Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Siamo alla farsa più totale.....
Una legge nazionale impone ai comuni di piantare una pianta x ogni bambino che nasce...ogni giorno che passa si sentono lamenti x le varie deforestazioni in atto un pò dappertutto nel mondo e da noi si distruggono ettari su ettari di oliveti x fare impianti fotovoltaici...
Questa doverbbe essere un'energia alternativa non distruttiva....
Enzo...magari le "torri" eoliche fossero di 30mt.....quelle che hanno rovinato uno dei valichi migliori della provincia di Bologna sono 50 mt di solo palo più 25 mt di elica...tot 75 mt....
Pensa che si vedono dall'A14 a circa 20 Km in linea d'aria...... [censored.gif] [****.gif]
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Anche a me l'eolico non piace per niente. Il fotovoltaico è un pò meglio specialmente se messo sui tetti, ma la produzione di potenza si fà con il nucleare, il problema è che nessuno lo vuole vicino a casa e posso capire le ragioni. Comunque l'olivicoltura da me è in crisi, molti agricoltori stanno abbandonando gli oliveti, il mio babbo ancora continua ma finchè ci sarà un pò di reddito, quando diverrà in perdita abbandonerà tutto, e non solo gli oliveti, non sono molto fiducioso per il futuro della nostra agricoltura!
ciao
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

