Letto 2 volte e la seconda è più affascinante perchè quelle date quei posti mi riportano alla luce quel periodo. Anch'io cacciavo in quel che dal 99 diventa parco dei 2 laghi. La mia postazione era dalla parte opposta del lago di martignano rapporto a quella di Achille. Il posto identificato come chalet. la posta migliore durante il passo si trovava su una tagliata di 300 mt in mezzo ad un cespuglione. Davanti al capanno quando l'altura degradava verso il lago di bracciano una baita che dava spunto al nome dato alla location venatoria. Solo 3 capanni, ma sempre noi a presidiarli. Posto segreto tramandato da Giulio, allora ottantenne che si posizionava dietro di noi col suo fedele cane. Nonostante la vista lo tradisse era sempre animato dalla passione una forza d'animo e fisica unica che andò calando paurosamente dopo quella fine di ottobre di tanti anni fà quando una giunta decretò la fine della caccia in quel lembo di paradiso diventato ora discarica abusiva e pieno di baracche.
 
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Il “Bosco incantato”

Non e ' il titolo d ' una fiaba ,piuttosto potrebbe esser il luogo preferito che ogni Cacciatore magari porta nel suo bagaglio di ricordi ed esperienze venatorie! Forse quel posto che c’ha regalato tante emozioni e giornate indimenticabili immersi nella nostra passione ?!?Forse.

Nell’immaginario personale ovviamente puo’ esser un chiaro,un fiume, un campo dove ognuno, a secondo delle sue vocazioni venatorie ha vissuto li’ le sue esperienze con piu’ assiduita’ e le ricorda forse con un pizzico di nostalgia !

Per Noi,quel luogo magico,e' stato la Macchia che riveste il cratere del lago vulcanico di Martignano! Ovvero il ripido bosco prevalentemente di sughere che sale dall’omonimo bacino fin sopra le piane che lo sovrastano!Al limitare della macchia sul versante est del cratere era il nostro posto preferito per il passo d’ottobre…e non solo!

Sebbene tutto lo specchio d’acqua e un anello di parecchi metri dalla riva,fosse gia' parco regionale cosi’ come per il maggiore Bracciano, da un certo punto a salire fino alla sommita’ della conca quasi regolare era cacciabile,seppur quasi impraticabile per la folta macchia!Quindi s’era soliti appostarsi appena fuori il bosco con i campi lavorati alle spalle….salvo un paio d'eccezioni.

Erano queste infatti entrambe postazioni da "stoccatori" e canne cilindriche, la prima delle quali era costituita da un sentiero prima ripido e stretto poi piu’ dolce e largo nell’approssimarsi alla discesa fin quasi la tabellazione del parco… la cosidetta “Spacca” e la seconda era una radura di qualche centinaio di m2 a mezza costa di difficile accesso se non si conosceva l’infrascato percorso per arrivarci, detta “dello Scopino” perche’ sistematicamente presidiata dal sor Carlo, un dipendente dell’Ama,la municipalizzata che a Roma s’occupa della nettezza urbana..

E si perche’ la magia del luogo era data anche dai personaggi che la frequentavano!Questo posto di caccia era stato condiviso con noi 3 giovani nembrotte da Osvero, il padre di Marco, mio compagno di caccia ed Amico d’infanzia da sempre ,cosi’ come lo era per mio Fratello Gianni. Il mitico Osvero era un omone dai lunghi baffi alla mongola che incuteva un certo timore nel vederlo cosi’ grande e grosso con quella voce cavernosa….salvo poi scoprire che era la persona piu’ buona del mondo.

Quest’incrocio tra Mangiafuoco ed Attila era un appassionato Cacciatore che aveva vissuto i tempi irripetibili dell'Ars Venandi e che in quei primi anni ’80 era ben felice di condividere con noi
giovinastri,cosi’ come faceva del resto mio Padre,quel che rimaneva del suo percorso,animato anche dalla nostra voglia di cacciare,freschi di pda com'eravamo.Persona dotata d'una simpatia e spirito d'aggregazione notevole! Era stato colui che aveva coniato il termine “callaro” riferito ad ogni “padella” clamorosa e le cui cene a base di selvaggina ancor si ricordano anche tra i nostri amici non cacciatori.

