Germa', e' ancora questione di semantica. DNA, Avidita', Velocita', Mentalta', ecc. sono tutte parole astratte. Pensa poi che io definisco la qualita' essenziale in un cane da caccia cio' che chiamo "fire in the belly," letteralmente fuoco nella pancia. Io non sono uno scienziato, non conosco la biologia moleculare (quello e' il campo professionale di mia figlia) ma sono un pragmatista sfegatato incrociato con un empirista. Non perdo tempo a filosofeggiare e guardo alla pratica.
Nella stessa cucciolata ci sono brocchi e campioni. Eppure il loro DNA e' molto simile. Poi, da quel poco che so, avendo dovuto sorbirmi tanti corsi di psicologia per ottenere, dopo il mio baccellierato, anche l'abilitazione all'insegnamento, il carattere dell'individuo, umano o animale che sia, e' formato da "nature" e "nurture." "Nature" e' cio' che geni e cromosomi hanno formato, diciamo cosi' il "seme" della personalita' e dell'aspetto fisico. Ma poi c'e' anche "nurture," il complesso delle esperienze, dalla permanenza in utero, all'infanzia, a come lo hanno trattato genitori ed estranei, da eventi che ne hanno influenzato a personaita', ecc. ecc. Quindi e' possibile che attraverso l'interazione con i suoi fratelli e le sue sorelle, il trattamento da parte della madre e dei suoi umani, e una miriade di altri fattori, sebbene i semi siano molto simili ma non uguali gli "alberelli" poi si sviluppano in maniera diversa. Gia', non essendo i cuccioli monozigotici (credo che sia il termine giusto) anche se tutti della stessa nidiata, le differenze iniziali ci sono. Quindi a quelle differenze si aggiungono elementi "esterni."
Si', vabbe', mo' quarcuno me ce manna perche' tiro in ballo Scout 'n' antra vorta. Che vuoi, e' stata parte della mia vita per sedici anni, e tutt'oggi, quando andando a caccia da solo, ormai senza di lei molto, troppo da solo, passo accanto alla sua tomba, che e' sul sentiero che porta a due dei miei appostamenti, e che e' ai margini del mio campetto per le tortore, non posso fare a meno di parlarle, e non mi vergogno di dire che mi spuntano le lagrime agli occhi. Ma sto divagando di nuovo. Dunque, Scout era una cucciola di una cucciolata di 10 batuffoloni, alcuni marroni, due o tre neri (il padre era nero). Uno mori' quasi subito dopo il parto, piccolo e gracile. Mia moglie, mia figlia ed io passammo ore a osservare la cucciolata. Io avevo prima scelta, non per diritto e consuetudine, ma per la mia amicizia con Pat, mio compagno di caccia alle anatre. Andavamo spesso a guardarli e seguirne la crescita iniziale. Notammo quasi da principio che Scout era la piu' indipendente. Si allontanava spesso dagli altri cuccioli ed esplorava con gli occhi e col naso tutto cio' che la circondava. Non era aggressiva verso gli altri cuccioli, ma se la mordicchiavano si faceva rispettare e ammollava qualche morso che li faceva lanciare un guaito e smettere di scocciarla. Poi quando era piu' grandicella, ma ancora con la mamma, non svezzata, portai un'ala di anatra e gliela feci annusare. Fu come una scossa galvanica, un risveglio di istinti predatori ancestrali. Afferro' quell'ala e si allontano' dagli altri cuccioli. Se uno di loro cercava di prenergliela ringhiava e non se la faceva rubare. A quel punto sapevo che sarebbe stata la MIA Scout. Il nome Scout, esploratrice, le andava a pennello. Fu registrata dalla figlia di Pat, Shannon, come Shannon's Favorite Scout. Ho ancora una copia del suo pedigree, figlia, nipote e pronipote di campioni da lavoro e vincitori di gare per generaziioni. Le misi un collarino perche' non si confondesse con gli altri cuccioli, e quando crebbe abbastanza da essere separata dalla mamma la portai a casa. Il resto della storia la sapete tutti.
Una conclusione da trarre? Mah! Non so. Ci sono troppe variabili per generalizzare. La cinofilia non e' una scienza esatta. Proprio come la pedagogia e la psicologia del fanciullo che erano parte del mio bagaglio professionale.. Ma devo dire che ho visto cani potenzialmente eccellenti rovinati da un cattivo addestramento, e cani che sembrava non offrissero alcuna promessa divenire gioielli nelle mani di addestratori che sapevano il fatto loro. E poi, come al solito, e' anche questione di cu10! Forse l'unica conclusione da trarre e' che bisogna essere elastici come addestratori e adattare i propri metodi al cane individuale che abbiamo l'opportunita' di addestrare.