I nostri amici di legambiente saranno contenti quando sterminate estensioni di oliveti saranno sostituiti da campi fotovoltaici. Forse come in Canada vedremo qualche anatra o oca starmazzare sui pannelli pensando essere dei bei laghetti.
Perchè se continua questa stupida politica degli incentivi succederà proprio così.
In cambio di cosa? Minime quantità di energia pulita, con grande spreco di risorse pubbliche. E poi per la produzione dei pannelli attualmente che energia viene utilizzata? Sporchi idrocarburi, naturalmente.
Questa è pura speculazione dei soliti furbi... e non parlo dei 6 Kw sul tetto, ma degli ettari ed ettari sottratti all'agricoltura e all'ambiente.
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Chi di voi e' mai passato sotto una pala eolica?
Io ci sono passato diverse volte,ed oltre ad essere stato infastidito dal rumore delle pale che fendono l'aria,mi e' venuto il voltastomaco quando guardando in alto rendendomi conto di quanto è grande ed alto quel mostro che "produce energia pulita"...
Tempo fa ci fu anche una discussione,che riguardava gli allevamenti nei pressi delle pale...
Bene,alcuni sostenevano che quel continuo rumore,infastidiva il bestiame portando ad una netta diminuzione del latte prodotto!Poi questo tema e' stato messo nel dimenticatoio,e si e' continuato ad installare l'eolico...
...Per la felicita' dei produttori di pale e di coloro che svendono o fittano il proprio territorio per ingrassare i propri portafogli...
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Sono molto vicino ai produttori di olio,sia perche' sono da sempre stato un grande appassionato per questa coltura,sia perche' i miei suoceri posseggono diverse migliaia di queste piante nella collina salernitana.
Bene,assisto a malincuore ogni anno ad una serie di lamentele connesse si con la scarsa manodopera,ma anche e soprattutto con l'incapacita' degli enti predisposti alla tutela dei nostri prodotti,di trovare un freno all'importazione di prodotti che non sono minimamente all'all'altezza di potersi confrontare con i nostri.
Quest'anno sul mercato,vista la scarsita' di produzione,siamo riusciti a spillare all'ingrosso poco piu' di 3 euro al kilo.
Si avete capito bene,3 euro al kilo.
E ogni giorno,ci spremiamo il cervello per capire come fare ad abbattere i costi di produzione,mantenendo un prodotto all'altezza di qualsiasi confronto.
E non riusciamo a vendere 5 lt di olio monocultivar Frantoio,a meno di 30 euro,lattina compresa.
E parliamo di monocultivar,frantoio a ciclo continuo,rispetto di ogni regola e canone, per ottenere un prodotto di grande qualità,che mantiene colore e qualità organolettica per diversi anni.
Il problema,amici miei,siamo solo noi:il mercato lo fa il consumatore,non il produttore.
Allora,per noi e' piu' facile comprare un lt di olio al supermercato a 2 euro di indubbia provenienza,anziche' agevolare il produttore locale che vende il suo prodotto a 5 euro.
Ma sapete quanto resta al produttore dopo che a fine raccolta si e' fatto i suoi conticini?
Davvero poco,anzi pochissimo...
E quest'anno sono stato a Napoli,ad una rassegna di oli DOP di Italia.Sapete quanto costa un lt di olio DOP italiano spedito in America?25 euro al litro.
Scusate se sono uscito fuori tema,ma di questo argomento sarei pronto a confrontarmi in qualsiasi momento,perche' noi produttori stiamo attraversando davvero un momento difficile.
In ogni modo,se avete bisogno di olio,fatemi un fischio:sono lieto di accontentare gli amici di migratoria.it.
Saluti,Paolo
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Non sono d'accordo su tutto.
I consorzi,sono una interessante prospettiva per il futuro dei nostri prodotti.E' vero.
Ma non sempre diventa facile gestirli...:conosco,proprio a proposito dell'olio di cui stiamo parlando,un consorzio nato nel vulture melfese anni fa...:bene,il consorzio ha funzionato ,paradossalmente, fino a quando le vendite,e quindi gli introiti del consorzio,si attestavano su cifre ragionevoli.
Poi,appena le vendite sono cresciute,i soldi hanno fatto perdere la testa a molti di loro,ed oggi il consorzio non va più tanto bene...
Allora io dico questo:eek:gnuno ha il desiderio di vendere bene il proprio prodotto,e di realizzarsi nel campo ove ha investito risorse umane ed economiche.
La politica locale,e parlo delle realta' che conosco-intendiamoci-,non fa nulla per agevolare il produttore a fare di piu' e meglio...
E credetemi,nel mondo agricolo non si finisce mai di imparare,per fare di piu' e meglio...
Ripeto,probabilmente su questo argomento non troveremo mai un punto di incontro,ma chi come me si interessa con grande sensibilità al problema sa bene quali sono i rischi che ogni giorno si corrono a tenere in piedi una azienda agricola,grande o piccola che sia,di qualsiasi indirizzo produttivo.
E a volte ci lasciano soli,non pagano i contributi,pagano il prodotto a 4 soldi.
E allora sapete che c'e':fate dell' Italia solo eolico ,o fotovoltaico,o pattumiera del mondo con scorie,o addirittura siti nucleari...
Tanto i prodotti,quelli a buon mercato li sanno produrre tutti:gli americani,i cinesi,gli spagnoli...
Ma ne riparleremo tra qualche anno...
E pagheremo le conseguenze in egual modo a quelle che stiamo pagando per errori commessi in 40 anni di agricoltura in contrasto con le piu' semplici regole di un equilibrio naturale...!e poi,oggi si parla di agricoltura biodinamica:ma probabilmente,e' una parola che doveva essere nominata una 15 di anni fa...
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

paolo ha scritto:
Sono molto vicino ai produttori di olio,sia perche' sono da sempre stato un grande appassionato per questa coltura,sia perche' i miei suoceri posseggono diverse migliaia di queste piante nella collina salernitana.
Bene,assisto a malincuore ogni anno ad una serie di lamentele connesse si con la scarsa manodopera,ma anche e soprattutto con l'incapacita' degli enti predisposti alla tutela dei nostri prodotti,di trovare un freno all'importazione di prodotti che non sono minimamente all'all'altezza di potersi confrontare con i nostri.
Quest'anno sul mercato,vista la scarsita' di produzione,siamo riusciti a spillare all'ingrosso poco piu' di 3 euro al kilo.
Si avete capito bene,3 euro al kilo.
E ogni giorno,ci spremiamo il cervello per capire come fare ad abbattere i costi di produzione,mantenendo un prodotto all'altezza di qualsiasi confronto.
E non riusciamo a vendere 5 lt di olio monocultivar Frantoio,a meno di 30 euro,lattina compresa.
E parliamo di monocultivar,frantoio a ciclo continuo,rispetto di ogni regola e canone, per ottenere un prodotto di grande qualità,che mantiene colore e qualità organolettica per diversi anni.
Il problema,amici miei,siamo solo noi:il mercato lo fa il consumatore,non il produttore.
Allora,per noi e' piu' facile comprare un lt di olio al supermercato a 2 euro di indubbia provenienza,anziche' agevolare il produttore locale che vende il suo prodotto a 5 euro.
Ma sapete quanto resta al produttore dopo che a fine raccolta si e' fatto i suoi conticini?
Davvero poco,anzi pochissimo...
E quest'anno sono stato a Napoli,ad una rassegna di oli DOP di Italia.Sapete quanto costa un lt di olio DOP italiano spedito in America?25 euro al litro.
Scusate se sono uscito fuori tema,ma di questo argomento sarei pronto a confrontarmi in qualsiasi momento,perche' noi produttori stiamo attraversando davvero un momento difficile.
In ogni modo,se avete bisogno di olio,fatemi un fischio:sono lieto di accontentare gli amici di migratoria.it.
Saluti,Paolo

