Prendo spunto sul discorso pasturazione per fare una personale analisi della situazione acquatici nei lidi dove li caccio. E' ormai sentore comune che nelle ricche valli da caccia del nord, la pasturazione metodica, abbinata ad una gestione dell'habitat mirata al mantenimento e miglioramento ambientale idoneo alla permanenza dei migratori, abbia creato un cambiamento radicale delle abitudini degli acquatici, che una volta trovato vitto, alloggio a km zero, tutto a 5 stelle, da lì non si muovono ... anzi se mettono il becco fuori son fucilate tutti i giorni, contro la mezza giornata settimanale standosene a casa. Certo chè, la pasturazione delle valli consentita dai regolamenti regionali, dovrebbe essere effettuata nelle oasi delle stesse, ove non è consentita la caccia, ma così è. Daltronde non mi sento di condannare i pasturatori senza bussola, perchè la gestione di questi unici ed invidiabili ( non solo per i seguaci di Diana, ma di chiunque abbia a cuore la natura ) contesti ambientali è tamente onerosa, che se si perdono gli introiti provenienti dai ricchi frequentatori delle botti ( più sparano e più la postazione costa ), inevitabilmente si perderebbero queste che sono a tutti gli effetti oasi e non come quelle abbandonate e mal gestite dal parassitismo statale a spese del contribuente. Certo che noi, al di fuori di questi contesti, ma soprattutto noi lontani centinaia di km dalle valli del nord est, a fronte di censimenti fatti nelle valli stesse, che indicano un apprezzabile aumento di alcune speci ( come l'alzavola ) ci ritroviamo a non assistere più alle migrazioni di una volta. Novembre ed in parte dicembre i veri mesi delle anatre sono rimasti vuoti di presenze e ci accontentiamo delle prime avvisaglie a cavallo tra l'estate e l'autunno .... forse uccelli che lungo la costa tirrenica, hanno provenienza da luoghi, senza il passaggio sulle ghiotte acque delle valli menzionate. Eppure non sono una manciata di anni che la pratiuca della pasturazione è attiva, ma decenni, mentre, per quanto riguarda il mio contesto di caccia, sono una manciata di anni, quelli che mi fannno percepire una diminuzione di presenze e stranamente sono sempre una manciata di anni ( salvo eccezioni ) che il mese di gennaio, notoriamente vuoto, incredibilmente ci propone giornate con uccelli nuovi. Più della pasturazione quale causa del cambiamento abitudinario delle anatre, sono arrivato alla conclusine che l'aumento delle temperature, la mancanza di quel freddo che gela le acque dolci all'interno delle valli pasturate, trattenga oltre modo gli uccelli all'interno delle stesse, tanto che, incredibilmente alla prima vera morsa di gelo, compaiono da noi, avvantaggiati da un clima decisamente più mite della " bassa padana ". Poi, l'unica verità inconfutibile è che, anche le mie son " pippe mentali ", perchè la verità la sanno solo loro .... le nostre amiche di becco piatto.