Ecco qua: nel pieno del topic, no? E non ho spezzato non dico una lancia, ma nemmeno una freccetta in favore del collare elettrico!!!!
 
Germa', e' ancora questione di semantica. DNA, Avidita', Velocita', Mentalta', ecc. sono tutte parole astratte. Pensa poi che io definisco la qualita' essenziale in un cane da caccia cio' che chiamo "fire in the belly," letteralmente fuoco nella pancia. Io non sono uno scienziato, non conosco la biologia moleculare (quello e' il campo professionale di mia figlia) ma sono un pragmatista sfegatato incrociato con un empirista. Non perdo tempo a filosofeggiare e guardo alla pratica.
Giovannit, non perdi tempo a filosofeggiare, però lo hai fatto non perdendo tempo a filosofeggiare. :):) La lancia non l'hai spezzata a favore del collare, ma lo hai fatto a favore del tuo metodo sulla scelta del cucciolo. Sempre utile ed interessante per chi ha la possibilità di poter scegliere. Qui mi fermo, perchè se incominciassi a parlare del mio metodo di scelta, molti altri parlerebbero del loro metodo. La mentalità la possiamo chiamare come ci pare e piace, anche educazione. Stiamo parlando di razze, cioè di selezione fatta dall'uomo, quindi non è raro vedere nascere cani da caccia con un istinto alla predazione vicino allo zero. Possiamo dire che questi cani non hanno mentalità? Quindi l'avidità potrebbe essere sinonimo di venaticità, e la venaticità è sinonimo di velocità? Se ho capito bene, sei dell'opinione che la "mentalità" è acquisita e non innata. Quindi non sei d'accordo con l'autrice dell'articolo?
 
Giovannit, non perdi tempo a filosofeggiare, però lo hai fatto non perdendo tempo a filosofeggiare. :):) La lancia non l'hai spezzata a favore del collare, ma lo hai fatto a favore del tuo metodo sulla scelta del cucciolo. Sempre utile ed interessante per chi ha la possibilità di poter scegliere. Qui mi fermo, perchè se incominciassi a parlare del mio metodo di scelta, molti altri parlerebbero del loro metodo. La mentalità la possiamo chiamare come ci pare e piace, anche educazione. Stiamo parlando di razze, cioè di selezione fatta dall'uomo, quindi non è raro vedere nascere cani da caccia con un istinto alla predazione vicino allo zero. Possiamo dire che questi cani non hanno mentalità? Quindi l'avidità potrebbe essere sinonimo di venaticità, e la venaticità è sinonimo di velocità? Se ho capito bene, sei dell'opinione che la "mentalità" è acquisita e non innata. Quindi non sei d'accordo con l'autrice dell'articolo?

No, la "mentalita'" e' in parte genetica ed in parte acquisita. Non so in che proporzione dei due fattori. E' cosi' non solo per i cani, ma per tutti gli animali "superiori." Vermi e lumache? Mah?! Ecco perche' in genere (e ci sono eccezioni) i dobermann, che sono geneticamente piu' adatti alla difesa e all'offesa, anche se con tanto lavoro e tanta pazienza uno potrebbe trovarne un individuo addestrabile a qualche forma di caccia, nella quale pero' potrebbe raramente eccellere per tante ragioni (perche' io abbia poi scelto il dobermann per un tale esempio mi sfugge: sono cani dal volume cranico insufficiente e dalle tante esperienze che ho avuto con loro--in California lavoravo in un ospedale veterinario--sono del tutto convinto che sono cani stupidi). E un Labrador, selezionato per il riporto e geneticamente adatto ad esso, se la parte acquisita (esperienze, addestramento, opportunita' venatorie, ecc.) mancano o sono difettose, potrebbe essere un brocco totale a caccia.
come riportatore