Bravo
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

rom1964 ha scritto:
I nostri amici di legambiente saranno contenti quando sterminate estensioni di oliveti saranno sostituiti da campi fotovoltaici. Forse come in Canada vedremo qualche anatra o oca starmazzare sui pannelli pensando essere dei bei laghetti.
Perchè se continua questa stupida politica degli incentivi succederà proprio così.
In cambio di cosa? Minime quantità di energia pulita, con grande spreco di risorse pubbliche. E poi per la produzione dei pannelli attualmente che energia viene utilizzata? Sporchi idrocarburi, naturalmente.
Questa è pura speculazione dei soliti furbi... e non parlo dei 6 Kw sul tetto, ma degli ettari ed ettari sottratti all'agricoltura e all'ambiente.
So quanto sia difficile oggi la condizione degli agricoltori in generale anche se svolgo un altro lavoro ma ne conosco tanti anche per motivi professionali. Non conosco le cause sicuramente molteplici e concomitanti e meno che meno le cause.
Posso dirè però che sono molto proccupato che ad intere splendide pianure già deturpate da chilometri quadrati di serre si aggiungano ora maree nere di pannelli solari che forse produrranno energia pulita ma la campagna la sporcano e la uccidono certamente rendendo le aree ospitali solo per i ratti e serpenti.
E poi sono i cacciatori i distruttori della natura. Ma tant'è: l'ecologista a casa deve avere tanta bella energia per riscaldarsi a 25° d'inverno, rinfrescarsi a 18° d'estate , mettere lo stereo a manetta, lasciare le luci accese anche di giorno avere 100 gadget elettronici in stand-bye cioè accesi tutto il giorno ecc. E chissenefrega della campagna tanto c'è il supermarket sotto casa con gli sconti e le offerte con i punti....
Poveri noi
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

paolo ha scritto:
Sono molto vicino ai produttori di olio,sia perche' sono da sempre stato un grande appassionato per questa coltura,sia perche' i miei suoceri posseggono diverse migliaia di queste piante nella collina salernitana.
Bene,assisto a malincuore ogni anno ad una serie di lamentele connesse si con la scarsa manodopera,ma anche e soprattutto con l'incapacita' degli enti predisposti alla tutela dei nostri prodotti,di trovare un freno all'importazione di prodotti che non sono minimamente all'all'altezza di potersi confrontare con i nostri.
Quest'anno sul mercato,vista la scarsita' di produzione,siamo riusciti a spillare all'ingrosso poco piu' di 3 euro al kilo.
Si avete capito bene,3 euro al kilo.
E ogni giorno,ci spremiamo il cervello per capire come fare ad abbattere i costi di produzione,mantenendo un prodotto all'altezza di qualsiasi confronto.
E non riusciamo a vendere 5 lt di olio monocultivar Frantoio,a meno di 30 euro,lattina compresa.
E parliamo di monocultivar,frantoio a ciclo continuo,rispetto di ogni regola e canone, per ottenere un prodotto di grande qualità,che mantiene colore e qualità organolettica per diversi anni.
Il problema,amici miei,siamo solo noi:il mercato lo fa il consumatore,non il produttore.
Allora,per noi e' piu' facile comprare un lt di olio al supermercato a 2 euro di indubbia provenienza,anziche' agevolare il produttore locale che vende il suo prodotto a 5 euro.
Ma sapete quanto resta al produttore dopo che a fine raccolta si e' fatto i suoi conticini?
Davvero poco,anzi pochissimo...
E quest'anno sono stato a Napoli,ad una rassegna di oli DOP di Italia.Sapete quanto costa un lt di olio DOP italiano spedito in America?25 euro al litro.
Scusate se sono uscito fuori tema,ma di questo argomento sarei pronto a confrontarmi in qualsiasi momento,perche' noi produttori stiamo attraversando davvero un momento difficile.
In ogni modo,se avete bisogno di olio,fatemi un fischio:sono lieto di accontentare gli amici di migratoria.it.
Saluti,Paolo

