Questo collare elettrico è come il prezzemolo...qualsiasi sia il tema lui c'è dai calibri e fucili alla selezione...ahaha.
(Omissis)

Be' come tu sai, il prezzemolo a volte insaporisce un cibo che potrebbe essere diventato scialbo dopo essere stato servito da parecchio, o riscaldato
Poi, che vuoi, ho la laurea in Tuttolgia Avanzata, conseguita col massimo dei voti e la lode....[lol2.gif]

Tornando al tema, madonna quante parole astratte! Mentalita', venaticita', velocita', ecc. Come le misuri? Come le quantifichi?

Mi sembra che ci siamo persi nella teoria, nell'astrazione, nelle discussioni filosofiche, nelle convinzioni personali, e nella nebbia fitta del romanticismo applicato alla cinofilia.

astratte? a me non sembra proprio...beh la velocità è facile da misurare[Trilly-77-24.gif], il resto lo capisci cacciando un paio di volte con un cane...ci sono quelli nati per cacciare che lo hanno come unico obbiettivo, che lo sanno fare che il selvatico lo inventano che lo conoscono e sanno dove e come trovarlo, che lo fanno fino a che non li metti in macchina a costo di farlo strisciando e smettono di cacciare solo quando muoiono, con questi cani è un piacere ciacciare e lo si fà in silenzio spesso neanche il riporto bisogna indicargli perché sono già sul posto.
poi ci sono quelli che tra le altre cose se capita cacciano e trovano qualche animale...magari si muovono bene, magari sono veloci, ma non hanno l'istinto della caccia e mi dispiace ma questo è pura genetica e non lo si insegna ne con il tuo metodo ne con quello di germano...
certo poi l'esperienza aiuta, l'addestratore anche e se ha manico magari un cane da caccia ce lo fa saltare fuori...ma resterà sempre un mediocre, insomma di 46 ce n'è uno e gli altri 20 della moto gp non è che non hanno esperienza o non hanno le possibilità di allenarsi.
 
Anche tra loro ci sono i paraculi, soggetti che si limitano a fare il compitino giusto per ottenere la quota di preda , magari di scarto ma che gli consente di vivere; non faranno altro nel branco nè avranno mai un rango elevato, eppure sono figli della stessa madre che ha partorito la futura/o capobranco. Qual è il nostro problema? Che non possiamo sapere della cucciolata quali sono questi soggetti e se la selezione naturale porta ad emarginarli tanto da impedirgli ( quasi sempre) di riprodursi nell allevamento domestico non succede praticamente mai perché è una attività economica. Credo di aver scritto diverso tempo fa che un regolamento come quello attuale sulla concessione del certificato di razza non ha senso se si vuole migliorare la razza, dovremmo cominciare ad attuare il regolamento francese che concede il certificato a soggetti adulti che dimostrano sul campo attitudini e standard di razza, lo stesso che abbiamo fatto noi in Italia con la razza equina Murgese, allora potremo parlare di caratteristiche che vengono realmente trasmesse.

Ognuno lotta in base alle proprie possibilità, in relazione a queste occupa il posto che si merita all'interno della scala gerarchica. Penso che completamente inetti non nascono, se dovesse nascere qualche cucciolo malformato ci pensa la mamma a risolvere il problema. I lupi hanno diverse attitudini, ognuno di loro è uno specialista, quando cacciano in branco ogni lupo svolge il proprio compito, più o meno come una muta di segugi. Logicamente quando le circostanze lo richiedono sanno fare anche una caccia individuale, hanno più possibilità di sopravvivere. Ma chi decide quando è meglio separarsi è sempre chi comanda. Qualcosa del lupo è rimasto ancora nella testolina del cane, infatti i cani dominanti quando la selvaggina scarseggia all'argano sempre di più, per restringerla quando la selvaggina è più abbondante. Non entro nel merito se questo comportamento è un pregio o un difetto, io preferisco che il cane sia sempre collegato a prescindere dalla selvaggina. Martino, il pedigree attesta che il cucciolo è di razza. Per tutto il resto i cani da caccia vengono giudicati e valutati da giudici esperti in prove di lavoro, queste non sono gare. Le prove di lavoro servono a stabilire se un cane può o non può essere messo in riproduzione. Secondo me il metodo di valutazione è giusto, ma viene applicato male. Un cane prima di essere un cane da prove deve essere un cane da caccia. Prima deve acquisire la mentalità del cane da caccia e dopo la mentalità del cane da prove. Però tutto sommato non ci possiamo lamentare della selezione e dell'allevamento italiano del cane da caccia.
 
Però tutto sommato non ci possiamo lamentare della selezione e dell'allevamento italiano del cane da caccia.

Per questo l'Allevamento italiano lo colloco al primo posto rispetto agli altri paesi, guarda gli Springer in Inglilterra sono diventati pistatori di terreno sempre naso a terra super velocità è non ci si riesce ha capire quando il cane alza il selvatico o gli batte contro

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Questo collare elettrico è come il prezzemolo...qualsiasi sia il tema lui c'è dai calibri e fucili alla selezione...ahaha.
Battute a parte, credo che dovrebbe essere quasi un' obbligo dichiarare l'obbiettivo della propria selezione, anche se in tema Springer vedo sempre più allontanarsi dalle reali esigenze della caccia pratica.
A mio parere la mentalità è DNA o c'è o non c'è, le esperienze poi possono rovinare un cane eccellente tanto da renderlo inutilizzabile ma se la mentalità non c'è non è possibile crearla e il cane cacciatore lo si vede dopo ore ed ore, quando il cane ormai finito che accorcia e cammina diminuisce sicuramente la resa ma in più di un occasione scova, così come l'avidità può essere stimolata e fatta esplodere ma di base queste caratteristiche devono essere nel patrimonio genetico e aggiungo l'avidità non è assolutamente collegata alla velocità.
 
Però tutto sommato non ci possiamo lamentare della selezione e dell'allevamento italiano del cane da caccia.