Quindi il “bosco incantato” era frequentato da un allegra compagnia che vedeva quasi sempre la partecipazione dell’Osvero appunto,in quanto titolare del luogo,Romolo suo amico e compagno di caccia,Marco ,Gianni ed io. Mio Padre s’era unito qualche volta ma essendo piu’ riservato nella caccia cosi’ come nella vita,spesso declinava preferendo una "passeggiata" co’ i cani, come la chiamava lui.

Il bello di quella macchia,oltre alla bonta’ del luogo ai fini venatori,era la quasi inspiegabile scarsa frequentazione da parte d’altri cacciatori: eravamo sempre gli stessi e col tempo s’era formata una certa armonia, nulla a che vedere quindi con il caos attuale della caccia al passo! A parte noi giovinastri dunque,che inizialmente scorrazzavamo a seconda dei presunti movimenti del passo,ai vari lati del cratere, Osvero, Romolo e il sor Carlo (lo "scopino" n.d.r.!) presidiavano da sempre i stessi punti!

C’era dunque un codice non scritto che vedeva la successione di Osvero e Romolo nella radura qualora il sor Carlo avesse saltato per qualche inspiegabile motivo! Poi noi ed altri in ordine sparso fino ad una certa stabilita’ raggiunta nel corso degli anni, compreso l’accesso alla radura dello scopino che era innegabilmente il posto che offriva piu’ opportunita’.Ricordo infatti che il mio piu' bel carniere di sempre lo feci proprio li' una mattina d'ottobre dei primi anni '90 allorche' mi tocco' in sorte. Quella macchia di Martignano quindi ci vedeva frequentatori certi dai primi d’ottobre fin agli inizi di novembre,quando poi ci spostavamo verso i monti della Tolfa,altro luogo da noi molto amato.

Il “bosco incantato” offriva ,oltre alla scarsa pressione venatoria che permetteva d’arrivare all’alba senza troppe alzatacce ,ne veglie venatorie di presidio, l’opportunita’ di godere di giornate di passo veramente memorabili come se il cratere raccogliesse da nord-ovest il flusso di tordi e colombacci e li riversasse poi sul nostro versante a sud-est in una sorta di casello autostradale del passo che qualche volta rasento’ l'ingorgo ferragostano.

Non ricordo in effetti, d’aver fatto piu’ “spolli” di quell’intensita’ cosi’ come quando la notte “giusta” aveva portato i migratori nella macchia e all’alba la lasciavano per proseguire il passo!Per non parlare dei colombacci che giravano giu’ nel catino a branchi fino a quando non si presentava l’opportunita’ di tirargli appena rasentavano il limitare della macchia o uscivano fuori in massa!Sbucavano appena sopra le querce e cadevano col piombo da tordi,al massimo col 7 ½ di qualche terza botta!Frequenti erano pure le beccacce che rientravano all’alba nella macchia.

Un gran bel posto dunque,frequentato dalla nostra armata brancaleone oltre ad altri personaggi piu’ o meno degni di nota. Su tutti i due cugini di Campagnano che con gl’anni s’erano adeguati al codice non scritto attestandosi giu’ nella “spacca” e le cui scariche c’allertavano ogni qualvolta per un eventuale nostra opportunita’ di tiro dato ch'eravam piu’ alti e all’esterno, e Federico detto “Er Discoteque”…un giovane di belle speranze che merita un cammeo.