Piccolissimo produttore anch'io,biologico per famiglia e amici(come il 90 % dei produttori salentini):sono daccordo con te su quasi tutto,tranne sulla valorizzazione del prodotto.Il cliente compra quello su cui risparmia(l'oliaccio del discount) o l'eccellenza.Che olio vogliamo dargli?Non molto tempo fa i vini del salento servivano solo a ''tagliare''vini ben piu' blasonati e costosi,poi qualche imprenditore lungimirante,e IMPRENDITORE,ha iniziato afar conoscere i nostri vigneti e la nostra storia:riviste,passaggi televisivi,qualche recensione sulle Bibbie dei vini,e il miracolo fu compiuto.I nostri vini sono apprezzati e conosciuti nel mondo,e vedi tu se qualcuno tira via una vigna nella zona DOC.Proviamo ad ''inventarci''qualcosa di simile,ora o mai piu'.Adesso la Puglia è sotto i riflettori per vari motivi.E' tutto un fiorire di set cinematografici,le prenotazioni per le vacanze iniziano ad allungarsi oltre Luglio agosto,le stesse ''Rinnovabili'' accendono interesse verso la Puglia(almeno serviranno a qualcosa)......bisogna provarci e,almeno questa volta(scherzo) prendere esempio dai nostri amici del Nord che nascono imprenditori e sanno come fare.Senza implorare enti,Europa e compagnia di giro.
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Abbattere delle olivete secolari o no, per far posto a quel porcaio infame dell'eolico,e al foto voltaico bisogna essere dei pazzi.
Ma non ci sono altri posti(e ce ne sono) per mettere i pannelli?
Lasciamo perdere l'eolico,che e`un'offesa tremenda al cittadino,e all'ambiente.
Ma gli ambientalisti amanti di natura,ambiente,e animali,dove sono?
Non dicono nulla?
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

magocaccia ha scritto:
olivi nelle verdure.sono foto di monopoli vero?

non le ho di certo scattate io le foto...ma così si trovano oslo in zona monopoli/fasano!
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

benellis90 ha scritto:
Ci sono zone e zone.

La mia per esempio e' fatta al 90% se non di piu di uliveti secolari vedi foto.


Olivi così come quelli delle foto dovrebbero essere dichiarati patrimonio dell'umanità per quanto sono belli.
ciao
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

In Italia l' unico modo x salvare l' agricoltura è certificare l' origine dei prodotti specie se sono di qualità!
Ma vi rendete conto che tutto quello che consumiamo è importato quando potrebbe essere prodotto tranquillamente nel nostro paese????
Dalla farina all' olio agli agnelli pasando x ortaggi e chi più ne ha più ne metta!
A proposito di caccia pensate un pò, avendo solo una trentina di ettari di olivi una delle fonti di reddito che ci consntono di andare avanti sono propio quei pochi soldi che prendiamo dagli ATC x le semine a perdere che uniti a quel poco che prendiamo dall' olio ci consentono di fare pari e non abbandonare tutto!
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

COOPERAZIONE è la parola magica e comunità d'intenti fra produttori, per mettere in atto tutte le soluzioni fin quì elencate e soprattutto per avere voce in capitolo anche a livello politico.
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

sipe48 ha scritto:
COOPERAZIONE è la parola magica e comunità d'intenti fra produttori, per mettere in atto tutte le soluzioni fin quì elencate e soprattutto per avere voce in capitolo anche a livello politico.

