Bellissimo. Grazie di averlo postato. Che nostalgia m'e venuta, di Fogliano, in Italia, negli anni 60-70, e di Kodiak, al mio capanno a Kalsin Lake, una laguna costiera, dove ho cacciato per tanti anni con la mia compianta Scout.. Puoi togliere l'uomo dalla laguna, ma non puoi togliere la laguna dall'uomo...
Mi sarebbe piaciuto poter domandare a quel tale del filmato perche' mai, con tutte le spese che dovra' sostenere per poter cacciare in un tale luogo meraviglioso, debba poi lesinare dugli stampi. Gli stampacci di plastica che usa ballonzolano sulle onde in maniera esagerata e innaturale, e spesso spaventano le anatre. Uno che ha l'opportunita' di usare una barca per trasportare gli stampi potrebbe e dovrebbe usare quelli in legno, che si muovono col vento e con le onde in maniera molto piu' naturale. Oppure anche quelli di sughero con chiglie molto pesanti funzionerebbero meglio di quelli di plastica. Siccome io me li dovevo camallare per venti minuti nel fango per arrivare al capanno a piedi, io non avevo scelta e dovevo usare quelli di plastica, e ne conosco le limitazioni. Col vento alle spalle del capanno e gli stampi nell'acqua bassa e calma, fra le alghe, non c'erano problemi. Ma guai se il vento tirava di lato parallelo alla riva. Gli stampi "slittavano" lateralmente ad ogni folata, spaventando qualsiasi anatra, anche le piu' fesse, come le alzavole. Naturalmente col vento che veniva di fronte a cacciare dal capanno non ci provavo per niente, perche' le anatre si buttano sempre sottovento dalla riva, per non essere sballottolate dalle onde che vengono dal centro del lago, e che sono quasi dei piccoli cavalloni.

Che coincidenza! Mentre stavo scrivendo questo post mi ha chiamato dall'Italia il mio amico Virgilio, fratello piu' che amico, col quale cacciavo a Fogliano, dove il padre aveva una quota alla riserva che copriva tre lagune costiere. E naturalmente abbiamo rivangato tanti meravigliosi ricordi di allora...
Tiemp' bell' 'e 'na vota, ma pecche' nun turnate...
O lost, and by the wind grieved, ghost, come back again!
 
Ti rispondo al volo Giovanni solo per quanto riguarda il discorso degli stampi..purtroppo qui in Italia non c'è un culto per l'attrezzatura da caccia come da voi in America..si e no ci saranno tre o quattro fabbriche che fanno stampi e nessuna di queste può competere con quelli made in usa..stessa cosa vale per abbigliamento ecc..qui per le campagne si incrociano cacciatori vestiti come si andava nel dopoguerra..altro che banded, Browning o avery..ma tutto ciò da un po di fascino alla caccia..un po di tradizione non può e non deve mancare..poi bisogna dire che negli ultimi anni più di qualcosa dagli usa è arrivato..stampi soprattutto, richiami e vestiario..ma i prezzi sono molto alti x via delle spedizioni ecc..
 
Ti rispondo al volo Giovanni solo per quanto riguarda il discorso degli stampi..purtroppo qui in Italia non c'è un culto per l'attrezzatura da caccia come da voi in America..si e no ci saranno tre o quattro fabbriche che fanno stampi e nessuna di queste può competere con quelli made in usa..stessa cosa vale per abbigliamento ecc..qui per le campagne si incrociano cacciatori vestiti come si andava nel dopoguerra..altro che banded, Browning o avery..ma tutto ciò da un po di fascino alla caccia..un po di tradizione non può e non deve mancare..poi bisogna dire che negli ultimi anni più di qualcosa dagli usa è arrivato..stampi soprattutto, richiami e vestiario..ma i prezzi sono molto alti x via delle spedizioni ecc..