Tornando al tema (allevatori che selezionano razze "da caccia" in modo da ottenere esemplari capaci di vincere gare di bellezza, o di diventare cani da salotto, o cani da cieco, o altro) hanno una cattiva infuenza sulle razze che dovrebbero essere esclusivamente da caccia. Io non credo troppo nel cane tuttofare. Mi piace il sistema adottato da cacciatori inglesi e molti cacciatori americani che possono permettersi di avere piu' di un cane. Adoperano due razze specializzate, in genere un pointer o setter o kurzhaar in coppia con un Labrador per riportare.. Un cane per fermare, e l'altro per riportare, specialmente riporti difficili dall'acqua o macchia fitta.

Selezionando soggetti di Labrador che mostravano una certa propensita' alla ferma, sempre in Inghilterra si e' arrivati al Labrador da ferma. Scova, ferma e riporta. Se avessi deciso di acquistare un altro ausiliari venatorio, il Lab da ferma sarebbe stato la mia scelta.
 
Germano scrive: "Giovannit, non perdi tempo a filosofeggiare, però lo hai fatto non perdendo tempo a filosofeggiare." :):)

Germa', non dimenticare che empirismo e pragmatismo sono due filosofie, quindi paradossicamente, uno che le accetta lo fa a livello filosofico, sebbene ambedue siano filosofie contrarie alla speculazione filosofica.

In fondo molte cose umane sono un paradosso, cominciando da "Si vis pacem para bellum," a "democrazia rappresentativa." O e' democrazia (dove l'intero popolo vota in favore o contro ogni disegno di legge), o e' "rappresentativa," dove quelli eletti dall'intera cttadinanza poi votano come ca22o gli pare, spesso anche contro la volonta' popolare con la scusa di esserne rappresentanti anche quando non lo sono.

Che essere affascinante, l'essere umano, no? E' cosi' confuso e poi pretende di poter insegnare agli animali cose di cui lui stesso non e' troppo certo e che all'atto pratico non sarebbe capace di fare bene come i suoi allievi animali.
 
L'avidità è anche un fattore di DNA xché viene trasmessa ma se il cane non ha la struttura giusta non la può esprimere anche se si porta su tanta selvaggina seguita da un un'addestramento corretto potrà servire per vedere le sue potenzialità ma non le potrà esprimere mai al meglio
 
Se il cane non avesse l'istinto del predatore, potrà avere altre mentalità, ma non la mentalità del cacciatore, Quindi istinto più intelligenza unita all'esperienza fanno il cane di grande mentalità. Un lupo che ha come problema la sua sopravvivenza e quella della specie, deve per forza acquisire la mentalità che serve al predatore per catturare la preda. Io penso che la "mentalità" viene acquisita per far fronte alle varie difficolta della vita.
 
L'avidità è anche un fattore di DNA xché viene trasmessa ma se il cane non ha la struttura giusta non la può esprimere anche si porta su tanta selvaggina seguita da un un'addestramento corretto potrà servire per vedere le sue potenzialità ma non le potrà esprimere
Penso che un cane può essere avido e determinato anche se non è in standard morfologico.
 
Penso che un cane può essere avido e determinato anche se non è in standard morfologico.
Certo sicuro ma l'avidità come l'ha esprimi sul terreno se non hai la struttura la conformazione giusta x farlo, la puoi vedere notare ma sarà sempre un cane bloccato che più di quello non potrà dare

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Se il cane non avesse l'istinto del predatore, potrà avere altre mentalità, ma non la mentalità del cacciatore, Quindi istinto più intelligenza unita all'esperienza fanno il cane di grande mentalità. Un lupo che ha come problema la sua sopravvivenza e quella della specie, deve per forza acquisire la mentalità che serve al predatore per catturare la preda. Io penso che la "mentalità" viene acquisita per far fronte alle varie difficolta della vita.