Per questo l'Allevamento italiano lo colloco al primo posto rispetto agli altri paesi, guarda gli Springer in Inglilterra sono diventati pistatori di terreno sempre naso a terra super velocità è non ci si riesce ha capire quando il cane alza il selvatico o gli batte contro

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Più che pistatori sono battitori. Alzano la selvaggina con il metodo. Per l'abbondante selvaggina che hanno gli inglesi, ai loro springer e cocker non li fanno pistare. Noi invece che di selvaggina ne abbiamo poco, quando il cane prende l'emanazione la deve risolvere pistando per incalzare e mettere in volo a tiro di fucile. Lo springer come il cocker l'emanazione la prendono dal terreno e anche dal vento. Hanno una mentalità deversa dei cani da cerca inghlesi. I cani inglesi la selvaggina la trovano, i cani allevati in italia la selvaggina se la vanno a cercare. Ma non per questo non hanno metodo, hanno un metodo diverso, siccome hanno un metodo è difficile dare sfrullo a un cane da cerca. Per fortuna i giudici Sant'Uberto stanno imparando a giudicare i cani da ferma. L'anno scorso al campionato italiano, quasi la metà dei cani erano springer e cocker, il campionato italiano se le aggiudicato uno springer nella categoria assoluti e un cocker nella categoria veterani. Effettivamente l'allevamento dei cani da cerca da lavoro ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro, questo vale anche per i cani da ferma.
 
Questo collare elettrico è come il prezzemolo...qualsiasi sia il tema lui c'è dai calibri e fucili alla selezione...ahaha.
Battute a parte, credo che dovrebbe essere quasi un' obbligo dichiarare l'obbiettivo della propria selezione, anche se in tema Springer vedo sempre più allontanarsi dalle reali esigenze della caccia pratica.
A mio parere la mentalità è DNA o c'è o non c'è, le esperienze poi possono rovinare un cane eccellente tanto da renderlo inutilizzabile ma se la mentalità non c'è non è possibile crearla e il cane cacciatore lo si vede dopo ore ed ore, quando il cane ormai finito che accorcia e cammina diminuisce sicuramente la resa ma in più di un occasione scova, così come l'avidità può essere stimolata e fatta esplodere ma di base queste caratteristiche devono essere nel patrimonio genetico e aggiungo l'avidità non è assolutamente collegata alla velocità.

La "mentalità" dovrebbe essere acquisita con l'esperienza, certamente se non dovessero esserci quelle doti naturali geneticamente trasmesse, il cane non potrà mai avere una determinata mentalità, se gli mancasse la venaticità, non potrà mai avere la mentalità del cane da caccia. Nel patrimonio genetico ci sono le caratteristiche della razza, se non ci fossero non potranno mai essere apprese.
 

germano56

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E' il titolo apparso sul "IL CACCIATORE italiano" di aprile-giugno 2021, scritto da Ester Ausilio. L'autrice parla delle origini dello Springer spaniel inghlese, spiega che questa razza veniva allevata da famiglie nobili, e ognuna di queste aveva una propria linea di sangue e un proprio tipo di cane, più o meno quello che accadeva negli allevamenti italiani. Non per questo si poteva asserire che gli springer di quel allevamento erano meticciati e quelli dell'altro allevamento era puri. Nell'articolo è scritto chiaramente che non tutti gli allevatori avevano deciso di selezionare cani da lavoro, una parte avevo deciso di allevare sulla bellezza. A differenza del Cocker, lo springer non ha avuto successo come cane "bello" da compagnia, se deve il suo successo lo deve ai cacciatori e a chi ha selezionato per la funzione, non tralasciando l'aspetto esteriore. Da quello che ho capito, in Italia ci sono allevatori che allevano per la bellezza, quelli che allevano per lavoro, e quelli che allevano per la bellezza e per il lavoro, cioè quelli che si sono prefissati due obiettivi, cioè allevano cani belli e bravi. Nulla da dire, l'importante è, chi vuole un cane da cerca per portarlo a caccia deve sapere chi è l'allevatore che alleva cani da caccia, chi alleva cani da Expo e chi alleava cani belli e bravi. Purtroppo questo distinzione non c'è nelle altre razze, cioè c'è ma tutti la negano, si riempiono la bocca dicendo che c'è un'unica selezione, si c'è unica selezione con molte fregature. L'autrice parla di addestrabilità e affiatamento con il conduttore, su questo punto non sono completamente d'accordo, perchè se dietro l'addestramento non c'è quel famoso rapporto fra padrone e cane, l'addestramento non lo crea. Ma su questo punto ci ritorneremo più avanti. Secondo voi è giusto che l'allevatore dichiari lo scopo della propria selezione?
 
È una domanda che ha molteplici risposte xché si va da cosa cerca o piace ha l'utilizzatore finale o quello x cui quella determinata Razza è nata per fare con le sue caratteristiche a quello che allevamento è tenuto ha fare cioè portare avanti cani più tipici e o funzionali possibile e conformi, la domanda è dove sta la verità o far capire qual'è, ora che è stato redatto lo standard da lavoro, xché vien da se che ci sono 2 tipologie diverse, forse l'enci dovrebbe differire le 2 cose, si fa bene ha dire quale scopo persegue la selezione che porta avanti come in questo caso, che nelle altre razze

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Questo collare elettrico è come il prezzemolo...qualsiasi sia il tema lui c'è dai calibri e fucili alla selezione...ahaha.
(Omissis)

Be' come tu sai, il prezzemolo a volte insaporisce un cibo che potrebbe essere diventato scialbo dopo essere stato servito da parecchio, o riscaldato
Poi, che vuoi, ho la laurea in Tuttolgia Avanzata, conseguita col massimo dei voti e la lode....[lol2.gif]

Tornando al tema, madonna quante parole astratte! Mentalita', venaticita', velocita', ecc. Come le misuri? Come le quantifichi?

Mi sembra che ci siamo persi nella teoria, nell'astrazione, nelle discussioni filosofiche, nelle convinzioni personali, e nella nebbia fitta del romanticismo applicato alla cinofilia.

Secono me (la mia opinione, naturalmente) e' che i fattori siano pochi e molto piu' semplici:

1. (quello principale): il DNA e gli antenati del cane. Se la selezione e' stata fatta in base al lavoro (caccia, in questo caso), non bellezza, non (ecco un altro termine simile a quelli che sono stati adottati qui) "salotticita'," non qualche altro orpello inutile alla caccia

2. Ottime condizioni fisiche esenti da tare genetiche (displasia, cecita', epilessia, ecc.), spesso causate da consanguineita' eccessiva)

3. Comportamento del cucciolo fra i suoi simili (evitare cuccioli timidi o aggressivi, passivi, sonnolenti, privi di curiosita'

4. Reazioni del cucciolo ad un'ala di anatra o fagiano (non gabbiaroli). Se non mostra interesse, non accettatelo.

Se questi fattori sono tutti positivi, si ha un cane che potenziamente diverra' un buon o ottimo cane da caccia.... MA: e questo MA e' immenso, potenzialmente da solo non basta. E qui interviene la maniera in cui il cane viene istruito ed allenato. La mia opinione riguardo a questo elemento essenziale gia' l'ho espressa molte volte, e sappiamo che io e Germano abbiamo idee diverse.