So pero' che nelle valli venete e sul Po fino a un paio di generazioni fa si usavano stampi di legno. Quando andavo a Fogliano, anni 60-70, gli stampi di plastica non li usavano di sicuro. Erano o sughero o legno, e li riverniciavano ogni anno. Dove sono finiti quelli che facevano tali stampi? Io quelli di plastica, anche se giocoforza li dovevo usare, li odio, spacialmente quelli che hanno la chiglia vuota che, a detta dei fabbricanti e di chi li vende dovrebbe riempirsi d''acqua e funzionare come una chiglia vera. Caxzate! Io, anche se poi dovevo camallare piu' peso, prendevo stiscie di piombo di quelle usate come ancore per gli stampi, e le infilavo nella chiglia per appesantire gli stampi.
Per quanto riguarda i vestiti, non so come avrei resistito a Kodiak d'inverno, con neve e pioggia e freddo, con vestiti come quelli che usavo a Fogliano, che mi facevano "battere le brocchette" anche quando a Marzo andavo a marzaiole in un clima ben diverso da quello di Kodiak a Novembre. Lana, fleece e Thinsulate erano la santa trinita' che mi proteggeva dall'ipotermia a Kodiak. Maglietta leggera di lana a pelle, due maglie di fleece, un maglione di lana pura con collo alto che faceva da sciarpa che mia madre fece fare ad un'amica, parka di Gore tex imbottito con Thinsulate. Sulle gambe due paia di mutandoni di fleece, pantaloni "normali," due paia di calzerttoni di lana merino fatti da mia moglie con filo di lana spesso, stivaloni a tutto petto di un materiale sintetico abbastanza leggero e resistente a spine e rocce, ma con la parte bassa--gli stivali veri e propri--molto spessi e imbottiti di Thinsulate. Cappello con visiera e copriorecchie imbottito di Thinsulate. Niente guanti perche' non riesco a cacciare con i guanti. Pero' avevo appeso al collo un manicotto mimetizzato e impermeabile nel quale mettevo un paio di quei pacchetti chimici che quando li schiacci generano calore per qualche ora. Quando vedevo qualche uccello e volevo usare il richiamo a bocca o afferrare il Remington ne sfilavo fuori le mani. Poi appena potevo ce le rimettevo dentro, Passavo le ore nel vento, pioggia battente, nevischio che pareva un'impallinata sulla faccia, e piedi in una ventina di cm. d'acqua perche' il capanno era costruito proprio sulla riva, con l'acqua sotto la panca. A anatre se non soffri un po' non ti diverti. Io poi avevo anche il divertimento aggiuntivo degli orsoni Kodiak che giravano intorno al capanno e delle aquile calve che ogni tanto mi fregavano un'anatra abbattuta prima che Scout l'arrivasse a nuoto. Bei giorni. Bei carnieri, ogni tanto.
 
Questo era stato un giorno eccezionale: Tanti germani appena arrivati dall'artico. Cosi' tanti che decisi di sparare solo ai maschi. Sette capi--limite di
carniere. Fra stampi, cartucce, schioppo e sette grossi capoverdi aggiunti al seccone degli stampi, il ritorno alla strada fu una faticaccia. Ma una buona faticaccia.

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Giovanni qui in Veneto gli stampi in legno o sughero non li usa quasi più nessuno..magari qualcuno nelle valli private..anche perché i costi sono molto alti..in compenso c'è ancora qualche artigiano che li fa (anche in canna palustre) ma più che altro vengono venduti come oggetti d'arredo o collezione..
 
Basso? In altri stati e/o rotte migratorie i limiti sono anche piu' bassi, e a volte anche basati sul sistema dei punti: certe specie di anatre e le femmine di tutte le specie valgono piu' punti, e con certe combinazioni di prede che valgono piu' punti perche' meno abbondanti dopo due o tre catture raggiungi il limite del punteggio e devi smettere. Se ognuno potesse uccidere 10 o 15 o 20 anatre a uscita, prima o poi ce ne rimarrebbero poche per tutti. Quel giorno della foto un bracconiere (perche' chi sfora il carniere e' un bracconiere) avrebbe potuto fare una strage. I germani continuarono a venire agli stampi e ad ammararci in mezzzo anche mentre io stavo li' in piedi a ritirarli, avvolgere la corda intorno alla chiglia e metterli nel saccone mentre Scout sciaguattava intorno, aiutandomi a prendere gli stampi piu' lontani. Roba da non credere. Quelle anatre non avevano mai visto un essere umano o un cane, ne sono certo. No, penso che sette anatre sia un limite piu' che adeguato. Anche soltanto cinque sarebbero state un carniere soddisfacente. Si chiama "caccia," non "ammazzare." Io se sparavo a un'anatra che se ne andava via visibilmente ferita ma cosi' lontano da essere irrecuperabile la contavo come parte del carniere e non cercavo di portarne a casa per forza sette. Un po' di rispetto per i selvatici ci vuole, no?
 
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