un cane equilibrato bisogna mantenere sempre la stessa linea, questo per chi vuole addestrare con la forza della leadership, chi usa bastone e carota non serve, la sera il cane se lo può spupazzare come vuole, tanto la mattina si incomincia dal bastone.


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Nicola, hai riportato la vita del soldato, che comunque ha scelto quella vita ed è consapevole di ciò che dovrà fare,... il subordinato! Sarà in mano, (dovrebbe essere così), a gente che ha esperienza da vendere, preparazione militare indiscutibile, carisma smisurato, umanità, fermezza e onesta.
Io non intendevo questo tipo di subordinazione, intendevo altro. Quando un essere, non per sua scelta,si trova in un contesto di comunità dove deve rispettare regole e discipline, delle quali non ne ha nessuna voglia e tende a sopraffare chi lo deve dirigere, fregandosene altamente di costui, o per scelta o perchè si sente superiore e tende a fare il caiser che gli pare.Ci vuole l'autorità, il potere di far rispettare le direttive e le regole per far rientrare nei ranghi il "menefreghista".

Hai ragione a dire;Dicono che la leadership è un dono dello Spirito Santo. Hai perfettamente ragione.Ma tu veramente pensi che ogni cacciatore che ha un cane, viene visto come leader? Ma non per questo non hanno cani bravi a caccia! Non ricordo se ti ho raccontato di quel Kurzhaar di un amico mio, con il quale ci ho cacciato anch'io. Superlativo a caccia.... non ce n'era per nessuno credimi, ma aveva un difetto non di poco conto... mordeva gli umani, ma mordeva a fargli male, nella sua vita avrà morso una trentina di persone e qualcuno lo ha mandato pure all'ospedale. Non ci fu modo di riprenderlo, in nessuna maniera. sembrava che l'essere umano fosse il suo nemico acerrimo. Non lo potevi toccare, specialmente a caccia. A mio figlio prese un braccio, fortunatamente era inverno e mio figlio indossava uno spesso giubbotto e non gli fece niente se non un bel spavento. All'atto gli diedi un calcio sotto il petto che lo alzai un metro da terra! E lui che fece? guaì e torno a cacciare. Il giorno dopo, morse sulla spalla vicino al collo, un operaio del mio amico, che stava mettendogli i croccantini nella ciotola, gli procurò una ferita lacero contusa che ci vollero punti di sutura. Allora non si conosceva ancora il "prezzemolaio", ma credo che con il suo aiuto, non avrebbe più toccato un essere umano. A prescindere dal motivo scatenante di questo comportamento del cane, che sicuro c'è un motivo.....ma chi se ne frega! Vallo a scoprire! Intanto ti levo il maledetto e pericoloso vizio, poi magari vediamo il perchè del comportamento.
 