Enzo [eusa_clap.gif] [eusa_clap.gif]
Questo e' la vera soluzione, mentalita' che ci vuole nel mio settore ma che specialmente nella nostra regione e' una pura utopia per il 99% dei produttori.

DICO A TUTTI DI PRENDERE ESEMPIO DAL FENOMENO "MELINDA" chi non la conoscesse vada a informarsi sul loro modo di fare, di produrre,di lavorare di promozionare di vendere i loro prodotti.

E' il mio sogno visto il lavoro che faccio e io nel mio piccolo ci sto provando ma ragazzi non sapete quanto e' difficile.
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Questo problema mi tocca particolarmente in quanto anche io dirigo una azienda produttrice di olive e la situazione è drammatica!
Purtroppo dalle nostre parti gli olivi producono molto meno che che al sud anche se abbiamo un olio meno grasso e soprattutto con meno acidi grassi poli insaturi e spesso non arriviamo a 15 kg a pianta....
A noi per ora lo pagano 5E al kg all' ingrosso, prezzo che non consente neppure di coprire le spese di produzione!
Poi vado alla coop e vedo olio toscano a 4,95 al litro filtrato quando a noi al kg grezzo lo pagano 5...qualcosa non mi torna!
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

qui in puglia stanno spiantanto alberi di olivi quercie.anche le macchie e le pareti con scrisce.vicino putignano stano asfaltanto tutte le strada che non serve nemmeno.poi ti ritrovi tendoni di uva e pannelli fortovoltaici grandi come campi di calcio.e ci domandiamo i tordi perche sono di meno?e ce anche qualche cacciatore che non capisce niente e che da la colpa ai cacciatori stessi.
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Ci sono zone e zone.

La mia per esempio e' fatta al 90% se non di piu di uliveti secolari vedi foto.
Questo tipo di pianta non puoi assolutamente toglierla, l'unica possibilita' che ti danno e' quella di "spostarla" ma sempre nel tuo areale.
Gli uliveti che si spiantano per i fotovoltaici sono impianti giovani e comunque in determinate zone.

Certamente qualsiasi zona sia e' un vero peccato perche' oltre a deturpare il territorio si toglie del lavoro a qualcuno.
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Ho letto i conti sull'olio prodotto e mi sembrano estremizzati... uno di quei vostri ulivi che sembrano quescie produce solo 45 kg? mmm... L'olio a 2,75 mi sembra pochissimo...
Cmq c'è da dire che la manodopera costa tanto. qui da me l'olio lo vendono a 7 euro al kg e nonostante cio forse a causa della scarsa produzione, della bassa resa non si guadagna molto. cmq cio che influisce di piu è la manodopera infatti i piantoni da noi son tutti bassi e comodi anche a discapito della produzione, per rendere veloce l'operazione di raccolta..
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

Nobel Glasgow ha scritto:
A tutti i cacciatori pugliesi e non solo,riporto questo articolo da Lecce Prima che rappresenta l'ennesimo grido di dolore dei pochi salentini,cacciatori e non,che amano il salento e la Puglia.Continuando cosi'il ''mare argentato''della Terra d'Otranto sara' solo un ricordo,come i tordi e tutti gli altri uccelleti che gli oliveti accolgono ogni anno....


DISTRUZIONE DI OLIVETI SALENTINI: OGGI COME NEL 1915"
La crisi che sta attraversando il settore ricorda quella vissuta a cavallo della Prima Guerra Mondiale. L'agronomo: "Rinnovabile, solare ed eolico fruttano e oggi come allora si abbattono gli ulivi"

caricamento in corso


di Antonio Bruno *

L’olio d’oliva extra vergine qualche giorno fa e per la precisione il 3 aprile veniva pagato al mercato di Andria all’ingrosso 2,75 euro al chilo. Se l’olio ha il marchio Dop (Denominazione d’origine protetta) oppure Igp (Indicazione geografica protetta) allora può arrivare a quasi 7 euro al chilo, ma di questo tipo di olio ce n’è davvero molto poco.

