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Mazze e panelle Nicola.....mazze e panelle.............
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La filosofia dell'addestratore è lavorare poco e guadagnare molto. Il cane se lo tiene una quindicina di giorni, per l'amalgama. Dopo cerca di capire l'indole del cane e decide se la schicchera gliela deve dare forte e secca, o gliela deve dare leggera e breve. Fatto questo porta il cane sul terreno per mettere in atto il piano. Se il cane ha digerito subito, la prima scossa, lo riporta sul terreno per vedere gli effetti, se tutto è andato per il meglio chiama il padrone gli fa vedere i frutti dell'addestramento e si fa pagare. Ma il colare al cane non ha aumentato nessuna prestazione e non ha aumentato neanche l'ubbidienza.Due filosofie diverse, Germano. IL fatto che siano diverse non significa che una sia valida e l'altra no.
Non possiamo paragonare l'adolescente al cane, se vogliamo proprio fare un paragone, lo paragoniamo a un bambino di 3/4 anni, metti il collare al bambino gli dai la scossa e il bambino si mette a piangere e non mette più le mani nella marmellata, e così se non viene quando lo chiama la mamma, se attraversa la strada, ecc. ecc, quando diventa adolescente, bisogna portarlo al manicomio.Posso soltanto dire che avendo avuto una lunga carriera come insegnante di adolescenti--che in fondo non sono troppo differenti dai cani giovani quando si tratta di imparare nuove attivita' e nuovi concetti--mi sono reso conto che bisogna abbinare il positive reinforcement al negative reinforcement (punizione) per ottenere risultati ottimali.
Sicuramente i proverbi hanno una punta di vero. Le mazzate non servono per farsi rispettare, se si arriva alle botte il leader vale poco o niente. I bambini venivano educati e socializzati ad avere rispetto del padre, grazie anche agli insegnamenti della madre che con l'esempio era la prima a rispettare il marito. Mia Madre mi raccontava, che quando mio nonno rientrava stava tutti buoni e zitti, era mio nonno a chiamarli e a fargli la carezza o a fargli qualche domanda. Mai usato l'uso della forza per farsi rispettare. Adesso quando rientra il padre tutti che gli corrono incontro, il padre non sa a chi dare retta per primo, e non è detto che si becca dai figli qualche calcio negli stinchi o qualche pugno nelle parti basse. In questo caso con il passare del tempo per cercare di salvare il salvabile e costretto a usare la mazza e le panelle. Giovannit, chi sa farsi valere lo fa senza alzare le mani, al massimo qualche avvertimento e qualche minaccia in cose molto gravi. Vado, i cinghiali mi stanno aspettando.Torniamo alla saggezza dei popoli per capire come si insegna sia ai giovani che ai cani: "Mazzate e panelle, fann' 'e figl' belle."
Giovanni, i cani non hanno problemi, i problemi li hanno i loro padroni, fanno pagare ai cani quello che non sono riusciti ad ottenere nei periodi giusti. Oltre alla chiamata, c'è il problema del collegamento, questo non lo si ottiene con l'addestramento, con l'addestramento si riesce ad "accorciare il cane" ma un cane "accorciato" caccia con il "freno a mano tirato" Il collare è come una coperta troppo corta, copre da una parte e scopre dall'altra. Proprio per questo motivo non può essere utilizzato su tutti i cani. Per rendere l'idea faccio un paragone con un limitatore di velocità: se limito la velocità a una macchina che fa 300 kmh di 30 kmh l'auto raggiungerà la velocità di 270 kmh chi la guarda difficilmente si accorgera che l'auto rende di meno. Se la stessa cosa la faccio con una macchina che a pieni giri arriva a 100 tutti si accorgerebbero che l'auto ha qualcosa che non va. Con i cani succede la stessa cosa. In ogni caso il collare toglie sempre. Ieri ho dato una mano a un mio amico che ha una cucciolona kurzhaar di un anno. Stiamo portando il lavoro da cortile sul territorio aperto, in presenza di distrazioni, è tutto diverso e il facile diventa difficile, specialmente se il cane nella passata stagione venatoria e stato portato a caccia. In due siamo riusciti a controllare il cane che voleva cacciare o almeno "sfogarsi" niente caccia e niente sfogo, "senza soldi non si cantano messe" Dopo due esercizi di riporto fatti discretamente bene, il cane è stato premiato con il suo stesso interesse, cioè gli è stato ordinato il "cerca" dopo neanche un minuto il mio amico mi dice: "che faccio lo chiamo?" "no! lo sa dove siamo" dopo poco tempo il cane è rientrato, chiamato e rimesso al piede, abbiamo continuato a fare qualche altro esercizio di riporto. Questo perchè la prossima volta