Nicola, hai riportato la vita del soldato, che comunque ha scelto quella vita ed è consapevole di ciò che dovrà fare,... il subordinato! Sarà in mano, (dovrebbe essere così), a gente che ha esperienza da vendere, preparazione militare indiscutibile, carisma smisurato, umanità, fermezza e onesta.
Io non intendevo questo tipo di subordinazione, intendevo altro.
Può essere bravo e preparato, ma se non ha carisma, rimane un comandante. Il subordinato farà quello che gli viene chiesto, ne più ne meno, Giovanni si può obbedire senza collaborazione. Possibile che queste cose le noto solo io? Nessuno ha mai visto un cane obbedire senza interagire con il padrone, il padrone e il cane sono due cose separate, nessuno dei due è coinvolto in quello che fanno, c'è il padrone da una parte che ordina e il cane dall'altra parte che ubbidisce.
Quando un essere, non per sua scelta,si trova in un contesto di comunità dove deve rispettare regole e discipline, delle quali non ne ha nessuna voglia e tende a sopraffare chi lo deve dirigere, fregandosene altamente di costui, o per scelta o perchè si sente superiore e tende a fare il caiser che gli pare.Ci vuole l'autorità, il potere di far rispettare le direttive e le regole per far rientrare nei ranghi il "menefreghista".
Giovanni in un reparto dove c'è una forte leadership, anche il ribelle ha convenienza a rispettarla, è solo contro tutti, non potrà mai arrivare a una sfida diretta con chi ha lo scettro del comando. Nel branco è la stessa cosa.
Hai ragione a dire;Dicono che la leadership è un dono dello Spirito Santo. Hai perfettamente ragione.Ma tu veramente pensi che ogni cacciatore che ha un cane, viene visto come leader?
Un leader deve per forza essere carismatico, il carisma dicono che è opera dello Spirito Santo.
Ma tu veramente pensi che ogni cacciatore che ha un cane, viene visto come leader? Ma non per questo non hanno cani bravi a caccia!
Mi sembra di ricordare che ho detto che con il cane si può vivere e cacciare anche da sottomessi, o sei tu ad interagire con il cane o è il cane ad interagire con te, il risultato in termini di carniere non cambia molto. Chi caccia con il GPS si trova benissimo e ha risolto tutti i problemi di collegamento.
Non ricordo se ti ho raccontato di quel Kurzhaar di un amico mio, con il quale ci ho cacciato anch'io. Superlativo a caccia.... non ce n'era per nessuno credimi, ma aveva un difetto non di poco conto... mordeva gli umani, ma mordeva a fargli male, nella sua vita avrà morso una trentina di persone e qualcuno lo ha mandato pure all'ospedale.
Quando il cane ha morso una volta, la sicurezza matematica che non potrà più mordere è una museruola fatta bene. Ci sono cani che mordono anche i componenti della famiglia, i cani non sono per tutti. Però, se con il cane ci sai vivere anche da sottomesso, i morsi riesci ad evitarli con molta facilità. I miei figli sono stati socializzati da una bast@rdina da conigli presa in Sicilia e portata a casa a 60 giorni, fortissima scovatrice di lepri. Quado stava sul divano e i ragazzi cercavano di invadere il suo spazio, partiva il ringhio, se i ragazzi non capivano, aumentava e alzava il labbro, a questo punto i ragazzi si allontanavano e tutto rientrava nella normalità, non ho mai sgridato la cagnolina, qualche volta ho ripreso i ragazzi che si divertivano a farla ringhiare. Una paio di morsi se li sono beccati perchè hanno calcolato male la reazione del cane. E' più sicuro far capire a un ragazzo quali sono i segnali che precedono il morso e non a far capire al cane che è sbagliato mordere i ragazzi. Quando questi atteggiamenti il cane li attua in presenza del leader, vuol dire che il cane non rispetta la leadership. Una cane che in presenza del padrone morde, vuol dire che è un cane che decide.
 
Caro Germano, (parere personale), non me ne volere se mi scontro con le tue idee, che vanno sempre e comunque rispettate.
Ai miei cuccioloni se posso non faccio incontrare selvagina di allevamento, rischiano di confondersi, prendendo troppa confidenza con animali che spesso volano male e si fanno abboccare. Preferisco due tre quaglie selvatiche che daranno filo da torcere al giovane ed esuberante rampollo, che comprenderà molto presto, che è tempo sprecato rincorrere il selvatico, e usando cervello e olfatto, riuscirà a prendere le giuste misure per bloccare e "assaporare" quell'odore, che gli scatena ataviche pulsioni predatorie.
Se conosco bene il posto, e sono certo che ho la possibilità di ribattere il selvatico preferisco non sparare, se il cucciolone non ha almeno accennato a fermare quanto stava cercando.
Saluti per te e per tutti gli Amici del Forum, con Affetto e Amicizia
piero
 
Quado stava sul divano e i ragazzi cercavano di invadere il suo spazio, partiva il ringhio, se i ragazzi non capivano, aumentava e alzava il labbro, a questo punto i ragazzi si allontanavano

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Non dava nessun segnale di avvertimento, mordeva e basta.La museruola può andare bene a casa, ma a caccia?