Anche tra loro ci sono i paraculi, soggetti che si limitano a fare il compitino giusto per ottenere la quota di preda , magari di scarto ma che gli consente di vivere; non faranno altro nel branco nè avranno mai un rango elevato, eppure sono figli della stessa madre che ha partorito la futura/o capobranco. Qual è il nostro problema? Che non possiamo sapere della cucciolata quali sono questi soggetti e se la selezione naturale porta ad emarginarli tanto da impedirgli ( quasi sempre) di riprodursi nell allevamento domestico non succede praticamente mai perché è una attività economica. Credo di aver scritto diverso tempo fa che un regolamento come quello attuale sulla concessione del certificato di razza non ha senso se si vuole migliorare la razza, dovremmo cominciare ad attuare il regolamento francese che concede il certificato a soggetti adulti che dimostrano sul campo attitudini e standard di razza, lo stesso che abbiamo fatto noi in Italia con la razza equina Murgese, allora potremo parlare di caratteristiche che vengono realmente trasmesse.
 
Anche tra loro ci sono i paraculi, soggetti che si limitano a fare il compitino giusto per ottenere la quota di preda , magari di scarto ma che gli consente di vivere; non faranno altro nel branco nè avranno mai un rango elevato, eppure sono figli della stessa madre che ha partorito la futura/o capobranco. Qual è il nostro problema? Che non possiamo sapere della cucciolata quali sono questi soggetti e se la selezione naturale porta ad emarginarli tanto da impedirgli ( quasi sempre) di riprodursi nell allevamento domestico non succede praticamente mai perché è una attività economica. Credo di aver scritto diverso tempo fa che un regolamento come quello attuale sulla concessione del certificato di razza non ha senso se si vuole migliorare la razza, dovremmo cominciare ad attuare il regolamento francese che concede il certificato a soggetti adulti che dimostrano sul campo attitudini e standard di razza, lo stesso che abbiamo fatto noi in Italia con la razza equina Murgese, allora potremo parlare di caratteristiche che vengono realmente trasmesse.

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Infatti, nascono ciofeche anche dall'accoppiamento di due pluricampioni, di lavoro, di razza, di bellezza ecc..... Se non si vuole modificare il regolamento attuale dell'iscrizione, si potrebbe dare una sorta di assicurazione.Non so, tipo; se il cucciolo non esce, anche in età avanzata, o ti ridò i soldi, o ti cambio il cane.
Sono fuori tema?:roll:
 
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Infatti, nascono ciofeche anche dall'accoppiamento di due pluricampioni, di lavoro, di razza, di bellezza ecc..... Se non si vuole modificare il regolamento attuale dell'iscrizione, si potrebbe dare una sorta di assicurazione.Non so, tipo; se il cucciolo non esce, anche in età avanzata, o ti ridò i soldi, o ti cambio il cane.
Sono fuori tema?:roll:

Si', aspetta e spera... Qui gli allevatori seri si riprendono il cane se il cane mostra difetti fisici genetici (displasia delle anche o dei gomiti, cecita', epilessia, ecc.) Ma come si fa a pretendere che si riprenda un cane che non e' "uscito"? E se non e' uscito perche' chi l'ha comprato non l'ha saputo addestrare? Anche un cane potenzialmente, geneticamente, mentalmente eccellente puo' essere rovinato da un addestramento fatto a minkia canina...
 
Continuo a riportare quello che ha scritto la Signora Ester Ausilio sul "IL CACCIATORE italiano" di aprile-giugno 2021. Scrive: "Per godere pienamente del nostro springer a caccia, è fondamentale che sia ben addestrato, ciò non significa "ammaestrarlo" o robotizzato", ma sognifica dare al cane una serie di insegnamenti che porteranno a rendere la sua azione efficace all'esercizio venatorio. Io credo che l'addestramento serva a potenziare le qualità naturali e a metterle a disposizione del conduttore, per realizzare insieme al cane il massimo risultato durante l'attività venatoria." Chi è d'accordo con quello che ha scritto l'articolista? Parto con il dire che fra "potenziare con l'addestramento" e sfruttare tramite l'incentivo le doti naturali del cane, c'è una bella differenza. Ancora uno spunto per riflettere meglio: ho la cagna più giovane che oltre a bere fa anche la pipì a comando, con questo non posso dire che ho insegnato al cane a bere e a fare pipì, tramite un incentivo glielo faccio fare quando gli do l'ordine, ho sfruttato quello che è naturale, non ho potenziato niente. Quello che il cane non ha nel suo bagaglio genetico in riguardo alla predazione non glielo possiamo inserire con l'addestramento.
 
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