il cane ricorderà l'ultimo esercizio ed è più facile iniziare da dove si è terminato. Giovanni, il prezzemolo per il cane è il padrone. Giorno per giorno devi dimostrare al cane che vali più di lui. Secondo te perchè il cane decide di sottomettersi?E se lo conosce e non lo esegue? Es; il cucciolone a casa esegue il "vieni" perfettamente, qualunque cosa stia facendo, al comando si presenta velocemente e attende ordini. A caccia cambia radicalmente, non ascolta il comando di "vieni" o il fischio, anche se provato varie volte e in circostanze diverse. Quando ha fatto i suoi comodi ritorna, lo premio, lo lego, e lo porto in macchina e a casa. prossima volta in campagna....stessa cosa, non esegue il comando "vieni o il fischio, che a casa esegue perfettamente. Mi avvio verso la macchina e quando il cucciolone torna, lo lego e lo chiudo nel trasportino. Terza volta; sto attento e cerco di essere sempre dietro al cane, ma lui mi distanzia e al richiamo non viene, giro le spalle e cambio direzione...dopo un pò mi trova e lo lego di nuovo e lo porto a casa.
Il cane non ha comportamenti scorretti, quello che per noi è scorretto per il cane non lo è. Dimentica facilmente quello che non è di suo interesse, il cane ricorda molto bene solo quello che gli interessa. Nelle gare e nelle prove di lavoro i cani devono avere il collo libero, "fatta la legge trovato l'inganno"BTW, come ha accennato Walker, ci sono cani furbi che capiscono che le prezzemolate provengono dal collare, e se glielo togli con la loro naturale tendenza a cercare di appurare quanto si possono permettere di fare senza conseguenze (prprio come gli adolescenti umani) , riaffiorano i comortamenti scorretti. E' per questo che si usa o il collare inerte o, molto meglio, il collare che non da' solo scosse, ma fa un suono sgradevole che nel passato ha sempre preceduto la prezzemolata.
Il collare non è punitivo, è la scossa che è punitiva. Il suono può essere interpretato come un premio o come una punizione, tutto dipende da cosa accade dopo il suono. Giovannit, non ho il collare elettrico, però un altro sistema per non farmi mangiare la grondaia dal cavallo lo avrei trovato, molto più sicuro del collare elettrico.Ci sono oggi collari che emettono un suono gradevole per premiare un'esecuzione perfetta dei comandi, ed e' una buona cosa far sentire al cane questo suono mentre lo si coccola o gli si da' una chicca. Quindi uno che dice che l'e-collar e' semplicemente punitivo ovviamente non sa di che cosa parla, ne' l'ha mai provato in addestramento.
Giovanni, i cani non hanno problemi, i problemi li hanno i loro padroni, fanno pagare ai cani quello che non sono riusciti ad ottenere nei periodi giusti. Oltre alla chiamata, c'è il problema del collegamento, questo non lo si ottiene con l'addestramento, con l'addestramento si riesce ad "accorciare il cane" ma un cane "accorciato" caccia con il "freno a mano tirato" Il collare è come una coperta troppo corta, copre da una parte e scopre dall'altra. Proprio per questo motivo non può essere utilizzato su tutti i cani. Per rendere l'idea faccio un paragone con un limitatore di velocità: se limito la velocità a una macchina che fa 300 kmh di 30 kmh l'auto raggiungerà la velocità di 270 kmh chi la guarda difficilmente si accorgera che l'auto rende di meno. Se la stessa cosa la faccio con una macchina che a pieni giri arriva a 100 tutti si accorgerebbero che l'auto ha qualcosa che non va. Con i cani succede la stessa cosa. In ogni caso il collare toglie sempre. Ieri ho dato una mano a un mio amico che ha una cucciolona kurzhaar di un anno. Stiamo portando il lavoro da cortile sul territorio aperto, in presenza di distrazioni, è tutto diverso e il facile diventa difficile, specialmente se il cane nella passata stagione venatoria e stato portato a caccia. In due siamo riusciti a controllare il cane che voleva cacciare o almeno "sfogarsi" niente caccia e niente sfogo, "senza soldi non si cantano messe" Dopo due esercizi di riporto fatti discretamente bene, il cane è stato premiato con il suo stesso interesse, cioè gli è stato ordinato il "cerca" dopo neanche un minuto il mio amico mi dice: "che faccio lo chiamo?" "no! lo sa dove siamo" dopo poco tempo il cane è rientrato, chiamato e rimesso al piede, abbiamo continuato a fare qualche altro esercizio di riporto. Questo perchè la prossima volta il cane ricorderà l'ultimo esercizio ed è più facile iniziare da dove si è terminato. Giovanni, il prezzemolo per il cane è il padrone. Giorno per giorno devi dimostrare al cane che vali più di lui. Secondo te perchè il cane decide di sottomettersi?