Diciamo cosi' che se uno vuole vincere a LeMans e sceglie una Cinquecento, e' come uno che compra un cane di dubbie origini, senza un pedigree che mostra che e' figllio, nipote, pronipote e pro-pro-pro-pronipote di campioni di caccia pratica. Magari e' un'ottima Cinquecento, per fare cio' che una Cinquecento puo' fare, ma di certo non potrai mai fargli fare cose che una Ferrari da corsa puo' fare, anche se sei il migliore guidatore del mondo.

Inversamente, se sei un guidatore brocco, ti possono mettere in mano il bolide piu' perfetto che esista, ma non solo non vincerai mai una corsa, ma al primo giro ti frantumerai contro un ostacolo perche' il bolide ti prendera' la mano e tu non saprai controllarlo.

Il miglior cane che esista geneticamente, se lasciato fare a se' stesso confidando nella sua intelligenza e' come un bambino intelligentissimo fatto sedere per la prima volta dal Papa' davanti a un pianoforte, con davanti uno spartito di Chopin, e invitato a suonare, e a suonatre bene.

La mia opinione e' che il cane deve essere addestrato in una maniera consona alla sua razza, funzione, e anche personalita', ma addestrato minuziosamente, pedanticamente, continuamente, cominciando con l'obbedienza assoluta a tutti i comandi e poi insgnandogli i "trucchi del mestiere," ed esigendo che esegua cio' che deve fare senza esitare, senza fare di testa sua. INiziativa, si', ma sempre (per continuare il paragone con le automobili) sempre rimanendo "in pista." La pista puo' essere piu' o meno larga, ma deve esserci, e la costruisce il padrone, non il cane, e l'andare fuori pista deve essere punito istantaneamente, non piu' di un secondo dopo l'errore o la disubbidiienza--con una schicchera di... prezzemolo![ange2l.gif]
 
Secono me (la mia opinione, naturalmente) e' che i fattori siano pochi e molto piu' semplici:

1. (quello principale): il DNA e gli antenati del cane. Se la selezione e' stata fatta in base al lavoro (caccia, in questo caso), non bellezza, non (ecco un altro termine simile a quelli che sono stati adottati qui) "salotticita'," non qualche altro orpello inutile alla caccia
Sono d'accordo, se non ci fossero le doti genetiche trasmesse che servono al cane da caccia, decade tutto. Il certifica delle origini ci dice che il cane appartiene a quella determinata razza. Quello che può dirci qualcosa di più sono le verifiche fatte dai giudici Enci in prove di lavoro. Logicamente se devo andare a caccia, guardo il pedigree dalla parte lavorativa, cioè guardo quanti campioni italiani, internazionali e assoluti ci sono sul pedigree del cucciolo, ma più importante di tutto sono i campioni riproduttori presenti sul pedigree. Io guardo con molta diffidenza i pedigree dove ci sono molti campioni di bellezza.
Ottime condizioni fisiche esenti da tare genetiche (displasia, cecita', epilessia, ecc.), spesso causate da consanguineita' eccessiva)
Se ci fossero problemi di salute o difetti morfologici gravi da impedire al cane di cacciare, è ovvio che il cane non avrà la possibilità di esprimere quello che ha o potrebbe avere nel suo bagaglio genetico in riguardo alla
venaticità.
3. Comportamento del cucciolo fra i suoi simili (evitare cuccioli timidi o aggressivi, passivi, sonnolenti, privi di curiosita'
Su questo punto è solo una questione di fortuna, non ci sono metodi che danno la sicurezza di fare la scelta giusta. Il cucciolo aggressivo se portato in un ambiente diverso potrebbe diventare docile e malleabile. Il timido potrebbe diventare irruento, il troppo curioso potrebbe nascondere delle patologie, non auguro a nessuno un cucciolo iperattivo. Tutto questo non centra con la riuscita del cane da caccia, il più timido dei cuccioli ha le stesse possibilità di diventare campione di lavoro come un suo fratello molto più disinibito. Io prenderei volentieri un cuccioletto che sta in disparte per i fatti suoi, a patto che quando mi inginocchio e lo invito ad avvicinarsi lo fa scodinzolando a coda bassa e quando mi è a portata di mano mette la coda portata bassa da un lato.
4. Reazioni del cucciolo ad un'ala di anatra o fagiano (non gabbiaroli). Se non mostra interesse, non accettatelo.
Anche su questo punto, non sono molto d'accorso, cioè non sono contrario a chi rifiuta il cucciolo perchè non si è interessato all'ala del fagiano.E' un indizio probabile ma non è mai certo. L'ala in quel contesto non rappresenta la preda, quindi non è detto che il cucciolo che si disinteressa all'ala si disinteresserà anche delle selvaggina. Ho avuto una bast@dina figlia da generazioni di cani che cacciavano il coniglio. La prima lepre che gli ho abbattuta, la cagnolina aveva 4 mesi, quando si è avvicinata alla lepre e l'ha vista scalciare è scappata, e non ha voluto avvicinarsi. Il resto mi sembra di averlo già detto in qualche altra discissione, è diventata la migliore scovatrice di lepri che ho mai avuto. Con il tempo ha acquisito una aggressività predatoria inimmaginabile in un cucciolo che è scappato alla vista della lepre. Giovannit, il minimo indispensabile per capire qualcosa di che pasta è fatta il cane da caccia sono 7/8 mesi, almeno per le razze fa ferma e da cerca.
Se questi fattori sono tutti positivi, si ha un cane che potenziamente diverra' un buon o ottimo cane da caccia.... MA: e questo MA e' immenso, potenzialmente da solo non basta. E qui interviene la maniera in cui il cane viene istruito ed allenato. La mia opinione riguardo a questo elemento essenziale gia' l'ho espressa molte volte, e sappiamo che io e Germano abbiamo idee diverse.
Giovannit, tutto dipende da cosa da cosa si pretende dal cane. Io addestro, ma credo di essere pronto a portare il cane a caccia senza nessun addestramento particolare, mi dedicherò alla chiamata è a pochi, ma veramente pochi esercizi di riporto, il resto lo faro con una buona socializzazione e una discreta conduzione. Logicamente il cane va allenato bene e tenuto sempre in allenamento. Ho dato qualche mia opinione a chi era alle prime armi e mi chiedeva se era difficile addestrare un cane da caccia. Gli ho spiegato che la cosa importante è creare un bel rapporto con il cane, dopo gli ho detto di farsi obbedire dal cane sulla chiamata, gli ho suggerito di portare il cane sulla selvaggina e di non intromettersi fra il cane e la selvaggina. Basta questo per avere un buon cane da caccia. Anche un cane con un potenziale modesto, riesce a far incarnierare la selvaggina al proprio padrone. Se questo cane fosse super addestrato quel poco che ha li viene inibito dall'addestramento, in poche parole un cane che esegue ma trova poca selvaggina. Giovannit, l'addestramento al cane toglie non da. Ma è risaputo che i cani sotto addestramento non rendono come dovrebbero.
 