Federico era apparentemente un 19enne,non avemmo mai modo a chiarire ma di certo molto piu' giovane di noi ormai quasi trentenni d'almeno una decina d'anni, che un alba d’ottobre ci trovammo li’ ,sul margine della via dove eravamo soliti lasciare la nostra macchina per intraprendere poi i campi che c’avrebbero portato alla sommita’ del “Bosco incantato”. C’aveva seguito con la sua fiammante vw golf fin dal bar della Cassia dove c’eravamo fermati a far colazione,come poi ci disse e ce lo ritrovammo li’ di fronte vestito di tutto punto come da catalogo bigh hunter che giusto in quegl'anni s’affacciava nel panorama venatorio italiano.Ci chiese educatamente se poteva unirsi a noi perche' da solo e nuovo di pda..

Osvero che era inequivocabilmente il nostro capocaccia se lo scruto’ per bene puntandogli la torcia in pieno viso,poi se la mise sotto il mento e con quella sua voce da orco tuono’: va bene…ma se ti ritrovo qui domani con qualcuno a caccia….te la vedi con me!Il ragazzo forse piu’ spaventato dalla visione demoniaca di quella faccia da Unno cosi’ illuminata che dalla minaccia vera e propria, ci segui’ ultimo nella fila indiana senza dire una parola, dietro addirittura a Sally, la cockerina nera di Marco ed Osvero,che pure ogni tanto gli ringhiava!


Lo prendemmo col tempo un po’ a mo’ di mascotte,non era un cacciatore nato, aveva preso il pda perche’,come poi ci racconto', era figlio d’un non meglio identificato funzionario,si vedeva che era d’altra estrazione sociale,abitava in zona notoriamente agiata e per non darla vinta alla Madre e alla sorella che detestavano le armi s 'era inventato cacciatore con l'aiuto del padre da cui eran separati... ma non aveva alcun riferimento riguardo la passione venatoria. Lo collocavamo da qualche parte quando arrivava ,di solito in ritardo e ancora ricordo la sua faccia quando fumo’ il suo 1° colombaccio con quel suo fucile fiammante forse piu’ della nera golf.!



Il soprannome,come fu’ per il mio “erchiappetta”,cosi' gle lo appioppo ' mio fratello Gianni quella mattina che gia’ si tirava ai primi tordi sulla pratina alle nostre spalle dopo ch ' eran spollati dalla macchia!Una sagoma scura s'era improvvisamente stagliata nel chiarore dell ' alba proprio dove noi sparavamo ….agitando le braccia,sinceramente preoccupato,almeno dalla voce, per la direzione dei colpi: aohhhhh…so’ io…Federico....nun sparate!!!!

Mio fratello ch ' era quello piu ' prossimo l ' apostrofo’ con un : ma n ' do cazzz vai girando a quest’ora?!?
Vengo da un locale…c’avevo una festa e sono venuto direttamente…m’ero portato il fucile in macchina....e c’ho pure i cornetti caldi per tutti!
Indossava una camicia di raso nera lucida,pantaloni color panna,scarpe di lusso ormai inzaccherate dalla "guazza" mattutina che lo bagnava fin quasi al ginocchio...ma con gile' da caccia camo e Benelli a tracolla…spettacolare!?!Una vera rock star!!! Gianni lo scruto’ da capo a piedi....... poi grido’ a voce alta verso gli altri appostamenti : tutto ok........ e ' arrivato “er discoteca”...tra le ovvie risate!Mo’ se ce riesci cerca de nun fatte spara' e mettete da qualche parte ch ' e ' pieno de tordi!

Se e’ pur vero che Cacciatori si nasce,credo che nel caso di Federico lo si poteva forse anche diventare...e sottolineo il forse! Cmq Er discoteca,poi mutato in “Discoteque” sulle note d’un celebre pezzo d ' allora,ci segui ' per diverse stagioni,maturando anche una certa esperienza fino all ' epilogo del “Bosco incantato”. E gia ' ' perche ' come tutte le cose belle........prima o poi,purtroppo, finiscono.

Una mattina dei primi d'agosto del 1999 ,io & Marco,s'era deciso per un uscita esplorativa nei pressi del bosco incantato in previsione dell'apertura settembrina dal momento che gia' da qualche stagione venivano coltivati nei paraggi alcuni appezzamenti a girasole e questo c'aveva permesso un paio di ottime aperture a tortore senza eccessive tribolazioni.Era un occasione per incontrarsi,far sgambare i cani...pianificare un po': insomma.... cose da Cacciatori!

