Eccomi di nuovo a raccontar di cose d'acqua.
Ieri decima uscita stagionale alla cortese attenzione di selvaggina dal piatto becco, quarta al chiaro d.t.
La stagione ormai è avanzata e poche sono le speranze di fruttuosi carnieri. Uccelli nuovi non se ne segnalano, i nostri pusher di notizie, nonchè amanti dei censimenti quasi giornalieri non segnalano novità dalle vicine oasi. Anatre poche e tutte ormai guardinghe e restie a lasciare le sicure dimore, ma il venerdi sera le previsioni segnalano pioggia e con la pioggia il vero waterfowler ( per dirla alla Beppe
) non deve cullarsi nel'alba asciutta sotto le coperte, ma deve presidiare perchè le sorprese possono essere dietro l'angolo.
Così alla vigiia avviso i soci sul da farsi, ma solo Roberto accoglierà l'invito ben sapendo che le mie precedenti uscite, accuratamente selezionate in virtù di meteo favorevoli, hanno dato risultati ineguagliabili nelle altre giornate sempre presidiate dai quotisti di turno.
L'unica condizione che ho posto è stata quella di non entrare inutilmente al capanno mezz'ora prima dello start, ma semmai mezz'ora dopo visto che l'alba si sarebbe presentata scura e visto che a me di tirare la botta al buio sul branco per fare ciccia, poco mi entusiasma.
Appuntamento al bar, ricca colazione, viaggio tranquillo con velocità di crociera da passeggio e non da corsa e chissene frega se siamo arrivati molto dopo lo start con il pensiero che qualche collega potesse aver sparato in uno dei chiari della piana scacciando il popolo pennuto in sosta notturna nel nostro.
Infatti lo sguazzo si presenta vuoto, ma quella prima mezz'ora della nuvolosa alba ci ha riservato diverse curate di alzavole singolarmente o a coppia che hanno tenuto la nostra attenzione alta ed un approccio venatorio iniziale assai divertente con 4 garganelle raccolte ed una quinta caduta purtroppo nel campo alle nostre spalle dove la pioggia dei giorni precedenti sembrava aver sortito effetto doping sui cardi, tanto erano fitti ed alti vanificando la ricerca dell'uccello. Altri 2, 3 voli un pò distanti e così sono passati quei primi ed intensi minuti iniziali in attesa della prevista pioggia che comincerà a farsi man mano più intensa a partire dalle 8,30 e con alterne pause. La pioggia ed il vento moderato facevano presagire un ottima giornata visto anche il movimento iniziale ed invece non si vedrà penna in cielo a vista d'occhio. Ci facciamo il caffè, si fà l'ora del pranzo e riceviamo l'invito da parte di amici colleghi di un chiaro vicino. Roberto che non salta un pasto neanche se si presentasse Belen, accetta, io no. So che in giornate simili la sorpresa si presenta in ogni momento, la sorpresa che può cambiare l'esito della giornata, non in carniere, ma soprattutto in emozioni.
Neanche arriva il socio alla macchina che un Alzavola altissima si fionda dal cielo sul lago, struscia il canneto e mi si presenta in volo ad 1 metro dall'acqua con l'ali accoppate verso il capanno, mi giro per prendere il fucile e mi aspetto di vederla posata tra gli stampi, invece come un fantasma è sparita,esco per vedere se s'involasse dal canneto bordo lago, ma nulla. Passano una decina di minuti, nei quali sono stato impegnato in telefonata di lavoro e quando butto fuori gli occhi vedo un'alzavola sulla mia destra posata lontana. La stessa di prima ? boh, valle a capire. Rimarrà lontana, non c'è verso di farla avvicinare. Si trova a poco più di 10 mt. dalla cannuccia che segna i 50 mt. A quella distanza il tungsteno fà miracoli, cambio le cartucce, sparo s'invola ed alla terza la fulmino, ma il vento la trascina sul campo di cardi
. Persa.
Torna l'amico dal pranzo, in cielo alti 2 branchi di pivieri, Roberto li chiama col suo fischio in maniera egregia e dopo 3 giri si calano fino quasi farsi toccare e con quelle curate emozionanti che solo questi trampolieri riescono a regalare. Si fanno ammirare sin quando si posano sulla sponda opposta al capanno.
Ricomincia la pioggia dopo un ora di sosta, sembra si sia fatta notte, ma sono solo le 15,00 le luci crepuscolare di un lontano residence si accendono e nel cielo si materializza un mestolone solitario. Un colpo di Zink e splash in acqua tra le 2 stampate. 1, 2 e 3 ed all'unisono spariamo lasciando a mollo la malcapitata. Passa più di 1 ora senza vedere nulla nonostante quel tempo da papere, cominciamo ad andare in coma venatorio con i ricordi. Ti ricordi quando .... e quell'altra volta, ma anche tante altre vuote con lo stesso clima, quando la stagione è inoltrata e in coincidenza dell'acqua non c'è il freddo vero.
Invice quando tutto sembra finito nell'arco di un quarto d'ora a cavallo delle 16,00 ecco quelle emozioni che salvano l'umore, che aspettavamo dalla mattina e che si aggiungono a quelle di quei fantastici momenti vissuti all'alba ormai lasciata alle spalle.
Prima 4 mestoloni fantasticamente curano e li lasciamo fare godendo sino al momento che si posano in acqua esattamente dove volevamo. 2 a fermo e 2 al volo e si aggiungono alle 5 anatre precedenti. Stessa sorte, con curata ancora più emozionante ma con 5 alzavole. Smette la pioggia come se quel branchetto di garganelle fosse stato il segnale che fà aprire il cielo, aspettiamo sino al gong ma null'altro si vedrà e l'intervallo senza acqua ci ha permesso un ritorno in macchina asciutto molto gradito. In macchina incrociamo la forestale sulle stradelle sterrate, per correttezza ci fermiamo, aprono il finestrino ed invece dei documenti ci chiedono come fosse andata. Bene, diciamo noi. Pollice all'insù dei carabinieri, cenno di saluto e via verso Roma.