Purtroppo questo fenomeno e' accaduto con quasi tutte le razze canine da lavoro (caccia). Oggi tanti allevatori selezionano certe razze come il Labrador, il Setter inglese (quello roscio), il Golden Retriever, sia per la bellezza che per qualita' di cane di famiglia. E quindi le caratteristiche che li fanno (o facevano) cani da caccia eccellenti si son attenuate. Oggi come oggi, se dovessi farmi un cane da riporto, sceglierei un Chesapeake perche', seppure bello a modo suo come un Labrador, al quale assomiglia se non per il pelo piu' lungo e un po' riccio, ha un carattere che non lo rende cane da famiglia. E testardo (qui si dice che lo devi addestrare a legnate--ma di certo non e' che una boutade), molto possessivo della casa e potenzialmente pericoloso per gli estranei, e un po' mordace. Ma ha una potenza di nuoto e resistenza al freddo che supera quelle del Labrador. Oppure sceglierei un Boykin, che e' talmente poco conosciuto che non e' di moda fra i non cacciatori neanche come lo e' il maialetto vietnamita pancione. Per comprare un Labrador bisogna rivolgersi ormai a pochi allevatori che li selezionano e allevano esclusivamente per la caccia, ma che li offrono a prezzi esorbitanti. Il Wild Rose Kennel, ed un altro il cui nome al momento non ricordo (mannaggia la vecchiaia!) che e' a pochissimi km da dove abito, sono fra i migliori. Ma la qualita' si paga,
Il miglior cane da cerca e riporto che io abbia mai avuto il piacere di conoscere fu "Vodka," il Golden Retriever di mio cognato, cacciatore sfegatato di tutto e addestratore par excellence. Obbedientissimo, una vera macchina da caccia. Un cane capace di nuotare sott'acqua per acchiappare un palmipede ferito. Mio cognato a quei tempi lavorava in California per il BLM (non il Black Lives Matter, per carita', ma il Bureau of Land Reclamation, un ente federale) e ogni giorno controllava tre dighe su tre corsi d'acqua diversi, ricchi di trote e uccelii acquatici, Abitava accanto a una di queste dighe, in alta montagna, sulla Sierra Nevada, vicino Squaw Valley. Una volta mia moglie ed io eravamo li' per le vacanze di Natale. Faceva un freddo cane, Io presi in prestito il fucile di mio cognato ed il cane a mi affacciai sul lago, sperando ci fossero delle anatre a tiro. C'era invece un gruppo di folaghe sulla riva, a riscaldarsi al sole, e quando mi affacciai partirono. Feci la coppiola, ma una era ancora viva e nuotava. Lanciai Vodka che dopo essersi tuffato nell''acqu gelida passo' accanto alla folaga morta dandole appena una guardata, ma comincio' a inseguirla. Quando le fu vicino, la folaga si tuffo' sott'acqua--e Vodka pure. Mai vista una cosa del genere, Stette sott'acqua per parecchi secondi, e poi ne riemerse con la folaga in bocca, che mi riporto' prima di tornare a prendere quella morta.
Una volta Ron, mio cognato, stava pescando su un fiume del posto. Prese una bella trota, e mentre stava sciacquandola sulla riva dopo averla sventrata e decapitata, gli scivolo' di mano e fini' sul fondo di una buca profonda un paio di metri, ma ben visibile nell'acqua "gin-clear" cioe' limpida come il gin. Ron punto' la mano verso il fondo della buca e ordino' a Vodka di riportare. Senza esitare Vodka si tuffo', nuoto' verso il fondo, acchiappo' la trota in bocca e la riporto' a Ron.
Quando mia moglie era giovane e andava a nuotare nel lago, Vodka andava con lei, e se lei si allontanava troppo dalla riva lui la acchiappava per il costume o per la lunga treccia che aveva e la tirava verso riva, come se sapesse che gli umani non nuotano bene come i cani...
Era obbedientissimo. Una volta, vedendo delle anatre sullo stesso lago, gli dissi di sedersi e aspettare, mentre io cercavo di gattonarle. Ma le anatre continuavano a nuotare lungo la riva, e camminando camminando mi allontanai moltissimo da Vodka, ma non riuscii mai ad arrivare a tiro. Invece di seguire lo stesso percorso al ritorno ne scelsi uno piu' comodo, e passai ad una certa distanza da Vodka senza poterlo vedere a causa di cespugli fra me e lui. Arrivai a casa di mio cognato, pensando che ormai Vodka sarebbe tornato a casa anche lui. Macche'. Dovetti tornare dove l'avevo lasciato dove lui, obbedientissimo era rimasto seduto ad aspettare che lo chiamassi.
Di storie (vere) del genere mio cognato ne potrebbe raccontare tante. Un cane come Vodka non si trova facilmente. Ma anche l'addestramento del quale Ron fu l'artefice (addestramento del quale, ne sono sicuro, Germano non approverebbe perche' basato su principi nei quali non crede sebbene diano frutti eccellenti) ebbe la capacita' di trasformare il potenziale di Vodka in una splendida realta'. In mano ad un addestratore incapace, Vodka sarebbe stato un cane come tanti, con pregi e difetti, ma senza neanche sfiorare l'eccellenza. Ron addestrava cani da caccia e che poi faceva partecipare in gare di caccia pratica, che spesso vinceva. Ma il suo scopo principale per l'addestramento era la caccia, non le gare. Addestrava canii di diverse razze, inclusi springers.
Oggi il Golden Retriever medio e' un farfallone, affettuoso, docile, bellissimo, ma a caccia non vale piu' molto. Ne hanno fatto un cane da salotto. Lo stesso col setter inglese, e persino col barbone che, credetelo o no, una volta era un cane da riporto dall'acqua. Se continua cosi', soltanto le razze di cani brutti, scontrosi e mordaci saranno i buoni cani da caccia di domani perche' la gente sci-sci, i buonisti anticaccia, e i topi di citta' non vorranno mai farne cani da salotto.
 