E nell'arrivare sui campi che portavano a quel limitare del cratere da noi tanto amato li vedemmo gia' da lontano : tanti spettrali paletti a distanza regolare che recavano in alto un inequivocabile cartello in lamiera bianca smaltata!Prendemmo a correre verso quel confine infame nella speranza che si trattasse forse d'una tabellazione per una qualche conduttura o posa d'un cavo elettrico!?!Ma niente....erano quello che piu ' d ' ogni altra cosa temevamo : nuovi,maledetti cartelli perimetrali del parco. Recitavano senza possibilita' d'errore,ne di replica: parco regionale Bracciano-Martignano area protetta......divieto di caccia.

Come poteva esser successo?!? Seppur epoca per noi ancor scevra da internet e cell. vari non c'era stato alcun sentore dell'ampliamento del parco...che si divorano cosi' centinaia d'ettari in un inutile ampliamento d'un area gia' protetta, possibile che nessuno di noi ne sapesse nulla!?!E proprio da quel lato...fin ad arrivare cosi' distante dalla macchia??? Che tragedia...c'avevano privato per sempre del piu' bel posto che conoscevamo per la nostra passione, lo sgomento fu' tale che rimanemmo senza parole a lungo seduti per terra ai piedi di quei pali....come se ce l'avessero piantati nel cuore.

Osvero se n'era purtroppo andato qualche mese prima per un maledetto male che l'aveva stroncato in appena 2 mesi,forse era stato meglio cosi'...l'orco buono non avrebbe sopportato,gia' sofferente una simile sciagura! Cosi' come perdemmo di vista l'anziano "Scopino",insieme a Federico "Discoteque" e i cugini di Campagnano! Noi prendemmo a malincuore altri lidi venatori piu' caotici su indicazione di Romolo!Ma non fu' mai piu'come li'...nel Bosco incantato!Oggi ne' mio Fratello,ne' il mio Amico Marco,imbracciano piu' un fucile per andare a caccia purtroppo per le varie vicissitudini che la vita gl'ha messo davanti.

Io ogni tanto mi ritrovo a scrutare attraverso un pc con quell'accidente di Google Heart quello che era il nostro "Bosco incantato" visto dal satellite : la "radura dello scopino"...ormai chiusa dalla forza della macchia che senza piu' la roncola del sor Carlo ha avuto vittoria facile!La "punta" d'Osvero e Romolo,la linea di fuoco d'erchiappetta,Gianni e Marco...la staccionata dove si piazzava er Discoteque all'ultimo minuto.
Zummo con la rotella del mouse...come a cercare quell'allegra brigata di quei giorni felici d'ottobre in mezzo a quelle chiazze di verde sgranato del monitor.... ma non c'e' piu' nessuno li': e' solo un applicazione di google....mica la macchina del tempo ! Gia'...solo ricordi....quelli tanti....troppi.
A volte mi capita di sognare...se son fortunato sogno di caccia...manco a dirlo mi ritrovo sempre nel "Bosco incantato"!?!Vuoi vedere che era magico per davvero?!?Chissa' .

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P.s. dedicato a tutti quelli come Noi che,nonostante tutto, vivono ancora con passione il loro amore per la Caccia.
 