Vado, i cinghiali mi stanno aspettando.
I cani come gli umani, hanno un loro carattere, in base a questo bisognerebbe trattare in modo diverso ogni singolo individuo. Dicono che la leadership è un dono dello Spirito Santo, forse è questo dono che fa la differenza fra quelli che comandano. Il leader non deve essere buono e neanche cattivo, deve essere giusto e deve fare gli interessi del suo reparto, cioè non gli deve mai far mancare niente, logicamente nel lecito e nel consentito. I problemi li deve risolvere e non li deve creare, oltre che deve conoscere il lavoro più di tutti. Chi arriva al comando dovrebbe arrivare per meriti, in ogni caso viene imposto dalle superiori autorità, i subalterni non possono scegliere i loro comandanti, però possono decidere e scegliere il loro leader, una volta scelto, mettono la loro vita nelle sue mani. A un comandante si deve ubbidire, ma si può ubbidire anche senza collaborare, senza prendere iniziativa e senza interagire. Il rapporto che il subalterno ha con il leader è diverso, in guerra ci sono stati soldati che hanno dato la vita per salvare il loro comandante eletto a leader. Il motivo non lo so, forse salvando il leader pensavano di salvare loro stessi, visto che il leader ha sempre dato dimostrazione di valere più di tutti i componenti del suo reparto. Il leader è quello che decide se lottare o fuggire. Un comandante che non ha la leadership deve stare attento, perchè la lotta o la fuga potrebbe non la deciderla lui. Quando in caserna c'era da fare attenti e riposo tutti obbedivano, quando fuori della caserma si tratta di lottare per la sopravvivenza, ognuno potrebbe incomincia a fare orecchio da mercante. La stessa cosa è con i cani, in giardino fanno il seduto, il terra, il resta, il vieni, ecc. ecc. come bravi soldatini e fuori non vogliono fare più niente. Il rapporto gerarchico deve essere mantenuto anche dal leader, i regolamenti deve essere prima il leader a rispettarli. Il leader potrebbe anche dare confidenza a chi se la merita. Per esempio fuori dall'orario di servizio potrebbe andare a mangiare la pizza insieme a un suo subalterno, a patto che dopo in orario di servizio questo rientra nel proprio ruolo senza bisogno di ristabilire la gerarchia. Con i cani è la stessa cosa, ci sono cani che sanno stare sempre al loro posto e quelli ai quali non si può dare confidenza, bisogna mantenere sempre le distanze. Esempio: la serva non ce lo possiamo mettere sulle ginocchia e riempirlo di baci e carezze, quando la mattina dobbiamo lavorare, questo non lo capiscono neanche alcuni tipi di persone, figuriamoci se lo può capire il cane. Quindi per avere un cane equilibrato bisogna mantenere sempre la stessa linea, questo per chi vuole addestrare con la forza della leadership, chi usa bastone e carota non serve, la sera il cane se lo può spupazzare come vuole, tanto la mattina si incomincia dal bastone.Sono consapevole che la mia è deformazione professionale, in un contesto dove l'autorevolezza arriva a chi la capisce e si sente sicuro e in buone mani, consapevole che è quella la strada da seguire.