E' il titolo apparso sul "IL CACCIATORE italiano" di aprile-giugno 2021, scritto da Ester Ausilio. L'autrice parla delle origini dello Springer spaniel inghlese, spiega che questa razza veniva allevata da famiglie nobili, e ognuna di queste aveva una propria linea di sangue e un proprio tipo di cane, più o meno quello che accadeva negli allevamenti italiani. Non per questo si poteva asserire che gli springer di quel allevamento erano meticciati e quelli dell'altro allevamento era puri. Nell'articolo è scritto chiaramente che non tutti gli allevatori avevano deciso di selezionare cani da lavoro, una parte avevo deciso di allevare sulla bellezza. A differenza del Cocker, lo springer non ha avuto successo come cane "bello" da compagnia, se deve il suo successo lo deve ai cacciatori e a chi ha selezionato per la funzione, non tralasciando l'aspetto esteriore. Da quello che ho capito, in Italia ci sono allevatori che allevano per la bellezza, quelli che allevano per lavoro, e quelli che allevano per la bellezza e per il lavoro, cioè quelli che si sono prefissati due obiettivi, cioè allevano cani belli e bravi. Nulla da dire, l'importante è, chi vuole un cane da cerca per portarlo a caccia deve sapere chi è l'allevatore che alleva cani da caccia, chi alleva cani da Expo e chi alleava cani belli e bravi. Purtroppo questo distinzione non c'è nelle altre razze, cioè c'è ma tutti la negano, si riempiono la bocca dicendo che c'è un'unica selezione, si c'è unica selezione con molte fregature. L'autrice parla di addestrabilità e affiatamento con il conduttore, su questo punto non sono completamente d'accordo, perchè se dietro l'addestramento non c'è quel famoso rapporto fra padrone e cane, l'addestramento non lo crea. Ma su questo punto ci ritorneremo più avanti. Secondo voi è giusto che l'allevatore dichiari lo scopo della propria selezione?

Secondo me e' giustissimo ed onesto che un allevatore dichiari lo scopo della propria selezione. Se seleziona per bellezza e gentilezza e io voglio un cane da caccia che lavori sodo ed abbia grinta e abnegazione, lungi da me comprare un cane da lui.
 
Un cane come Vodka non si trova facilmente. Ma anche l'addestramento del quale Ron fu l'artefice (addestramento del quale, ne sono sicuro, Germano non approverebbe perche' basato su principi nei quali non crede sebbene diano frutti eccellenti)
Giovannit, io non credo all'addestramento forzato fatto a tutti i costi. Il resta io lo insegno ai cani solo se hanno un buon collegamento con il padrone. Dopo aver addestrato il cane al resta, verifico l'addestramento lasciando il cane sul resta, se il cane disobbedisce e mi viene a cercare continuo nell'addestramento, se invece disobbedisce e abbandona per andare a fare qualcosa che ritiene più interessante del padrone, evito di continuare l'addestramento, non mi interessa un cane che obbedisce per costrizione, cioè non abbandona la postazione per paura della punizione. Preferisco legarlo che dargli il resta, sono più tranquillo io, ed è più sicuro il cane. L'addestramento anche se coercitivo non potrà mai dare la certezza sull'affidabilità del cane. E' nella natura del cane non rinunciare mai a niente se non ha capito il perchè è meglio rinunciare. Questo al cane non glielo può far capire nessun addestramento, l'unico modo che ha il cane per capire é per tentativi ed errori. Giovannit, Io i miei polipi li faccio cucinare sempre nella loro stessa acqua.:):) Si fidano di me non per paura, ma perchè non hanno interesse a disobbedire, hanno capito dove sta il giusto. Mi spiego meglio, io non porto il cane a sbagliare per dopo correggere, il cane è talmente intelligente che sa correggersi da solo, bisogna dargli il tempo giusto e soprattutto bisogna procurargli delle esperienze vere con selvaggina vera.
 
penso proprio che sia giusto che un allevatore "dichiari" che tipo di cani sta selezionando anche perchè chi acquista un cane per un determinato scopo deve sapere dove spende i suoi soldi, poi chi si affida alla letteratura specializzata per capire che razza di cane (standard) fa per lui e la sua famiglia non dovrebbe avere in linea di massima brutte sorprese...........in bocca al cocker!!!!!!!!!!
 
Giovannit, io non credo all'addestramento forzato fatto a tutti i costi. Il resta io lo insegno ai cani solo se hanno un buon collegamento con il padrone. Dopo aver addestrato il cane al resta, verifico l'addestramento lasciando il cane sul resta, se il cane disobbedisce e mi viene a cercare continuo nell'addestramento, se invece disobbedisce e abbandona per andare a fare qualcosa che ritiene più interessante del padrone, evito di continuare l'addestramento, non mi interessa un cane che obbedisce per costrizione, cioè non abbandona la postazione per paura della punizione. Preferisco legarlo che dargli il resta, sono più tranquillo io, ed è più sicuro il cane. L'addestramento anche se coercitivo non potrà mai dare la certezza sull'affidabilità del cane. E' nella natura del cane non rinunciare mai a niente se non ha capito il perchè è meglio rinunciare. Questo al cane non glielo può far capire nessun addestramento, l'unico modo che ha il cane per capire é per tentativi ed errori. Giovannit, Io i miei polipi li faccio cucinare sempre nella loro stessa acqua.:):) Si fidano di me non per paura, ma perchè non hanno interesse a disobbedire, hanno capito dove sta il giusto. Mi spiego meglio, io non porto il cane a sbagliare per dopo correggere, il cane è talmente intelligente che sa correggersi da solo, bisogna dargli il tempo giusto e soprattutto bisogna procurargli delle esperienze vere con selvaggina vera.


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Sono sempre io...il Bastian contrario!:mrgreen: Partendo dal presupposto che io in tanti anni non ho mai visto usare il tuo metodo di "addestramento", da nessuno. Andiamo al "resta"; dici che se il cane, dopo tanti tentativi non esegue il "resta", rinunci e preferisci legare il cane. Secondo me un cane legato non serve a niente nell'azione di caccia, (come ha descritto Giovanni). Invece io al cane, prima insegno il "piede", (se mi va), e quando lo esegue bene, do "andiamo" partendo anch'io con lui. Dopo che ha capito questi due passaggi, passo al "resta". Il tutto oltre che hai comandi vocali, uso molto i gesti con le mani; Piede, indico col dito indice il mio piede sx, lo faccio partendo col braccio un pò alto, compiendo un mezzo cerchio e fermandomi quando l'indice indica il piede. Stessa cosa per "andiamo", (che non è un "via).
Dopo aver messo il cane al piede,tenendo il braccio disteso al fianco, lo alzo indicando avanti e dando l'ordine "andiamo". Il resta; metto il cane al piede, metto la mano aperta d'avanti la faccia del cane e do l'ordine "resta", mentre io mi allontano. Se il cane mi segue, mi fermo, torno al punto di partenza e ricomincio.
Dopo questi esercizi, se il cane non esegue, mi faccio aiutare da qualcuno che tenga il cane al guinzaglio, do l'ordine e se il cane tenta di seguirmi, gli viene data una leggera strattonata e un "no" deciso. Quando arrivo nel punto stabilito, mi giro e do il "vieni", nel frattempo l'aiutante ha lasciato il guinzaglio. Se all'ordine "no" il cane si ferma, viene mollato anche il guinzaglio.