Sempre impeccabile nei tuoi racconti Achille. Leggendo il racconto mi vedevo dietro la fila indiana,addirittura dietro ar discoteca,mentre raggiungevate i capanni.Anche se ho qualche anno in meno di te,anche io ho visto chiudere tanti miei boschi incantati.Con l istituzione del parco del litorale,macchi grande,fiume morto,tutte le piane di maccarese...e tanti altri posti per me incantati,tra zac,riserve fondi chiusi,ecc...chiusi anche quelli.... Ma noi andiamo avanti lo stesso con la nostra passione.Non mi resta che dire...Grande Achille!!!!
 
poichè sono un imbranato telematico volevo digitare "mi piace" ed era venuto fuori l'opposto ! MI scuso.
Mi è piaciuto molto il racconto e l'atmosfera che vi si respira.
Grazie per averlo condiviso con noi
 
Achì.............è la "MAGIA" della caccia..............l'incantesimo venatorio....chiudi gli occhi e compare, il bosco, il fiume, il lago, i ricordi, gli affetti più cari e ancora e ancora e ancora, un abbraccio........in bocca al cocker!!!!!!!!!!!!!!
 
Il “Bosco incantato”

Non e ' il titolo d ' una fiaba ,piuttosto potrebbe esser il luogo preferito che ogni Cacciatore magari porta nel suo bagaglio di ricordi ed esperienze venatorie! Forse quel posto che c’ha regalato tante emozioni e giornate indimenticabili immersi nella nostra passione ?!?Forse.

Nell’immaginario personale ovviamente puo’ esser un chiaro,un fiume, un campo dove ognuno, a secondo delle sue vocazioni venatorie ha vissuto li’ le sue esperienze con piu’ assiduita’ e le ricorda forse con un pizzico di nostalgia !

Per Noi,quel luogo magico,e' stato la Macchia che riveste il cratere del lago vulcanico di Martignano! Ovvero il ripido bosco prevalentemente di sughere che sale dall’omonimo bacino fin sopra le piane che lo sovrastano!Al limitare della macchia sul versante est del cratere era il nostro posto preferito per il passo d’ottobre…e non solo!

Sebbene tutto lo specchio d’acqua e un anello di parecchi metri dalla riva,fosse gia' parco regionale cosi’ come per il maggiore Bracciano, da un certo punto a salire fino alla sommita’ della conca quasi regolare era cacciabile,seppur quasi impraticabile per la folta macchia!Quindi s’era soliti appostarsi appena fuori il bosco con i campi lavorati alle spalle….salvo un paio d'eccezioni.

Erano queste infatti entrambe postazioni da "stoccatori" e canne cilindriche, la prima delle quali era costituita da un sentiero prima ripido e stretto poi piu’ dolce e largo nell’approssimarsi alla discesa fin quasi la tabellazione del parco… la cosidetta “Spacca” e la seconda era una radura di qualche centinaio di m2 a mezza costa di difficile accesso se non si conosceva l’infrascato percorso per arrivarci, detta “dello Scopino” perche’ sistematicamente presidiata dal sor Carlo, un dipendente dell’Ama,la municipalizzata che a Roma s’occupa della nettezza urbana..

E si perche’ la magia del luogo era data anche dai personaggi che la frequentavano!Questo posto di caccia era stato condiviso con noi 3 giovani nembrotte da Osvero, il padre di Marco, mio compagno di caccia ed Amico d’infanzia da sempre ,cosi’ come lo era per mio Fratello Gianni. Il mitico Osvero era un omone dai lunghi baffi alla mongola che incuteva un certo timore nel vederlo cosi’ grande e grosso con quella voce cavernosa….salvo poi scoprire che era la persona piu’ buona del mondo.

Quest’incrocio tra Mangiafuoco ed Attila era un appassionato Cacciatore che aveva vissuto i tempi irripetibili dell'Ars Venandi e che in quei primi anni ’80 era ben felice di condividere con noi
giovinastri,cosi’ come faceva del resto mio Padre,quel che rimaneva del suo percorso,animato anche dalla nostra voglia di cacciare,freschi di pda com'eravamo.Persona dotata d'una simpatia e spirito d'aggregazione notevole! Era stato colui che aveva coniato il termine “callaro” riferito ad ogni “padella” clamorosa e le cui cene a base di selvaggina ancor si ricordano anche tra i nostri amici non cacciatori.

