- Messaggi
- 9,620
- Punteggio reazioni
- 7,101
- Punti
- 218
Gli stampi che riproducono persino le penne individuali, il colore degli occhi, e sembrano piu somiglianti agli uccelli raffigurati degli uccelli vivi stessi sono ottimi per incarnierare... i cacciatori. Quello che conta sono che i colori siano piu' o meno giusti, che la posizione della testa rispetto al corpo non sia causa di allarme (colli eretti e testa che guarda avanti sono segni di pericolo), e soprattutto che non luccichino quando sono bagnati e che la vernice usata non rifletta i raggi UV. E poi come vengono disposti nel gioco. Gli stampi che usavamo a Fogliano erano di sughero, colorati approssivamente e spesso sbiaditi, e funzionavano meglio verso la meta' della stagione di quanto funzionassero al principio, dopo la riverniciatura annuale. La vernice nuova era troppo vivida, luccicava, e spaventava gli uccelli. Gli Indiani usavano come stampi dei rozzi accrocchi ottenuti intrecciando erba palustre e con una pigna in cima come testa. Poi facevano anche delle palle di fango e le mettevano ai bordi dell'acqua. Visti dall'alto sembravano anatre addormentate. Vabbe' che a quei tempi le anatre non erano smaliziate e ce ne erano tante, ma gli Indiani neanche avevano fucili magnum e cartucce al tungsteno e dovevano abbatterli entro una ventina di metri con archi e frecce... Qui parecchi mettono vicino al gioco degli stampi di anatre una quindicina di quei bottiglioni quadrati da 1 gallone per il latte, verniciati di nero e riempiti a meta' per stabilizzarli. Legati a un peso con una funicella annodata al manico suggeriscono folaghe addormentate con la testa sotto l'ala. Verniciati di bianco con due pennellate nere ai lati fanno numero per le tese alle oche delle nevi. E per queste ultime addirittura si spargono a terra piatti bianchi di cartone o plastica opaca a centinaia, per far numero in mezzo agli stampi. O persino stracci bianchi legati a un'asticciola piantata in terra.