Mi ero dimenticato di dire che questo addestramento l'ho usato con i Pastori tedeschi, non con cani da caccia, con questi mi sono limitato al "piede".
 
Giovannit, io non credo all'addestramento forzato fatto a tutti i costi. Il resta io lo insegno ai cani solo se hanno un buon collegamento con il padrone. Dopo aver addestrato il cane al resta, verifico l'addestramento lasciando il cane sul resta, se il cane disobbedisce e mi viene a cercare continuo nell'addestramento, se invece disobbedisce e abbandona per andare a fare qualcosa che ritiene più interessante del padrone, evito di continuare l'addestramento, non mi interessa un cane che obbedisce per costrizione, cioè non abbandona la postazione per paura della punizione. Preferisco legarlo che dargli il resta, sono più tranquillo io, ed è più sicuro il cane. L'addestramento anche se coercitivo non potrà mai dare la certezza sull'affidabilità del cane. E' nella natura del cane non rinunciare mai a niente se non ha capito il perchè è meglio rinunciare. Questo al cane non glielo può far capire nessun addestramento, l'unico modo che ha il cane per capire é per tentativi ed errori. Giovannit, Io i miei polipi li faccio cucinare sempre nella loro stessa acqua.:):) Si fidano di me non per paura, ma perchè non hanno interesse a disobbedire, hanno capito dove sta il giusto. Mi spiego meglio, io non porto il cane a sbagliare per dopo correggere, il cane è talmente intelligente che sa correggersi da solo, bisogna dargli il tempo giusto e soprattutto bisogna procurargli delle esperienze vere con selvaggina vera.

Invvece io voglio un cane che a casa, a passeggio, in viaggio, con estranei con bambini sia un cane, puro e semplice. Ma a caccia voglio un tecnico, uno specialista, un ausiliario che faccia tutto cio' che voglio, quando lo voglio e come lo voglio. Una macchina perfetta e ben oliata.Tu mi insegni che un cane non e' inteligente come il padrone. Lo hai scritto tu. Percio' come ti puoi affidare all'intelligenza del cane quando tu puoi fare le decisioni giuste piu' di lui? Se e' cosi' e si vuole che faccia le cose giuste bisogna insegnare al cane ad obbedire anche ad ordini che magari secondo il suo istinto e la sua limitata intelligenza pensa che siano sbagliati. Per certe cose uno puo' dare al cane un po' di briglia sciolta. Per esempio (un esempio che ho usato diverse volte) preferisco che il cane invece di buttarsi in un fiume e nuotare verso l'anatra che si allontana con la corrente, corra lungo la riva fino all'altezza dell'anatra e solo allora si tuffi. In gara, e' bocciatura. A caccia e' necessario.
Un'altra bocciatura sicura in gara e' quando il cane cerca di riportare piu' di un'anatra alla volta dall'acqua. A caccia, se e' possibile che il cane lo faccia, gli risparmia viaggi inutili che lo stancano inutilmente. A Scout non ho mai insegnato a non farlo. E lei adoperava la sua "intelligenza" (io lo chiamerei istinto) e di tre anatre morte ne abboccava due e spingeva la terza sull'acqua col petto, in mezzo alla sue zampe. Io non credo assolutamente che l'insegnamento che tu definisci (impropriamente) "forzato" perche' dopo tutto non si potra' mai forzare un cane a fare cio' che e' alieno alla sua natura, ma lo si puo' semmai obbligare a fare bene cio' che gia' e' parte della sua natura. E per insegnargli a farlo bene una certa quantita' di costrizione,e a volte di punizione commensurata allo sbaglio o alla testardaggine (il cane a volte ti sfida per vedere fino a che punto puo' spingere te senza soffrine una conseguenza.
Germa', l'ho detto che abbiamo filosofie diverse. Se tju ottieni buoni risultati col tuo tipo d'addestramento (e l'addestramento del cane deve essere adattato non solo al cane , ma al padrone stesso), non vuol dire assolutamente che altre filosofie, altri principi siano sbagliati. Se funziano bene per altri umani e per i loro cani, poi, non significa affatto che siano i tui sistemi ad essere sbagliati. L'efficacia dei metodi si vede dai risultati. I miei risultati sono stati buoni, e cosi' quelli di altri che ho conosciuto personalmente o i cui libri ho letto. E sono i loro metodi che ho adottato io. E Scout, in 14 anni di caccia e riporto ha perduto una sola anatra morta quando era cucciolona, inesperta ed immatura. Naturalmente non conto le anatre rubatele dalle aquile prima che lei potesse arrivarci a nuoto.
 
Sono sempre io...il Bastian contrario!:mrgreen: Partendo dal presupposto che io in tanti anni non ho mai visto usare il tuo metodo di "addestramento", da nessuno.
Non voglio meriti che non mi appartengono, il metodo non è mio, io al massimo posso aver aggiunto o modificato qualcosa.
Andiamo al "resta"; dici che se il cane, dopo tanti tentativi non esegue il "resta", rinunci e preferisci legare il cane.
Non ho detto questo. Ho detto che se dovesse trasgredire per venirmi a cercare continuo l'addestramento, se invece di venirmi a cercare trasgredisce per andare in giro ad annusare la pipì fatta da altri cani, smetto di fargli fare questo esercizio, il motivo l'ho spiegato prima.
Secondo me un cane legato non serve a niente nell'azione di caccia,
Legare il cane serve alla tranquillità del padrone e alla sicurezza del cane. Un cane costretto a stare sul resta, che non ha collegamento, è meglio legarlo, altrimenti al rientro ci sono buone probabilità che il padrone deve andare in cerca del cane. Ognuno ha i propri metodi, l'importante è raggiungere l'obiettivo. Io non uso ne corde ne strattonate, al massimo, se dovesse trasgredire, con il braccio sotto la pancia e la mano sotto la gola lo sollevo delicatamente da terra, e lo riporto sul punto dove lo avevo lasciato. Io metto il cucciolo sul seduto (il terra per il cucciolo è troppo costrittivo) gli do l'ordine di resta, e invece di allontanarmi incomincio a girargli intorno, in base alla reazione del cucciolo allargo o stringo il cerchio. Il cerchiare è un atteggiamento di dominanza, il dominante cerchia e il sottomesso assume l'immobilità. Giovanni questo non me lo sono inventato io. Secondo me è meglio non chiamare il cane sul resta, meglio andare a prenderlo, opinione personale.
 