Quindi il “bosco incantato” era frequentato da un allegra compagnia che vedeva quasi sempre la partecipazione dell’Osvero appunto,in quanto titolare del luogo,Romolo suo amico e compagno di caccia,Marco ,Gianni ed io. Mio Padre s’era unito qualche volta ma essendo piu’ riservato nella caccia cosi’ come nella vita,spesso declinava preferendo una "passeggiata" co’ i cani, come la chiamava lui.

Il bello di quella macchia,oltre alla bonta’ del luogo ai fini venatori,era la quasi inspiegabile scarsa frequentazione da parte d’altri cacciatori: eravamo sempre gli stessi e col tempo s’era formata una certa armonia, nulla a che vedere quindi con il caos attuale della caccia al passo! A parte noi giovinastri dunque,che inizialmente scorrazzavamo a seconda dei presunti movimenti del passo,ai vari lati del cratere, Osvero, Romolo e il sor Carlo (lo "scopino" n.d.r.!) presidiavano da sempre i stessi punti!

C’era dunque un codice non scritto che vedeva la successione di Osvero e Romolo nella radura qualora il sor Carlo avesse saltato per qualche inspiegabile motivo! Poi noi ed altri in ordine sparso fino ad una certa stabilita’ raggiunta nel corso degli anni, compreso l’accesso alla radura dello scopino che era innegabilmente il posto che offriva piu’ opportunita’.Ricordo infatti che il mio piu' bel carniere di sempre lo feci proprio li' una mattina d'ottobre dei primi anni '90 allorche' mi tocco' in sorte. Quella macchia di Martignano quindi ci vedeva frequentatori certi dai primi d’ottobre fin agli inizi di novembre,quando poi ci spostavamo verso i monti della Tolfa,altro luogo da noi molto amato.

Il “bosco incantato” offriva ,oltre alla scarsa pressione venatoria che permetteva d’arrivare all’alba senza troppe alzatacce ,ne veglie venatorie di presidio, l’opportunita’ di godere di giornate di passo veramente memorabili come se il cratere raccogliesse da nord-ovest il flusso di tordi e colombacci e li riversasse poi sul nostro versante a sud-est in una sorta di casello autostradale del passo che qualche volta rasento’ l'ingorgo ferragostano.

Non ricordo in effetti, d’aver fatto piu’ “spolli” di quell’intensita’ cosi’ come quando la notte “giusta” aveva portato i migratori nella macchia e all’alba la lasciavano per proseguire il passo!Per non parlare dei colombacci che giravano giu’ nel catino a branchi fino a quando non si presentava l’opportunita’ di tirargli appena rasentavano il limitare della macchia o uscivano fuori in massa!Sbucavano appena sopra le querce e cadevano col piombo da tordi,al massimo col 7 ½ di qualche terza botta!Frequenti erano pure le beccacce che rientravano all’alba nella macchia.

Un gran bel posto dunque,frequentato dalla nostra armata brancaleone oltre ad altri personaggi piu’ o meno degni di nota. Su tutti i due cugini di Campagnano che con gl’anni s’erano adeguati al codice non scritto attestandosi giu’ nella “spacca” e le cui scariche c’allertavano ogni qualvolta per un eventuale nostra opportunita’ di tiro dato ch'eravam piu’ alti e all’esterno, e Federico detto “Er Discoteque”…un giovane di belle speranze che merita un cammeo.

Federico era apparentemente un 19enne,non avemmo mai modo a chiarire ma di certo molto piu' giovane di noi ormai quasi trentenni d'almeno una decina d'anni, che un alba d’ottobre ci trovammo li’ ,sul margine della via dove eravamo soliti lasciare la nostra macchina per intraprendere poi i campi che c’avrebbero portato alla sommita’ del “Bosco incantato”. C’aveva seguito con la sua fiammante vw golf fin dal bar della Cassia dove c’eravamo fermati a far colazione,come poi ci disse e ce lo ritrovammo li’ di fronte vestito di tutto punto come da catalogo bigh hunter che giusto in quegl'anni s’affacciava nel panorama venatorio italiano.Ci chiese educatamente se poteva unirsi a noi perche' da solo e nuovo di pda..