Il numero di piante di olivo per ettaro si aggira in provincia di Lecce, nel caso di impianto tradizionale, a 400. Producono mediamente 45 chili di olive. Dalle olive si ricava mediamente il 18% di olio per cui da un ettaro di oliveto si ricavano 18.000 chili di olive e quindi 3.240 chili di olio che se, è andato tutto bene, e sempre se risultasse tutto extravergine con i prezzi di qualche giorno fa, sarebbe venduto a 2,75 euro al chilo.

Ecco che, se tutto viene fatto a regola d’arte e l’annata è stata buona, un ettaro di oliveto fornisce al proprietario una produzione lorda pari a circa 9.000 euro. Dai 9.000 euro però bisogna togliere i costi di produzione e cioè le spese per le lavorazioni, la concimazione, la potatura, la raccolta e trinciatura della legna, la difesa dai parassiti, la raccolta, il trasporto e infine la molitura. Cosa resta? Leggiamolo dalle parole scritte dagli agricoltori di Martano domenica 25 gennaio 2009 e che anche quest’anno risuonano nel Salento leccese: “Produrre olio non conviene più”. Allora abbattiamo gli olivi del Salento e magari facciamone legna da ardere, con quel che costa il gas. Sebbene la Legge n.144/51 permetta solo l’abbattimento di cinque alberi di ulivo ogni biennio, quando sia accertata la morte fisiologica, la permanente improduttività o l’eccessiva fittezza dell’impianto da parte dell’Ispettorato provinciale dell’agricoltura, alla luce della crisi che sta attraversando il comparto olivicolo, si comunica all’Ispettorato la necessità di operare lo svellimento totale degli alberi di olivo presenti nei terreni di proprietà.

Tra l’altro in controtendenza rispetto alla linea perseguita dal governo regionale che, con la legge regionale n. 14 del 4 giugno 2007 recante “Tutela e valorizzazione del paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”, entrata in vigore il 7 giugno 2007, aveva inteso tutelare e valorizzare gli alberi di ulivo monumentali in virtù della loro funzione produttiva, di difesa ecologica e idrogeologica nonché in quanto elementi peculiari e caratterizzanti della storia, della cultura e del paesaggio regionale, cercando di porre un freno al fenomeno dell’espianto e commercio degli alberi, specie di quelli secolari.

Il motivo? “Le attuali condizioni di mercato”, aggiungono gli olivicoltori - che in assenza di nessun intervento istituzionale a sostegno della economicità aziendale, rendono passiva, deficitaria ed antieconomica la loro coltivazione ed il loro mantenimento ai fini agricoli. Dopo un secolo la storia si ripete, solo che nel 1918 chi aveva occasione di percorrere le campagne del Salento leccese non poteva fare a meno di restare sorpreso nel vedere il grande movimento rappresentato dalla distruzione di oliveti che si andava compiendo a partire dal 1915. Tale distruzione era senza tregua sia d’estate, sia in inverno e sia che gli alberi di olivo si trovassero in buono che in cattivo stato di vegetazione e che producessero o meno un buon quantitativo di olive.

Nel 1918 si sentivano i colpi secchi della scure amplificata nel silenzio che allora dominava le campagne, chi si avventurava per le strade rurali era investito dall’odore acre del fumo che si sprigionava dalle carbonaie che si incontravano in ogni dove nelle contrade del Salento leccese. E sempre percorrendo la rete viaria salentina si incrociavano ovunque lunghe file di carri stracarichi di legna.