Invvece io voglio un cane che a casa, a passeggio, in viaggio, con estranei con bambini sia un cane, puro e semplice
Un cane ben educato, cioè ben socializzato, oltre ad essere puro e semplice, è anche molto equilibrato, anche in questo caso non è l'addestramento che rende il cane equilibrato.
Ma a caccia voglio un tecnico, uno specialista, un ausiliario che faccia tutto cio' che voglio, quando lo voglio e come lo voglio. Una macchina perfetta e ben oliata.
Per addestrare un cane bisogna conoscere le attitudini della razza, e non andare oltre, bisogna incentivare la predisposizione della razza e del soggetto. Logicamente per rendere al massimo il cane ha bisogno di essere condotto bene a caccia, altrimenti tutto l'addestramento va a farsi benedire.
Tu mi insegni che un cane non e' inteligente come il padrone. Lo hai scritto tu. Percio' come ti puoi affidare all'intelligenza del cane quando tu puoi fare le decisioni giuste piu' di lui?
Giovannit, ci sono cani più intelligenti dei padroni:) non ricordo quello che ho scritto, molto probabilmente ho scritto che il cane non fa ragionamenti complessi come i nostri. E sempre il padrone a dare il via, dopo è tutto un gioco di interazione fra cane e padrone, il cane farà il suo lavoro con la massima autonomia e il padrone farà il suo. Il compito del cacciatore non è quello di insegnare al cane a cacciare, è quello di mettere il cane nelle migliori condizione di cacciare, questo si può fare se il cacciatore capisce il cane e lo conduce in base al suo potenziale. Un cane collabora ed interagisce se è stato abituato fin da piccolino, obbedire non è interagire. Più si ordina è più si comanda, meno possibilità diamo al cane di pensare e di agire, un cane da caccia quando caccia andrebbe disturbato il meno possibile. Bisogna dedicarsi il più possibile all'ordine della chiamata, solo con questo comando un cane da caccia può essere portato a caccia da tutte le parti senza farci sfigurare. L'addestramento convenzionale giusto o sbagliato è una storia a parte che non centra con l'addestramento del cane da caccia, la saggezza del cane da caccia che ha raggiunto con l'esperienza è mille volte più produttiva di un cane che è stato corretto a prescindere dalla sua esperienza, è stato costretto ad attaccare l'asino dove ha voluto il padrone. Quindi evitiamo al cane da caccia di fargli attaccare l'asino dove vuole il padrone. Le nostre finezze il cane non può capirle, fargli fare qualcosa che contrasta con il suo istinto, intacca l'equilibrio del cane e anche il discernimento. Se vogliamo far fare al cane quello che vogliamo noi, togliamo al cane la facoltà di valutare e decidere, a caccia fa la differenza in termini di carniere. Un cane non può sapere quello che il suo padrone ritiene giusto e quello che ritiene sbagliato, nel mondo del cane questo non esiste. Per fortuna quando il cane è a contatto con il selvatico, dimentica tutto quello che gli ha insegnato il padrone che aveva la presunzione di insegnare a predare al predatore. :):)
 
Un cane ben educato, cioè ben socializzato, oltre ad essere puro e semplice, è anche molto equilibrato, anche in questo caso non è l'addestramento che rende il cane equilibrato. Per addestrare un cane bisogna conoscere le attitudini della razza, e non andare oltre, bisogna incentivare la predisposizione della razza e del soggetto. Logicamente per rendere al massimo il cane ha bisogno di essere condotto bene a caccia, altrimenti tutto l'addestramento va a farsi benedire.
Giovannit, ci sono cani più intelligenti dei padroni:) non ricordo quello che ho scritto, molto probabilmente ho scritto che il cane non fa ragionamenti complessi come i nostri. E sempre il padrone a dare il via, dopo è tutto un gioco di interazione fra cane e padrone, il cane farà il suo lavoro con la massima autonomia e il padrone farà il suo. Il compito del cacciatore non è quello di insegnare al cane a cacciare, è quello di mettere il cane nelle migliori condizione di cacciare, questo si può fare se il cacciatore capisce il cane e lo conduce in base al suo potenziale. Un cane collabora ed interagisce se è stato abituato fin da piccolino, obbedire non è interagire. Più si ordina è più si comanda, meno possibilità diamo al cane di pensare e di agire, un cane da caccia quando caccia andrebbe disturbato il meno possibile. Bisogna dedicarsi il più possibile all'ordine della chiamata, solo con questo comando un cane da caccia può essere portato a caccia da tutte le parti senza farci sfigurare. L'addestramento convenzionale giusto o sbagliato è una storia a parte che non centra con l'addestramento del cane da caccia, la saggezza del cane da caccia che ha raggiunto con l'esperienza è mille volte più produttiva di un cane che è stato corretto a prescindere dalla sua esperienza, è stato costretto ad attaccare l'asino dove ha voluto il padrone. Quindi evitiamo al cane da caccia di fargli attaccare l'asino dove vuole il padrone. Le nostre finezze il cane non può capirle, fargli fare qualcosa che contrasta con il suo istinto, intacca l'equilibrio del cane e anche il discernimento. Se vogliamo far fare al cane quello che vogliamo noi, togliamo al cane la facoltà di valutare e decidere, a caccia fa la differenza in termini di carniere. Un cane non può sapere quello che il suo padrone ritiene giusto e quello che ritiene sbagliato, nel mondo del cane questo non esiste. Per fortuna quando il cane è a contatto con il selvatico, dimentica tutto quello che gli ha insegnato il padrone che aveva la presunzione di insegnare a predare al predatore. :):)

A volte penso che la differenza fra le mie vedute sull'addestramento del cane sia piu' di natura semantica che sostanziale. Anch'io credo fermamente che l'addestramento ai fini venatori o qualsiasi altri fini deve essere adeguato alla natura sia della razza del cane che a quella del cane individuale che appartine a quella razza. Ci sono eccezioni, naturalmente, come i cani da circo che, indossando un tutu' vengono costretti a camminare sulle zampe posteriori e afre altre stronzate del genere, e che a vederli non mi fanno ridere, ma mi fanno venire il magone, poveretti.