Osvero che era inequivocabilmente il nostro capocaccia se lo scruto’ per bene puntandogli la torcia in pieno viso,poi se la mise sotto il mento e con quella sua voce da orco tuono’: va bene…ma se ti ritrovo qui domani con qualcuno a caccia….te la vedi con me!Il ragazzo forse piu’ spaventato dalla visione demoniaca di quella faccia da Unno cosi’ illuminata che dalla minaccia vera e propria, ci segui’ ultimo nella fila indiana senza dire una parola, dietro addirittura a Sally, la cockerina nera di Marco ed Osvero,che pure ogni tanto gli ringhiava!


Lo prendemmo col tempo un po’ a mo’ di mascotte,non era un cacciatore nato, aveva preso il pda perche’,come poi ci racconto', era figlio d’un non meglio identificato funzionario,si vedeva che era d’altra estrazione sociale,abitava in zona notoriamente agiata e per non darla vinta alla Madre e alla sorella che detestavano le armi s 'era inventato cacciatore con l'aiuto del padre da cui eran separati... ma non aveva alcun riferimento riguardo la passione venatoria. Lo collocavamo da qualche parte quando arrivava ,di solito in ritardo e ancora ricordo la sua faccia quando fumo’ il suo 1° colombaccio con quel suo fucile fiammante forse piu’ della nera golf.!



Il soprannome,come fu’ per il mio “erchiappetta”,cosi' gle lo appioppo ' mio fratello Gianni quella mattina che gia’ si tirava ai primi tordi sulla pratina alle nostre spalle dopo ch ' eran spollati dalla macchia!Una sagoma scura s'era improvvisamente stagliata nel chiarore dell ' alba proprio dove noi sparavamo ….agitando le braccia,sinceramente preoccupato,almeno dalla voce, per la direzione dei colpi: aohhhhh…so’ io…Federico....nun sparate!!!!

Mio fratello ch ' era quello piu ' prossimo l ' apostrofo’ con un : ma n ' do cazzz vai girando a quest’ora?!?
Vengo da un locale…c’avevo una festa e sono venuto direttamente…m’ero portato il fucile in macchina....e c’ho pure i cornetti caldi per tutti!
Indossava una camicia di raso nera lucida,pantaloni color panna,scarpe di lusso ormai inzaccherate dalla "guazza" mattutina che lo bagnava fin quasi al ginocchio...ma con gile' da caccia camo e Benelli a tracolla…spettacolare!?!Una vera rock star!!! Gianni lo scruto’ da capo a piedi....... poi grido’ a voce alta verso gli altri appostamenti : tutto ok........ e ' arrivato “er discoteca”...tra le ovvie risate!Mo’ se ce riesci cerca de nun fatte spara' e mettete da qualche parte ch ' e ' pieno de tordi!

Se e’ pur vero che Cacciatori si nasce,credo che nel caso di Federico lo si poteva forse anche diventare...e sottolineo il forse! Cmq Er discoteca,poi mutato in “Discoteque” sulle note d’un celebre pezzo d ' allora,ci segui ' per diverse stagioni,maturando anche una certa esperienza fino all ' epilogo del “Bosco incantato”. E gia ' ' perche ' come tutte le cose belle........prima o poi,purtroppo, finiscono.

Una mattina dei primi d'agosto del 1999 ,io & Marco,s'era deciso per un uscita esplorativa nei pressi del bosco incantato in previsione dell'apertura settembrina dal momento che gia' da qualche stagione venivano coltivati nei paraggi alcuni appezzamenti a girasole e questo c'aveva permesso un paio di ottime aperture a tortore senza eccessive tribolazioni.Era un occasione per incontrarsi,far sgambare i cani...pianificare un po': insomma.... cose da Cacciatori!