Questa immagine di devastazione è stata la caratteristica del Salento leccese del 1915-18 che costituisce la prova della crisi gravissima che in quel periodo stava attraversando l’oliveto e l’olivicultura salentina. In quel periodo non c’era necessità di recarsi in campagna per poter vedere le migliaia e migliaia di metri cubi di legna d’olivo che si accatastavano nei pressi delle stazioni ferroviarie. Inoltre a Piazza delle Erbe era possibile vedere i carri ricolmi che formavano una lunga coda per aspettare uno dopo l’altro di poter essere pesati sulla bascula dell’Ufficio daziario.
Questa situazione era già evidente in tutto il Regno d’Italia e il governo di allora avuta chiara la situazione pubblicò un decreto luogotenenziale l’8 agosto del 1916 che aveva la funzione di moderare questa piaga del taglio senza scrupoli degli oliveti meridionali. Le norme per accordare la concessione del taglio degli olivi contenute in quel decreto erano troppo vaghe ed indeterminate al punto che due anni dopo, ovvero nel 1918, si poteva assistere a questo scenario devastante ed apocalittico di taglio dei veri e propri boschi d’olivo del Salento leccese.

Quel decreto imponeva la costituzione di commissioni che dovevano autorizzare o meno la distruzione degli olivi che però agivano senza criteri precisi tanto che alcune volte autorizzavano la distruzione di oliveti che avrebbero dovuto essere rispettati e altre volte vietavano il taglio di oliveti vecchi ed improduttivi.

I proprietari di oliveti del 1915-18 erano incentivati a divenire taglialegna dai prezzi altissimi dei combustibili legna e carbone e quindi non esitavano a chiedere lo svellimento dei loro oliveti. Gli astuti proprietari per fare in modo che la domanda di autorizzazione per il taglio fosse fondata e accettata dalla commissione hanno scritto interminabili motivazioni, alcune volte giuste, ma spesso le argomentazioni addotte erano solo dei pretesti, alcuni dei quali addirittura ridicoli.

La maggior parte degli olivicoltori giustificavano la loro domanda di svellimento per l’improduttività delle loro piante. Spergiuravano che la mancanza di produzione permaneva nonostante avessero impiegato tutti i mezzi messi a disposizione dalla tecnica e dalla scienza. Altri giustificavano la domanda di taglio con la volontà di trasformare l’oliveto in seminativo da destinare alla coltivazione del tabacco o del vigneto che a loro dire garantivano un reddito di gran lunga più elevato.

Altri dichiaravano di voler tagliare il loro oliveto per destinare il terreno alla coltivazione raccomandata allora dal governo ovvero quella dei cereali essendo che il paese ne aveva necessità essendo stato tanti anni in guerra. Infatti, in quel periodo il Governo raccomandava di aumentare quanto più era possibile la produzione di derrate alimentari. Tale argomentazione risultava altamente umanitaria e spesso inteneriva i cuori dei componenti della commissione ottenendo in tal modo l'agognata autorizzazione al taglio.

Ma le ragioni che allora fecero più presa sull’animo dei componenti della commissione furono quelle di salvaguardare la salute dei lavoratori, potatori e raccoglitrici di olive che potevano essere contagiati dalla malaria che imperversava in quegli anni in quegli oliveti. Tutti i motivi addotti hanno avuto un gran successo tanto che la commissione ha autorizzato il taglio del 90% degli oliveti dei proprietari che presentarono domanda di distruzione.

Per questi motivi nel 1918 il Governo si apprestava a licenziare un altro decreto in sostituzione di quello del 1916, ma mentre il Governo provvedeva c’era un’altra causa che dava davvero ragione ai proprietari di oliveti di distruggere tutto ed era l’istituzione in quegli anni del calmiere sugli oli. Col termine calmiere dal greco kalamométrion, si intende l’imposizione per legge di un tetto massimo ai prezzi al consumo per uno o più prodotti, solitamente di prima necessità. Questa misura venne presa dal governo per contrastare un aumento eccessivo dei prezzi causato dall'inflazione. Per questo motivo se prima di questa decisione a voler tagliare gli oliveti erano solo i proprietari di quelli infruttiferi o poco fruttiferi affascinati dal miraggio dell’alto prezzo della legna, dopo l'introduzione del calmiere anche i proprietari di oliveti produttivi si lasciavano trascinare dalla corrente.

Il produttore di olive e di olio del 1918 faceva un ragionamento molto semplice dopo aver fatto i calcoli sulle spese di coltivazione e di raccolta del prodotto e tenuto conto anche della produzione di olive che non è costante, arrivava alla conclusione di distruggere i suoi oliveti vendendoli per legna anziché ricavare olio. Questo poiché l’olio avrebbe finito con l’essere venduto a prezzo di calmiere ritenuto per quegli anni eccessivamente basso rispetto a quello di altri grassi commestibili.