Per quanto riguarda il fatto che ci siano cani piu' intelligenti dei padroni, sono quasi, ma non del tutto d'accordo. Anche qui e' una questione di semantica. Io credo che ci siano padroni meno intelligenti del cane e soprattutto meno intelligenti di altri umani. Fra questi sprovveduti annovero quelli che dopo essersi sgolati a chiamare un cane sfuggito al loro controllo, quando poi il cane si decide a tornare lo riempiono di botte, insegnando cosi' al cane che e' meglio non ritornare. Il cane (e' la sua natura) non capisce il rapporto fra causa ed effetto se l'effetto non segue quasi immediatamente la causa. Una punizione somministrata piu' di un secondo o due dopo lo sbaglio non gli fa collegare sbaglio e punizione, e lo confondera' soltanto. Ed ecco perche' io ( e centinaia di migliaia di allevatori, addestratori, e cacciatori americani usano il tuo tanto disprezzato collare elettrico. Lo sbaglio o la disobbedienza vengono corretti istantaeamente, ed il cane associa la scorrettezza coompiuta alla spiacevole (ma non dolorosa o causa di danni) schicchera accomagnata da un "buzzz" sonoro. E non solo. Poi associera' anche il buzz allo sbaglio e all'imminenza della schicchera e la correzione avverra' anche senza la schicchera.
Certo, il cosiddetto addestratore che e' piu' limitato intellettualmente del cane lo puo' confondere e rovinarlo se non capisce il concetto iu' basilare del collare elettrico: il collare non insegna niente, ma semplicemente corregge un'azione che il cane ha gia' imparato in precedenza e che adesso viene tralasciata o fatta in maniera sbagliata. Infatti mentre si insegna al cane cio' che deve fare, nenache si dovrebbeaccendere il collare che, come ho detto non insegna niente che non sia gia' stato inegnato benissimo dal padrone. Altrimenti il padrone scemo lo rincollionirebbe di scosse e il cane non capirebbe mai cio' che il padrone vuole e diventerebbe confuso e scemo come il padrone..
 
Insomma, qualsiasi argomento nuovo venga aperto si finisce sempre per discutere delle modalità di addestramento andando di conseguenza fuori argomento. Come avete potuto constatare non sono quasi mai intervenuto per riportare la discussione nei binari giusti , anche se “sollecitato” da chi si era reso conto della deriva, non l’ho fatto perché comunque la discussione è stimolante a prescindere ma vorrei che ci fosse più pertinenza tra il titolo e il contenuto per rispetto di chi si aspetta di saperne di più sull argomento dichiarato.

A questo proposito, ( le modalità di addestramento) ho invitato più volte Nicola( germano56) ad aprire una discussione apposita dove si possa discutere serenamente e nella quale lui possa spiegare in termini semplici come procede nell addestrare i suoi ausiliari, spero che prima o poi mi ascolti....
🙋‍♂️
 
Insomma, qualsiasi argomento nuovo venga aperto si finisce sempre per discutere delle modalità di addestramento andando di conseguenza fuori argomento. Come avete potuto constatare non sono quasi mai intervenuto per riportare la discussione nei binari giusti , anche se “sollecitato” da chi si era reso conto della deriva, non l’ho fatto perché comunque la discussione è stimolante a prescindere ma vorrei che ci fosse più pertinenza tra il titolo e il contenuto per rispetto di chi si aspetta di saperne di più sull argomento dichiarato.

A questo proposito, ( le modalità di addestramento) ho invitato più volte Nicola( germano56) ad aprire una discussione apposita dove si possa discutere serenamente e nella quale lui possa spiegare in termini semplici come procede nell addestrare i suoi ausiliari, spero che prima o poi mi ascolti....
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Io obbedisco. Poi ormai cio' che avevo da dire l'ho detto gia' cento volte, e chi mi vuole ascoltare mi ascolti, chi non vuole non mi ascolti. Percio' lascio a Germano il campo, non in ritirata, perche' la ritirata non e' mai stata il mio forte--begolardo e pugnace come sono--ma perche', come si dice da noi, ormai questo cavallo l'ho frustato fino alla morte e non voglio far sbadigliare gli altri membri, che immagino commentino ai miei scritti su questo soggetto: "E basta co' 'sti labbradori!" "E chissenefrega de Scout! Io cio' 'no springere!" e "Mannaggia a 'a morte! Chiss' me stace facenno scinner 'o latte a 'e cuglione!" oppure "Dio bonino, Giovannit. 'un la smette mai di ciurlarmi nel maniho hon hodesto hollare elettrico!" Percio' adesso comincero' a rompere le palle a tutti con qualche altro soggetto, cercando di pestare i calli a qualcuno che la pensa diversamente per creare una bella discussione sesquipedale! A rivederci altrove!
 
Insomma, qualsiasi argomento nuovo venga aperto si finisce sempre per discutere delle modalità di addestramento andando di conseguenza fuori argomento. Come avete potuto constatare non sono quasi mai intervenuto per riportare la discussione nei binari giusti , anche se “sollecitato” da chi si era reso conto della deriva, non l’ho fatto perché comunque la discussione è stimolante a prescindere ma vorrei che ci fosse più pertinenza tra il titolo e il contenuto per rispetto di chi si aspetta di saperne di più sull argomento dichiarato.

A questo proposito, ( le modalità di addestramento) ho invitato più volte Nicola( germano56) ad aprire una discussione apposita dove si possa discutere serenamente e nella quale lui possa spiegare in termini semplici come procede nell addestrare i suoi ausiliari, spero che prima o poi mi ascolti....
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Avevo notato che si stava incominciava ad andare fuori discussioni, per educazione rispondo a tutti, l'importante è ritornare in discussione il prima possibile. Nell'intervista si parla anche della mentalità del cane da caccia, su questo ci sarei arrivato portando nuovamente la discussione nei binari giusti. Martino, c'è in evidenza una discussione aperta da Te nel 2017 dal titolo "Addestramento del cane da caccia: metodi ed esperienze" con 191 risposte e 6893 visualizzazioni. Servirebbe a cosa aprire una discussione uguale a questa? C'è anche un'altra discussione dal titolo "prevenire è meglio di correggere"
 
L'autrice prende in esame le caratteristiche dello Springer Spaniel Inglese, parlando dell'avidità scrive: "L'avidità per intendersi come "voglia del selvatico", questa pulsione, motivazione che spinge lo springer a cacciare dal primo istante in cui viene sganciato. A mio avviso l'avidità è una delle facce della mentalità che un cane da caccia deve possedere: la mentalità è parte del DNA del singolo soggetto, il cane deve nascere con una mentalità da cacciatore perchè solo così nella sua testa ragionerà cercando e trovando la via per raggiungere l'obiettivo, e cioè scovare la selvaggina, e il suo corpo sarà lo strumento per attuare questa strategia scritta nei suoi geni." Vi chiedo: secondo voi, la mentalità è solo questione di DNA? L'avidità è sinonimo di velocità?
 
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