I cani come gli umani, hanno un loro carattere, in base a questo bisognerebbe trattare in modo diverso ogni singolo individuo. Dicono che la leadership è un dono dello Spirito Santo, forse è questo dono che fa la differenza fra quelli che comandano. Il leader non deve essere buono e neanche cattivo, deve essere giusto e deve fare gli interessi del suo reparto, cioè non gli deve mai far mancare niente, logicamente nel lecito e nel consentito. I problemi li deve risolvere e non li deve creare, oltre che deve conoscere il lavoro più di tutti. Chi arriva al comando dovrebbe arrivare per meriti, in ogni caso viene imposto dalle superiori autorità, i subalterni non possono scegliere i loro comandanti, però possono decidere e scegliere il loro leader, una volta scelto, mettono la loro vita nelle sue mani. A un comandante si deve ubbidire, ma si può ubbidire anche senza collaborare, senza prendere iniziativa e senza interagire. Il rapporto che il subalterno ha con il leader è diverso, in guerra ci sono stati soldati che hanno dato la vita per salvare il loro comandante eletto a leader. Il motivo non lo so, forse salvando il leader pensavano di salvare loro stessi, visto che il leader ha sempre dato dimostrazione di valere più di tutti i componenti del suo reparto. Il leader è quello che decide se lottare o fuggire. Un comandante che non ha la leadership deve stare attento, perchè la lotta o la fuga potrebbe non la deciderla lui. Quando in caserna c'era da fare attenti e riposo tutti obbedivano, quando fuori della caserma si tratta di lottare per la sopravvivenza, ognuno potrebbe incomincia a fare orecchio da mercante. La stessa cosa è con i cani, in giardino fanno il seduto, il terra, il resta, il vieni, ecc. ecc. come bravi soldatini e fuori non vogliono fare più niente. Il rapporto gerarchico deve essere mantenuto anche dal leader, i regolamenti deve essere prima il leader a rispettarli. Il leader potrebbe anche dare confidenza a chi se la merita. Per esempio fuori dall'orario di servizio potrebbe andare a mangiare la pizza insieme a un suo subalterno, a patto che dopo in orario di servizio questo rientra nel proprio ruolo senza bisogno di ristabilire la gerarchia. Con i cani è la stessa cosa, ci sono cani che sanno stare sempre al loro posto e quelli ai quali non si può dare confidenza, bisogna mantenere sempre le distanze. Esempio: la serva non ce lo possiamo mettere sulle ginocchia e riempirlo di baci e carezze, quando la mattina dobbiamo lavorare, questo non lo capiscono neanche alcuni tipi di persone, figuriamoci se lo può capire il cane. Quindi per avere un cane equilibrato bisogna mantenere sempre la stessa linea, questo per chi vuole addestrare con la forza della leadership, chi usa bastone e carota non serve, la sera il cane se lo può spupazzare come vuole, tanto la mattina si incomincia dal bastone.
Può essere bravo e preparato, ma se non ha carisma, rimane un comandante. Il subordinato farà quello che gli viene chiesto, ne più ne meno, Giovanni si può obbedire senza collaborazione. Possibile che queste cose le noto solo io? Nessuno ha mai visto un cane obbedire senza interagire con il padrone, il padrone e il cane sono due cose separate, nessuno dei due è coinvolto in quello che fanno, c'è il padrone da una parte che ordina e il cane dall'altra parte che ubbidisce.Nicola, hai riportato la vita del soldato, che comunque ha scelto quella vita ed è consapevole di ciò che dovrà fare,... il subordinato! Sarà in mano, (dovrebbe essere così), a gente che ha esperienza da vendere, preparazione militare indiscutibile, carisma smisurato, umanità, fermezza e onesta.
Io non intendevo questo tipo di subordinazione, intendevo altro.
Giovanni in un reparto dove c'è una forte leadership, anche il ribelle ha convenienza a rispettarla, è solo contro tutti, non potrà mai arrivare a una sfida diretta con chi ha lo scettro del comando. Nel branco è la stessa cosa.Quando un essere, non per sua scelta,si trova in un contesto di comunità dove deve rispettare regole e discipline, delle quali non ne ha nessuna voglia e tende a sopraffare chi lo deve dirigere, fregandosene altamente di costui, o per scelta o perchè si sente superiore e tende a fare il caiser che gli pare.Ci vuole l'autorità, il potere di far rispettare le direttive e le regole per far rientrare nei ranghi il "menefreghista".