Giovanni in un reparto dove c'è una forte leadership, anche il ribelle ha convenienza a rispettarla, è solo contro tutti, non potrà mai arrivare a una sfida diretta con chi ha lo scettro del comando. Nel branco è la stessa cosa.

Nicola, come è giusto e anche la stragrande maggioranza delle persone, non può sapere cosa vuol dire il mio lavoro. E' un pianeta a se, dove a nessuno è dato vedere e sapere cosa succede sul quel pianeta. Se pensi che il ribelle di quel pianeta non si metta solo contro tutti ....ti sbagli di grosso.Lo fa e lo fa anche per acquistare rispetto da parte degli altri sottoposti. Lo fa perchè nel suo mondo le regole non sono come nel nostro. Lo fa perchè ha un odio smisurato per chi lo dirige e per chi lo ha messo in quelle condizioni. Lo fa perchè per lui non è giusto che si trovi in quella situazione. Lo fa perchè non può perdere la reputazione. lo fa perchè si sente forte in quanto "fuori" ha parenti, amici, subalterni che ubbidiscono alle sue richieste anche a quelle estreme.
Quindi, resta solo l'autorità per farsi valere, anche se a volte si paga uno scotto altissimo, anche con la morte.
Consapevole che lo scritto di cui sopra, poco centra con la discussione, ma era per farti capire.....a mali estremi....estremi rimedi!
 
Del cane da cerca ho poche conoscenze ma di quello da ferma sono proprio a zero, faccio però un'osservazione, se abitassi in Scozia anche io userei solo selvatici e che i selvatici sono il top penso lo sappiano anche i sassi, ha scoperto l'acqua calda!
Se abiti a Brescia dove le zone addestramento sono vuote, i 3 selvatici presenti sono in zone di divieto e in questi posti la crescita del cucciolo rischia di diventare assai costosa a suon di verbali... Non parliamo poi a caccia che i rarissimi selvatici tolto le minilepri finiscono 10 gg dopo l apertura... Beh a qualche gabbiarolo è obbligatorio affidarsi...
Per questo visto che la carenza di selvaggia dilaga la selezione secondo me dovrebbe avere l obiettivo di creare cani facili, sia nell ubbidienza e soprattutto che non necessitano di vagonate di animali per "attivarsi" ma che con 4 gabbiaroli e 4 selvatici si "accendano"
 
Non dava nessun segnale di avvertimento, mordeva e basta.La museruola può andare bene a casa, ma a caccia?
Giovanni, l'aggressività del cane fa parte del comportamento sociale, sono stati fatti degli studi sull'aggressività, con tesi diverse e spesso contrastanti. Però sono riusciti a capire che ci sono diverse forme di aggressività, l'aggressività da dominanza o da predominio fa parte della genetica. Basta un sguardo incrociato con il cane che può far partire il morso, apparentemente il morso è stato dato senza motivo. Basta sfiorare il cane involontariamente che può far partire il morso. Per evitare i morsi bisogna capire il comportamento del cane. I cani anziani sono a rischio morso, proprio perchè o non sentono i segnali che precedono l'attacco, o non vedono quello che gli comunica il suo simile. Un cane che mentre caccia a velocità sostenuta, fa finta di non vedere il padrone e gli sbatte sulle gambe gli fa più male del morso, entrambi sono atteggiamenti di dominanza, diversi ma di dominanza. Sul comportamento del cane del tuo amico si potrebbero fare diverse ipotesi, una potrebbe essere la competizione per il cibo, per il territorio, i cani cacciano per la pappatoria per la sopravvivenza, <l'atteggiamento di aggressività gli potrebbe servire a farlo salire un gradino della scala gerarchica.
 
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