Le notizie riportate sono state redatte dal Prof. Ferdinando Vallese che conclude la sua nota con l’affermazione che il problema non era di facile soluzione perché comunque si cercasse di risolverlo si urterebbero gli interessi dei proprietari se si propendesse per l'applicazione del calmiere e quelli dei consumatori se del calmiere si intendesse fare a meno. Ora come allora gli olivicoltori pur consapevoli che l’espianto indiscriminato di ulivi porterebbe alla deturpazione del paesaggio tipico del nostro territorio, non vedono altre soluzioni alla grave crisi che sta attraversando il settore, che mette in serio pericolo la loro sopravvivenza aziendale. L’albero di ulivo, emblema del paesaggio e della storia dell’economia salentina, corre il rischio di scomparire perché risulta antieconomico.

Oggi la legna e il carbone non rappresentano la “suggestione energetica”, oggi vanno il rinnovabile, il solare e l’eolico, fruttano tanti euro all’anno, da riuscire ora come allora a distruggere gli oliveti del Salento leccese. Ad oggi la Puglia occupa per le energie rinnovabili il primo posto in Italia per potenza installata con oltre 100 Megawatt. Tra eolico, fotovoltaico e biomasse, il Piano Energetico regionale (Pear) prevede l’installazione di poco meno di 5 mila Mw di potenza entro il 2016. L’obiettivo “minimo” fissato dal Pear, prevede l’installazione di almeno 200 MW, cioè il doppio del risultato raggiunto fino ad oggi. Questo vuol dire che siamo solo a metà dell’obiettivo considerato minimo. Ora come allora la crisi del mercato è affrontata dagli agricoltori vendendo ciò che hanno avuto dai loro padri per ricavare energia. Allora la situazione cambiò. E oggi? Cosa faranno gli olivicoltori di oggi con un prezzo dell’olio di 300 euro al quintale?

* Dottore agronomo
complimenti per la spiegazione [eusa_clap.gif]
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

ricevo queste email di antonio bruno ogni giorno....è papri alla realtà, ma diciamo anche che 2.75 sono troppi....l'annata di quest'anno ha segnato il record negativo di 1,60 euro al kg....
è il mio lavoro l'agricoltura e lo dovrebbe essere di tutti i giovani salentini nn solo di persone dea 60 anni in su.
 
Re: ADDIO AMICO OLIVO ADDIO TORDI.

benellis90 ha scritto:
sipe48 ha scritto:
COOPERAZIONE è la parola magica e comunità d'intenti fra produttori, per mettere in atto tutte le soluzioni fin quì elencate e soprattutto per avere voce in capitolo anche a livello politico.

Enzo [eusa_clap.gif] [eusa_clap.gif]
Questo e' la vera soluzione, mentalita' che ci vuole nel mio settore ma che specialmente nella nostra regione e' una pura utopia per il 99% dei produttori.

DICO A TUTTI DI PRENDERE ESEMPIO DAL FENOMENO "MELINDA" chi non la conoscesse vada a informarsi sul loro modo di fare, di produrre,di lavorare di promozionare di vendere i loro prodotti.

E' il mio sogno visto il lavoro che faccio e io nel mio piccolo ci sto provando ma ragazzi non sapete quanto e' difficile.

Quante volte ne abbiamo parlato Mimmo? non ci sono altre strade, o i produttori pugliesi e del sud in genere si consorziano valorizzando i prodotti di qualità attraverso marchi ad hoc( vedi Melinda che tu hai citato) oppure spariranno e chi sopravviverà vivrà tra mille difficoltà con la sua attività. la Puglia è la più grande produttrice di olio al mondo se si confronta la quantità prodotta rispetto al territorio, sarei curioso di vedere cosa succederebbe,ora che c'è l'imposizione della provenienza delle olive sull'etichetta, se tutto l'olio pugliese fosse venduto direttamente dai pugliesi.....
 
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