Un leader deve per forza essere carismatico, il carisma dicono che è opera dello Spirito Santo.Hai ragione a dire;Dicono che la leadership è un dono dello Spirito Santo. Hai perfettamente ragione.Ma tu veramente pensi che ogni cacciatore che ha un cane, viene visto come leader?
Mi sembra di ricordare che ho detto che con il cane si può vivere e cacciare anche da sottomessi, o sei tu ad interagire con il cane o è il cane ad interagire con te, il risultato in termini di carniere non cambia molto. Chi caccia con il GPS si trova benissimo e ha risolto tutti i problemi di collegamento.Ma tu veramente pensi che ogni cacciatore che ha un cane, viene visto come leader? Ma non per questo non hanno cani bravi a caccia!
Quando il cane ha morso una volta, la sicurezza matematica che non potrà più mordere è una museruola fatta bene. Ci sono cani che mordono anche i componenti della famiglia, i cani non sono per tutti. Però, se con il cane ci sai vivere anche da sottomesso, i morsi riesci ad evitarli con molta facilità. I miei figli sono stati socializzati da una bast@rdina da conigli presa in Sicilia e portata a casa a 60 giorni, fortissima scovatrice di lepri. Quado stava sul divano e i ragazzi cercavano di invadere il suo spazio, partiva il ringhio, se i ragazzi non capivano, aumentava e alzava il labbro, a questo punto i ragazzi si allontanavano e tutto rientrava nella normalità, non ho mai sgridato la cagnolina, qualche volta ho ripreso i ragazzi che si divertivano a farla ringhiare. Una paio di morsi se li sono beccati perchè hanno calcolato male la reazione del cane. E' più sicuro far capire a un ragazzo quali sono i segnali che precedono il morso e non a far capire al cane che è sbagliato mordere i ragazzi. Quando questi atteggiamenti il cane li attua in presenza del leader, vuol dire che il cane non rispetta la leadership. Una cane che in presenza del padrone morde, vuol dire che è un cane che decide.Non ricordo se ti ho raccontato di quel Kurzhaar di un amico mio, con il quale ci ho cacciato anch'io. Superlativo a caccia.... non ce n'era per nessuno credimi, ma aveva un difetto non di poco conto... mordeva gli umani, ma mordeva a fargli male, nella sua vita avrà morso una trentina di persone e qualcuno lo ha mandato pure all'ospedale.
Quado stava sul divano e i ragazzi cercavano di invadere il suo spazio, partiva il ringhio, se i ragazzi non capivano, aumentava e alzava il labbro, a questo punto i ragazzi si allontanavano
Giovanni in un reparto dove c'è una forte leadership, anche il ribelle ha convenienza a rispettarla, è solo contro tutti, non potrà mai arrivare a una sfida diretta con chi ha lo scettro del comando. Nel branco è la stessa cosa.
Giovanni, l'aggressività del cane fa parte del comportamento sociale, sono stati fatti degli studi sull'aggressività, con tesi diverse e spesso contrastanti. Però sono riusciti a capire che ci sono diverse forme di aggressività, l'aggressività da dominanza o da predominio fa parte della genetica. Basta un sguardo incrociato con il cane che può far partire il morso, apparentemente il morso è stato dato senza motivo. Basta sfiorare il cane involontariamente che può far partire il morso. Per evitare i morsi bisogna capire il comportamento del cane. I cani anziani sono a rischio morso, proprio perchè o non sentono i segnali che precedono l'attacco, o non vedono quello che gli comunica il suo simile. Un cane che mentre caccia a velocità sostenuta, fa finta di non vedere il padrone e gli sbatte sulle gambe gli fa più male del morso, entrambi sono atteggiamenti di dominanza, diversi ma di dominanza. Sul comportamento del cane del tuo amico si potrebbero fare diverse ipotesi, una potrebbe essere la competizione per il cibo, per il territorio, i cani cacciano per la pappatoria per la sopravvivenza, <l'atteggiamento di aggressività gli potrebbe servire a farlo salire un gradino della scala gerarchica.Non dava nessun segnale di avvertimento, mordeva e basta.La museruola può andare bene a casa, ma a caccia?