E nell'arrivare sui campi che portavano a quel limitare del cratere da noi tanto amato li vedemmo gia' da lontano : tanti spettrali paletti a distanza regolare che recavano in alto un inequivocabile cartello in lamiera bianca smaltata!Prendemmo a correre verso quel confine infame nella speranza che si trattasse forse d'una tabellazione per una qualche conduttura o posa d'un cavo elettrico!?!Ma niente....erano quello che piu ' d ' ogni altra cosa temevamo : nuovi,maledetti cartelli perimetrali del parco. Recitavano senza possibilita' d'errore,ne di replica: parco regionale Bracciano-Martignano area protetta......divieto di caccia.

Come poteva esser successo?!? Seppur epoca per noi ancor scevra da internet e cell. vari non c'era stato alcun sentore dell'ampliamento del parco...che si divorano cosi' centinaia d'ettari in un inutile ampliamento d'un area gia' protetta, possibile che nessuno di noi ne sapesse nulla!?!E proprio da quel lato...fin ad arrivare cosi' distante dalla macchia??? Che tragedia...c'avevano privato per sempre del piu' bel posto che conoscevamo per la nostra passione, lo sgomento fu' tale che rimanemmo senza parole a lungo seduti per terra ai piedi di quei pali....come se ce l'avessero piantati nel cuore.

Osvero se n'era purtroppo andato qualche mese prima per un maledetto male che l'aveva stroncato in appena 2 mesi,forse era stato meglio cosi'...l'orco buono non avrebbe sopportato,gia' sofferente una simile sciagura! Cosi' come perdemmo di vista l'anziano "Scopino",insieme a Federico "Discoteque" e i cugini di Campagnano! Noi prendemmo a malincuore altri lidi venatori piu' caotici su indicazione di Romolo!Ma non fu' mai piu'come li'...nel Bosco incantato!Oggi ne' mio Fratello,ne' il mio Amico Marco,imbracciano piu' un fucile per andare a caccia purtroppo per le varie vicissitudini che la vita gl'ha messo davanti.

Io ogni tanto mi ritrovo a scrutare attraverso un pc con quell'accidente di Google Heart quello che era il nostro "Bosco incantato" visto dal satellite : la "radura dello scopino"...ormai chiusa dalla forza della macchia che senza piu' la roncola del sor Carlo ha avuto vittoria facile!La "punta" d'Osvero e Romolo,la linea di fuoco d'erchiappetta,Gianni e Marco...la staccionata dove si piazzava er Discoteque all'ultimo minuto.
Zummo con la rotella del mouse...come a cercare quell'allegra brigata di quei giorni felici d'ottobre in mezzo a quelle chiazze di verde sgranato del monitor.... ma non c'e' piu' nessuno li': e' solo un applicazione di google....mica la macchina del tempo ! Gia'...solo ricordi....quelli tanti....troppi.
A volte mi capita di sognare...se son fortunato sogno di caccia...manco a dirlo mi ritrovo sempre nel "Bosco incantato"!?!Vuoi vedere che era magico per davvero?!?Chissa' .

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P.s. dedicato a tutti quelli come Noi che,nonostante tutto, vivono ancora con passione il loro amore per la Caccia.
Grazie! Avrei voluto esserci!

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............azzarola.....t'abbiamo corteggiato in tanti da più d'un mese......neanche fossi una bella gnocca.....e come solo una bella gnocca sa' fare ti sei concesso regalandoci la cosa migliore .......è stato un corteggiamento estenuante....ma ne è valsa la pena.....bentornato Fratello....
 
Il tuo mix di "penna e cuore" è unico...di questo racconto ne parlammo proprio qualche giorno fa!!! Te l'ho sempre detto, inizia a scrivere "i tuoi racconti" sono qualcosa di spettacolare. A presto
 
Achille sei sempre il solito!!!
Ritieniti obbligato a scriverne almeno uno al mese.
Purtroppo o per fortuna sono un inguaribile romantico e ogni volta che ti leggo rivedo e rivivo momenti indelebili di caccia che sono diventati ricordi bellissimi della mia giovinezza insieme al babbo...
Grazie...
 
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